giovedì 31 marzo 2005

La (grande) città dei liberi.

Abbiamo aggiornato il nostro blogroll (colonna a destra, dopo i blog di Ideazione) con i link a tutti i blog iscritti fino ad oggi a TocqueVille. La città dei liberi. Se il vostro blog non compare nell'elenco (malgrado sia presente nel database nello Yahoo Group), scrivete a questo indirizzo. Nei prossimi giorni, tutti gli iscritti riceveranno una mail con l'indirizzo web di un modulo da compilare per confermare l'adesione. P.S. La differenza tra il numero degli iscritti (171) e quello dei blog (140) è dovuta principalmente a tre fattori: 1) blog gestiti da più persone 2) indirizzo del blog errato 3) persone senza (ancora) un blog.

L'uomo da 5 milioni di dollari (all'anno).

A dicembre, dopo 42 anni di onorato (?) servizio, Ted Koppel - l'anchorman di Nightline - lascerà ABC News. Ecco qualche esempio in ordine sparso di faziosità liberal pagata 5 milioni di dollari all'anno.

Sporchi trucchi.

Michelle Malkin indaga sul dirty trick utilizzato dal Washington Post per mettere in difficoltà i repubblicani nella gestione del caso-Schiavo.

Public Execution.

Mark Steyn sullo Spectator: "[...] I heard a radio bulletin announce that the Pope may now require a feeding tube. Fortunately for him, his life is ultimately in the hands of God and not a Florida probate judge". L'ennesimo splendido pezzo del miglior editorialista del pianeta.

E' morta.

Terri Schiavo ha smesso di essere un problema dopo 13 giorni di tortura. Non ci resta che la soluzione proposta da Ann Coulter (via Krillix).

TocqueVille. La città dei liberi.

E' ufficiale. L'aggregator dei blog si chiamerà TocqueVille. La città dei liberi. Risultato finale del voto: TocqueVille 49%; The Right Nation 37%; West Village 9%; TRIBs 2%. Gli iscritti, ad oggi 167, riceveranno nei prossimi giorni una mail con l'indirizzo web di un modulo da compilare per confermare l'adesione. I tecnici che stanno sviluppando il software per l'aggregazione dei feed sono all'opera già da qualche giorno e speriamo di poter iniziare presto la prima fase della sperimentazione. Per il resto, tocca a tutti noi.

mercoledì 30 marzo 2005

Ultime ore per votare.

Ultime due ore di voto per la scelta del nome dell'aggregator. Ma il destino della consultazione sembra ormai segnato: TocqueVille conduce largamente con il 49% dei consensi, mentre The Right Nation (37%) non sembra essere in grado di rimontare. Scendono ancora West Village (9%) e TRIBs (3%).

Scelta del nome: rush finale.

Alan Patarga (Sciopenàuer) interviene su Ideazione.com nel dibattito sull'aggregazione dei blog liberali. Intanto, nel voto per la scelta del nome, TocqueVille (45%) consolida il proprio vantaggio su The Right Nation (36%). Ormai fuori dalla competizione West Village (13%) e TRIBs (4%). Per votare (o cambiare preferenza) c'è tempo fino alla mezzanotte di oggi.

TocqueVille in fuga.

Con il 44% dei voti, TocqueVille è in testa nella votazione sul nome dell'aggregator (grazie anche alla poderosa campagna elettorale organizzata dai suoi sostenitori). Segue, con il 37%, The Right Nation. Mentre West Village è ormai staccatissimo con il 13%. Chiude la classifica TRIBs, fermo al 4%. Per votare (o cambiare la propria preferenza) c'è tempo fino alla mezzanotte di oggi.

Super Tuesday: il controsorpasso.

TocqueVille torna in testa con il 38% nella votazione per il nome dell'aggregator, superando di slancio The Right Nation in discesa al 37%. West Village scivola verso il basso ma non molla e resta aggrappato al 18%. TRIBs chiude la classifica al 6%. Per votare c'è tempo fino alla mezzanotte di oggi, mercoledì 30 marzo.

martedì 29 marzo 2005

Super Tuesday: è scontro a due.

E' diventato un testa-a-testa tra The Right Nation (40%) e TocqueVille (32%) il voto sulla scelta del nome per l'aggregator. In netto calo, nelle ultime ore, West Village (ormai inchiodato al 21%) e sempre più staccato TRIBs (5%). Fino a questo momento ha votato circa il 55% degli iscritti.

Super Tuesday: quasi la metà ha già votato.

Con un'affluenza alle urne da fare invidia alla maggioranza dei paesi occidentali, prosegue la votazione sul nome dell'aggregator. E, come accade sempre più spesso, i primi exit-poll si stanno rivelando clamorosamente sbagliati, perché nelle ultime ore The Right Nation è balzato in testa con il 37% dei voti, seguito da TocqueVille e West Village appaiati al 27%. Fuori gioco, ormai, TRIBs (fermo al 6%). Ricordiamo ancora una volta che gli iscritti possono cambiare preferenza fino alla fine della votazione (domani a mezzanotte). P.S. Per un problema tecnico, è stato azzerato il poll sul "sottotitolo". Sarebbe il caso di rivotare, dunque, anche se si sta facendo strada l'ipotesi di aspettare fino alla scelta finale del nome.

