MONTANA (3)
Popolazione: 957.861 (44°)
Capitale: Helena (27.885; metro area: 71.119)
Città più grande: Billings (101.876; metro area: 149.657)
Governatore: Brian Schweitzer (D)
Senato: Max Baucus (D); Jon Tester (D)
Camera: Dennis Rehberg (R)
Il Montana è il 13° stato più conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato del 18.0% superiore alla media nazionale. E il trend degli ultimi anni è favorevole al partito repubblicano. Storicamente, il Montana (primo stato ad eleggere una donna al Congresso e uno dei primi stati a concedere alle donne il diritto di voto) è uno swing-state che ha sempre preferito eleggere liberal al Congresso e conservatori ad Helena (la capitale, sede del governatore). Dagli anni Settanta in poi, però, anche se la politica locale del Big Sky Country ha continuato per un paio di decenni ad essere dominata dai democratici, i repubblicani hanno iniziato a vincere con regolarità le sfide per la Casa Bianca: Nixon nel 1972 (+20%); Ford nel 1976 (+7%); Reagan nel 1980 (+24%) e nel 1984 (+32%); Bush Sr. nel 1988 (+6%). Proprio nel 1988, con l'elezione di un governatore e di un senatore repubblicani (il primo, quest'ultimo, dagli anni Quaranta), il GOP ha iniziato una rimonta che l'ha portato a controllare entrambe le camere statali. Dopo la frenata del 1992, quando Clinton riuscì a vincere di misura contro Bush Sr. (grazie al contributo essenziale di Perot), la supremazia repubblicana alle presidenziali è proseguita con Dole nel 1996 (+3%) e Bush Jr. nel 2000 (+25%) e nel 2004 (+21%).
Nel ciclo elettorale 2008, l'unico sondaggista ad interessarsi con costanza al Big Sky Country è stato Rasmussen Reports, che all'inizio di luglio registrava un vantaggio per Obama (+5%) che aveva mandato nel panico i repubblicani e solleticato gli appetiti dei democratici, che già da qualche mese avevano iniziato ad investire risorse nello stato. La speranza di Obama era quella di ripetere la vittoria al Senato di Jon Tester su Conrad Burns nelle elezioni di mid-term del 2006. Vittoria (di soli 300 voti) che aveva garantito la maggioranza democratica alla camera alta. Dopo aver pareggiato i conti già alla fine di luglio, però, all'inizio di settembre l'ultimo sondaggio Rasmussen registrava un vantaggio in doppia cifra per McCain (+11%), in piccola parte forse provocato dal bounce post-convention del candidato repubblicano, ma in larga misura causato dal vantaggio strutturale del GOP nello stato e dall'avvento sulla scena politica di Sarah Palin, personaggio dalla storia e dalle caratteristiche particolarmente in sintonia con quella strana categoria di conservatori-libertarian che compongono l'ossatura del partito repubblicano in Montana (NRA, anyone?). Oggi qualche analista si ostina a considerare il Big Sky Country come un possibile stato a rischio per McCain. Il fatto che la campagna di Obama abbia totalmente smesso di investire in Montana, però, dovrebbe parlare più chiaramente di qualsiasi stramba illusione.
Geograficamente, negli ultimi anni, i democratici possono stare tranquilli solo in un pugno di contee: Silver Bow e Deer Lodge (a sud-ovest della capitale Helena); Glacier a nord; Big Horn (sì, proprio quel Big Horn) a sud; Roosevelt (neanche a farlo apposta) a nord-est. In queste contee il partito democratico, alle elezioni del 2004, oscillava tra il 53% e il 58%. In tutto il resto dello stato - compresa la capitale e la città più grande Billings, nella contea di Yellowstone (sì, proprio quel Yellowstone) - il partito repubblicano sfonda tranquillamente la soglia del 60%, arrivando al 70% nella zona centrale dello stato, ai confini nord-occidentali e in quelli sud-orientali. E volando oltre l'80% in alcune contee (non troppo popolose, per la verità) come Powder River, Carter, Petroleum e Garfield. Non deve disorientare, poi, il fatto che, nel 2004, Bush Jr. sia andato leggermente peggio che nel 2000, perché nella contestatissima (non in Montana) elezione dello scontro Bush-Gore, Ralph Nader ottenne un risultato di tutto rispetto nello stato, sfiorando il 6%. Voti che, quattro anni più tardi, tornarono regolarmente all'ovile democratico.
Circondato da alcuni degli stati più rossi della mappa (Idaho, Wyoming, South Dakota), non c'è nessuna ragione perché il Montana non debba continuare a comportarsi come ha sempre fatto, alle elezioni presidenziali, dal 1968 ad oggi (Clinton/Perot esclusi). Lo stato soprannominato anche The Last Best Place potrà certamente ospitare una performance di McCain inferiore a quelle - ottime - di Bush Jr., ma non c'è alcun dubbio: i suoi (miseri) 3 electoral votes sono marchiati a fuoco dai repubblicani. GOP Solid senza discussione.
