giovedì 30 settembre 2004

L'Europa ha bisogno di Bush.

Secondo Gerard Baker, del Times di Londra, perfino a Chirac e Schroeder farebbe comodo una vittoria di Bush alle presidenziali americane. In un articolo per il Weekly Standard, il giornalista britannico ci spiega perché Blair tifa per George W. e perché la Old Europe dovrebbe fare lo stesso. [Link]

ICR: Bush 51 Kerry 41.

Polling Report segnala l'ultimo sondaggio di International Communication Research, che vede Bush in vantaggio di 10 punti percentuali tra i "likely voters" e di 7 (48-41) tra i "registered voters". Si tratta di un netto balzo in avanti per il presidente, in un sondaggio che (a differenza di altri a lui più favorevoli) lo ha visto rincorrere Kerry per tutto il mese di agosto. Più che una crescita di Bush, però, ICR registra un calo del candidato democratico (-3 rispetto a due settimane fa, -6 rispetto allo scorso mese). [Link]

Tutti gli errori dei democratici.

Dick Morris, ex consigliere di Clinton (e insolente biografo della first-lady Hillary), spiega ai lettori di The Hill tutte le carenze della campagna elettorale di Kerry. "Non si può vincere - dice - prendendo a pugni un cuscino". [Link]

Media sondaggi: Bush 49 Kerry 44.

Lieve ripresa di Kerry nella media sondaggi di RealClear Politics (48.9-44.1). Una crescita in larga parte causata dal risultato in netta controtendenza della rilevazione IBD/Tipp. [Link] Calcolando anche Nader, il vantaggio medio del presidente sale a 6 punti percentuali (49.5-43.5). [Link] Per avere una percezione più diretta del trend da aprile ad oggi, RCP ha preparato un grafico sul distacco medio tra i due sfidanti. [Link]

LA Times: Bush 51 Kerry 45.

Sei punti di vantaggio per Bush alla vigilia del primo dibattito televisivo di questa campagna elettorale. Il distacco scende a 5 punti se si esclude Nader dalla competizione. Il presidente, in leggero calo sull'Iraq, migliora la propria posizione nella gestione dell'economia. [Link]

Dibattiti Tv: consigli per Kerry.

Chissà se Kerry ha toccato ferro leggendo ieri i consigli dell’ex vice presidente Al Gore su come battere George W. Bush nel dibattito televisivo di questa notte. Gore, infatti, oltre ad aver perso le elezioni, perse anche i confronti televisivi. Furono proprio i faccia a faccia a mostrare per la prima volta agli americani che George W. Bush, pur non sapendo dove fosse l’Afghanistan sulla cartina geografica, era tutt’altro che lo stupido ubriacone raccontato dalla stampa liberal. E Gore non riuscì a contrastare la bonaria simpatia del futuro presidente. [Link] Qualche consiglio più serio, per Kerry, arriva da John McIntyre di RealClear Politics che, analizzando gli "internals" degli ultimi sondaggi nazionali, è convinto che l'unica strategia plausibile per il candidato democratico sia quella di attaccare senza sosta. Ma lo avverte: potrebbe non essere abbastanza. [Link]

mercoledì 29 settembre 2004

La strana abbronzatura di Kerry.

Il Drudge Report parla di "allarme arancione" per il candidato democratico, parafrasando il codice dei colori che scandisce l'allarme-terrorismo negli Stati Uniti. Una cosa è certa: se Kerry pensa di vincere i dibattiti televisivi con quest'abbronzatura quasi aliena, deve essersi scordato che i tv-color sono diffusi anche al di fuori del New England. [Link] Per risolvere altri - e più seri - problemi "di colore", invece, il senatore del Massachusetts ha deciso di chiamare al capezzale della sua campagna il reverendo Jesse Jackson. Con il suo aiuto, spera di frenare l'emorragia di voti che lo sta colpendo all'interno della comunità nera. Secondo gli ultimi sondaggi, Kerry avrebbe il 73% di consensi degli elettori "african-american" contro il 90% di Gore nel 2000. [Link]

Minnesota, NJ: Kerry in difficoltà.