Super Tuesday: primi exit-poll.

Dopo che quasi un terzo degli aventi diritto al voto ha già espresso la propria preferenza sulla scelta del nome per l'aggregator, il grande favorito TocqueVille è in testa con il 34% dei consensi, seguito a ruota da The Right Nation con il 29% e West Village con il 27%. Più staccato, con l'8%, TRIBs. Ricordiamo che le urne virtuali saranno chiuse alla mezzanotte di domani 30 marzo e che gli iscritti possono cambiare il loro voto fino all'ultimo minuto (non è mai troppo tardi per fermare la rivoluzione francese!).

Super Tuesday: i seggi sono aperti.

Finalmente si vota per scegliere il nome (e il sottotitolo) dell'aggregator. Naturalmente possono votare soltanto gli iscritti allo Yahoo Group, che in questo momento sono 139. Tra 48 ore si tireranno le somme. P.S. Qui si è votato per WEST VILLAGE, in un ultimo, disperato tentativo di impedire la rivoluzione francese :)

lunedì 28 marzo 2005

Fake but Accurate.

John Hinderaker di Powerline spiega, sul Weekly Standard, perché il "GOP Talking Points Memo" su Terri Schiavo assomiglia in modo impressionante ai documenti falsi del Rathergate. E si chiede: "Dove sono i mainstream media?". UPDATE. Già, perché?

Aggregazione: lavori in corso.

Vittorio Macioce (Mab) e Paolo della Sala (Le guerre civili) intervengono nel dibattito sull'aggregazione di blog in corso su Ideazione.com. Intanto gli iscritti sono arrivati a quota 137, mentre mancano poche ore al Super Tuesday per scegliere tra i nomi emersi dalle primarie. P.S. Chi ha difficoltà nel completare l'iscrizione allo Yahoo Group deve seguire le istruzioni contenute nel messaggio "Come aggiungersi al Database".

sabato 26 marzo 2005

Super Tuesday.

Daisy Miller (I love America) e Giuseppe Lombardo (Neocon Italiani) intervengono su Ideazione.com nel dibattito sull'aggregazione dei blog. Intanto, nel Super Tuesday di martedì 29, tutti gli iscritti (ormai 131) potranno votare il loro nome preferito tra quelli emersi nelle primarie.

Giornalismo americano.

Furio Colombo commenta il falso-scoop de L'Unità sul padre-picchiatore di Francesco Storace: "No, l’Unità non è colpevole di dietrologia. Non abbiamo inseguito le colpe dei padri per colpire i figli. Non l’abbiamo mai fatto, questo genere di giornalismo. Ci siamo solo fidati di una fonte autorevole. Come insegna il giornalismo americano". Qualcuno dica a Colombo che sono mesi, ormai, che non è più cool copiare la CBS e Dan Rather.

venerdì 25 marzo 2005

The Right (growing) Nation.

Cristina Missiroli (Krillix), Andrea Asoni (Il Motel dei Polli Ispirati) e Fabrizio Cipollini (Zigurrat) intervengono su Ideazione.com nella discussione sull'aggregazione di blog in corso. Intanto le adesioni preliminari sono arrivate a quota 129, mentre continuano le primarie sul nome e l'aggiornamento della lista. Buona Pasqua (e buon lavoro) a tutti.

giovedì 24 marzo 2005

Una colonia liberale.

Federico Punzi (JimMomo) interviene su Ideazione.com nel dibattito sull'aggregazione di blog promossa dalla nostra rivista. Intanto gli iscritti allo Yahoo Group sono arrivati a quota 109.

Superata quota 100.

I blog che hanno comunicato la loro adesione preliminare all'aggregazione sono 101. Nelle primarie per il nome ormai è lotta a tre fra TocqueVille, West Side e The Right Italian Nation (con i francesi in testa!). Gli iscritti definitivi sceglieranno a maggioranza (probabilmente). P.S. Grazie Rolli.

mercoledì 23 marzo 2005

Moralmente superiori.

Anche i blogger moralmente superiori, come Macchianera o Pfall, si accorgono che sull'altra sponda del fiume qualcosa si sta muovendo. E, quasi d'istinto, non trovano di meglio che sputare qualche grumo di veleno controvento. Buon segno. Intanto noi, moralmente inferiori, siamo arrivati a quota 90.

Aggregazione di blog: ultimi sviluppi.

Pierluigi Mennitti, direttore di Ideazione, e Antonio Scalari (del blog Regime Change), aprono su Ideazione.com una serie di articoli dedicati all'aggregazione di blog promossa dalla nostra rivista. I blogger che vogliono partecipare a questo scambio di idee possono inviare i loro contributi a questo indirizzo (mi raccomando la brevità e la forma "articolo" più che quella classica del "post" a cui molti sono abituati).

Intanto, le adesioni preliminari arrivate allo Yahoo Group creato da Paolo di I love America si avvicinano velocemente verso il centinaio (sono 86 in questo momento). Mentre nelle primarie per la scelta del nome in corso su Le guerre civili sta andando fortissimo "Tocque Ville. Città dei liberi" (l'unico anti-francese in circolazione sembra essere rimasto il sottoscritto!). Votate finché siete in tempo, perché una volta presa la decisione finale non si tornerà indietro.

