martedì 30 ottobre 2007

Self-Obsessed

"Quando si parla di riflessione su se stessi, Obama è un overachiever. A 46 anni ha già scritto due libri di memorie, quando la maggior parte degli uomini pubblici, alla fine della carriera, sono fortunati ad averne scritto uno".
Uno stratosferico Rich Lowry, sulla National Review Online, scrive finalmente la verità, tutta la verità, sull'uomo politico più sopravvalutato della storia dell'umanità. E sulla sua insular, self-obsessed campaign.

The Two-Man Race

Molto interessante l'analisi di Fred Barnes sulle primarie repubblicane, pubblicata nell'ultimo numero del Weekly Standard. In estrema sintesi, la tesi di Barnes è che soltanto Rudy Giuliani e Mitt Romney abbiano "scenari credibili" per la conquista della nomination. Romney punta tutto su Iowa e New Hampshire, nella speranza di ricevere dagli early states la spinta necessaria per affrontare South Carolina, Florida e SuperTuesday con una qualche chance di restare in piedi. La strategia di Rudy, invece, è opposta: non naufragare in Iowa e New Hampshire, sparare qualche cartuccia in South Carolina e puntare tutto su Florida e SuperTuesday (soprattutto in California, Illinois, New York e New Jersey).

Sono due strategie sensate (anche se a noi continua a sembrare molto più convincente quella di Giuliani), ma soprattutto si tratta degli unici due scenari con una qualche probabilità di avverarsi. E questo, in soldoni, rappresenta una pessima notizia sia per Fred Thompson che per John McCain.

venerdì 26 ottobre 2007

Rudy's Gurus

Norman Podhoretz, John R. Bolton, R. James Woolsey Jr., Anthony C. Zinni, Charles Hill, Michael Boskin, Shelby Steele, Thomas Sowell, Jack Keane, Frederick W. Kagan... Benjamin Wallace-Wells, sul Washington Post, traccia una mappa dettagliata del Rudy's think-tank. Da leggere con attenzione (tenendo sempre conto che si tratta del Post).

Comfortable

Se ci riesce Sam Brownback, ci possono riuscire tutti.

giovedì 25 ottobre 2007

The Only One

Ultimo sondaggio Quinnipiac sulla Florida. Tutti i dettagli su Italian Bloggers for Giuliani 2008.

Debunked. Again

Ricordate lo "scoop" di questa estate pubblicato da The New Republic? Quello in cui Scott Thomas Beauchamp, un soldato/scrittore di stanza in Iraq (sposato con una redattrice di TRN) raccontava in prima persona le peggiori nefandezze compiute dai militari statunitensi a Baghdad? Un'inchiesta interna dell'esercito aveva già demolito tutta la storia. Ma ieri c'è stato l'ennesimo colpo di scena: il Drudge Report ha pubblicato (solo per qualche ora, ma su The Corner hanno fatto in tempo a salvare tutto) la trascrizione di una inquietante telefonata tra Beauchamp e Franklin Foer (il direttore della rivista). Forse non si tratta di una vera e propria confessione, come hanno scritto molti blogger della destra americana (sempre su The Corner, però, le argomentazioni di Mark Steyn sono particolarmente convincenti), ma di sicuro né il fantasioso reporter né, soprattutto, Foer fanno una splendida figura davanti all'opinione pubblica. Chissà perché, ma non siamo affatto sconvolti dalla notizia.

Round-Up: The Corner, The Van Der Galiën Gazette, Gates of Vienna, Patterico's Pontifications, The Jawa Report, Blogs for Bush, A Blog For All, Power Line, The American Mind, Redstate, QandO, Neocon News, Wizbang, Macsmind, Riehl World View, Sister Toldjah, Hot Air, Ace of Spades HQ, Obsidian Wings, Flopping Aces, Confederate Yankee, BlackFive, Protein Wisdom, Blue Crab Boulevard, Mediabistro, Little Green Footballs, Michelle Malkin, Captain's Quarters.

Adulthood

Alessandro Gisotti, su L'Occidentale, è sostanzialmente pessimista sul futuro immediato del Grand Old Party. Ma Daniel Henninger, nella pagina degli editoriali del Wall Street Journal, indica una possibile via d'uscita. A patto che "Mr. Giuliani and the religious right can reach some shared understanding of political and personal adulthood". Difficile, ma tutt'altro che impossibile.