Un sondaggio favorevole a Kerry (ARG +2), uno favorevole a Bush (Mason-Dixon +2) e due parità assolute (Rasmussen e Gallup): la partita in Minnesota sembra più aperta che mai, tanto che l'Electoral College Breakdown 2004 ha riportato lo stato nella colonna dei "toss-up". Una preoccupazione in più per Kerry, in uno stato che storicamente favorisce i candidati democratici (proprio qui Mondale riportò l'unica vittoria nell'elezione "landslide" di Reagan nel 1984) e in cui Gore ha sconfitto George W. nel 2000 portandosi a casa 10 voti elettorali. [Link] La vera sorpresa negativa per i democratici, però, potrebbe arrivare da uno stato che fino a qualche settimana fa era solidamente nella colonna di Kerry: quel New Jersey vinto da Gore con 14 punti percentuali di distacco. L'ultimo sondaggio di Strategic Vision vede, incredibilmente, i due candidati alla pari. [Link] Si tratta dello stesso risultato diffuso una settimana fa dalla Quinnipiac University. [Link] Secondo ECB 2004, però, è ancora troppo presto per togliere il New Jersey dalla lista degli stati in cui Kerry è in vantaggio, anche perché Rasmussen continua a vedere i democratici davanti (+3). [Link]

Pew: Bush +8. IBD: Kerry +1.

Aumenta il margine di vantaggio di Bush su Kerry nell'ultimo sondaggio del Pew Research Center. La rilevazione statistica, condotta dal 22 al 26 settembre, vede il consenso per presidente crescere di 3 punti percentuali, mentre lo sfidante democratico cala di due. Secondo Pew, Bush è considerato migliore nella lotta al terrorismo (54-30) e nella guerra in Iraq (46-38), mentre Kerry ottiene risultati migliori nella gestione dell'economia (46-39) e della sanità (48-32). [Link] In assoluta controtendenza, non solo rispetto a Pew, ma alla totalità dei sondaggi condotti nell'ultima settimana, è invece il risultato di IBD/Tipp, che vede Bush e Kerry appaiati al 45% con Nader incluso nella sfida e addirittura Kerry avanti (46-45) in un testa-a-testa. E' interessante notare come il campione di IBD/Tipp (649 elettori) sia decisamente meno numeroso di quello utilizzato da tutti gli altri sondaggisti, che va dagli 800 di Gallup e Time ai 1000 di CBS News, Battleground, Rasmussen e Fox News. [Link]

martedì 28 settembre 2004

Iraq: il flip-flop definitivo di Kerry.

Tom Beven, su RealClear Politics, commenta (con una massiccia documentazione), l'ultima giravolta di Kerry sulla guerra in Iraq, dopo che il Drudge Report aveva scovato una intervista televisiva in cui il candidato democratico, nel 1997, si diceva favorevole alla "guerra preventiva" contro Saddam Hussein. [Link]

Media sondaggi: Bush 49 Kerry 43.

Media sondaggi: Bush 49.0 Kerry 43.7. Cresce a 5.3 punti percentuali (49.0-43.7) il vantaggio di Bush su Kerry nella media RCP "head-to-head" dopo la pubblicazione degli ultimi sondaggi Gallup/CNN/Usa Today e ABC News/Washington Post. Si va dal +2 di Rasmussen e Fox News al +9 di Cbs News. [Link] Il distacco sale a 6.4 punti (50.0-43.6) calcolando anche Nader nella sfida. [Link]

Kerry rimonta in Pennsylvania.

E' svanito in fretta il bounce post-convention di Bush in Pennsylvania. Nell'ultimo sondaggio della Quinnipiac University, Kerry è di nuovo in vantaggio (49-46) dopo aver recuperato 4 punti percentuali al presidente in due settimane. [Link] Nella media RCP, il vantaggio di Kerry su Bush in Pennsylvania è di 2 punti, calcolando anche i sondaggi Fox News (+3), Philly Inquirer (+2), ARG (+1) e Mason-Dixon (+1). [Link]

Gallup: Bush +8. ABC: Bush +6.