Un'ultima annotazione sulla riunione "tecnica" che si è tenuta ieri sera ad Ideazione. I nostri "guru" informatici ci hanno garantito tempi ragionevoli di realizzazione, ma naturalmente le prime settimane di vita dell'aggregator rappresenteranno una sorta di periodo di beta-testing per il software. La difficoltà principale dell'operazione sta nell'incanalare in un flusso coerente di informazioni i diversi standard di feed prodotti dalle diverse piattaforme. I blogger "avanzati", che si sono dotati di un feed più o meno compatibile, non sono un problema. Per gli altri, sarà probabilmente necessario utilizzare un grabber in grado di aggirare il problema. Idee, intuizioni fulminanti e geni-della-programmazione-a-costo-zero sono i benvenuti. Tra qualche giorno, in ogni caso, gli appartenenti alla lista dei 300 che non si sono ancora iscritti allo Yahoo Group saranno contattati via-mail per verificare la loro disponibilità ad aderire al progetto. Per adesso, poche chiacchiere e andate a votare per scegliere il nome.

martedì 22 marzo 2005

The Right (Italian) Nation. Una precisazione.

Per chi, nei commenti o via e-mail, ha espresso perplessità sulla scelta del nome (peraltro non definitiva) o su una caratterizzazione politico/ideologica troppo precisa (o troppo imprecisa) dell'aggregazione che stiamo costruendo, rispondo con le parole scritte oggi da JimMomo sul suo blog, che sottoscrivo integralmente: "Non occorre aderire a un manifesto, sottoscrivere un programma, o pensarla come chi ha lanciato il progetto. A definire questo 'portale', a declinarne le diverse voci, sarà la forza delle idee dei blog che ne vorranno far parte [...] se avete un'alta sensibilità per la diffusione della libertà, della democrazia, dei diritti umani; un giudizio equilibrato, comunque non un pregiudizio, sull'amministrazione Bush; se vi riconoscete nella critica a nazifascismo neo e post, comunismo neo e post, antiamericanismo, antisemitismo, superiorità morale della sinistra, pacifismo senza se e senza ma; se apprezzate l'emergere di una sinistra riformista, "blairiana", filoamericana e filoisraeliana; se vi interessa la difesa delle libertà individuali; se tutto questo non vi suscita repulsione e non vi lascia indifferenti, allora avete trovato l'aggregator che fa per voi...". Non credo ci sia molto da aggiungere, se non che tra qualche ora (nella redazione di Ideazione) avremo un incontro operativo con i tecnici che probabilmente svilupperanno il software per l'aggregazione dei blog. Altre novità in nottata. (P.S. Le adesioni preliminari sono già 62).

UPDATE. L'incontro con i tecnici è andato molto bene. I primi test partiranno tra qualche giorno. Una versione beta dell'aggregator (e del portale) sarà operativa entro qualche settimana.

lunedì 21 marzo 2005

The Right (Italian) Nation. Si parte.

E' arrivato il momento. Dopo qualche settimana di brainstorming (interno ed esterno alla nostra redazione) e un'analisi dei costi e delle risorse necessarie, Ideazione ha deciso di lanciare l'aggregazione di blog liberali (e neocon, cristiani, filoisraeliani, conservatori, libertarian, anti-politically correct e qualsiasi-altra-cosa-vi-possa-venire-in-mente-che-abbia-deciso-di-
stare-dalla-parte-“giusta”-della-barricata) che molti stavano aspettando. Il primo passo, su cui stiamo lavorando in queste ore, è la creazione di un “aggregator”: un modulo software in grado di raggruppare i post dei blog che decideranno di partecipare al progetto in una massa di informazioni che la nostra redazione (con l’aiuto – a rotazione - di alcuni blogger) avrà poi il compito di filtrare e selezionare per dare vita ad una “pagina comune” (sul modello Google News, per intenderci) che raggrupperà “il meglio” della produzione quotidiana. Lo “zoccolo duro” dei partecipanti sarà la lista di quasi 300 blog compilata da Il Sorvegliato Speciale, a cui nei prossimi giorni verrà spedita una mail con la richiesta formale di adesione. Questo non toglie, naturalmente, che l’iniziativa sia aperta anche a chi, per qualsiasi motivo, non sia entrato a far parte di questa lista. Per le adesioni preliminari, è possibile scrivere direttamente a questo blog o iscriversi allo Yahoo Group creato da Paolo del blog “I love America”. Mentre su “Le Guerre Civili” sono in corso le “primarie” per la scelta del nome.

Soltanto qualche precisazione, per rispondere alle domande più frequenti che ci sono stare rivolte dai nostri lettori e dai blogger interessati all’iniziativa:

1) Il nostro è un progetto di lungo periodo assolutamente sganciato da qualsiasi partito o forza politica del centro-destra. Da qualche tempo Ideazione, seguendo l’esempio della destra statunitense, ha scelto una prospettiva “fusionista” che ci sembra la sola in grado di preservare ed esaltare l’eccezionale varietà culturale e politica delle forze che in Italia si oppongono al tentativo di restaurazione di una sinistra reazionaria e fuori dalla storia. Per noi la diversità delle opinioni, anche su temi importanti, non è un limite ma una straordinaria ricchezza culturale.