UPDATE. Da XXI Century Blog, un buon round-up (in italiano) sulle primarie. Su RDM20, la traduzione di un articolo su Rudy, Bush e i neocon scritto da Daniel Pipes per il Jerusalem Post.

mercoledì 24 ottobre 2007

Shades of Gray

"Sebbene gli attivisti tentino di incasellare i candidati alla presidenza, come Rudy Giuliani, in una specifica fazione, oggi le convinzioni sono molto più sfumate. Non è più un dibattito in bianco e nero". Rudy e l'aborto: quello che non vogliono farvi sapere. Michael Medved su USA Today.

Global Flip-Flopper

Harry Reid, leader della maggioranza democratica al Senato (e utterly buffoon, come lo chiama Hugh Hewitt), ha dichiarato - durante un'improvvisata conferenza stampa - che il global warming è la causa principale degli incendi che stanno sconvolgendo in queste ore la California. Sei domande più tardi, lo stesso Reid ha negato che il global warming sia in qualche modo collegato con gli incendi. Dal blog di Hugh Hewitt su Townhall, la registrazione audio.

Round-Up: Sister Toldjah, Take Our Country Back, Blue Crab Boulevard, FreeSpeech.com, Betsy's Page, Say Anything.

Skeptical Elephants

Titolo del Los Angeles Times: "Giuliani non convince i repubblicani". Sondaggio del Los Angeles Times: Giuliani 32%, Thompson 15%, McCain 13%, Romney 11%, Huckabee 7%. E meno male che non sono convinti...

UPDATE. Le ultime quote dai bookmaker di InTrade: Giuliani 44.0%, Romney 23.6%, Thompson 11.7%, McCain 7.0%, Paul 6.5%, Huckabee 5.0%.

crossposted @ Italian Bloggers for Giuliani 2008

San Diego is Burning

San Diego brucia. Gli ultimi sviluppi da un blogger californiano di TocqueVille, Dumb Ox News. La mappa degli incendi sul sito del Los Angeles Times.

Arrestate il vandalo!

Il blog dell'Anarca, da leggere fino in fondo.

martedì 23 ottobre 2007

Avanti il prossimo

In principio, John McCain avrebbe dovuto fare un solo boccone di Rudolph Giuliani, l'uomo-che-non-potrà-mai-vincere-le-primarie-repubblicane. Ed è durato lo spazio di qualche mese.

Poi, crollata la candidatura di McCain, è stato il turno di Mitt Romney, il mormone che piace tanto ai cristiani che non sopportano i mormoni. Mitt è un bell'uomo, assomiglia ai presidenti che si vedono nei film, piaceva all'establishment del GOP e raccoglieva un sacco di soldi in giro. Rudy era spacciato. Ed è durato lo spazio di qualche settimana.

Svanito Romney dai radar dei sondaggisti, è stato scoperto Fred Thompson. Un attore (come Reagan!), un vero conservatore (come Reagan!), un anti-abortista che finanzia le lobby abortiste (come Reagan?), un ex senatore (come Reagan?) annoiato da Washington: Rudy non aveva scampo. Ed è durato lo spazio di qualche giorno: il tempo di accendere la tv, vedere Big Fred senza Law&Order e archiviare la pratica.

Adesso, con Rudy in testa nei sondaggi fin dalla notte dei tempi, è arrivato il momento dell'ultimo sfidante: Mike Huckabee. Si dice, si mormora, si sussurra che sia lui il candidato-preferito-dai-conservatori. Altro che quel transessuale dell'America's Mayor! Durerà lo spazio di qualche secondo.

Scomparso il buon Mike (che è un ottimo candidato, per carità), sarà il caso di concedere qualche nanosecondo anche a Ron Paul, se non altro per par condicio. Ma poi fateci una cortesia: aprite gli occhi, mandate giù il rospo (dovremmo essere abituati a ben altro) e iniziamo ad esorcizzare il male assoluto.

lunedì 22 ottobre 2007

Louisiana On My Mind

Gli elettori della Louisiana cacciano a pedate i democratici nell'elezione per il governatore. Contro molte delle previsioni, il 36enne repubblicano Bobby Jindal evita il ballottaggio e, con il 53% dei voti, sbaraglia una concorrenza guidata dal democratico Walter J. Boasso (18%). Alla faccia di chi, anche in Italia, continuava a ripetere che i cittadini dello stato ce l'avevano a morte con Bush (e il GOP) per il disastro di Katrina. Adesso, andateglielo a spiegare all'ex governatore (democratico) Kathleen Blanco. E ora l'obiettivo è lei. Realignment is here, baby...