Flessione di Bush nell'ultimo sondaggio Gallup, ma il presidente resta davanti a Kerry con un margine di vantaggio piuttosto consistente (52-44) che sale addirittura a 13 punti percentuali se si considerano tutti i "registered voters" (54-41). Interessante notare come il "job approval" di Bush viaggi intorno al 54% (il più alto di tutto il 2004) e che, per la prima volta da quando ha vinto le primarie democratiche, Kerry sia in svantaggio (45-51) anche nella gestione dell'economia. Immutato rispetto all'ultimo sondaggio Gallup, e devastante, il vantaggio di Bush nella guerra al terrorismo (61-34). [Link] Anche secondo l'ultimo sondaggio di ABC News e Washington Post, il distacco di Bush resta "solido" alla vigilia dei dibattiti presidenziali: 51-45 tra i "likely voters" e 51-44 tra tutti i cittadini iscritti alle liste elettorali. Bush conduce di 11 punti percentuali tra gli uomini e ha scavalcato Kerry (+3) anche nell'elettorato femminile. [Link]

lunedì 27 settembre 2004

Bush e Kerry verso i dibattiti in tv.

Karen Tumulty e John F. Dickerson, sul settimanale Time, svelano i retroscena della preparazione dei candidati al primo dibattito televisivo, in programma giovedì alla University of Miami. [Link] Nancy Benac, dell'Associated Press, si concentra sui difetti di Bush e Kerry e sugli sforzi compiuti dai loro strateghi per mascherarli in diretta televisiva. [Link]

Bush vince la sfida delle maschere.

Bush è favorito su Kerry anche secondo i venditori di maschere di carnevale. Secondo Buycostumes.com, il presidente è in netto vantaggio su Kerry (54-46) nel numero di maschere "presidenziali" vendute fino ad oggi. Prima di ridere, tenete presente che dal 1980 il vincitore di questa bizzarra sfida è stato anche eletto presidente degli Stati Uniti d'America. [Link]

Kerry? Forse era meglio Dean.

Qualche democratico inizia a chiedersi se John F. Kerry sia stata davvero la scelta migliore per sfrattare Bush dalla Casa Bianca. Peter Beinart, sul Time, è convinto che Howard Dean, con tutti i suoi difetti, sarebbe stato uno sfidante migliore per il presidente. [Link] Zev Chafets, sul New York Daily News, rincara la dose e definisce "stupida" la campagna elettorale di Kerry. [Link]

Battleground Poll: Bush +5.

L'ultimo Battleground Poll 2004, condotto da Lake Snall Perry e Tarrance Group per la George Washington University, vede Bush con 5 punti percentuali di vantaggio su Kerry (50-45). La scorsa settimana, nello stesso sondaggio, il presidente conduceva 49 a 45. Secondo il BP2004, gli americani preferiscono Bush a Kerry nella guerra contro il terrorismo (57-34), sull'Iraq (54-39), sulla leadership (56-35), nella capacità di condividere i valori dell'elettorato (50-43) e perfino nella gestione dell'economia (47-43), mentre il candidato democratico è percepito come più affidabile per la creazione di nuovi posti di lavoro (49-43) e come rappresentante degli interessi della classe media (48-43). [Link]

Moore prova il bis e trova il flop.

Michael Moore prova a rivitalizzare il fronte ABB (Anybody But Bush) riproponendo il suo Fahrenheit 9/11 nelle sale cinematografiche alla vigilia delle elezioni. Ma non riesce neppure ad entrare nella Top 20 al box office, raccogliendo la miseria di 250mila dollari in tutto il weekend nelle oltre 600 sale in cui è stato proiettato. Peggio di "Paparazzi" e "Anacondas". [Link] Si avvicina, invece, il debutto di "Team America. World Police", l'ultimo film di Trey Parker e Matt Stone (i creatori di South Park), che si fa beffe dei "falchi" del Pentagono ma anche - e soprattutto - del gotha liberal hollywoodiano che pur di denigrare Bush non esita a flirtare con i terroristi. Non a caso, Team America è interpretato da pupazzi animati. [Link]

Media sondaggi: Bush 48 Kerry 43.