2) La redazione di Ideazione (o chiunque altro) lascerà naturalmente la massima libertà possibile ai blogger associati al progetto. La selezione dei post per la home-page del “portale”, in ogni caso, verrà effettuata seguendo criteri di interesse giornalistico, cercando di rappresentare il più ampio spettro possibile di opinioni sull’argomento.

3) La home-page sarà divisa in aree tematiche (ancora da identificare e sulle quali siamo aperti ad ogni idea/proposta), mentre la lista totale dei blog potrebbe essere divisa in aree di appartenenza politico/culturale (neocon, liberali, cattolici, libertarian, moderati, conservatori, ecc.). Su questa seconda suddivisione, ancora del tutto ipotetica, ci piacerebbe ascoltare il parere dei diretti interessati.

4) E’ in corso un tentativo per verificare la possibilità di coinvolgere, a partire da Ideazione, altre realtà (riviste, giornali, think-tank d’area) nella realizzazione del progetto.

Questo è tutto, per ora. Aspettatevi altre novità nei prossimi giorni. Freedom is on the march.

Omicidio premeditato.

Far morire di fame questa donna non è eutanasia. Nel mondo civile si chiama omicidio premeditato.

domenica 20 marzo 2005

Letture per la domenica.

What's Left? Shame
Charles Krauthammer, Washington Post
Saving the Marriage: Conservatism and Libertarianism
Pejman Yousefzadeh, Tech Central Station
All-American
Jay Nordlinger, National Review
Flannery O'Connor Country
Peggy Noonan, Wall Street Journal
Freeze! I Just Had My Nails Done!
Ann Coulter, FrontPage Magazine
Bush Gets Radical
John Podhoretz, New York Post
The Fire in Iran
Michael Ledeen, National Review
The Do-Nothing Conspiracy
David Brooks, New York Times
First Judge Showdown
Byron York, National Review
The Arnold Revolution
Dick Morris, New York Post
George F. Kennan, 1904-2005
Michael Goldfarb, Weekly Standard
Flipping over Condi
Suzanne Fields, Washington Times
Who Will Watch the Watchers?
Jacob Sullum, Reason
Buying "Reform"
Ryan Sager, New York Post
Why an Academic Bill of Rights is Necessary
David Horowitz, Students for Academic Freedom
Correction: We Were Right
David Horowitz, FrontPage Magazine

sabato 19 marzo 2005

Cattivi maestri.

Non è bastato a Ward Churchill, professore della Colorado University, essere diventato tristemente famoso per aver paragonato le vittime dell'11 settembre a tanti "piccoli Eichmann" (il capo della Gestapo catturato dal Mossad negli anni Sessanta) che, tutto sommato, meritavano di morire. Churchill ha trasformato il "saggio" che gli ha fruttato i tanto sospirati quindici minuti di notorietà in un instant-book. E' un comportamento comprensibile, visto che deve cercare di raccattare più denaro possibile per pagarsi un avvocato capace di difenderlo dalle accuse di plagio accademico, frode artistica e addestramento di terroristi. Tra un'apologia di strage e l'altra, questo simpatico buontempone ha trovato persino il tempo di spacciarsi per indiano, cercando di attirare l'attenzione sui propri vaneggiamenti anti-americani. Toro Seduto si starà rivoltando nella tomba.

venerdì 18 marzo 2005

Conservatori-libertarian: matrimonio obbligato.

Pejman Yousefzadeh, su TechCentral Station, spiega perché è necessario salvare il "matrimonio" tra conservatori e libertarian che dura dai tempi della Guerra Fredda. Il suo ragionamento parte dai South Park Republicans di Stephen W. Stanton e arriva all'indimenticabile intervista concessa da Ronald Reagan nel 1975 a Reason. "If you analyze it I believe the very heart and soul of conservatism is libertarianism. I think conservatism is really a misnomer just as liberalism is a misnomer for the liberals -- if we were back in the days of the Revolution, so-called conservatives today would be the Liberals and the liberals would be the Tories. The basis of conservatism is a desire for less government interference or less centralized authority or more individual freedom and this is a pretty general description also of what libertarianism is". Chi non legge è un Pat Buchanan.

L'ultimo democratico serio.

Ai democratici è rimasto un senatore serio: Joe Lieberman. Infatti, nel 2006, lo vogliono mandare a casa. [Altri dettagli qui e qui].

La nazione sbagliata.

Dopo mesi di inutile ed incomprensibile attesa, la Mondadori si è decisa: la traduzione italiana di "The Right Nation" (di John Micklethwait e Adrian Wooldridge) arriverà nelle librerie a... maggio. Magari, se aspettano un altro po', riescono a trovare un titolo ancora più brutto di quelli già partoriti dalle brillanti menti del marketing di Segrate. I dettagli su Walking Class e Camillo.

Fidel si ribella: "Sono solo un poveraccio".

Il dittatore comunista di Cuba, Fidel Castro, ha espresso il proprio sdegno per essere stato inserito dalla rivista Forbes nella lista degli uomini più ricchi del pianeta insieme alla regina Elisabetta II e al sultano del Brunei. "E' un'infamia" ha dichiarato Castro in un discorso tenuto di fronte ai vertici dell'esercito cubano, non escludendo la possibilità di fare causa al periodico americano. Qualche soldo in più, a un poveraccio come lui, potrebbe fare comodo.

giovedì 17 marzo 2005

Il futuro dell'Iraq.

