lunedì 25 febbraio 2008

PdL-Lega: separazione tattica?

Un nostro lettore, nei commenti a un post precedente, ci segnalava questa interessantissima analisi scritta da Sandro Brusco per Noise from Amerika, in cui - prendendo come base di riferimento i voti del 2006 (e le alleanze del 2008) - si ipotizzava una vittoria elettorale del centrodestra senza maggioranza al Senato. Leggete tutta l'analisi, perché ne vale veramente la pena. Noi, però, vogliamo concentrarci su un punto in particolare. In un “update” dell'articolo, l'autore scriveva: “alcuni lettori mi hanno segnalato che la Lega Nord potrebbe strategicamente correre da sola in Lombardia e Veneto. Ho rifatto i conti e in tal caso il blocco berlusconiano prenderebbe 7 seggi in più, raggiungendo una maggioranza di 161 seggi al Senato”. Esattamente lo stesso appello lanciato dal nostro lettore, che ci invitava a “girare questo allarme a chi di dovere nel PdL”, caldeggiando una “separazione tattica del PdL dalla Lega in Lombardia e Veneto”.

Neppure a farlo apposta, nel primo pomeriggio di oggi le agenzie di stampa battevano questa notizia: “Lega da sola al Senato per potere avere una solida maggioranza a palazzo Madama. Questa ipotesi, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, è allo studio degli stati maggiori del PdL. La legge elettorale in vigore assegna infatti in ogni regione il 55% dei seggi alla lista o alla coalizione di liste con più voti. Prendendo come parametro il risultato elettorale del 2006, il PdL riuscirebbe ad ottenere il premio di maggioranza in Lombardia ed in Veneto sia con la Lega sia senza. Se la Lega presentasse una propria lista senza apparentamenti, otterrebbe da sola circa sei seggi aggiuntivi nelle due regioni” (continua qui).

Forse, dall'amara lezione del 2006 il centrodestra ha davvero imparato qualcosa. Perdere le elezioni perché si prendono meno voti degli avversari può sempre accadere. Ma perdere perché non si riescono a comprendere fino in fondo le caratteristiche del sistema elettorale, questo sì, è da stupidi. Soprattutto quando la legge elettorale è stata scritta dagli stessi che non sanno sfruttarne le caratteristiche. Speriamo in un barlume di intelligenza tattica.

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