No Logo, No Brain

In questi minuti, sul sito del Corrierino, è in corso una videochat con Naomi Klein - autrice di No Logo (la bibbia dei no-global) e del più recente Shock Economy (libruccio anti-liberista di cui ci occuperemo nei prossimi giorni). Noi non abbiamo tempo per partecipare a questa carnevalata (qualcuno deve pur lavorare per ingrassare gli sfruttatori neoliberisti del capitalismo schiavista). Fateci un salto, se oggi avete molto tempo da perdere. Per invogliarvi a partecipare, ecco qualche estratto dall'elenco di intelligentissime domande fatte all'esponente neocomunista dai lettori del Corrierino.it.

- Quale tipo di democrazia sarebbe ideale per evitare i disastri del liberarismo economico? Graziano, Londra

- Lei pensa veramente che il neo-liberismo sia solo una forma politica? Non crede che sia la stessa natura strutturale del capitalismo quella di essere basata aul neo-liberismo? Manuel, Milano

- La ringrazio per ricordarci che il capitalismo ottocentesco, tanto in voga dopo la caduta del campo socialista, il cosiddetto libero mercato lungi dal risolvere i problemi globali li aggrava notevolmente. Non sarebbe meglio consumare meglio e consumare tutti? Saremmo anche più felici. Marco, Roma

- Beautiful. Sei una bellissima donna oltre a essere una bravissima professionista. Complimenti. Donato, Bari

- Volevo chiedere, secondo lei, e' possibilie creare una societa' dove la proprieta' privata non esiste, tipo quella anarchica? Un modello tipo che quello russo centralizzato, ma che non permetteva la proprieta' privata in una situazione di democrazia ( a differenza di quello russo ) e' attuabile? Mario, Milano

- Il capitalismo delle donne è diverso da quello dei maschi? Davide, Milano

- Dittatura capitalista. Dopo aver tenuto a precisare che non sono un'estremista di sinistra... Mi sembra che dopo il periodo storico delle dittature comuniste ci avviciniamo sempre piu` ad una dittatura del sistema capitalistico che punta a controllare la società in nome del solo profitto. Che ne pensa? Marco, Milano

- Il capitalismo si basa sull'egoismo, il comunismo sull'altruismo. Massimo Lanzilli, Napoli

- Dott. Kleine, come si può contrastare l'intervento di un Bush o di altri Presidenti di Nazioni democratiche, i quali dopo aver subito eventi disastrosi, fanno approvare dai loro Parlamenti e digerire ai propri concittadini, leggi che prima dell'evento disastroso erano improponibili? Antonio, Agrigento

The Right Poland

Il suo modello è Margaret Thatcher. Vuole introdurre la flat tax. E' contrario all'eutanasia, all'aborto, ai matrimoni gay. E' cattolico, anche se non praticante. Questo, in estrema sintesi, il ritratto di Donald Tusk fatto dal Corriere della Sera. Eppure la vittoria alle elezioni polacche del leader di Piattaforma Civica è stata interpretata come una sconfitta della destra. Ma se quella di Tusk non è destra, la destra cos'è?

giovedì 18 ottobre 2007

Black VeePee?

In un interessante articolo scritto un paio di giorni fa per The Politico, Jeremy D. Mayer analizza le possibili scelte per la candidatura repubblicana alla vicepresidenza. Un ottimo veepee, secondo Mayer, sarebbe Rudy Giuliani, se dovesse perdere le primarie e - soprattutto - se riuscisse ad adattare il suo ego a diventare il numero 2 del ticket. Parere positivo anche per Mike Huckabee. L'ex governatore dell'Arkansas avrebbe la capacità di rassicurare la destra religiosa senza però spaventare l'ala moderata del partito. "Né Mitt Romney, né John McCain - scrive Mayer - offrirebbero altrettanto come candidati alla vicepresidenza". Pollice verso, invece, per Fred Thompson, a causa della "pigrizia" dimostrata nei primi mesi della campagna elettorale.

La lista di Mayer è molto dettagliata: i senatori Dick Lugar (Indiana), John Cornyn (Texas), John Thune (South Dakota) e Lamar Alexander (Tennessee); i governatori Mark Sanford (South Carolina), Matt Blunt (Missouri) e Tim Pawlenty (Minnesota). Tutti maschi/bianchi, però, e questo potrebbe rappresentare un problema se Hillary Rodham Clinton o Barack Obama riuscissero - come sembra ormai molto probabile - ad imporsi in campo democratico. E qui le ipotesi si fanno più interessanti.