La grande maggioranza degli iracheni è ottimista sul futuro del proprio paese. Secondo un sondaggio dell'International Republican Institute (un istituto non-partisan, malgrado il nome) reso pubblico ieri, il 62% dei cittadini iracheni è convinto che l'Iraq stia andando nella "direzione giusta", mentre il 23% degli intervistati è di parere opposto. Si tratta del risultato migliore nei sette sondaggi condotti dall'IRI in Iraq negli ultimi anni. Nel settembre 2004, soltanto il 42% degli iracheni si era dichiarato ottimista (contro il 45% dei pessimisti).

mercoledì 16 marzo 2005

Il ritorno degli Swifties.

E' davvero splendido l'ultimo numero di The American Enterprise dedicato all'esportazione della democrazia in Medio Oriente, con gli interventi (tra i molti) di Newt Gingrich, Natan Sharansky, Victor Davis Hanson e Joshua Muravchik. Ma a noi ha fatto anche piacere leggere l'intervista a John O'Neill degli Swift Boat Veterans for Truth. E' stato un po' merito loro se gli americani, alla fine, hanno tenuto Monsieur Kerry a distanza di sicurezza dalla Casa Bianca.



martedì 15 marzo 2005

L'uomo nuovo del GOP.

Secondo Grover Norquist, stratega di primo livello del partito repubblicano e leader degli Americans for Tax Reform, Tim Pawlenty, governatore del Minnesota, è uno dei candidati preferiti dalle alte sfere del GOP per le elezioni presidenziali del 2008. Il Minneapolis Star Tribune indaga, ma i lettori di Free Republic sono scettici.

Voti per Bush? Niente parcheggio.

A Detroit, il sindacato United Auto Workers ha deciso di impedire ai riservisti dei marines l'utilizzo di un parcheggio vicino alla base di Jefferson Avenue. Il motivo? Guidano automobili straniere e hanno votato per Bush. I particolari su Detroit News.

La scissione neocon?

Francis Fukuyama guida la grande fuga dei neocon dalla rivista National Interest, fondata da Irving Kristol nel 1985 e recentemente acquistata dai "realisti" del Nixon Center. Soltanto Christian Rocca, sul Foglio, spiega com'è andata veramente. E ci ricorda che intanto, dopo 40 anni, chiude The Public Interest.

lunedì 14 marzo 2005

In edicola il nuovo numero di Ideazione.

In edicola (e in libreria) il numero di marzo-aprile della rivista bimestrale Ideazione. Sono già online l'editoriale di Domenico Mennitti, un articolo di Christian Rocca sul fallimento delle Nazioni Unite, l'analisi di Arturo Diaconale sulle prossime elezioni regionali e un imperdibile saggio di Jay Nordlinger (caporedattore della National Review) con un titolo che è tutto un programma: "Che Guevara Horror Picture Show".

domenica 13 marzo 2005

Sharansky: lezioni di democrazia.

Stefano Magni, per Ideazione.com, sulle tracce di Natan Sharansky durante la sua recente visita alla scuola della comunità ebraica milanese: “Un regime cade tutte le volte che si forma un’alleanza fra i dissidenti che vivono al suo interno e i leader del mondo libero, un legame fra gli interessi nazionali e i diritti umani. Quando il Papa diede il suo appoggio incondizionato a Solidarnosc, la Polonia riuscì a liberarsi dal regime di Jaruzelski. Quando Reagan incominciò a sostenere i dissidenti, il regime sovietico cadde in poco tempo. Con il discorso dello Stato dell’Unione, Bush ha parlato soprattutto ai dissidenti nel mondo”.

venerdì 11 marzo 2005

Un mondo migliore.

Dal blog Ratherbiased.com, cinquanta vignette per festeggiare il ritiro di Dan Rather da CBS Evening News. E poi dicono che il progresso non esiste.

Per non dimenticare.

Ideazione.com ripubblica, nell'anniversario della strage di Madrid, i post scritti da Enzo Reale per il blog 1972 dall'11 al 17 marzo 2004. Per non dimenticare.

Io la Coca Cola me la porto a scuola.

Come cantava Vasco Rossi negli anni Ottanta in "Bollicine", gli studenti dell'università di Roma Tre saranno costretti a portarsi la Coca Cola da casa nello zainetto, se non vorranno sporcarsi la bocca con i "prodotti del commercio equo e solidale" con cui il senato accademico ha deciso di riempire i distributori automatici dell'ateneo. Il boicottaggio della bibita più bevuta del mondo è stato chiesto (e ottenuto) da alcuni studenti di sinistra che dicono di lamentarsi dei presunti "crimini di lesa umanità" commessi nei confronti di un sindacato colombiano da "forze paramilitari a nome dell'impresa imbottigliatrice della Coca Cola, Panamerican Beverages Inc". In realtà, questi paleomarxisti caduti sul pianeta Terra hanno scoperto che la gustosa bevanda inventata da John Pemberton nel 1886, se versata accidentalmente, è in grado di corrodere le scadenti t-shirt di Che Guevara che monopolizzano il loro guardaroba equo, solidale e anche un po' sporco. Per questo preferiscono il chinotto del Guatemala.

mercoledì 9 marzo 2005

Mrs. Sgrena, I suppose.