Bush guadagna qualche decimo di punto percentuale nella media dei sondaggi nazionali "head-to-head" di RealClear Politics. Il presidente ha 2 punti di vantaggio su Kerry secondo Rasmussen e Fox News, mentre Time (+6) e Cbs News (+9) lo vedono più distante dal candidato democratico. La media del distacco è del 4.7% (48.0-43.3). [Link] Con Nader incluso nella sfida, il vantaggio medio di Bush sale al 5.6% (49.0-43.4): Zogby (+3), Fox, Nbc (+4), Time, Marist (+6). AP/Ipsos (+7) e Cbs (+9) sono i sette sondaggi calcolati da RCP nella sua media. [Link] Nel conto dei voti elettorali, infine, la media RCP vede sempre in vantaggio Bush per 291 a 200, con Minnesota, New Hampshire, New Mexico, Oregon e Pennsylvania ancora "toss-up". [Link]

domenica 26 settembre 2004

Rathergate, la punta dell'iceberg.

Gustosa coppia di editoriali che prendono spunto dallo scandalo-Cbs per approfondire il problema dello sbilanciamento a sinistra degli "old media" americani. Victor Davis Hanson per National Review [Link] e John Podhoretz per Weekly Standard. [Link]

sabato 25 settembre 2004

Il boss della Cbs vota per Bush.

Sumner Redstone, presidente del colosso Viacom - proprietario tra l'altro del network Cbs - voterà per George W. Bush. "Non voglio assolutamente denigrare Kerry - ha dichiarato Redstone in una conferenza stampa ad Hong Kong - ma, dal punto di vista della Viacom, l'elezione di un'amministrazione repubblicana è preferibile". La notizia ha colto tutti di sorpresa, perché Redstone, nato a Boston, è stato lo stratega della campagna presidenziale di Edmund Muskie, il senatore del Maine (chiamato "Mr. Clean" per le sue smanie ambientaliste) sconfitto da George McGovern alle primarie democratiche del 1972. Amico fraterno di Ted Kennedy, Redstone ha donato 50mila dollari al partito democratico soltanto nell'ultimo quinquennio, finanziando sia Al Gore che John Kerry. I casi sono due: o il Rathergate gli ha fatto cambiare idea, o la reazione del pubblico americano al Rathergate (con gli indici d'ascolto di CbsNews in crollo verticale) lo ha spaventato fino al punto di costringerlo a simulare la presenza di un'anima "repubblicana" all'interno del network. In ogni caso, complimenti a Dan Rather. [Link]

Time: Bush 48 Kerry 42.

Si riduce a 6 punti percentuali il vantaggio di Bush su Kerry nell'ultimo sondaggio condotto dal settimanale Time. Un distacco dimezzato, rispetto quello registrato dallo stesso giornale all'inizio di settembre, ma superiore alla media delle ultime rilevazioni statistiche. [Link] Bush ha 6 punti di vantaggio anche nel sondaggio (Nader incluso) del Marist College Institute for Public Opinion (50-44). [Link]

Cronkite: "Cbs imbarazzante".

L'ex anchor-man della Cbs, Walter Cronkite, ha definito "imbarazzante" il comportamento del network televisivo nella vicenda dei documenti falsi anti-Bush. Cronkite si è detto comunque fiducioso per l'esito dell'inchiesta interna alla Cbs. Dopo gli 80 anni, però, l'ingenuità è un pregio. [Link]

Allawi: "Thank You, America".