La senatrice Olympia Snow (Maine) potrebbe rappresentare un buon asset nel New England, ma è davvero troppo liberal per essere digerita dalla base del GOP. Luci ed ombre anche per la senatrice Kay Bailey Hutchison (Texas), per il governatore delle Hawaii Linda Lingle (divorziata, moderata, ebrea) e per la senatrice Lisa Murkowski (Alaska). A nostro avviso, poi, Mayer scarta con troppa fretta l'ipotesi Condoleezza Rice, le cui chance sarebbero state travolte dal "disastroso destino del gabinetto Bush".

Sono gli ultimi due nomi, però, a scatenare la fantasia facendo immaginare scenari imprevedibili. Il primo è Joseph I. Lieberman, senatore ex democratico (attualmente indipendente) del Connecticut, già candidato alla vicepresidenza nel 2000 in ticket con Al Gore. Lieberman è un "falco" (ebreo del nord-est) che ha rotto con i democratici sull'Iraq e sulla guerra al terrorismo. Secondo Mayer potrebbe aiutare il GOP in Florida, nel New Jersey e forse anche in Connecticut e a New York, diventando il primo candidato alla vicepresidenza nominato da due partiti diversi.

Escludendo Newt Gingrich (che in caso di vittoria di Giuliani rappresenterebbe la nostra prima scelta assoluta), di cui Mayer non parla affatto, l'ultimo nome della lista è quello più eccitante. Si tratta di Clarence Thomas, giudice (nero) della Corte Suprema la cui raccolta di memorie ("My Grandfather's Son") è uscita da qualche settimana nelle librerie americane. Intorno a questo libro - e intorno alla controversa figura di Thomas - si sta sviluppando un dibattito interessante sui cui sarà il caso di tornare in futuro. Per ora, è interessante notare come le voci su una sua possibile candidatura si stiano moltiplicando in questi giorni. E sarebbe la prima volta dal 1916 (Charles Evans Hughes, un altro repubblicano) che un giudice della Corte Suprema si dimette per puntare alla vicepresidenza. Secondo Mayer, "Thomas garantirebbe instant balance a qualsiasi ragazzotto bianco del GOP e costringerebbe i democratici a lottare per mantenere il 90% del voto nero, che ormai considerano come loro proprietà privata". Se Clarence Thomas riuscisse a conquistare appena il 25% di questo segmento elettorale, insomma, le speranze democratiche di conquistare la Casa Bianca nel 2008 sarebbero notevolmente ridimensionate. Purtoppo, per ora si tratta di fantapolitica.

martedì 16 ottobre 2007

Ridiculous

"Ridicolous". E' questo il termine usato da William M. Gray, uno dei più celebri studiosi internazionali di meterologia (e pioniere dei metodi di previsione per la formazione degli uragani), nel descrivere la teoria che ha aiutato Albert Arnold Gore Jr., detto Al, a vincere il Nobel per la pace. Proprio mentre il Comitato per il Nobel assegnava il premio all'ex vicepresidente americano, scrive il quotidiano australiano Sydney Morning Herald (via Jules Crittenden), il settantottenne professor Gray stava dando vita ad una infuocata conferenza alla University of North Carolina, nella quale - tra le altre cose - ha affermato che "gli essere umani non sono responsabili per il global warming" e che "queste ridicole teorie sono il frutto del lavoro di persone che non capiscono come funziona l'atmosfera".

"Stiamo facendo il lavaggio del cervello ai nostri bambini, che vanno a vedere il film di Gore e vengono riempiti di sciocchezze. E' ridicolo. Tra dieci o quindici anni ci renderemo conto della stupidità di tutto ciò: l'impatto umano sull'atmosfera è semplicemente troppo ridotto per avere effetti rilevanti sulla temperatura terrestre", ha dichiarato il professore di fronte ad una platea di circa 300 persone, in maggior parte professionisti del campo meterologico. "Quello che mi preoccupa maggiormente", ha concluso Gray, "è che i miei colleghi scienziati non facciano sentire la propria voce contro qualcosa che sanno essere sbagliato. Ma è vero che, se parlassero, perderebbero tutti i contributi che circolano oggi. A me questi contributi non interessano".

Un nesso tra esseri umani (o meglio, tra debolezze umane) e global warming, dunque, potrebbe esserci. Ma non è certo quello che cercano di contrabbandare Gore e i suoi pasdaran ambientalisti.

