Secondo David Corn, di The Nation, Kerry ha vinto il dibattito ed è riuscito a rimanere in corsa per la vittoria finale. Per l'editorialista del quindicinale liberal, però, non è ancora abbastanza per "cambiare la dinamica della gara". [Link] Fred Barnes del Weekly Standard concorda con quest'ultima analisi, ma è convinto che Kerry sia piaciuto molto ai commentatori e ai reporter di Washington e molto meno all'americano medio. [Link] Dick Morris, sul New York Post, crede che - malgrado la non brillante performance stilistica del presidente - Bush abbia conseguito "una vittoria di sostanza". [Link] Sulla stessa lunghezza d'onda Tom Beven, di RealClear Politics, che esprime i suoi dubbi su un possibile "bounce" post-dibattito per Kerry nei sondaggi. [Link] David Yepsen del DesMoines Register ha visto una vittoria ai punti del candidato democratico, ma senza "il colpo del knock-out". [Link] H.D.S. Greenway, sul Boston Globe, ammette con disappunto che "l'armatura del presidente non è stata scalfita", affermando che Kerry non è riuscito a danneggiare la posizione di Bush sui temi di politica internazionale. [Link] Anche Todd S. Purdum del New York Times ha visto un sostanziale pareggio. [Link] Michael Tackett del Chicago Tribune considera il dibattito positivo per Kerry, ma soprattutto perché - in caso di sconfitta - avrebbe potuto dire addio con un mese d'anticipo ad ogni speranza di entrare alla Casa Bianca. [Link] Secondo Dan Balz del Washington Post, Kerry è riuscito ad evitare la sconfitta anticipata, ma non a dimostrarsi più "simpatico" ("likable") del presidente. [Link] John Podhoretz, sul New York Post, infine, ha avuto la nostra stessa impressione: è stata una "notte sprecata". Perché il dibattito, prima di ogni altra cosa, è stato di una noia mortale. "Booooooorrrring". [Link]
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