UPDATE 15/09
da DEM Leaning a Toss-Up
UPDATE 02/10
da Toss-Up a DEM Leaning
MINNESOTA (10)
Popolazione: 5.197.621 (21°)
Capitale: St. Paul (287.151)
Città più grande: Minneapolis (369,051 - Twin Cities metro area: 3.500.000)
Governatore: Tim Pawlenty (R)
Senato: Norm Coleman (R); Amy Klobuchar (D)
Camera: GOP 3 DEM 5. Tim Walz (D); John Kline (R); Jim Ramstad (R); Betty McCollum (D); Keith Ellison (D); Michele Bachmann (R); Collin Peterson (D); James Oberstar (D)
Il Minnesota è il 15° stato meno conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato del 6% inferiore alla media nazionale. Il trend degli ultimi anni è stabile. Nelle prime fasi della sua storia politica, il Minnesota è stato a lungo una roccaforte repubblicana: dal 1860 (Lincoln +29%) al 1928 (Hoover +17%), il GOP ha vinto 17 volte su 18 alle elezioni presidenziali, con la solita eccezione del successo progressive-republican di Theodore Roosevelt nel 1912. Gli anni del New Deal, però, hanno cambiato tutto. E dalla prima vittoria di FDR nel 1932 (+23%) alle ultime elezioni del 2004 (Kerry +3%), i democratici si sono aggiudicati gli electoral votes del Minnesota 16 volte su 19, con l'eccezione del doppio successo di Eisenhower nel 1952 (+11%) e nel 1956 (+7%) e di quello di Nixon nel 1972 (+5%). Malgrado questa lunga striscia di vittorie, però, il distacco tra il candidato democratico e quello repubblicano non è stato quasi mai vistoso. Anzi, in alcuni casi il risultato è arrivato proprio sul filo di lana (Kennedy contro Nixon nel 1960; Mondale contro Reagan nel 1984; Gore contro Bush Jr. nel 2000). La vittoria di Mondale nel 1984, però, è particolarmente significativa, perché proprio il Minnesota fu (insieme al District of Columbia) l'unico stato a sottrarsi allo straordinario landslide di The Gipper.
Gli ultimi sondaggi condotti in Minnesota nel ciclo elettorale del 2008 sono piuttosto schizofrenici. Nell'ultimo mese, per esempio, si oscilla dai 2-4 punti di vantaggio per Obama (Rasmussen Reports e SurveyUSA) fino a un distacco di 10-12 punti (CNN e Minnesota Public Radio) per il candidato democratico. A questa incertezza “statistica” bisogna poi aggiungere che il North Star State ha una reputazione molto “indipendente” quando di parla di politica. In quanti altri stati un ex wrestler come Jesse Ventura sarebbe potuto diventare governatore? È proprio questa imprevedibilità di fondo, probabilmente, che ha spinto i repubblicani ad organizzare la convention nelle Twin Cities, anche se il potenziale effetto della kermesse non è stato ancora misurato da nessun istituto di ricerca. Buone notizie per il GOP potrebbero arrivare dalla corsa per il Senato, dove il freshman repubblicano Norm Coleman se la dovrà vedere con il comico (si fa per dire) Al Franken. La nostra sensazione è che ogni apparizione di Franken in televisione possa rappresentare un'iniziezione di voti per i repubblicani nelle contee rurali. A rischio, invece, il seggio del 3° distretto della Camera lasciato libero dal repubblicano Jim Ramsted.