P.S. A proposito di Nobel "veri", invece, Epistemes.org ci spiega chi sono Hurwicz, Maskin e Myerson.

lunedì 15 ottobre 2007

Polls & Bookmakers

Mentre l'Italia si eccita con le primarie false, negli Stati Uniti continua la campagna elettorale per le primarie vere. E ormai in campo repubblicano si potrebbe essere vicini ad un punto di svolta. Dopo l'ultimo dibattito televisivo, infatti, anche se le prime avvisaglie erano arrivate da qualche settimana, le quotazioni di Fred Thompson sembrano essere in caduta libera. A tutto vantaggio, naturalmente, di Rudolph Giuliani.

Secondo Rasmussen Reports, l'istituto di ricerca che ha sempre visto Thompson, negli ultimi mesi, con le migliori performance, il vantaggio di Giuliani è ormai arrivato in doppia cifra. L'America's Mayor conduce con il 28% dei consensi, contro il 18% di Big Fred, il 14% di Mitt Romney e il 10% di John McCain. Nell'analisi di Scott Rasmussen, il trend è chiaro. Anche per FOX News, che comunque vedeva Giuliani in largo vantaggio, Rudy è davanti di 13 punti percentuali (29% contro 16%), con Romney e Huckabee in leggera crescita. Ultimo sondaggio del weekend, quello di American Research Group, che vede il vantaggio di Rudy schizzare da un misero 1% ad un solido 8% nell'ultimo mese. E tutto, o quasi, a causa del crollo di Thompson.

Non deve stupire, dunque, se nel "mercato virtuale" di InTrade le quotazioni di Thompson, che erano sempre state molto vicine a quelle di Giuliani, sono precipitate al terzo posto tra i candidati repubblicani, addirittura dietro a quelle di Romney. Nel momento in cui scriviamo, le percentuali di vittoria sono le seguenti: Giuliani 39,7%; Romney 25,7%; Thompson 16,2%; Paul 7,0%; McCain 6,5%; Huckabee 3,0%. Se non vi fidate troppo dei sondaggisti, fareste bene a non sottovalutare i bookmaker.

venerdì 12 ottobre 2007

Albert Arnold Gore Jr.

Pensavate anche voi che la parabola discendente dei Premi Nobel non potesse scivolare più in basso di Dario Fo e Yasser Arafat? Think again. Oggi l’Accademia Reale Svedese delle Scienze ha infatti assegnato il Nobel per la pace ad Albert Arnold Gore Jr., detto Al, ex vicepresidente degli Stati Uniti, ex candidato (sconfitto) alla Casa Bianca, ex presunto “inventore di Internet” ed attuale campione mediatico del più retrivo medievalismo ambientalista. Il Comitato Nobel ha deciso di premiare Gore per i suoi “sforzi nel rafforzare e diffondere una maggiore conoscenza sui cambiamenti climatici provocati dall’uomo” e per “aver posto le basi delle misure che sono necessarie per contrastare tale cambiamento”. E, già che c’era, ha assegnato lo stesso riconoscimento al Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici dell’ONU (IPCC).

Continua su L'Occidentale

giovedì 11 ottobre 2007

Post Debate Round-Up

Occhi puntati su Fred Thompson, al suo debutto, durante l'ultimo dibattito televisivo in vista delle primarie repubblicane che si è tenuto ieri in Michigan (qui la trascrizione integrale).

Stephen Green, su Pajamas Media (via Nequidnimis), non si è fatto impressionare dal look tirato a lucido di Thompson: per lui Big Fred non è stato assolutamente all'altezza del Mitt & Rudy Show. Anche Roger L. Simon, su The Politico, è rimasto deluso dalla performance di Thompson, ma per lui Romney è andato molto peggio (bene, invece, Giuliani e McCain). Secondo Quin Hillyer, su Human Events, invece, Giuliani e Thompson si sono nettamente distinti dal resto dei candidati, soprattutto sui temi economici, tanto da poter essere considerati i veri vincitori del dibattito. Ed Morrisey, su Captain's Quarters, ha visto in Thompson il vincitore unico (e nel moderatore Chris Matthews il vero sconfitto). Dello stesso parere (su Thompson) Kathryn Jean Lopez su The Corner, a cui - comunque - non è dispiaciuto nessuno dei candidati. Esattamente il contrario di quello che pensa la maggioranza dei mainstream media (Steven Pearlstein sul Washington Post è soltanto un esempio).

