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giovedì 14 aprile 2005
Loose liberals.
Capiamo (e in gran parte condividiamo) le motivazioni che spingono Daisy Miller, su I Love America, ad accogliere la proposta formulata da Joel Engel sul Weekly Standard: strappare alla sinistra massimalista (di ogni latitudine) l'utilizzo della parola liberal. Ma, popperianamente, queste dispute nominalistiche non ci entusiasmano troppo. Il linguaggio e i concetti si trasformano e si adattano nel tempo. E in questo incrocio spazio-temporale, malgrado i nostri desideri e le nostre aspirazioni, liberal è diventato molto più sinonimo di licentious e loose piuttosto che di broad-minded e generous (per usare le stesse definizioni del Merriam-Webster citate da Daisy). E' triste ammetterlo, ma in questo caso è stata persa una epocale battaglia culturale. E probabilmente, almeno nel medio periodo, non sarà possibile ribaltarne l'esito.
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