“Accidenti, per forza è un candidato perdente: è un democratico, per l’amor del cielo! Un partito così patetico da perdere persino le elezioni che vince!” Così Michael Moore, atteggiandosi a guru della sinistra americana, sprona i suoi compagni a smettere di frignare come delle femminucce. Attraverso la sua prosa da quattordicenne creativo, scopriamo che i conservative sono dei veri duri, persone che non demordono mai (“è per questo che segretamente li ammiriamo”), che i sondaggi sono sbagliati e che Kerry è in vantaggio, che il caso Dan Rather è una burla innocente, e che il fatto che Kerry abbia votato a favore della guerra non conta. Basta insistere e ridiventerà quel ragazzo capellone che ha tradito i suoi commilitoni rimasti in Vietnam. Attenti allo stridere delle unghie sugli specchi. [Link]
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