Città più grande: Minneapolis (369,051 - Twin Cities metro area: 3.500.000)
Governatore: Tim Pawlenty (R)
Senato: Norm Coleman (R); Amy Klobuchar (D)
Camera: GOP 3 DEM 5. Tim Walz (D); John Kline (R); Jim Ramstad (R); Betty McCollum (D); Keith Ellison (D); Michele Bachmann (R); Collin Peterson (D); James Oberstar (D)
Il Minnesota è il 15° stato meno conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato del 6% inferiore alla media nazionale. Il trend degli ultimi anni è stabile. Nelle prime fasi della sua storia politica, il Minnesota è stato a lungo una roccaforte repubblicana: dal 1860 (Lincoln +29%) al 1928 (Hoover +17%), il GOP ha vinto 17 volte su 18 alle elezioni presidenziali, con la solita eccezione del successo progressive-republican di Theodore Roosevelt nel 1912. Gli anni del New Deal, però, hanno cambiato tutto. E dalla prima vittoria di FDR nel 1932 (+23%) alle ultime elezioni del 2004 (Kerry +3%), i democratici si sono aggiudicati gli electoral votes del Minnesota 16 volte su 19, con l'eccezione del doppio successo di Eisenhower nel 1952 (+11%) e nel 1956 (+7%) e di quello di Nixon nel 1972 (+5%). Malgrado questa lunga striscia di vittorie, però, il distacco tra il candidato democratico e quello repubblicano non è stato quasi mai vistoso. Anzi, in alcuni casi il risultato è arrivato proprio sul filo di lana (Kennedy contro Nixon nel 1960; Mondale contro Reagan nel 1984; Gore contro Bush Jr. nel 2000). La vittoria di Mondale nel 1984, però, è particolarmente significativa, perché proprio il Minnesota fu (insieme al District of Columbia) l'unico stato a sottrarsi allo straordinario landslide di The Gipper.
Gli ultimi sondaggi condotti in Minnesota nel ciclo elettorale del 2008 sono piuttosto schizofrenici. Nell'ultimo mese, per esempio, si oscilla dai 2-4 punti di vantaggio per Obama (Rasmussen Reports e SurveyUSA) fino a un distacco di 10-12 punti (CNN e Minnesota Public Radio) per il candidato democratico. A questa incertezza “statistica” bisogna poi aggiungere che il North Star State ha una reputazione molto “indipendente” quando di parla di politica. In quanti altri stati un ex wrestler come Jesse Ventura sarebbe potuto diventare governatore? È proprio questa imprevedibilità di fondo, probabilmente, che ha spinto i repubblicani ad organizzare la convention nelle Twin Cities, anche se il potenziale effetto della kermesse non è stato ancora misurato da nessun istituto di ricerca. Buone notizie per il GOP potrebbero arrivare dalla corsa per il Senato, dove il freshman repubblicano Norm Coleman se la dovrà vedere con il comico (si fa per dire) Al Franken. La nostra sensazione è che ogni apparizione di Franken in televisione possa rappresentare un'iniziezione di voti per i repubblicani nelle contee rurali. A rischio, invece, il seggio del 3° distretto della Camera lasciato libero dal repubblicano Jim Ramsted.
Il partito democratico - che in Minnesota sarebbe più corretto chiamare Democratic-Farmer-Labor Party (avendo mantenuto la stessa denominazione di un'alleanza elettorale nata nel 1944) - sono storicamente più forte nella zona nord-orientale dello stato che confina a nord con il Canada e viene bagnata ad est dal Lago Superiore. Nelle due contee più popolose dello stato - Carlon e St. Louis - i democratici superano tranquillamente il 60% dei voti. Un vantaggio simile nei confronti dei repubblicani arriva anche dalla zona urbana delle Twin Cities (Minneapolis e St. Paul), in cui vota quasi un terzo degli elettori totali. Le contee occidentali e centrali dello stato, invece, oscillano da una situazione di equilibrio ad un vantaggio piuttosto consistente per i repubblicani. Come spesso accade, però, il GOP - pur controllando più contee degli avversari - ha molte difficoltà a recuperare il grande distacco accumulato nelle aree urbane.
Abbiamo molte difficoltà nell'effettuare una previsione affidabile sul North Star State prima di analizzare qualche sondaggio post-convention. Per ora lasciamo lo stato nella colonna di sua naturale competenza - quella DEM Leaning - ma torneremo ad occuparci del Minnesota molto presto, perché abbiamo la forte sensazione che il “populismo-nordico” di Sarah Palin potrebbe trovare più di un estimatore nell'unico stato (a parte l'Alaska) che mette il naso più nord del 49° parallelo. I prossimi sondaggi ci diranno se questa sensazione sia fondata o se si tratti soltanto di un “miraggio artico”.
p.s. La cartina nella colonna di destra del blog verrà aggiornata stasera. Il “punteggio parziale” è di 150 a 108 per i democratici.
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