Fino a ieri era bollita, oggi è di nuovo sugli scudi. Le vittorie in Ohio e Texas (ma siamo sicuri che nel Lone Star State abbia conquistato più delegati?) portano la campagna di Hillary Rodham Clinton fuori dal coma. Appena in tempo. Ma, come prima sbagliava chi l'aveva data per spacciata, adesso sbaglia chi torna a vederla favorita. La verità è che - soprattutto a causa dei sistemi elettorali utilizzati nelle primarie democratiche - lo scontro tra Hillary e Obama rischia di trascinarsi fino alla fine di agosto, alla convention di Denver, senza che nessuno dei due candidati sia in grado di trovare lo spunto decisivo per mettere fuori gioco l'avversario.
La conseguenza diretta di questa possibile guerra di trincea è che John McCain, che ieri si è sbarazzato anche dell'ultimo ostacolo che lo separava dalla nomination repubblicana, potrebbe avere sei mesi di vantaggio per far decollare la sua campagna elettorale nazionale. Con effetti potenzialmente devastanti per il partito democratico. Già oggi il senatore dell'Arizona è, secondo i sondaggi, in una posizione discreta sia nei testa-a-testa con Hillary (meglio) che con Obama (peggio). Da qui all'estate, per il GOP la prospettiva di mantenere il controllo della Casa Bianca potrebbe diventare assai più concreta di quanto molti si aspettavano.
p.s. Da oggi questo blog sostiene ufficialmente la candidatura di John McCain alla Presidenza degli Stati Uniti d'America.
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