Non basta certo il riconoscimento, tardivo, ad uno dei più grandi compositori musicali della storia, per farci dimenticare che - ancora una volta - Hollywood si è dimostrata essere la cassa di risonanza di una sinistra americana sempre più arroccata su posizioni estremiste. L'Oscar assegnato ad Al Gore, per il suo finto-documentario "An Inconvenient Truth", fa il paio con quello vinto dal bugiardo professionista Michael Moore nel 2002 (qui la lista, in italiano, dei 59 inganni contenuti in "Fahrenheit 9/11") grazie all'altro finto-documentario "Bowling for Columbine". Che si tratti di sostenere il pacifismo imbelle e terzomondista, il controllo statale sulla vita dei cittadini o il catastrofismo pseudo-ambientalista, Hollywood non si fa troppi scrupoli. L'importante è che qualcuno faccia finta di girare un documentario, lo infarcisca di luoghi comuni sinistrorsi, semplici menzogne o tesi non dimostrabili, e il gioco è fatto. Una statuetta non si nega a nessuno (degli amici).
UPDATE. A proposito di Morricone, ha ragione Alan.
Nessun commento:
Posta un commento