Commovente discorso a braccio del premier iracheno di fronte al Congresso statunitense. [Link] Il Washington Times saluta il ruggito del "Leone di Baghdad". [Link]

Kerry e la strategia-Iraq.

Secondo Scot Lehigh del Boston Globe, l'ultima settimana, con gli attacchi contro Bush sull'Iraq, ha segnato il "punto di svolta" per la campagna elettorale di John Kerry. [Link] Per Mort Kondracke di RollCall, però, il candidato democratico non ha ancora chiarito la sua strategia in merito. [Link] Ken Bode dell'Indianapolis Star è convinto che il senatore del Massachusetts dovrebbe concentrarsi su come convincere gli swing-voters nei dibattiti televisivi con Bush. [Link] Mentre Dan K. Thomasson del Cincinnati Post non ha dubbi: l'unica sua chance è sperare nelle "cattive notizie". [Link]

Associated Press: Bush +7.

L'ultimo sondaggio condotto da Ipsos per Associated Press conferma la solidità del vantaggio di Bush nei confronti dello sfidante democratico. Rispetto alla prima settimana di settembre, il presidente guadagna un punto percentuale e arriva al 52% dei consensi, mentre Kerry passa dal 46 al 45%. Secondo AP, Bush ha 17 punti di vantaggio tra gli uomini, mentre il voto femminile è diviso in parti uguali tra i due candidati. Il terzo incomodo, Ralph Nader, non riesce invece a superare l'1%. Con questo ultimo sondaggio, la media RCP in una "3-way race" (Nader incluso) vede il vantaggio di Bush salire al 5.3% (Bush 48.8%, Kerry 43.5%. [Link]

venerdì 24 settembre 2004

Bush-Kerry 246-181 (291-238).

Secondo l'accuratissimo "Electoral College Breakdown 2004" del blog DalyThoughts, Bush sarebbe in vantaggio 246 a 181 nel conteggio dei voti elettorali. Calcolando anche gli stati in cui nessuno dei due candidati ha un comodo margine di sicurezza, il conto arriva a 291-238. Per Bush, si tratta di una ventina di voti in più dei 270 necessari per conquistare la presidenza, senza contare che i 9 voti elettorali residui sono quelli di New Hampshire e New Mexico, vinti nel 2000 dall'ex governatore del Texas. Rispetto alla scorsa settimana, Kerry è cresciuto in Pennsylvania e New Mexico, mentre il presidente ha migliorato la propria posizione in Iowa. [Link] Non ancora presenti nella media ECB, perché troppo recenti, gli ultimi sondaggi Gallup, FoxNews e SurveyUsa in alcuni battleground states. Per Gallup, Bush è in vantaggio in Florida (+3), West Virginia (+6) e Nevada (+9). [Link] Per FoxNews, Kerry conduce in Pennsylvania (+2) e Michigan (+2), mentre Bush prevale in Ohio (+4) e Iowa (+3). [Link] Secondo SurveyUSA, infine, il vantaggio di Kerry in Michigan è molto più consistente (+10), mentre il presidente è davanti in Iowa (+3), Tennessee (+14) e Maine (+1). [Link]

Media sondaggi: Bush 47 Kerry 43.

Lieve calo di Bush nella media dei sondaggi nazionali "head-to-head" di RealClear Politics. Nelle 4 rilevazioni statistiche considerate da RCP, Bush conduce con un vantaggio che va dai 2 punti percentuali calcolati da Fox News agli 8 punti di Cbs News (un curioso caso di distonia statistico-ideologica). Con Rasmussen (Bush +4) e Zogby (Bush +3), il distacco medio arriva a 4.2 punti. Calcolando nella sfida anche Nader, il presidente guadagna 2 punti nel sondaggio Fox e il suo vantaggio medio arriva a 4.8. [Link]

Rasmussen: Bush 49.0 Kerry 45.4.

