Ne abbiamo lette e sentite tante, sul dibattito Prodi-Berlusconi di ieri, che è arrivato il momento individuare - seriamente - qualche punto fermo.
1) Chi pensa che i duelli televisivi, in un sistema polarizzato come quello italiano, possano essere decisivi per l'esito finale del voto, è un pazzo o uno stupido. O entrambe le cose.
2) Sbaglia chi crede che il dibattito di ieri sia stato più importante del prossimo, quello previsto per il 3 aprile: quasi tutti gli elettori ancora "indecisi", infatti, appartengono alla categoria di persone che (per qualche misterioso motivo) decidono per chi votare nell'ultima settimana della campagna elettorale.
3) Proprio per questo motivo, Berlusconi - a differenza di quello che tentano di farci credere quasi tutti gli "analisti" dei giornali e delle televisioni - aveva due risultati utili a disposizione su tre: il pareggio e la vittoria. In realtà, il pareggio (soprattutto se dopo un dibattito noioso come quello di ieri sera) sarebbe stato un risultato maggiormente auspicabile, perché capace di far scendere le aspettative nei confronti di Berlusconi (tenute artificiosamente alte dai media nei giorni scorsi), massimizzando l'impatto di un potenziale risultato positivo nel duello finale. Putroppo, invece, il Cavaliere ha vinto (ai punti).
4) L'unico impatto (minimo) che è possibile attribuire a questo primo scontro televisivo è quello sul trend della campagna elettorale delle due coalizioni. Anche se la CdL è in svantaggio (di poco), la tendenza è ormai da mesi quella di un progressivo riavvicinamento. Soltanto con una vittoria clamorosa Prodi avrebbe potuto invertire questa tendenza. E questo, chiaramente, non è avvenuto.
5) Per valutare l'impatto dell'evento è importante non concentrarsi sulle reazioni a caldo, ma cercare di capire se c'è qualcosa di esso che possa sopravvivere nei prossimi giorni della campagna elettorale. Chiedetevi, magari nelle prossime ore, se vi ricordate di più qualcosa che ha detto Prodi o qualcosa che ha detto Berlusconi. Nel primo dibattito Bush-Kerry dell'ottobre 2004, in cui quasi tutti gli osservatori hanno attribuito la vittoria allo sfidante democratico, in realtà i "talking points" di Bush hanno trovato la forza di sopravvivere nelle settimane successive della campagna elettorale. Mentre quelli di Kerry (chi si ricorda il "global test"?) sono diventati punti di debolezza. Sotto questo profilo, chi si affanna a proclamare una vittoria di Prodi sostiene una teoria quantomeno "bislacca".
6) Una notazione finale, stavolta personalissima. Secondo i sondaggisti, una buona fetta degli "indecisi" sono donne non più giovanissime. E si tratta anche della categoria più influenzabile da eventi mediatici come quello di ieri sera. A vostro giudizio, questa categoria di persone tende a preferire un leone in gabbia sempre all'attacco che nel finale è apparso un po' stanco (Berlusconi) o una mortadella con un sorriso ebete stampato sulla faccia che nel finale ha biascicato un appello senza senso per un mondo migliore (Prodi)? Non so voi, ma la mia mamma non avrebbe dubbi.
Nessun commento:
Posta un commento