Camillo scova un blog olandese (ma anche la traduzione in inglese) in cui un "autorevole inviato di guerra, ex giornalista di un quotidiano comunista" riferisce di una conversazione tra Giuliana Sgrena e altre due colleghe italiane in viaggio verso Baghdad. Rolli traduce in italiano. E a noi ci scappa quasi di bestemmiare in turco.

400 colpi.

martedì 8 marzo 2005

GOP: Conservatives vs. Libertarians?

Qualche settimana fa Ryan Sager, su TechCentral Station, ha scritto che l'arroganza dei social conservatives (per esempio durante il CPAC di quest'anno) rischia di mettere in serio pericolo l'alleanza tra conservatori e libertarian all'interno del partito repubblicano statunitense. A Sager, sempre su TechCentral Station, ha risposto Radley Balko, che non condivide il pessimismo del collega. Ma la polemica si è propagata anche all'esterno di TCS, segno che il problema non deve essere sottovalutato da chi (in America come altrove) ha a cuore le sorti di una moderna formazione politica (e culturale) di centro-destra. Tra gli interventi più interessanti: Ramesh Ponnuru su The Corner di National Review, Rachel Jurado su Banana Republican, La Shawn Barber, Bill di INDC Journal, Bryan Preston su JunkYardBlog e Amy Ridenour su National Center. Basta sostituire "social conservatives" con "cattolici" e "libertarians" con "laici" per avere un'idea della sfida che ci attende in Italia.

Teresa la pazza.

Non soddisfatta dall'aver fatto perdere a suo marito qualche milione di voti, Teresa Heinz Kerry accusa senza mezzi termini il partito repubblicano di aver truccato le presidenziali del 2004 e invita i democratici a vigilare in vista delle elezioni di mid-term del 2006. "Noi siamo gli Stati Uniti d'America - ha detto durante un pranzo di fundraising a Seattle - non una repubblica delle banane". Proprio per questo gli americani hanno fatto volentieri a meno di lei come First Lady.

L'uomo giusto al posto giusto.

E' John R. Bolton l'uomo scelto dall'amministrazione Bush per diventare il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite. L'ex sottosegretario di stato, scrive il Washington Post, "è da lungo tempo un critico dell'Onu e un fautore della linea dura nelle relazioni Cina-Taiwan". Ma anche "un diplomatico esperto e un funzionario di stato che, da Ronald Reagan in poi, ha ricoperto ruoli diversi in tre amministrazioni repubblicane. Si è attirato le critiche dei senatori democratici per le sue forti vedute conservatrici e il suo modo diretto di esprimerle". L'uomo giusto al posto giusto. UPDATE. Un ritratto di Bolton da Christian Rocca, sul Foglio.

lunedì 7 marzo 2005

I primi frammenti di verità.

Dalla blogosfera americana iniziano a spuntare i primi frammenti di verità sul sequestro di Giuliana Sgrena e sulla morte di Nicola Calipari. Thoughtsonline e LGF smontano la teoria delle "300-400 pallottole". Fox News ricostruisce molto bene una vicenda dai troppi lati ancora oscuri. Glenn Reynolds di Instapundit raccoglie gli spunti più interessanti, come quello di Roger L. Simon che, su invito di Powerline, si sbizzarrisce in un inquietante esercizio di dietrologia-inversa. Il Washington Times, intanto, abbraccia la tesi della Stampa, secondo cui la decisione del Sismi di tenere all'oscuro la Cia sui dettagli della liberazione potrebbe avere "cortocircuitato" i canali di comunicazione con le forze americane che pattugliano la strada per l'aeroporto di Baghdad. Sempre Powerline, ma anche Captain's Quarters e Because I Can, notano le curiose contraddizioni nelle interviste rilasciate dalla Sgrena dopo il rientro in Italia. Per Rusty Shackleford di The Jawa Report, la giornalista del Manifesto ha praticamente ammesso davanti alle telecamere della BBC di aver "mentito sulla sparatoria" e "aiutato i terroristi" (un paio di giorni fa, Shackleford aveva definito un "imbroglio" l'intero sequestro). Right-Wing News applica il "rasoio di Occam" alla vicenda (tra le varie spiegazioni possibili, quella più semplice ha maggiori probabilità di essere vera). Anthony Perez-Miller inquadra gli eventi in un contesto che troppo spesso passa sotto silenzio. Cox&Forkum, infine, ci regalano l'ennesimo, indimenticabile capolavoro.

Complici e portavoce.

