mercoledì 18 maggio 2005

South Park Conservatives: la recensione.

Sono rari, forse sempre più rari, i libri di saggistica politica capaci di incunearsi in profondità nello spirito del tempo e, contemporaneamente, cambiare il ritmo e i paradigmi del dibattito culturale in corso. “South Park Conservatives”, scritto da Brian C. Anderson e pubblicato recentemente negli Stati Uniti da Regnery, appartiene senz’altro a questa ristretta cerchia. Il libro, che come recita il sottotitolo racconta la storia della “rivolta contro i pregiudizi liberal dei media”, si è meritato la citazione dei maggiori quotidiani statunitensi, qualche importante passaggio televisivo e, soprattutto, l’incessante tam tam della blogosfera della rive droite, che ha immediatamente intuito il potenziale esplosivo del saggio, facendo da efficacissima cassa di risonanza al dibattito che intorno ad esso si è sviluppato. Anderson, senior editor del trimestrale “City Journal” (la punta di diamante del think-tank newyorkese Manhattan Institute), lavora almeno da un paio d’anni intorno all’idea che sta alla base di “South Park Conservatives”. Con un lungo e profetico articolo pubblicato nell’autunno del 2003, dal titolo “We are not losing the culture wars anymore”, aveva sostenuto la tesi secondo cui la destra americana era finalmente riuscita a riequilibrare le sorti di una durissima guerra culturale che negli ultimi decenni aveva incendiato il sistema dei media. (continua su Ideazione.com - da Il Giornale del 18 maggio)

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