mercoledì 20 ottobre 2010

USA 2010 - Seconda puntata: il Sud

Larry Silverbud su Il Foglio di oggi


Mentre prosegue, verso il Sud repubblicano, il nostro viaggio nelle elezioni di mid-term americane, si moltiplicano i sondaggi che cercano di definire il mood dell’elettorato a livello nazionale. Rispetto alla scorsa settimana non è cambiato moltissimo. Il distacco tra i due partiti nel generic ballot continua ad oscillare intorno al 7% a favore del GOP. I democratici guadagnano qualcosa al Senato, migliorando le proprie posizioni in alcuni stati considerati toss-up (Washington, Colorado, West Virginia). Per i repubblicani, invece, aumentano ancora le chance di conquistare la Camera, visto il frenetico moltiplicarsi dei seggi democratici che vengono giudicati competitivi in questo ciclo elettorale. La dinamica delle corse più incerte, comunque, è ancora estremamente fluida. Ed è troppo presto per sbilanciarsi in previsioni definitive. Resta, fortissima, la sensazione che il clima generale sia estremamente sfavorevole al partito che attualmente controlla Casa Bianca e Congresso. E per annusare i contorni di questa “rivolta anti-democratica”, non c’è niente di meglio che una gita a Dixieland.

West Virginia
2008: McCain +13%
Sen: Goodwin (D) – open
Cam: GOP 1 DEM 2

Stato repubblicano negli anni successivi alla sua secessione dalla Virginia (1861), il Mountain State si allinea alla coalizione rooseveltiana durante la Grande Depressione, grazie anche alla fortissima presenza degli United Miner Workers. Dagli anni Trenta, elegge quasi esclusivamente candidati democratici al Senato e al Camera, anche se negli ultimi decenni si è spostato decisamente in campo repubblicano a livello presidenziale.
Nel 2010, la sfida più appassionante è quella per il seggio del Senato lasciato libero dalla morte di Robert Byrd. A sfidarsi sono il popolarissimo governatore democratico Joe Manchin, un social conservative che bene si adatta all’istinto ideologico del West Virginia, e l’imprenditore repubblicano John Raese. All’inizio sembrava una vittoria facile per Manchin, ma nell’ultimo mese i sondaggi hanno descritto una vigorosa rimonta di Raese. E adesso il GOP crede al “miracolo”. Per gli analisti, al momento, la corsa è un toss-up puro. Buone possibilità di pick-up, per i repubblicani, anche nel 1° distretto (open) della Camera con David McKinley.

Virginia
2008: Obama +7%
Cam: GOP 5 DEM 6

Sarà tutta concentrata in un pugno di distretti alla Camera la rivincita cercata dai democratici della Virginia dopo l’umiliante sconfitta subita lo scorso anno nella corsa a governatore. Lo stato-simbolo della vittoria obamiana, tornato “rosso” nel giro di 12 mesi con la larghissima vittoria di Bob McDonnell contro Creigh Deeds (+17%), è stato il precursore della ripresa repubblicana. Il GOP non può permettersi una battuta d’arresto proprio ora e proprio nell’Old Dominion. Quest’anno i repubblicani puntano soprattutto al 2° e al 5° distretto – nella parte più meridionale dello stato -  in cui Scott Rigell e Robert Hurt hanno ottime chance di battere i due freshmen democratici, Glenn Nye e Tom Perriello. Se l’onda rossa fosse particolarmente alta, poi, potrebbe essere in pericolo anche l’11° distretto a sud-ovest di Washington D.C. (Fairfax e una parte di Prince William County): Gerry Connolly ha battuto abbastanza agevolmente Keith Fimian nel 2008, ma dopo il 2009 un “ribaltone” non sembra affatto impossibile.