Dal blog (appena nato) Il Circo di Bisanzio, una delle analisi più lucide sugli ultimi, tragici sviluppi del rapimento di Giuliana Sgrena. Uno stralcio: "[...] Si è evidentemente creata una complicità di fatto fra rapiti e rapitori, fra potenziali vittime di rapimenti e potenziali sequestratori, che rappresenta una minaccia costante per gli interessi nazionali italiani e, direttamente, per la sicurezza della nostra missione in Iraq. Siamo proprio sicuri che la strategia di compromesso e finanziamento del terrorismo attraverso il pagamento di facili riscatti, scelta dal Governo Berlusconi, sia la migliore per salvaguardare i valori e gli obiettivi della presenza militare italiana in Iraq al fianco dei nostri alleati? Col bel risultato che in queste ore Giuliana Sgrena è diventata la portavoce dell’Italia sulla questione irachena". Già, siamo proprio sicuri?

sabato 5 marzo 2005

Letture per il weekend.

The Online Insurgency
Tim Dickinson, Rolling Stone
Bucking History
John Maggs, National Journal
Chávez's Agrarian Revolution
Carlos A. Ball, Tech Central Station
The Task Ahead. Now we need the media's help in Iraq
Ayad Allawi, Wall Street Journal
Revolution's on a roll in the Mideast
Charles Krauthammer, New York Daily News
The Road from Damascus
Marc Ginsberg, Weekly Standard
Eurospeak. Sorting Out the Teenage Sass
Victor Davis Hanson, National Review
Terrorist vs. Terrorist
Ralph Peters, New York Post
The Least Bad Iran Option
Jeffrey Bergner, Weekly Standard
Neoconservatism’s Liberal Legacy
Tod Lindberg, Policy Review
Bush’s Supply-Side Boom
Larry Kudlow, National Review
Pension Reform Pied Piper Loves Private Accounts
Matt Moffett, Wall Street Journal
40 Years of Character
David Brooks, New York Times
The Book Stops Here
Daniel H. Pink, Wired
Exhausting the Options
Carlo Stagnaro, Tech Central Station
Neal Stephenson’s Past, Present, and Future
Mike Godwin, Reason

Tutta colpa degli americani.

Da Informazione Corretta, quello che avremmo dovuto scrivere ieri notte, se lo sconforto non avesse avuto la meglio: "La morte di Nicola Calipari non è l'unico punto nero nella liberazione di Giuliana Sgrena. Ci chiediamo come ci si possa stupire di fronte ad un fatto che sarebbe potuto succedere in qualunque nostra città. Una macchina che procede a forte velocità e che non si ferma di fronte all'alt di una pattuglia di carabinieri avrebbe ricevuto lo stesso trattamento. Figuriamoci un'auto diretta verso l'aeroporto di Baghdad che non si ferma al check point di controllo. In un clima denso di attentati, cosa potevano pensare i responsabili della sicurezza americani? L'auto poteva essere quella di un kamikaze, piena di tritolo, pronta per far esplodere l'ennesima strage. L'inchiesta subito voluta da Bush rivelerà la dinamica dell'accaduto. Per oggi accontentiamoci delle previste dichiarazioni della Sgrena, di come è stata trattata bene dai rapitori, che brave persone sono state, quanto cattivi siano gli americani e le altre forze di liberazione dell'Iraq. La causa di tuti mali sono loro, non gli assassini che ogni giorno sgozzano e uccidono senza distinzione di appartenenza. Quelli sono innocenti, sono i "resistenti" per i quali faceva il tifo la Sgrena ed il giornale sul quale scrive, il Manifesto. Un brutto film già visto identico nel caso delle due Simone. L'unica differenza, forse, l'entità del riscatto pagato. Qualcuno si era chiesto nei giorni scorso come mai ad essere rapiti sono quasi sempre giornalisti che scrivono su giornali di sinistra, lasciando capire che dietro a molti rapimenti poteva esserci la mano brutale e interessata dell'America. Anche questo un film già visto, come quello, che ha goduto di largo credito, che dietro all'11 settembre ci fossero America e Israele. La verità e invece molto più semplice. Se ad essere rapito è qualcuno di sinistra, possibilmente italiano, si può star certi che la mobilitazione funziona, con adeisioni da tutte le provenienze. E che il governo, per apparire imparziale, è pronto a far fronte a qualunque richiesta di denaro. Che è poi quello cui mirano i "resistenti" rapitori. Grana, molta grana, per acquistare armi con le quali uccidere poi innocenti, americani, italiani, iracheni non fa differenza. La trama è sempre la stessa ed il film può essere replicato in qualsiasi momento". In più, condividiamo il commento di Enzo Reale su 1972 e l'analogia di I love America. UPDATE. Come Krillix, al 100%.

venerdì 4 marzo 2005

The Right Side of History.

Per leggere l'ultimo, splendido, pezzo di Mark Steyn sullo Spectator, vale la pena di registrarsi (gratuitamente) sul sito del settimanale britannico. Per i più pigri, invece, ecco il finale: "The other day I found myself, for the umpteenth time, driving in Vermont behind a Kerry/Edwards supporter whose vehicle also bore the slogan ‘FREE TIBET’. It must be great to be the guy with the printing contract for the ‘FREE TIBET’ stickers. Not so good to be the guy back in Tibet wondering when the freeing thereof will actually get under way. For a while, my otherwise not terribly political wife got extremely irritated by these stickers, demanding to know at a pancake breakfast at the local church what precisely some harmless hippy-dippy old neighbour of ours meant by the slogan he’d been proudly displaying decade in, decade out: ‘But what exactly are you doing to free Tibet?’ she demanded. ‘You’re not doing anything, are you?’ ‘Give the guy a break,’ I said back home. ‘He’s advertising his moral virtue, not calling for action. If Rumsfeld were to say, “Free Tibet? Jiminy, what a swell idea! The Third Infantry Division go in on Thursday”, the bumper-sticker crowd would be aghast.’
But for those of us on the arrogant unilateralist side of things, that’s not how it works. ‘FREE AFGHANISTAN’. Done. ‘FREE IRAQ’. Done. Given the paintwork I pull off every time I have to change the sticker, it might be easier for the remainder of the Bush presidency just to go around with ‘FREE [INSERT YOUR FETID TOTALITARIAN BASKET-CASE HERE]’. Not in your name? Don’t worry, it’s not".

