MISSISSIPPI (6)
Popolazione: 2.918.785 (31°)
Capitale: Jackson (176.614 - metro area: 529.456)
Governatore: Haley Barbour (R)
Senato: Thad Cochran (R); Roger Wicker (R)
Camera: GOP 1 DEM 3. Travis Childers (D); Bennie Thompson (D); Chip Pickering, Jr. (R); Gene Taylor (D)
Il Mississippi è il 15° stato più conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato del 17,2% superiore alla media nazionale. Il trend degli ultimi anni è favorevole al partito repubblicano. Per 140 anni - dal 1824 al 1964 - la politica del Mississippi è stata praticamente monopartitica, con una striscia ininterrotta di governatori democratici e una lunghissima serie di successi dello stesso partito a livello sia statale che nazionale. Come in molti altri stati del Sud, le politiche della Reconstruction (che prevedevano addirittura la nomina federale di governatori repubblicani) resero ancora più forte il risentimento nei confronti del GOP dopo la Guerra Civile. Con il "compromesso del 1877" le truppe nordiste smisero di stazionare negli stati della ex Confederazione e il partito democratico riconquistò rapidamente il controllo dello stato, grazie anche alla Costituzione del 1890, con spiccati connotati di disfrachising nei confronti della vasta comunità afro-americana. Qualche dato sulle vittorie democratiche dall fine dell'800 alla prima metà del '900 può dare un'idea sul radicamento di questo dominio: Bryan nel 1896 (91%); Parker nel 1904 (91%); Wilson nel 1912 (88%) e nel 1916 (92%); Davis nel 1924 (89%); Roosevelt nel 1932 (95%), nel 1936 (97%), nel 1940 (95%) e nel 1944 (93%). L'unica battuta d'arresto dei democratici in questo periodo fu la vittoria del democratico-ribelle Thurmond nel 1948 (87%), che si opponeva a quello che - qualche decennio più tardi - sarebbe diventato l'abbandono dei dixiecrats da parte del partito nazionale. La stagione dei diritti civili, all'inizio degli anni Sessanta, segnò anche l'inizio della Southern Strategy repubblicana, sbocciata con la schiacchiante vittoria di Barry Goldwater (87%) nel 1964, interrotta dal ritorno dixiecrat di Wallace nel 1968 (63%) e proseguita poi fino alle ultime elezioni presidenziali (con l'eccezione del "sudista" Carter nel 1976) grazie alle vittorie di Nixon nel 1972 (78%), Reagan nel 1980 (49%) e nel 1984 (61%), Bush Sr. nel 1988 (59%) e nel 1992 (49%), Dole nel 1996 (49%), Bush Jr. nel 2000 (57%) e nel 2004 (59%). Oggi il Magnolia State è profondamente rosso, anche se alcune tracce dell'antico dominio democratico possono essere ancora trovate sia nella politica locale che nei rappresentanti dello stato alla Camera. Governatore e senatori, invece, sono repubblicani.
I sondaggi del ciclo elettorale 2008 non erano partiti benissimo per McCain, tanto che ad aprile-maggio il suo vantaggio nei confronti di Obama si aggirava intorno ai 6 punti percentuali. Qualsiasi speranza di trasformare in purple il Mississippi, però, si è andato lentamente spegnendo con il passare dei mesi. Oggi il vantaggio del candidato repubblicano è tornato abbondantemente in doppia cifra. E nelle ultime rilevazioni sembra avvicinarsi a quel 20% raggiunto da Bush contro Kerry nel 2004. I democratici, però, hanno fatto in tempo (lo scorso 22 aprile) a strappare al GOP il seggio della Camera del 1° distretto, lasciato vacante da Roger Wicker (andato a sostituire Trent Lott al Senato). Quei giorni, però, sembrano davvero lontani. E i repubblicani non dovrebbero avere troppi problemi a confermare entrambi i propri seggi al Senato nel giorno dell'election day (si vota per entrambi i senatori perché un seggio è arrivato alla scadenza naturale e l'altro, appunto, è stato lasciato vacante da Lott). Per quanto riguarda i sei electoral votes dello stato alle presidenziali, invece, no way.
