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Harvard, 5 giugno 1947
Il 5 giugno, ad Harvard, la stampa statunitense è praticamente assente. Gli uomini del Dipartimento di Stato hanno accuratamente evitato di dare qualsiasi pubblicità all’evento e Truman, nel pomeriggio, convocherà addirittura una conferenza stampa per monopolizzare le prime pagine dei quotidiani. I giornalisti europei, al contrario, sono moltissimi, quasi tutti invitati personalmente dal sottosegretario Dean Acheson. L’obiettivo è quello di informare l’opinione pubblica e i governi europei (e verificare le loro reazioni) prima di risolvere il problema più difficile: convincere i cittadini americani che l’Europa, ancora una volta, ha disperatamente bisogno dell’aiuto e del denaro a stelle e strisce. E che Washington è pronta a fare la sua parte.
In piedi sulla scalinata della Memorial Church, accanto alla piazzetta più antica del prestigioso campus americano, Marshall ringrazia i presenti e le autorità accademiche che gli hanno appena assegnato una laurea ad honorem. Soltanto poche parole di cortesia, prima pronunciare il discorso che avrebbe sconvolto la geopolitica mondiale per i decenni a venire, salvando forse l’Europa occidentale dalla minaccia comunista.
(continua a pag. I de "Il Foglio" di oggi)
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