Kagliostro, on Blogs 4 Cdl, is right to complain about the way many people - within the center-right coalition - underestimated the potential outcome of so-called center-left's primaries. Indeed, in cases like this one the trick is always the same: lower as much as possible the level of expectations among the public opinion, and then shout "miracle!" when you reach a barely normal result. Before Bush-Kerry television debates in 2004, democrat spin-doctors (in trouble with polls) did the same thing. And a substantial draw between the two candidates was magically transformed in a 3-0 win for Kerry. To complete the operation, of course, US Democrats and Italian lefties needed the media echo chamber, to pander the low expectations game and amplify the enthusiastic statements after the event. There is no need to imagine an obscure conspiration to realize that, in both cases, mainstream media were accomplices to a partisan strategy. But we can't hide the fact that in the United States the Republican Party was able, after few hours, to organize an effective counteroffensive (on talk radios, the Internet and alternative media), while in Italy the center-right coalition doesn't have the necessary tools to counter the leftist hegemony on the media. Nevertheless, this time, the stuff to work with was excellent and ample - Berlusconi's immediate reaction ("the only way they can win is when only their voters are allowed to vote"), the Mastella's detailed charges of fraud, Prodi's psychedelic statements about American primaries. It's absolutely necessary to learn from this experience, to be less unprepared next time.
RightNation
martedì 18 ottobre 2005
Il gioco delle aspettative
Fa bene Kagliostro, su Blogs 4 CdL, a lamentarsi del modo con cui molti - nel centrodestra - hanno "sottostimato" l'affluenza potenziale alle primarie dell'Unione. In questi casi, infatti, il giochino è sempre lo stesso: abbassare il più possibile il livello delle aspettative nell'opinione pubblica, per poi gridare al miracolo quando si raggiunge un risultato appena normale. Prima dei confronti televisivi tra Bush e Kerry nel 2004, gli spin-doctor democratici (in crisi d'immagine e consensi) hanno fatto esattamente la stessa operazione. E il sostanziale pareggio tra i due candidati si è trasformato, come d'incanto, in uno schiacciante 3-0 per Kerry. Per completare l'operazione, naturalmente, democratici Usa e sinistra italiana hanno anche avuto bisogno di una cassa di risonanza mediatica capace di assecondare il gioco delle aspettative decrescenti e fare da eco alle entusiastiche dichiarazioni post-evento. Non c'è bisogno di immaginare chissà quali oscuri complotti per rendersi conto che in entrambi i casi i mainstream media sono stati complici di una strategia politica di parte. Ma non c'è neppure bisogno di nascondersi il fatto che, mentre negli Stati Uniti il partito repubblicano è riuscito - in poche ore - ad organizzare una controffensiva efficace (sulle talk radio, su Internet e sui media "alternativi"), in Italia il centrodestra non è ancora riuscito a dotarsi degli strumenti necessari per fronteggiare l'egemonia mediatica della sinistra. Eppure stavolta il materiale a disposizione - la fulminante reazione di Berlusconi ("l'unico modo che hanno per vincere è far votare solo i loro elettori"), le circostanziate accuse di brogli lanciate da Mastella, le psichedeliche dichiarazioni di Prodi sulle primarie americane - era ottimo ed abbondante. Sarà assolutamente necessario fare tesoro di questa esperienza, per farsi trovare meno impreparati la prossima volta.
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