Alla vigilia del dibattito televisivo tra i candidati repubbicani che si svolgerà stasera a Dearborn, in Michigan (e che per la prima volta vedrà la partecipazione di Fred Thompson), Gallup ha pubblicato i risultati del suo ultimo sondaggio sulle primarie GOP. I numeri di Gallup vedono Rudolph Giuliani consolidare il proprio status di front-runner, con il 32% dei consensi (+2% rispetto a metà settembre). Rudy aumenta il vantaggio nei confronti di Fred Thompson e John McCain, rispettivamente fermi al 20% (-2%) e al 16% (-2%). Lieve miglioramento, invece, per Mitt Romney, che passa dal 7% al 9%, senza però riuscire a sfiorare i livelli raggiunti all'inizio di agosto (14%) dopo lo straw-poll in Iowa. Mike Huckabee, infine, con il 7% (+3%) stacca definitivamente gli altri candidati "minori" e si propone come quinta forza a livello nazionale.
Le dinamiche della competizione interna al GOP sembrano essere rimaste piuttosto stabili fin dall'inizio di settembre. Con 12 e 16 punti percentuali di vantaggio sui diretti inseguitori, la posizione dell'America's Mayor sembra abbastanza tranquilla quando ormai mancano pochi mesi alle prime consultazioni elettorali: da luglio ad oggi, i consensi per Rudy sono sempre oscillati tra il 30% e il 34% (nei sondaggi Gallup).
Thompson continua ad avere una percentuale di "riconoscibilità" (63%) ancora inferiore a Giuliani (87%) e McCain (85%). E questo, nel medio periodo, potrebbe anche rappresentare un vantaggio. Big Fred, però, è distanziato nei "favorable ratings", in cui il suo svantaggio da Giuliani e McCain è, rispettivamente, del 19% e dell'8%.
Dal canto suo, McCain ha interrotto, almeno parzialmente, il trend negativo degli ultimi mesi, ma non sembra riuscire a tornare sui livelli dell'inizio 2007, quando era il front-runner del GOP insieme a Giuliani.
Malgrado un massiccio sforzo finanziario (e mediatico), la candidatura di Romney non riesce invece a decollare. E i suoi numeri sono pericolosamente vicini a quelli di un outsider puro come Huckabee. Encefalogramma piatto anche per Ron Paul, fermo al 2% malgrado una campagna elettorale molto innovativa su Internet (con ottimi risultati nel fundraising) e il fervore quasi mistico dei suoi sostenitori.
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