Governatore: Haley Barbour (R)
Senato: Thad Cochran (R); Roger Wicker (R)
Camera: GOP 1 DEM 3. Travis Childers (D); Bennie Thompson (D); Chip Pickering, Jr. (R); Gene Taylor (D)
Il Mississippi è il 15° stato più conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato del 17,2% superiore alla media nazionale. Il trend degli ultimi anni è favorevole al partito repubblicano. Per 140 anni - dal 1824 al 1964 - la politica del Mississippi è stata praticamente monopartitica, con una striscia ininterrotta di governatori democratici e una lunghissima serie di successi dello stesso partito a livello sia statale che nazionale. Come in molti altri stati del Sud, le politiche della Reconstruction (che prevedevano addirittura la nomina federale di governatori repubblicani) resero ancora più forte il risentimento nei confronti del GOP dopo la Guerra Civile. Con il "compromesso del 1877" le truppe nordiste smisero di stazionare negli stati della ex Confederazione e il partito democratico riconquistò rapidamente il controllo dello stato, grazie anche alla Costituzione del 1890, con spiccati connotati di disfrachising nei confronti della vasta comunità afro-americana. Qualche dato sulle vittorie democratiche dall fine dell'800 alla prima metà del '900 può dare un'idea sul radicamento di questo dominio: Bryan nel 1896 (91%); Parker nel 1904 (91%); Wilson nel 1912 (88%) e nel 1916 (92%); Davis nel 1924 (89%); Roosevelt nel 1932 (95%), nel 1936 (97%), nel 1940 (95%) e nel 1944 (93%). L'unica battuta d'arresto dei democratici in questo periodo fu la vittoria del democratico-ribelle Thurmond nel 1948 (87%), che si opponeva a quello che - qualche decennio più tardi - sarebbe diventato l'abbandono dei dixiecrats da parte del partito nazionale. La stagione dei diritti civili, all'inizio degli anni Sessanta, segnò anche l'inizio della Southern Strategy repubblicana, sbocciata con la schiacchiante vittoria di Barry Goldwater (87%) nel 1964, interrotta dal ritorno dixiecrat di Wallace nel 1968 (63%) e proseguita poi fino alle ultime elezioni presidenziali (con l'eccezione del "sudista" Carter nel 1976) grazie alle vittorie di Nixon nel 1972 (78%), Reagan nel 1980 (49%) e nel 1984 (61%), Bush Sr. nel 1988 (59%) e nel 1992 (49%), Dole nel 1996 (49%), Bush Jr. nel 2000 (57%) e nel 2004 (59%). Oggi il Magnolia State è profondamente rosso, anche se alcune tracce dell'antico dominio democratico possono essere ancora trovate sia nella politica locale che nei rappresentanti dello stato alla Camera. Governatore e senatori, invece, sono repubblicani.
I sondaggi del ciclo elettorale 2008 non erano partiti benissimo per McCain, tanto che ad aprile-maggio il suo vantaggio nei confronti di Obama si aggirava intorno ai 6 punti percentuali. Qualsiasi speranza di trasformare in purple il Mississippi, però, si è andato lentamente spegnendo con il passare dei mesi. Oggi il vantaggio del candidato repubblicano è tornato abbondantemente in doppia cifra. E nelle ultime rilevazioni sembra avvicinarsi a quel 20% raggiunto da Bush contro Kerry nel 2004. I democratici, però, hanno fatto in tempo (lo scorso 22 aprile) a strappare al GOP il seggio della Camera del 1° distretto, lasciato vacante da Roger Wicker (andato a sostituire Trent Lott al Senato). Quei giorni, però, sembrano davvero lontani. E i repubblicani non dovrebbero avere troppi problemi a confermare entrambi i propri seggi al Senato nel giorno dell'election day (si vota per entrambi i senatori perché un seggio è arrivato alla scadenza naturale e l'altro, appunto, è stato lasciato vacante da Lott). Per quanto riguarda i sei electoral votes dello stato alle presidenziali, invece, no way.
Geograficamente, almeno negli anni più recenti, i reperti archeologici del dominio democratico nel Magnolia State sono localizzati nelle contee occidentali al confine con l'Arkansas e la Louisiana (Holmes, Claiborne e Jefferson, soprattutto) e in un paio di contee al confine orientale con l'Alabama (Noxubee, Kemper). Nella capitale Jackson e nei suoi sobborghi, stranamente, il match è invece piuttosto equilibrato. Equilibrio che si trasforma in dominio strabordante del GOP nelle contee centrali e orientali dello stato, dove i repubblicani scendono raramente al di sotto del 60% e volano spesso oltre il 70% (Rankin, DeSoto, Lamar e Pearl River sono alcuni degli esempi più eclatanti). Per fare una semplificazione un po' grossolana, nelle contee bagnate dal fiume Mississippi vincono i democratici, ma nel Mississippi vincono i repubblicani.
Qualche analista democratico più ottimista, dopo la vittoria di aprile nel 1° distretto, aveva sperato di poter scalfire il dominio repubblicano nel Magnolia State. I mesi successivi hanno smentito questa teoria. E la scelta di Sarah Palin come candidato repubblicano alla vicepresidenza l'ha definitivamente affossata. Il Mississippi è rosso e resterà rosso ancora a lungo: GOP Solid senza incertezze. Altri 6 electoral votes nella colonna del partito repubblicano.
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