Kentucky
2008: McCain +16%
Sen: Bunning (R) – open
Cam: GOP 4 DEM 2

Stato dalle molteplici sfumature geo-ideologiche, il Kentucky resta solidamente repubblicano a livello presidenziale e leggermente più competitivo nelle sfide per il Congresso. Quest’anno, la corsa più seguita è quella per il seggio del Senato lasciato “open” dal ritiro del repubblicano Jim Bunning. I democratici hanno a lungo sperato nella vittoria dell’attorney general Jack Conway, soprattutto dopo che Rand Paul (figlio di Ron, il paleolibertarian GOP candidato alla Casa Bianca nel 2008) è uscito vincente dalle primarie repubblicane. Le posizioni ultraliberiste del paladino dei Tea Party sembravano fuori luogo nell’humus fondamentalmente socially conservative del Bluegrass State. Ma Paul ha condotto una campagna elettorale misurata e convincente. E i sondaggi lo vedono davanti con un buon margine di vantaggio. Alla Camera, l’unico distretto competitivo è il 3° (il cuore della produzione del bourbon), ma tutto dipenderà dall’intensità della vittoria repubblicana a livello nazionale.

Tennessee
2008: McCain +15%
Gov: Bredesen (D) – open
Cam: GOP 4 DEM 5

Primo stato del Sud ad “allinearsi” al dominio repubblicano degli ultimi decenni, il Tennessee è stato a lungo un’anomalia elettorale della Bible Belt (eleggeva governatori del GOP perfino negli anni della segregazione). Quest’anno, con la popolarità di Obama in caduta libera, il Volunteer State dovrebbe essere uno dei punti di forza della scommessa repubblicana. Prima di tutto, dopo il ritiro di Phil Bredesen, il GOP è quasi sicuro di strappare la poltrona di governatore ai democratici con il sindaco di Knoxville, Bill Haslam. Poi ci sono almeno tre distretti “blu” (su cinque) a serio rischio di switchover. Due, entrambi “open”, sono quasi sicuri per i repubblicani: nel 6° al confine con il Kentucky (rurale e sempre più “suburbanizzato”) dovrebbe prevalere Diane Black; nell’8° all’estremo ovest dello stato, il favorito è il contadino e cantante gospel Stephen Fincher. Nel terzo, ancora incertissimo, soltanto il suo voto contrario alla riforma sanitaria tiene ancora a galla l’incumbent democratico Lincoln Davis.



North Carolina
2008: Obama +0,5%
Sen: Burr (R)
Cam: GOP 5 DEM 8

Dopo essere stato campione del Solid Democratic South e terra di conquista per i candidati repubblicani alle presidenziali (da Nixon in poi), il North Carolina è ormai diventato uno swing state in piena regola. Nel 2010, però, il clima politico del Tar Heel State sembra favorire decisamente il GOP. Le elezioni per il Senato vedono nettamente favorito l’incumbent repubblicano Richard M. Burr, che pure nelle previsioni della vigilia avrebbe dovuto soffrire parecchio contro Elaine Marshall. E alla Camera i distretti competitivi potrebbero essere addirittura tre (tutti, al momento, in mano ai democratici). Per i repubblicani, comunque, le speranze più solide di pick-up sono al confine meridionale con il South Carolina. Nel 7° distretto, Ilario Pantano sta dando più filo da torcere del previsto all’incumbent democratico Mike McIntyre. Nell’8° distretto, il repubblicano Harold Johnson è vicinissimo nei sondaggi all’uscente Larry Kissell. In caso di larga vittoria repubblicana, sarebbe a rischio anche il seggio democratico di Bob Etheridge, nel 2° distretto.

South Carolina
2008: McCain +9%
Gov: Sandford (R) - open
Sen: DeMint (R) - open
Cam: GOP 4 DEM 2

Con il South Carolina iniziamo la nostra discesa verso gli stati dove il dominio del GOP è raramente messo in discussione, almeno negli ultimi decenni. Fondatore di fatto della Confederazione sudista, il Palmetto State non dovrebbe riservare troppe sorprese nelle sfide per il Senato e  per il governatore. Nel primo caso, il repubblicano Jim DeMint viaggia nei sondaggi con 40-45 punti percentuali di vantaggio su Alvin Green, vincitore a sorpresa delle primarie democratiche. Più incerta, ma non troppo, la corsa per la poltrona di governatore, in cui la repubblicana Nikki Halley non sembra essere stata scalfita da un paio di scandaletti “sessuali” emersi durante la campagna elettorale. E continua ad avere una decina di punti di distacco nei confronti del democratico Vincent Sheehen. Per la Camera, il GOP punta tutto sul 5° distretto (uno dei due controllati dai democratici), in cui il pronostico tra l’incumbent John Spratt e lo sfidante Mick Mulvaney è “too close to call”. Il fatto che Spratt controlli il distretto da 28 anni, la dice lunga sulle difficoltà che stanno incontrando i democratici in questo ciclo elettorale.