Leggera risalita di Kerry nell'ultimo "Presidential Tracking Poll" condotto quotidianamente dal Rasmussen Report. Il candidato democratico recupera 0.6 punti percentuali e arriva al 45.4, mentre Bush cresce di 0.2 per attestarsi al 49.0. Dopo aver condotto per quasi due mesi, dal 24 agosto Kerry è sempre stato in svantaggio nei sondaggi nazionali Rasmussen. [Link]

California: rischio di frodi elettorali.

Kevin Shelley, Secretary of State democratico della California, sta utilizzando i fondi stanziati dal Congresso con l’Help America Vote Act del 2002 per frodi elettorali: invece di sostituire il sistema di voto a schede punzonabili ed educare gli elettori (come previsto dall’Act), utilizza il denaro dei contribuenti per rimpinzare le liste elettorali di democratici e organizzare eventi pro-Kerry. Mentre la magistratura chiude un occhio. Questo è quanto sostiene Duf Sundheim, presidente del California Republican Party. [Link]

giovedì 23 settembre 2004

Kerry non convince sull'Iraq.

Dopo averci provato inutilmente con il Vietnam, Kerry ha finalmente preso di petto l’unica questione che davvero interessa gli americani: la guerra al terrorismo. E lo ha fatto mirando al punto debole dell’Amministrazione Bush, la guerra in Iraq. Ma Gary Schmitt sul Daily Standard commenta il discorso di Kerry sull’Iraq. Il candidato democratico intende alleggerire il numero delle truppe americane in Iraq sostituendole con quelle di Francia e Germania. Vive in un mondo fantastico? [Link] Sui rapporti con la Vecchia Europa, Tom Donnelly, sempre sul Daily Standard si chiede cosa faccia credere a Kerry che Francia e Germania siano disposte a dividere il fardello dell'Iraq. [Link] Jonah Goldberg, sulla National Review on-line, si chiede se non sarebbe stato meglio per i Democratici candidare alla presidenza il generale Wesley Clark. [Link]

Cbs: "guerra civile" a 60 minutes.

Il New York Daily News svela i retroscena della "guerra civile" in corso tra le due redazioni di 60 minutes: i giornalisti dell'edizione del mercoledì restano fedeli a Dan Rather, malgrado lo scandalo dei documenti anti-Bush, ma i redattori dell'edizione principale in onda la domenica, con Steve Kroft in prima linea, contestano radicalmente le scelte dei loro colleghi. [Link]

Cbs: le accuse della Casa Bianca.

Secondo Howard Kurtz del Washington Post, la Casa Bianca è convinta che dietro allo scandalo dei documenti falsi diffusi da Dan Rather per screditare il presidente ci siano proprio gli strateghi di John F. Kerry. Sotto accusa il "santone" democratico Joe Lockhart. [Link]

Rasmussen: Bush 48.8 Kerry 44.8.

Nel "Presidential Tracking Poll" calcolato quotidianamente del Rasmussen Report, Bush sale di 0.5 punti e Kerry cala di 0.7. I sondaggi condotti a livello nazionale da Rasmussen, a differenza di altri, vedono da mesi i due sfidanti molto vicini. Ma per il candidato democratico si tratta del peggior risultato dal 4 settembre, il giorno dopo la convention repubblicana di New York. Prima di allora, per trovare Kerry al di sotto del 45 per cento bisogna addirittura tornare indietro al 12 aprile. [Link]

Nader: "Kerry gioca sporco".

Nader ha accusato Kerry e il presidente del partito Democratico, Terry McAuliffe, di tirare le fila di quello che il suo staff chiama un programma di molestie, intimidazioni e fittizie azioni legali che stanno costando decine di migliaia di dollari in spese legali. In pratica Kerry sta giocando sporco, tentando di far escludere il concorrente alla sua sinistra dalle liste elettorali di molti stati. Nader definisce i democratici “vigliacchi, smidollati, incompetenti e disgraziati” e dice che la loro convinzione che gli americani avrebbero votato per chiunque non fosse Bush era insensata e li porterà alla sconfitta elettorale. [Link]

mercoledì 22 settembre 2004

Battleground States, crollo di Kerry.

