venerdì 30 aprile 2010

Three Way is Better

«Ci sono molte elezioni, quest'anno, in cui un terzo candidato “republican leaning” farebbe molto bene ai democratici. La sfida per il Senato in Florida non è uno di questi casi. Se la corsa da indipendente di Charlie Crist avrà un impatto sulle chance di vittoria di Kendrick Meek, si tratterà molto probabilmente di un impatto negativo». Tom Jensen, di Public Policy Polling (un istituto di ricerca democratico), analizza le dinamiche messe in moto dalla “fuga” di Crist dal partito repubblicano. E sono tutte notizie positive per il GOP.

In una sfida a tre, Crist raccoglie il 32% degli elettori di Obama, ma solo il 22% di quelli di McCain (e anche prima di mollare il partito “rubava” più elettori a Meek che a Rubio). Attualmente (sempre in una gara a tre), Crist raccoglie il 18% del voto repubblicano. È già poco, e si tratta di una percentuale destinata a scendere nei prossimi mesi (Jensen fa un paragone con Specter in Pennsylvania). Infine, il 45% dei democratici ha un'opinione favorevole di Crist (e solo il 29% una favorevole di Meek). Al contrario, il 52% dei repubblicani ha un'opinione favorevole di Rubio (contro il 28% per Crist). Fatevi un paio di conti e iniziate a pitturare di rosso la cartina del Sunshine State.

giovedì 29 aprile 2010

Ted, White & Blue


«If Sarah Palin played a loud, grinding instrument, she would be in my band. The independent patriotic spirit, attitude and soul of our forefathers are alive and well in Sarah». Ted Nugent, sul Time, dice la sua su Sarah Palin. A proposito, se non avete ancora letto Ted, White and Blue: The Nugent Manifesto, sappiate che vi siete persi uno dei libri più divertenti e più politicamente scorretti degli ultimi anni.

Useless Stimulus

Secondo l'ultimo sondaggio di Pew Research, il 62% dei cittadini americani (contro il 33%) pensa che lo “stimulus” non abbia avuto alcun effetto positivo sull'occupazione. Di questa opinione sono il 79% dei repubblicani, il 69% degli indipendenti e il 42% dei democratici.

Independent In Name Only

Il governatore repubblicano della Florida, Charlie Crist, ha deciso: a novembre cercherà di entrare al Senato correndo da “indipendente” (perché alle primarie del GOP, contro Marco Rubio, non ha alcuna chance di vittoria). Da bravo “indipendente”, la sua prima mossa è stata quella di telefonare a Rahm Emanuel per provare a ottenere un appuntamento con Barack Obama.

mercoledì 28 aprile 2010

MSM Addicted

L'ho già detto e l'ho già scritto, ma mi ripeto. La presidenza Obama è una creazione dei mainstream media. E morirà per mano dei media.

Sad Meal

La contea di Santa Clara, nel cuore della Silicon Valley, potrebbe mettere al bando l'Happy Meal (il mitico pasto per bambini di McDonald's) con un'ordinanza che «impedisce ai ristoranti di sfruttare la passione dei bambini per i giocattoli per vendere pasti ad alto contenuto di calorie, grassi e sodio». L'obiettivo dichiarato è quello di combattere l'obesità infantile, che nell'area si aggira intorno al 25%. «Quello che stiamo cercando di fare - spiega al New York Times Ken Yaeger, primo firmatario della proposta - è eliminare la connessione che c’è tra cibo poco sano e giocattoli. Perché un bambino piccolo dovrebbe chiedere un hamburger con patatine? In realtà è il gioco che vogliono». Già, perché è cosa nota a tutti - perfino ai tree-huggers californiani - che i bambini, se non ipnotizzati da un pupazzetto di plastica, preferiscono di gran lunga le zucchine bollite alle patatine fritte.

martedì 27 aprile 2010

Centrodestra cercasi

«Houston, abbiamo un problema. Un problema serio. Certo, non come la corsa per diventare capogruppo del PdL alla Camera, però insomma noi ci teniamo».
Simone Bressan, su Freedom Land. Lettura obbligatoria.