Georgia
2008: McCain +5%
Gov: Perdue (R) – open
Sen: Isakson (R)
Cam: GOP 7 DEM 6

Fino al 1964, la Georgia è stata una delle roccaforti più impenetrabili del partito democratico. Alle presidenziali, il candidato democratico ha vinto 24 elezioni consecutive dal 1868 al 1960; un governatore democratico è sempre stato eletto negli anni tra il 1872 e il 2002. Si tratta del record di dominio incontrastato di un singolo partito in tutta la storia americana. Poi, complice anche la Great Migration, tutto è cambiato. Oggi l’Empire State of the South è rosso. E anche nel 2010 le cose non sembrano promettere bene per i democratici. La loro speranza maggiore era il ritiro (obbligato) di Sonny Perdue da governatore. Ma la campagna di Roy Barnes (battuto proprio da Pedue nel 2002) contro il repubblicano Nathan Deal non è mai davvero decollata. Strada in discesa anche per l’incumbent del GOP al Senato, Johnny Isakson contro lo sfidante democratico Michael Thurmond. Alla Camera, infine, il GOP si gioca le sue chance migliori nel 2° distretto sud-occidentale (Mike Keown contro Sanford Bishop) e nel centralissimo 8° distretto, in cui il repubblicano Austin Scott sembra in fortissima rimonta nei confronti dell’incumbent Jim Marshall.

Florida
2008: Obama +3%
Gov: Crist (I) – open
Sen: LeMieux (R) – open
Cam: GOP 15 DEM 10

Dopo l’incubo del recount nel 2000, la Florida sembra essere diventata leggermente più “rossa”, con Bush e McCain al di sopra della media nazionale nel 2004 e nel 2008. Con la rivolta contro la riforma sanitaria, particolarmente accesa nel Sunshine State (dove la popolazione anziana è numerosa), i democratici non possono fare molto altro che tentare di evitare una disfatta. La loro speranza migliore è la corsa per il governatore, in cui Alex Sink sembra leggermente in vantaggio sul repubblicano Rick Scott (anche se i sondaggi restano molto contraddittori). Per il resto, si profila uno scenario molto favorevole al GOP. Al Senato, la corsa a tre che coinvolge il repubblicano Marco Rubio, il democratico Kendrick Meek e l’indipendente (ed ex governatore repubblicano-obamiano) Charlie Crist sembra ormai segnata a vantaggio del favorito dei Tea Party. Il vero tsunami, però, potrebbe arrivare alla Camera. Dei dieci distretti controllati dai democratici, addirittura quattro potrebbero diventare pick-up per il GOP: nel 2° al confine con la Georgia, Steve Southerland è in netto vantaggio sull’incumbent Allen Boyd; nel’8° a nord di Orlando il paladino dell’Obamacare, Alan Grayson, è in grande difficoltà contro Daniel Webster; nel 22° (Palm Beach) il veterano afro-americano dell’Iraq tenta la rivincita contro Ron Klein; nel 24°, sulla costa atlantica centrale, la freshman Susanne M. Kosmas dovrebbe pagare caro il suo voto alla riforma sanitaria (oltre che al cap-and-trade) contro la sfidante repubblicana Sandra Adams. Nubi minacciose si addensano sulla Florida.