Le medie calcolata da RealClear Politics per i sondaggi più recenti condotti nei 17 stati "battleground" offre un quadro decisamente complicato per le speranze di vittoria di Kerry. Nei 10 stati vinti dei democratici nel 2000, il candidato democratico viaggia in media-Gore soltanto in Michigan e Washington, perde da 1 a 3 punti percentuali in Oregon, Minnesota, Maryland e New Mexico, da 4 a 6 punti in Wisconsin, Pennsylvania e Iowa, crolla rovinosamente in New Jersey, dove lo scandalo McGreevey e l'anniversario dell'11 settembre hanno trascinato Bush verso il pareggio con una rimonta di quasi 16 punti. Nei sette stati vinti dai repubblicani alle scorse elezioni, invece, il presidente sembra in difficoltà soltanto in Colorado (-7) e West Virginia (-1), mentre guadagna terreno in New Hapshire e Nevada (+1), Florida e Ohio (+2) e Missouri (+4). La situazione è ancora molto fluida, ma allo stato attuale Bush conserverebbe tutti i Red States (con Colorado e New Hampshire molto incerti), strappando a Kerry l'Iowa, il New Mexico e - soprattutto - il Wisconsin e la Pennsylvania. Minnesota e (contro ogni previsione) New Jersey restano in perfetta parità secondo la media RCP. Calcolando solo gli stati in cui uno dei candidati ha un vantaggio superiore ai 5 punti, il conto parziale dei voti elettorali vede Bush in testa per 284 a 200, con 54 voti ancora da assegnare. [Link]

Spunta il ticket Kerry-Annan.

John Kerry può contare non solo sul supporto di cantanti ed attori. Ha trovato per la sua campagna elettorale un testimonial d’eccezione: il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. L’identità di vedute ed il curioso utilizzo dei medesimi termini nei comizi di Kerry e nel discorso solenne con cui Kofi Annan apre la cinquantanovesima assemblea delle Nazioni Unite ingenera qualche sospetto. Il giornale della destra francese Le Devoir, ad esempio, adombra una ipotesi: lo staff di John Kerry avrebbe fornito a Kofi Annan un dossier cartaceo ricco di spunti per attaccare l’amministrazione Bush. [Link]

La Cbs si scusa per il falso. Coinvolto un consigliere di Kerry?

Dopo una decina di giorni di "stonewalling", Dan Rather e la Cbs fanno finalmente marcia indietro sul colossale falso anti-Bush trasmesso da "60 minutes". Rather ammette di essere stato fuorviato dalla sua "incontestabile" fonte: l'ex colonnello della Guardia Nazionale, Bill Burkett, già protagonista in passato di campagne diffamatorie contro la famiglia Bush. Il dietro-front della Cbs ratifica, con colpevole ritardo, la prima, clamorosa vittoria della blogosphere nei confronti dei media tradizionali. [Link] John Lockart, consigliere strategico per campagna elettorale di John F. Kerry e figura di spicco del partito democratico, ha ammesso di aver parlato con Bill Burkett poche ore prima della trasmissione "60 minutes" durante la quale Dan Rather ha diffuso una serie di documenti falsi che avrebbero dovuto, in teorie, screditare il curriculum militare del presidente Bush. Lockhart, naturalmente, esclude un coinvolgimento diretto di Kerry nella vicenda. E dichiara che Burkett, l'autore della truffa, si è limitato a dargli qualche consiglio su come reagire agli attacchi degli "Swift Veterans for Truth" contro il senatore democratico. [Link] Il Drudge Report svela che alcuni consiglieri della campagna elettorale di Bush si stanno opponendo all'ipotesi che Bob Schieffer, corrispondente-capo da Washington della Cbs, possa essere il moderatore del dibattito tra Bush e Kerry previsto per il 13 ottobre alla Arizona State University. "Considerando le circostanze - avrebbe dichiarato il consigliere di Bush - penso proprio che chiederemo la sostituzione di Schieffer con un altro giornalista". [Link]

L'ultima follia di Michael Moore.