Città più grande: Billings (101.876; metro area: 149.657)
Governatore: Brian Schweitzer (D)
Senato: Max Baucus (D); Jon Tester (D)
Camera: Dennis Rehberg (R)
Il Montana è il 13° stato più conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato del 18.0% superiore alla media nazionale. E il trend degli ultimi anni è favorevole al partito repubblicano. Storicamente, il Montana (primo stato ad eleggere una donna al Congresso e uno dei primi stati a concedere alle donne il diritto di voto) è uno swing-state che ha sempre preferito eleggere liberal al Congresso e conservatori ad Helena (la capitale, sede del governatore). Dagli anni Settanta in poi, però, anche se la politica locale del Big Sky Country ha continuato per un paio di decenni ad essere dominata dai democratici, i repubblicani hanno iniziato a vincere con regolarità le sfide per la Casa Bianca: Nixon nel 1972 (+20%); Ford nel 1976 (+7%); Reagan nel 1980 (+24%) e nel 1984 (+32%); Bush Sr. nel 1988 (+6%). Proprio nel 1988, con l'elezione di un governatore e di un senatore repubblicani (il primo, quest'ultimo, dagli anni Quaranta), il GOP ha iniziato una rimonta che l'ha portato a controllare entrambe le camere statali. Dopo la frenata del 1992, quando Clinton riuscì a vincere di misura contro Bush Sr. (grazie al contributo essenziale di Perot), la supremazia repubblicana alle presidenziali è proseguita con Dole nel 1996 (+3%) e Bush Jr. nel 2000 (+25%) e nel 2004 (+21%).
Nel ciclo elettorale 2008, l'unico sondaggista ad interessarsi con costanza al Big Sky Country è stato Rasmussen Reports, che all'inizio di luglio registrava un vantaggio per Obama (+5%) che aveva mandato nel panico i repubblicani e solleticato gli appetiti dei democratici, che già da qualche mese avevano iniziato ad investire risorse nello stato. La speranza di Obama era quella di ripetere la vittoria al Senato di Jon Tester su Conrad Burns nelle elezioni di mid-term del 2006. Vittoria (di soli 300 voti) che aveva garantito la maggioranza democratica alla camera alta. Dopo aver pareggiato i conti già alla fine di luglio, però, all'inizio di settembre l'ultimo sondaggio Rasmussen registrava un vantaggio in doppia cifra per McCain (+11%), in piccola parte forse provocato dal bounce post-convention del candidato repubblicano, ma in larga misura causato dal vantaggio strutturale del GOP nello stato e dall'avvento sulla scena politica di Sarah Palin, personaggio dalla storia e dalle caratteristiche particolarmente in sintonia con quella strana categoria di conservatori-libertarian che compongono l'ossatura del partito repubblicano in Montana (NRA, anyone?). Oggi qualche analista si ostina a considerare il Big Sky Country come un possibile stato a rischio per McCain. Il fatto che la campagna di Obama abbia totalmente smesso di investire in Montana, però, dovrebbe parlare più chiaramente di qualsiasi stramba illusione.
Geograficamente, negli ultimi anni, i democratici possono stare tranquilli solo in un pugno di contee: Silver Bow e Deer Lodge (a sud-ovest della capitale Helena); Glacier a nord; Big Horn (sì, proprio quel Big Horn) a sud; Roosevelt (neanche a farlo apposta) a nord-est. In queste contee il partito democratico, alle elezioni del 2004, oscillava tra il 53% e il 58%. In tutto il resto dello stato - compresa la capitale e la città più grande Billings, nella contea di Yellowstone (sì, proprio quel Yellowstone) - il partito repubblicano sfonda tranquillamente la soglia del 60%, arrivando al 70% nella zona centrale dello stato, ai confini nord-occidentali e in quelli sud-orientali. E volando oltre l'80% in alcune contee (non troppo popolose, per la verità) come Powder River, Carter, Petroleum e Garfield. Non deve disorientare, poi, il fatto che, nel 2004, Bush Jr. sia andato leggermente peggio che nel 2000, perché nella contestatissima (non in Montana) elezione dello scontro Bush-Gore, Ralph Nader ottenne un risultato di tutto rispetto nello stato, sfiorando il 6%. Voti che, quattro anni più tardi, tornarono regolarmente all'ovile democratico.
Circondato da alcuni degli stati più rossi della mappa (Idaho, Wyoming, South Dakota), non c'è nessuna ragione perché il Montana non debba continuare a comportarsi come ha sempre fatto, alle elezioni presidenziali, dal 1968 ad oggi (Clinton/Perot esclusi). Lo stato soprannominato anche The Last Best Place potrà certamente ospitare una performance di McCain inferiore a quelle - ottime - di Bush Jr., ma non c'è alcun dubbio: i suoi (miseri) 3 electoral votes sono marchiati a fuoco dai repubblicani. GOP Solid senza discussione.
Nessun commento:
Posta un commento