Alabama
2008: McCain +21%
Gov: Riley (R) – open
Sen: Shelby (R)
Cam: GOP 5 DEM 2

L’Alabama negli ultimi decenni si è dipinta di un rosso sempre più “scuro”, con la vistosa eccezione della “Black Belt” (che in questo caso comprende una serie di contee che attraversa lo stato da ovest a est, a sud di Tuscaloosa) dove vive la maggior parte della folta comunità nera dello stato che vota in massa per il partito democratico. Immune al fascino obamiano nel 2008, quest’anno The Heart of Dixie eleggerà senza problemi un governatore del GOP (Robert Bentley al posto dell’uscente Bob Riley). E al Senato l’incumbent repubblicano Richard Shelby ha una trentina di punti di vantaggio sullo sfidante William Barners. Con la rappresentanza democratica alla Camera ridotta a sole due unità, gli sforzi repubblicani si stanno concentrando sul 2° distretto, nel quadrante sud-orientale dello stato, dove la young gun Martha Roby tenta di soffiare il seggio al freshman democratico Bobby Bright. La corsa, per ora, è un toss-up.


Mississippi
2008: McCain +13%
Cam: GOP 1 DEM 3

Governato dal monopartitismo per oltre 140 anni (a favore dei democratici), il Magnolia State è oggi profondamente rosso, anche se alcune tracce dell'antico dominio possono essere ancora trovate sia nella politica locale che nei rappresentanti dello stato alla Camera. Nel 2010, non sono previste sfide per il Senato o per la poltrona di governatore (in mano ai repubblicani). E il GOP proverà quantomeno a riequilibrare le sorti alla Camera. La sua possibilità migliore è nel 1° distretto del nord-ovest, al confine con Alabama e Tennessee, in cui l’incumbent democratico Travis W. Childers è costantemente sopravanzato nei sondaggi dallo sfidante Alan Nunnelee. Se il dato nazionale fosse particolarmente positivo per i repubblicani, poi, qualche sorpresa potrebbe arrivare anche dal 4° distretto del sud-ovest, dove il blue dog Gene Taylor sta soffrendo più del previsto contro il repubblicano Steven Palazzo, malgrado i suoi voti contrari a Obamacare, stimulus e cap-and-trade.

Louisiana
2008: McCain +19%
Sen: Vitter (R)
Cam: GOP 6 DEM 1

Quando il dominio democratico del Sud collassò verso la metà degli anni Sessanta, la Louisiana iniziò a eleggere candidati del GOP alla Camera e come governatori. Ma per vedere un repubblicano del Bayou State approdare alla Camera si sarebbe dovuto aspettare fino al 2004, con il ritiro di John Breaux e la vittoria di David Vitter. Nel 2010 Vitter, malgrado qualche vicissitudine scabrosa (il suo nome fu ritrovato nell’indirizzario della “Madame” che allietava le notti di molti politici a Washington), non sembra troppo infastidito dalla candidatura di Charlie Melancon e viaggia verso una tranquilla riconferma. Alla Camera, controllando 6 seggi su 7, i repubblicani non hanno troppi margini di manovra. Anzi, rischiano seriamente di perdere il 2° distretto (New Orleans) vinto a sorpresa da Joseph Cao nel 2008. In compenso, con Jeff Landry, il GOP ha qualche possibilità di strappare ai democratici il 3° distretto (quello più colpito dalla “marea nera”), lasciato libero proprio da Melancon per la sua corsa al Senato.



Arkansas
2008: McCain +20%
Gov: Beebe (D)
Sen: Lincoln (D)
Cam: GOP 1 DEM 3

Sempre più repubblicano alle presidenziali, l’Arkansas torna in genere a essere un feudo democratico alle elezioni per il governatore e il Congresso. Nonostante il clima politico sfavorevole, anche nel 2010, il governatore incumbent Mike Bebee non avrà problemi a conservare la sua poltrona. Mentre al Senato, con ogni probabilità, i democratici perderanno un seggio che controllano da oltre un secolo. La sconfitta di Blanche Lincoln contro l’ex congressman John Boozman, infatti, è data per scontata sia dagli analisti che dei sondaggisti. E la sconfitta al Senato potrebbe aprire il “vaso di Pandora” anche alla Camera. Dei tre distretti controllati dai democratici, infatti, solo il 4° (in piena Black Belt) sembra orientato verso la riconferma dell’incumbent. Gli altri due potrebbero clamorosamente cambiare colore, anche in questo caso dopo oltre un secolo. Nel 1° distretto, che comprende il delta del fiume Mississippi, il candidato democratico Chad Causey sembra davvero troppo liberal rispetto al baricentro ideologico della zona. E il repubblicano Rick Crawford è davanti nei sondaggi. Nel 2° distretto, quello della capitale Little Rock, Tim Griffin (protégé di Karl Rove) sembra in grado di conquistare senza troppi problemi il seggio lasciato libero da Vic Snyder e difeso da Joyce Elliot.

