domenica 27 febbraio 2005

Newt Country.

Il Corriere della Sera stavolta esagera (in senso buono). E, nella sezione "documenti" pubblica addirittura un articolo dell'intoccabile Newt Gingrich, ex Speaker repubblicano della Camera, ideatore del Contract with America del 1994 e recentemente autore dello splendido libro Winning the Future (che qualcuno considera una sorta di programma elettorale in vista del 2008). Una sola perplessità. Gingrich parla diffusamente di politica estera e stati canaglia, lotta al terrorismo e armi di distruzione di massa, 11 settembre e anti-americanismo delle élite culturali, strategia elettorale repubblicana e riforma della previdenza sociale, crisi delle Nazioni Unite ed economia globale, Cina e diffusione della ricerca tecnologica. Poi, descrivendo le (cinque) minacce che insidiano il futuro dell'America, Speaker Newt mette in guardia dal rischio "che Dio venga allontanato dalla vita pubblica americana e ci riduca alla civiltà della noia che adesso caratterizza un’Europa in declino". Su 2000 parole totali, appena un centinaio (il 5% del totale) sono dedicate, in qualche modo, alla religione. Eppure i titolisti di via Solferino hanno deciso che la frase meglio in grado di catturare lo spirito dell'articolo fosse "Che terrore un mondo senza Dio". Tanto per mettere in chiaro che, in fondo in fondo, Gingrich resta sempre il solito gaglioffo bigotto ostaggio della destra religiosa. Si tratta, nel caso specifico ma anche in generale, di una forzatura inaccettabile, dettata da una diffusissima e letale miscela di ignoranza e malafede.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho letto il suo libro, ma a me non piace molto...mi sembra un po' tanto populista. L'anima peggiore dei repubblicani. Tu cosa ne dici? ciao, aa.

JimMomo ha detto...

Io penso che quei passaggi sulla centralità di Dio nella vita pubblica americana sono pieni di implicazioni ambivalenti e per questo è stato opportuno dargli risalto nei titoli anche se si tratta del 5%.

Se avesse scritto "Chirac è uno stronzo" le parole sarebbero state 4 (lo 0,1%) ma forse sarebbero state riprese per il titolo.

Certo, il messaggio che viene fuori è quello che denunci tu, Andrea, ma anche un problema di chi legge.

Bisogna vedere se quelle parole, tradotte in politiche concrete, conducono al filone tradizionale della forte religiosità americana o preludono a una deviazione integralista.

Massima fiducia negli anticorpi della laicità americana, ma non abbassiamo lo sguardo.

ciao

a man ha detto...

Il discorso da fare su Gingrich è complesso e meriterà sicuramente (qui o altrove) un serio approfondimento. Intanto, però, voglio solo ricordare tre cose. 1) Nella seconda metà degli anni Novanta, lo Speaker è stato oggetto di una campagna mirata di disinformazione tanto massiccia quanto quella subita da Bush nel corso del suo primo mandato. 2) Sulla religiosità di Gingrich non ci sono dubbi (anche se i suoi detrattori hanno denunciato comportamenti privati non "in linea" con essa), ma Newt non ha mai rappresentato l'incarnazione della destra religiosa vicina al partito repubblicano. Piuttosto era l'alfiere di un "ritorno al liberismo" del GOP dopo gli anni del riflusso rappresentati da Bush sr. Dei dieci punti del Contratto del '94, soltanto uno esprime istanze in qualche modo "religiose". E si tratta del cosiddetto "Personal Responsibility Act", che proponeva cose assai condivisibili anche da un vetero-agnostico come il sottoscritto. 3) Ma credete veramente che, se Gingrich fosse il bigotto oscurantista che ci è sempre stato descritto, avrebbe potuto contare (nel '94 ma anche dopo) sull'appoggio di futurologi del calibro di Alvin Toffler e George Gilder?

Anonimo ha detto...

Ma qualcuno mi vuole spiegare cosa cé' di male nel ritenere Dio una componente centrale per ogni democrazia? La democrazia nasce storicamente e geograficamente proprio nell' ambito della Cristianita'! O sbaglio?!
Cerly
http://theykilledkenny81.blogspot.com/

a man ha detto...

Le preoccupazioni di aa e JimMomo, ma anche le osservazioni di Cerly, meritano un'attenzione che non è possibile esaurire in questa sede. Il discorso sul fusionismo della destra statunitense (e io credo fermamente alla possibilità di replicarne alcuni aspetti in Italia) è di importanza cruciale.
Voglio segnalare quattro articoli in merito. Il primo, da Ideazione, è un lungo saggio dello storico Giovanni Orsina (http://www.ideazione.com/quotidiano/6.altro/2005/2005-02-23_rivista_rightnation_orsina.htm), impegnativo ma a mio avviso illuminante. Gli altri tre, firmati Antonio Donno, Marco Respinti e Lee Edwards sono stati pubblicati da "Il Domenicale" nell'aprile del 2004 (http://www.ildomenicale.it/approfondimento.asp?id_approfondimento=9). La mia posizione, millimetro più millimetro meno, è esattamente quella di Edwards: "Neocon, paleo, libertarian... Il movimento ha bisogno di tutti".

Anonimo ha detto...

Il mio coinquilino, che lavora per un congressman liberal, mi ha detto: quello ci ha fatto il culo quando era speaker.
Qui a gennaio, del suo libro se ne parlava un casino. E da quello che ho sentito c'era tanto populismo e anche un po' di ambiguita'.
Sull'articolo che ieri il corriere ha pubblicato, inoltre, scrive golfo arabo e non golfo persico. ma non importa.
Io non do un giudizio, perche' quando lui era speaker io a momenti dovevo ancora finire le medie e quindi non ne so piu' di tanto. Mi sembra solo che sia carico di populismo. Qualcuno sussurra che voglia correre per la casa bianca.
Grazie dei link, quanto prima li leggero'.
Hannouccisokenny: nessuno dice che la religione deve essere tolta dalla sfera pubblica (Senza radici e' un libro magnifico), ma tra le due sfere ci deve essere una separazione: sartori di oggi mi sembra sia condivisibile. ciao, aa

a man ha detto...

Theykilledkenny: io i teocon (o theocon come dice qualcuno) ce li metto eccome. A patto che "dentro" ci stiano anche i libertarian, arrivo perfino più in là. :)
A proposito, ho aggiunto il tuo blog fra i link (e se mi mandi una mail, ti spiego come evitare che la colonna destra vada a finire in fondo alla pagina).

a man ha detto...

aa: per prendere più del 51% un pizzico di populismo serve come il pane ;)