Per sapere come il team di Thompson ha reagito al dibattito, vi consigliamo di leggere Byron York su The National Review. Mentre Jay Cost, su Real Clear Politics, non si sbilancia e vuole sentire l'opinione diretta dei simpatizzanti repubblicani che hanno assistito all'evento. Anche a Michael Goodwin, sul New York Daily News, Thompson è piaciuto. Ma nel suo articolo Goodwin sembra soprattutto interessato ad affossare Giuliani, come si conviene ad un ex del New York Times e della Columbia University. Sempre da sinistra, Noam Scheiber su The Plank (il blog di The New Republic), si è fatto un'idea piuttosto diversa: "Il dibattito (...) è andato come l'intera campagna elettorale negli ultimi mesi. Molta eccitazione per Fred Thompson, ma la vera sfida è stata tra Rudy Giuliani e Mitt Romney". Non è un caso, forse, se nell'ultimo ranking del National Journal sui candidati repubblicani Thompson è scivolato al terzo posto (davanti, nell'ordine, a McCain, Paul e Huckabee) scavalcato proprio dallo stesso Romney. Ah, già, Il numero uno è sempre Rudy.

UPDATE. Maria Luisa Rossi Hawkins, su Stelle a Strisce. Lettura obbligatoria.

martedì 9 ottobre 2007

Primarie GOP: nuovo sondaggio Gallup alla vigilia del dibattito in Michigan

Alla vigilia del dibattito televisivo tra i candidati repubbicani che si svolgerà stasera a Dearborn, in Michigan (e che per la prima volta vedrà la partecipazione di Fred Thompson), Gallup ha pubblicato i risultati del suo ultimo sondaggio sulle primarie GOP. I numeri di Gallup vedono Rudolph Giuliani consolidare il proprio status di front-runner, con il 32% dei consensi (+2% rispetto a metà settembre). Rudy aumenta il vantaggio nei confronti di Fred Thompson e John McCain, rispettivamente fermi al 20% (-2%) e al 16% (-2%). Lieve miglioramento, invece, per Mitt Romney, che passa dal 7% al 9%, senza però riuscire a sfiorare i livelli raggiunti all'inizio di agosto (14%) dopo lo straw-poll in Iowa. Mike Huckabee, infine, con il 7% (+3%) stacca definitivamente gli altri candidati "minori" e si propone come quinta forza a livello nazionale.

Le dinamiche della competizione interna al GOP sembrano essere rimaste piuttosto stabili fin dall'inizio di settembre. Con 12 e 16 punti percentuali di vantaggio sui diretti inseguitori, la posizione dell'America's Mayor sembra abbastanza tranquilla quando ormai mancano pochi mesi alle prime consultazioni elettorali: da luglio ad oggi, i consensi per Rudy sono sempre oscillati tra il 30% e il 34% (nei sondaggi Gallup).

Thompson continua ad avere una percentuale di "riconoscibilità" (63%) ancora inferiore a Giuliani (87%) e McCain (85%). E questo, nel medio periodo, potrebbe anche rappresentare un vantaggio. Big Fred, però, è distanziato nei "favorable ratings", in cui il suo svantaggio da Giuliani e McCain è, rispettivamente, del 19% e dell'8%.

Dal canto suo, McCain ha interrotto, almeno parzialmente, il trend negativo degli ultimi mesi, ma non sembra riuscire a tornare sui livelli dell'inizio 2007, quando era il front-runner del GOP insieme a Giuliani.

Malgrado un massiccio sforzo finanziario (e mediatico), la candidatura di Romney non riesce invece a decollare. E i suoi numeri sono pericolosamente vicini a quelli di un outsider puro come Huckabee. Encefalogramma piatto anche per Ron Paul, fermo al 2% malgrado una campagna elettorale molto innovativa su Internet (con ottimi risultati nel fundraising) e il fervore quasi mistico dei suoi sostenitori.

lunedì 8 ottobre 2007

Barry's Advice

"Let's grow up, conservatives. If we want to take this party back — and I think we can — let's get to work". Jennifer Harper, sul Washington Times, spiega perché le parole di Barry Goldwater - con cui il senatore dell'Arizona offrì il suo sostegno a Nixon durante la convention repubblicana del 1960 - possono essere un consiglio ancora utile, oggi, alla destra americana (e non solo).

State of Fear

E' ufficiale: i media clintoniani sono terrorizzati dalla prospettiva di uno scontro Hillary-Rudy per la Casa Bianca. E cercano in ogni modo di boicottare la candidatura di Giuliani alle primarie repubblicane, prima che sia troppo tardi. L'ultimo esempio è questo articolo di Michael Hirsh su Newsweek, che prova disperatamente ad accostare la "parolaccia del decennio" (neocon) all'America's Mayor, nel tentativo di far scattare l'equazione Bush=Neocon=Rudy=Bush. Orrore! Nel pacco regalo di Newsweek, naturalmente, non poteva mancare il solito attacco-spazzatura di Jonathan Alter, che racconta di come schiere di newyorkesi (gli stessi che hanno votato e ri-votato Giuliani) stiano tentando di spiegare ai loro sprovveduti amici redneck quanto sarebbe disastrosa la sua vittoria alle primarie.