Okhlahoma
2008: McCain +32%
Gov: Henry (D) – open
Sen: Coburn (R)
Cam: GOP 4 DEM 1

Roccaforte del New Deal rooseveltiano e swing-state fino al 1964, l'Oklahoma aderì convintamente al programma "law & order" di Nixon nel 1968 e da quell'anno non si è più spostato dalla zona rossa della mappa elettorale. Nel 2010, con il ritiro del governatore democratico Brad Henry, il pick-up repubblicano è dato per certo, visto che nello scontro al femminile tra Mary Fallin (R) e Jari Askins (D), la repubblicana viaggia con una ventina di punti percentuali di vantaggio. Il distacco cresce al +40% nella corsa del Senato tra l’incumbent Tom Coburn e lo sfidante democratico Jim Rogers. Calma piatta anche alla Camera, con i repubblicani che controllano 4 seggi su 5 e i democratici che dovrebbero riuscire a riconfermare Dan Boren nel 2° distretto, quello più orientale al confine con l’Arkansas, grazie anche al suo voto negativo sulla riforma sanitaria voluta da Obama.

Texas
2008: McCain +12%
Gov: Perry (R)
Cam: GOP 20 DEM 12

Quando nel Texas dominavano i democratici, il partito era diviso tra i Tory Democrats - che provarono a boicottare la candidatura di FDR nel 1944 - e i Liberal Democrats custodi dell’ortodossia rooseveltiana. Con l’ascesa alla Casa Bianca del texano Lyndon Johnson, i conservatori del partito democratico passarono in massa ai repubblicani, che intanto conquistavano voti nelle contee a nord di San Antonio e nei sobborghi in espansione di Dallas e Houston. Oggi che a dominare è il GOP, il partito è spaccato tra l’ala conservatrice/populista e quella più fedele all’establishment. Passano i decenni, ma la politica del Lone Star State resta tra le più affascinanti e complesse di tutti gli Stati Uniti d’America. Quest’anno, nella corsa a governatore, il repubblicano Rick Perry cerca la quarta rielezione consecutiva (sarebbe un record) a spese dell’ex sindaco di Houston, Bill White. I democratici hanno a lungo coltivato la speranza di battere Perry, ma il successore di George W. Bush dovrebbe farcela anche questa volta. Pur controllando quasi tutto il “controllabile” alla Camera (cioè tutte le contee non-ispaniche a nord di Houston), il GOP tenta il colpaccio in almeno due distretti. Nel 17°, il conservatore democratico Chet Edwards tenta ancora una volta di respingere gli attacchi repubblicani in un distretto molto “rosso”, ma questa volta l’imprenditore Bill Flores sembra un avversario davvero temibile. Se l’onda lunga del GOP acquistasse particolare potenza, poi, i democratici potrebbero rischiare anche nel 23° distretto – un’enorme distesa di deserto a sud-ovest di San Antonio e al confine con il Messico – dove si scontrano l’incumbent Ciro Rodriguez e lo sfidante Quico Canseco. Olè!

2/continua

10 commenti:

Namath ha detto...

Mi pare che in queste mid-term elections il vento sfavorevole alla Casa Bianca soffierà fortissimo alla Camera, forte al Senato, ma nelle elezioni governatorali il partito di Obama potrebbe agguantare qualche buon risultato.
Strappare California, Florida e Minnesota sarebbe un modo per mitigare la batosta del 2 novembre.

Jean Philippe Zito ha detto...

Mi tengo ben stretto il Foglio di oggi...peccato aver perso la prima puntata... :(

p.s. leggi questo mio
http://larivoltadiatlante.blogspot.com/2010/10/tomorrow-will-be-better.html

Anonimo ha detto...

ma Larry è Andrea?

a man ha detto...

Ma Anonimo è Anonimo? :)

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