martedì 3 maggio 2005

Il tramonto della carta stampata.

Pochi se lo aspettavano. Ma, a ben guardare, non si è trattato di un fulmine a ciel sereno. Lo scorso 13 aprile, con un durissimo discorso pronunciato a Washington davanti alla platea dell’American Society of Newspaper Editors, Rupert Murdoch ha lanciato un accorato appello agli editori dei giornali, invitandoli ad abbracciare, in fretta e senza riserve, la rivoluzione digitale. Il presidente di News Corporation, proprietario di un impero editoriale su cui non tramonta mai il sole, è andato dritto al punto, senza troppi giri di parole. “Come molti di voi – ha detto Murdoch – sono un immigrante digitale. Non sono stato svezzato sul web, né coccolato da un computer. Al contrario, sono cresciuto in un mondo altamente centralizzato, in cui le notizie e le informazioni erano saldamente in mano a pochi proprietari che credevano di poterci dire cosa potevamo e dovevamo sapere. [...] Ma la prossima generazione che avrà accesso alle informazioni, tramite i giornali o qualsiasi altra fonte, ha aspettative diverse dalle nostre. E questo include il ‘quando’ e il ‘come’ ricevere le notizie, ma anche da ‘chi’ e ‘dove’ riceverle”. (continua su Emporion)

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