La Casa Bianca val bene una messa.

In vista delle presidenziali del 2008, Hillary Rodham Clinton scopre la propria vocazione religiosa. Per Kristen Lombardi di The Village Voice (via No Left Turn) quello di Hillary, in realtà, è un ritorno alle origini. Perché God is a Centrist Democrat.

giovedì 3 marzo 2005

Neocon: lista definitiva (con sorpresa).

Bill Kristol, direttore del Weekly Standard (e soprattutto figlio di Irving Kristol) è a Roma per partecipare al convegno organizzato per il decennale della Fondazione Liberal. Il suo intervento di qualche ora fa alla Sala Capranica è stato un po' deludente: una mezz'oretta di neoconservatism for dummies di cui francamente non sentivamo un bisogno smisurato (ma che all'attempata platea del Capranica non può che aver fatto bene). Con Kristol a portata di mano, però, Christian Rocca è riuscito a compilare una fantastica "lista definitiva dei neocon" che, oltre a sfatare una serie infinita di luoghi comuni e a gettare luce sul movimento intellettuale più citato (e meno studiato) degli ultimi anni, ci regala anche una inaspettata sorpresa. Chiamato ad elencare i libri che più hanno contribuito alla formazione del pensiero neocon, infatti, Kristol parla di "Losing Ground" di Charles Murray, "The spirit of Liberalism" di Harvey Mansfield e "Wealth and Poverty" di George Gilder. Del libro di Mansfield sappiamo poco (a parte quello che ha ripetuto Kristol stasera durante il convegno). E di Murray, sinceramente, preferiamo il capolavoro assoluto "The Bell Curve" del 1996 (o l'ultimo "Human Accomplishment"). Ma sentir citare l'immenso George Gilder, il futurologo della destra americana più sottovalutato del secolo, ci ha fatto - sinceramente - una splendida impressione. Stai a vedere che, sotto sotto, eravamo neocon da una decina d'anni. Senza saperlo.

The Right (Italian) Nation. Qualcosa si muove.

Un manifesto dei blogger liberali apre oggi la home-page del blog di Paolo della Sala, Le guerre civili. Mentre la lista dell'arcipelago delle libertà curata dal Sorvegliato Speciale raggiunge quota 300. Qualcosa si muove, nonostante la cronica disattenzione dei partiti politici del centrodestra. E' davvero arrivato il momento di "dare voce all’intelligenza e forma alle idee".

Democrazia cinematografica.

Secondo lo splendido blog californiano Cinemocracy, ultima aggiunta nei nostri link amerikani, il regista/produttore/attore hollywoodiano Rob Reiner (Alex & Emma, Misery, Harry ti presento Sally, Stand by Me) sarebbe il più accreditato tra gli sfidanti democratici di Arnold Schwarzenegger nelle prossime elezioni per il governatore della California. Cinemocracy riprende un sondaggio del San Francisco Chronicle che vede Reiner raccogliere, al momento, il consenso di un elettore democratico su cinque. Alle sue spalle: il procuratore capo Bill Lockyer (17%) e il tesoriere dello stato Phil Angelides (12%).

mercoledì 2 marzo 2005

Il bene e il male.

"Questa è una lotta tra il bene e il male. E noi siamo il bene". Così Howard Dean, nuovo leader del Democratic National Committee, ha arringato la folla che lo ha accolto qualche giorno fa ad un meeting del partito democratico in Kansas. Il principe delle tenebre, al secolo Karl Rove, non avrebbe potuto escogitatare un dirty trick migliore di Angry Howie per vincere le prossime elezioni di mid-term e le presidenziali del 2008. I commenti di Powerline e LGF (che ci ricorda anche il momento più esilarante delle primarie democratiche).

Schwarzy campione del taglio alle tasse.

E’ Arnold Schwarzenegger, secondo il Fiscal Policy Report del Cato Institute, il governatore Usa con la migliore performance fiscale degli ultimi due anni. I dettagli su Ideazione.com.

martedì 1 marzo 2005

Osama? Un "dissidente".

Alla faccia di chi si ostina a considerarlo un terrorista, Yahoo News ci spiega che il simpatico Osama bin Laden è soltanto "un dissidente". Vedere per credere (via LGF).

Wolfowitz alla World Bank?

Secondo il Financial Times (via Drudge Report), l'attuale segretario della Difesa statunitense, Paul Wolfowitz, sarebbe il favorito nella corsa alla successione di James Wolfensohn per la presidenza della World Bank. UPDATE. Camillo indaga.