“Accidenti, per forza è un candidato perdente: è un democratico, per l’amor del cielo! Un partito così patetico da perdere persino le elezioni che vince!” Così Michael Moore, atteggiandosi a guru della sinistra americana, sprona i suoi compagni a smettere di frignare come delle femminucce. Attraverso la sua prosa da quattordicenne creativo, scopriamo che i conservative sono dei veri duri, persone che non demordono mai (“è per questo che segretamente li ammiriamo”), che i sondaggi sono sbagliati e che Kerry è in vantaggio, che il caso Dan Rather è una burla innocente, e che il fatto che Kerry abbia votato a favore della guerra non conta. Basta insistere e ridiventerà quel ragazzo capellone che ha tradito i suoi commilitoni rimasti in Vietnam. Attenti allo stridere delle unghie sugli specchi. [Link]

Media sondaggi: Bush 49 Kerry 43.

La media dei sondaggi "testa a testa" (senza Nader, quindi) di RealClear Politics vede ancora il presidente Bush in netto vantaggio a livello nazionale. Al grande distacco rilevato da Gallup (Bush +13) e Cbs (Bush +8) si contrappongono però tre sondaggi (Zogby, Rasmussen e IDB) che giudicano il senatore del Massachusetts indietro soltanto di 3 punti percentuali. La media RCP vede Bush al 49.2 e Kerry al 43.2. Poca differenza per la media dei sondaggi che includono Nader: Bush 48.5, Kerry 42.8. Non incluso nella media RCP, l'ultimo sondaggio Battleground: Bush 46, Kerry 39. [Link]

martedì 21 settembre 2004

Ohio-Florida: Bush in vantaggio.

Bush in vantaggio nei sondaggi condotti nei "battleground states" di Ohio e Florida, fondamentali per una strategia vincente del candidato repubblicano. In Ohio, dove i democratici sperano di sfruttare la congiuntura economica non favorevole all'industria pesante americana, il presidente conduce 48-45 per Rasmussen, 49-42 per Mason-Dixon e 50-42 per Plain Dealer. La media di RealClear Politics vede Bush in vantaggio di 6 punti (49-43). Non incluso nella media RCP, l'ultimo sondaggio Ohio Poll, che vede Kerry addirittura staccato di 11 punti (Bush 54. Kerry 43). Il distacco scende a 2.2 punti percentuali secondo la media RCP in Florida, con il presidente in vantaggio secondo Survey USA (51-45) e Strategic Vision (48-44), ma indietro di 0.3 (49.4-49.1) secondo Zogby Interactive (sondaggio on-line dalla metodologia piuttosto ambigua condotto da Zogby per il Wall Street Journal). La media RCP vede Kerry indietro anche in Pennsylvania, stato vinto da Al Gore nel 2000 e che il candidato democratico deve vincere ad ogni costo per sperare di strappare la Casa Bianca a Bush. Il presidente conduce per ABC News (+4) e Quinnipiac (+3), mentre Keystone vede un pareggio (49-49) e Mason-Dixon assegna un esiguo vantaggio a Kerry (45-44). [Link]

Bush-Kerry, scontro sull'Iraq.

Ansioso di ritirarsi dal suo personalissimo "pantano" vietnamita, dopo lo scandalo Cbs e gli attacchi degli Swift Veterans for Truth, il senatore Kerry ha seguito i consigli dei suoi strateghi elettorali e ha cominciato ad attaccare Bush sulla guerra in Iraq. Una decisione saggia, secondo gli analisti, che però sottolineano l'ennesimo flip-flop del candidato democratico sull'argomento. Ecco il testo del discorso tenuto ieri da Kerry a New York. [Link] La replica di Bush, naturalmente, non si è fatta attendere. [Link] Ma anche gli esperti di strategia militare intervistati dal Washington Post non sembrano troppo convinti della exit-strategy di Kerry per l'Iraq. [Link]