A una settimana dal voto, è forse ora di osservare con attenzione l'andamento dei sondaggi nei battleground states più incerti, anche perché sondaggi e tracking-poll condotti a livello nazionale sembrano ormai concordi nell'affermare che nessuno dei due candidati è in grado di conquistare un margine di distacco rilevante. RealClear Politics analizza le medie dei sondaggi condotti in 17 stati (ai 16 battleground-states classici si sono aggiunte recentemente le Hawaai). Secondo le medie RCP, Kerry ha un vantaggio netto in Maine (+8.5), solido in Oregon (+5.0), Michigan (+4.2) e Pennsylvania (+4.2), leggero in New Hampshire (+2.4). A parte il New Hampshire (4 voti elettorali), si tratta di stati vinti da Al Gore nel 2000. Bush, invece, è in leggerissimo vantaggio in Ohio (+0.2), Minnesota (+0.7), Hawaii (+0.9), Wisconsin (+1.0) e Florida (+1.2), leggermente davanti in New Mexico (+2.6) e Arkansas (+3.0), conduce abbastanza comodamente in Iowa (+3.4), West Virginia (+4.0), Missouri (+4.7), Colorado (+4.7) e Nevada (+5.2). Degli stati in cui Bush è attualmente in vantaggio, ben cinque (Minnesota, Hawaai, Wisconsin, New Mexico e Iowa) sono stati vinti dai democratici alle scorse elezioni. Pur continuando a soffire nei due stati principali vinti nel 2000 (Florida e Ohio), Bush sembra dunque strutturalmente favorito nel conteggio dei voti elettorali. Fino a qualche settimana fa, gli analisti erano convinti che il presidente (come anche il suo avversario) non avesse alcuna chance di vittoria finale se non fosse stato in grado di conquistare almeno due dei tre battleground più grossi (Florida, Ohio e Pennsylvania). Oggi, invece, un'ipotesi in cui Bush viene rieletto alla Casa Bianca pur perdendo Pennslylvania e Ohio, ma conquistando - per esempio - Iowa, Wisconsin e New Mexico, non sembra fantapolitica. [Link]
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