mercoledì 6 giugno 2007

Il governo dei morti viventi

Anche stavolta il governo sopravvive grazie al voto di transfughi e senatori a vita. E con l'inadeguata compiacenza del presidente del Senato, Francesco Marini. Palazzo Madama ha approvato l'ordine del giorno dell'Unione sul caso Visco-GdF e rimandato di qualche settimana la certificazione legale della sua morte, ma questo non cambia di una virgola il penoso stato vegetativo in cui si trova la maggioranza.

Il voto sull'odg dell'Unione è stato accompagnato dalle urla indignate dei senatori della CdL. I capigruppo dell'opposizione - Calderoli, Schifani e Matteoli - si sono rivolti a Marini ricordandogli che il testo dell'ordine del giorno era praticamente identico a quello presentato dall'opposizione che era appena stato bocciato dall'Aula. Per regolamento, dunque, la votazione sull'odg doveva essere preclusa. Ma alla sinistra delle regole, evidentemente, piacciono solo le regole che la favoriscono. Incalzato dall'opposizione, Marini ci ha ripensato, dichiarando di considerare approvato solo il passaggio dell'odg in cui si afferma che "il Senato condivide l'operato del governo", mentre la parte che riguarda l'apprezzamento all'operato della GdF viene tolta perché, appunto, già contenuta nell'odg di Roberto Calderoli, bocciato in precedenza. Ancora una volta, Marini dimostra di essere totalmente inadeguato a ricoprire la seconda carica del paese.

A tenere banco, durante la discussione, era stato soprattutto il contestatissimo intervento del ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, che ha attaccato frontalmente il generale delle Fiamme Gialle, Roberto Speciale, accusandolo di "inadeguatezza" e di "gravi manchevolezze nei rapporti con il potere politico". "Sono mancate - ha affermato il ministro - la trasparenza, la prudenza e la riservatezza. E' venuto meno il legame di fiducia con il governo". Sembra quantomeno bizzarro, dunque, che lo stesso governo abbia tentato di assegnare al generale un importante incarico presso la Corte dei Conti, per assicurarsi il suo silenzio.

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