Techno-GOP

Perché le nuove tecnologie della comunicazione politica, negli Stati Uniti, non sono più monopolio della sinistra. Un lungo articolo di Mary Katharine Ham sul Weekly Standard. Nel video qui sotto, Kelsey Grammer (il dottor Frasier Crane della fortunatissima serie tv) presenta RightNetwork, il cui lancio è previsto per l'estate 2010.

giovedì 22 aprile 2010

Suburban Revolutionaries

«(...) Secondo alcuni storici, la Rivoluzione francese non fu causata dalla povertà o dall'ideologia, ma dal collasso di aspettative eccessive. Quando ti aspetti che le cose possano andare meglio, ma improvvisamente iniziano ad andare peggio, ecco che scatta la rivoluzione. Se questa teoria ha un fondamento, è il caso di aspettarsi una versione “suburbana” della Rivoluzione francese alle elezioni di mid-term di novembre. Gli abitanti dei sobborghi che un tempo si aspettavano un futuro di mobilità sociale verso l'alto, oggi affrontano la triste realtà di budget scoppiati, debiti cronici, scuole mediocri, strade congestionate e crimine dilagante. E non sono per niente contenti. L'elettore suburbano, che si era progressivamente spostato a sinistra nell'ultimo decennio, sta rapidamente tornando a destra. I repubblicani, se sono intelligenti , troveranno un modo per attrarre questi elettori e riportarli nel loro partito, prima che questi rivoluzionari suburbani decidano di costruirselo da soli, il partito». John Feehery, via The Weekly Standard (si consiglia vivamente la lettura completa).

mercoledì 21 aprile 2010

Double Standard

I contributi elettorali garantiti a Barack H. Obama da dirigenti e impiegati della Goldman Sachs sono almeno sette volte quelli di Enron a George W. Bush, per cui l'ex presidente è stato ripetutamente crocifisso dai mainstream media durante il suo doppio mandato. Al milione (e spicci) di dollari gentilmente regalati da Goldman Sachs a Obama, poi, bisognerebbe aggiungere il mezzo milione donato al suo segretario di stato, Hillary Rodham Clinton. Si attende, da un momento all'altro, la reazione sdegnata del New York Times.

venerdì 16 aprile 2010

Jewish Meltdown

Secondo gli exit poll, alle presidenziali del 2008 Obama ha conquistato il 78% dei voti degli ebrei americani. Secondo un sondaggio McLauglin & Associates, invece, oggi soltanto il 42% voterebbe per lui. Chissà perché.

giovedì 15 aprile 2010

Mignolo alzato

Se ne sono accorti pure alla CBS e al New York Times: altro che white trash, i sostenitori dei Tea Party sono bene educati.

UPDATE.
The Great Tea-Bait, James Taranto sul Wall Street Journal.

mercoledì 14 aprile 2010

Al peggio non c'è mai fine

Interessante analisi di Sean Trende, su Real Clear Politics, sulle prospettive democratiche alle elezioni di mid-term. Il succo della questione: «C'è il rischio, molto reale, che ai democratici non resti molto altro che la base elettorale di Obama tra i giovani, i liberal e le minoranze, che è compressa in relativamente pochi distretti congressuali. Sarebbe la “mappa di Dukakis” meno l'Appalachia. E questo sarebbe foriero di perdite ingenti per il partito democratico e guadagni storici per il GOP». Consigliata, comunque, la lettura integrale.

Ron '12

Pessimo risultato per Ron Paul: in un ipotetico match-up in vista delle presidenziali 2012, il congressman texano sarebbe sconfitto di misura (42% contro 41%) da un tale Barack Obama.

venerdì 2 aprile 2010

SuperStorm

Su Spiegel Online International, la traduzione in inglese di un (lunghissimo) articolo di Marco Evers, Olaf Stampf e Gerald Traufetter sul ClimateGate.

New Low

Il job approval di Obama tocca il 44% (nuovo record negativo) nell'ultimo sondaggio di CBS News condotto dal 29 marzo al 1 aprile. Si tratta di un crollo del 24% dall'aprile 2009. Sulla riforma sanitaria, poi, i numeri del presidente sono ancora più bassi, con il 34% di favorevoli e il 55% di contrari. La media del job approval di Obama - prima del sondaggio in questione - si aggirava intorno al 48% sia per Real Clear Politics che per Pollster.com. Ma se perfino CBS inizia a entrare nei mid-forties, la percentuale è destinata a scendere ancora.

Break Up the Banks

«Le grandi banche sono un male per il libero mercato. Lungi dall'essere motori della libera imprenditoria, contribuiscono piuttosto a quello che potrebbe essere chiamato “crony capitalism”, “corporativismo” o, per dirla con le provocatorie parole di Jonah Goldberg, “liberal fascism”. C'è un motivo per cui i sostenitori del libero mercato dovrebbero essere favorevoli a “spacchettare” le grandi istituzioni finanziarie: le nostre grandi banche non sono il prodotto dell'economia, ma della politica». Arnold Kling, del Cato Institute, sull'ultimo numero della National Review.