La prima è quella reale, della violenza e dell'intimidazione, dei morti sull'asfalto, dei sequestri, dello stato-carnefice, del lamento silenzioso. Questa Birmania è destinata a scomparire presto dalle prime pagine dei giornali e dai pensieri dei molti improvvisati sostenitori della causa. La seconda è quella immaginaria, dell'ONU e dei suoi inviati, della diplomazia da salotto, del cinismo e del compromesso con gli aguzzini di un popolo stremato. Questa è la Birmania che prevarrà, tra simposi e tavole rotonde, tra inviti alla moderazione e destructive engagement. (continua)
Enzo Reale su 1972.
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