Si tratta di letture altamente istruttive, perché ripercorrono pedissequamente i talking-points democratici su Rudy, dandoci la possibilità di intuire le traiettorie degli attacchi clintoniani nei prossimi mesi. Come scrivevamo in tempi non sospetti, il plot è già scritto: bisogna solo stabilire quali saranno le sue dinamiche nel tempo.

sabato 6 ottobre 2007

MVB

Siamo, ormai da qualche ora, alla postazione gestita da TocqueVille al primo meeting nazionale dei Circoli della Libertà. I nostri blogger stanno seguendo l'evento in diretta (i loro post li trovate qui, insieme allo streaming video in diretta). Per un'analisi politica compiuta ci sarà tempo, nei prossimi giorni, di tornare sull'argomento. Per ora ci limitiamo a fare qualche considerazione in ordine sparso.

1) Se i Circoli sono soltanto un "fenomeno mediatico", si tratta di un fenomeno particolarmente impressionante. Radunare ventimila persone di sabato pomeriggio a Roma, da tutte le parti d'Italia e di tutte le categorie sociali, non è qualcosa che riescono a fare i fantasmi. Almeno, non i fantasmi che ho conosciuto io.

2) La voglia di partecipazione dei cittadini alla politica, nel senso più nobile del termine, è ancora più impressionante. E si legge, senza troppi sforzi, sui volti delle persone,

3) La potenza di fuoco della nostra blogosfera irrompe, per la prima, in sala stampa. Gomito a gomito con i mainstream media (NextCon, Dall'Altra Parte, RDM20, The Mote in God's Eye, Il Giulivo, Upl, Valentina Meliadò, Mikereporter, Inyqua - oltre a Krillix e StarSailor in palese conflitto d'interessi). La rivoluzione parte anche da qui,

venerdì 5 ottobre 2007

Al Gore, 1992

Su Little Green Footballs (via Instapundit), un illuminante video del nuovo profeta dell'eco-pacifismo (all'epoca vicepresidente) che accusa George H. W. Bush di aver "ignorato i rapporti tra Saddam Hussein e il terrorismo internazionale" e i suoi "tentativi di entrare in possesso di armi di distruzioni di massa".

Taxman

Ho sempre avuto il sospetto che Gordon Brown somigliasse a qualcuno che avevo già visto.

Cash on Hand

Mitt Romney ha raccolto 18.5 milioni di dollari nel terzo quadrimestre della campagna elettorale (contro 11 di Rudy Giuliani, 9.3 di Fred Thompson e 6 di John McCain). A prima vista, sembrerebbe un distacco notevole: peccato che 8.5 milioni di dollari li abbia messi Romney di tasca sua. La vera cifra da tenere sott'occhio, comunque, è la quantità di denaro che i candidati non hanno ancora speso. E in questa classifica Rudy è in vantaggio con 16 milioni di dollari (contro 9 di Romney, 7 di Thompson e 3.6 di McCain).

Jokers

Paul Krugman e il New York Times. E i pagliacci sarebbero i conservatori... UPDATE: Commenti su The Corner e Gateway Pundit.

La mamma dei cretini

Un repubblicano su quattro (secondo Rasmussen Reports, via Coast to Coast) voterebbe per un "terzo partito pro-life" piuttosto che per Rudy Giuliani, scegliendo di fatto - come fece chi votò per Ross Perot nel 1992 e nel 1996 - una presidenza Clinton.

Un democratico su cinque (secondo Fox News, via Power Line) pensa che il mondo sarebbe un posto migliore se gli Stati Uniti perdessero la guerra in Iraq.

Earth to Fred

(...) Stop coasting, sir. Start sharpening your language. Start working on your delivery of formal speeches: What works in one-minute radio commentaries and on radio talk shows does not work from behind a podium. What works from the back of a pickup truck does not work in front of people in suits eating dinner.

Can you still win this nomination? Definitely. But right now you are squandering not just your own presidential aspirations, but the faith that conservatives put in you this past spring when you assured us that you were "the one." It's called "running" for the presidency, sir, and right now all you're doing is ambling. You can do better. And you better start soon.

Lettera aperta a Fred Thompson. Quin Hillyer, su The American Spectator.

mercoledì 3 ottobre 2007

Il diciassette porta bene

Sono 17 (diciassette) i punti percentuali di vantaggio di Rudy nell'ultimo sondaggio ABC News/Washington Post. I particolari su Italian Bloggers for Giuliani 2008.

martedì 2 ottobre 2007

The Jesus-Hillary Machine

(...) Il gran capo della Jesus Machine, James Dobson, è irremovibile. Non si è mai trattenuto dal giudicare irricevibile la candidatura di Giuliani, così come quella di John McCain. I dubbi sul mormonismo di Mitt Romney e sulla sua recente, e sospetta, conversione ai temi sociali, portano a diffidare anche dell’ex governatore del Massachusetts. Non convince nemmeno Fred Thompson.
La "conferenza a porte chiuse del Council for National Policy" di cui ha scritto oggi Christian Rocca su Il Foglio (qui il link all'articolo su Camillo) sulla scia delle rivelazioni di WordNetDaily e Salon.com, fa senza dubbio riflettere chi ha a cuore le sorti della Right Nation. La destra religiosa, in sostanza, avrebbe deciso di "scomunicare" Rudolph Giuliani, minacciando addirittura la creazione di un terzo partito nel caso in cui Rudy riuscisse a conquistare la nomination per il GOP. Ora, che i social conservatives siano insoddisfatti delle candidature espresse, fino ad oggi, dal campo repubblicano è perfettamente legittimo (anche se, a nostro avviso, nel caso dell'America's Mayor si tratta di una presa di posizione ideologica poco ancorata alla realtà dei fatti). Sempre legittimo, ma assai più incomprensibile e ai limiti del masochismo, invece, è che alcuni "portavoce" di una delle fazioni che compongono la big tent del GOP si prendano la responsabilità di spianare la strada alla candidatura di Hillary-pure-evil-Rodham-Clinton alla Casa Bianca soltanto perché gli attuali front-runner repubblicani, a loro giudizio, soddisfano soltanto "due requisiti su tre" della piattaforma classica del partito.

Qualcuno dovrebbe insegnare a questi signori (e magari anche a qualche figuro di casa nostra) che la politica è sempre una "scelta del male minore". E che in un mondo perfetto potremmo avere la soddisfazione di disegnare un candidato ideale ed accompagnarlo per mano nelle sue mirabolanti e fantastiche avventure, mentre in questo mondo imperfetto in cui ci ritroviamo a vivere, l'obiettivo deve essere quello di cercare il candidato-meno-imperfetto con le maggiori chance di vittoria.

Chi scrive, sostiene ferocemente la candidatura di Giuliani alle primarie del GOP, malgrado alcuni punti di contrasto con la sua storia politica e la sua piattaforma elettorale (soprattutto sull'interpretazione del secondo emendamento e parzialmente sull'aborto). Ma, parliamoci chiaro, mi basta sentire l'odore di Hillary per iniziare a sentire l'irrefrenabile impulso di fornicare con Rudy. Alla francese.

Ray of Hope

"It's not easy being a Republican in Massachusetts". La sfida impossibile di Jim Ogonowski nella Repubblica Popolare del Massachusetts, raccontata da Reid Wilson su Real Clear Politics.

Le due Birmanie

La prima è quella reale, della violenza e dell'intimidazione, dei morti sull'asfalto, dei sequestri, dello stato-carnefice, del lamento silenzioso. Questa Birmania è destinata a scomparire presto dalle prime pagine dei giornali e dai pensieri dei molti improvvisati sostenitori della causa. La seconda è quella immaginaria, dell'ONU e dei suoi inviati, della diplomazia da salotto, del cinismo e del compromesso con gli aguzzini di un popolo stremato. Questa è la Birmania che prevarrà, tra simposi e tavole rotonde, tra inviti alla moderazione e destructive engagement. (continua)

Enzo Reale su 1972.

lunedì 1 ottobre 2007

Dick'ed!

(...) Hillary sarà comunque, molto probabilmente, il prossimo presidente. Ma c'è un solo modo per sconfiggerla: nominare un candidato le cui credenziali anti-terrorismo siano così profonde che - nel caso gli americani rinsaviscano, riacquistando consapevolezza della natura della minaccia che continuiamo a fronteggiare - possa prevalere nel novembre 2008. Ci sono solo due candidati di questo tipo: Rudy Giuliani e John McCain. Né Thompon né Romney si avvicinano a questo modello, neppure lontanamente.

Per Dick Morris (l'uomo che ha salvato la presidenza Clinton nel 1996 e che conosce Hillary come pochi altri), Fred Thompson non ha nessuna possibilità di diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti. Lettura consigliata ai conservatori (di ogni tipo).