MARYLAND (10)
Popolazione: 5.618.344 (19°)
Capitale: Annapolis (36.408 )
Città più grande: Baltimora (637.455 - metro area: circa 2.600.000)
Governatore: Martin O'Malley (D)
Senato: Barbara Mikulski (D); Benjamin Cardin (D)
Camera: GOP 2 DEM 6. Wayne Gilchrest (R); Dutch Ruppersberger (D); John Sarbanes (D); Albert Wynn (D); Steny Hoyer (D); Roscoe Bartlett (R); Elijah Cummings (D); Christopher van Hollen (D)
Il Maryland è il 5° stato meno conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato dell'15,5% inferiore alla media nazionale. Il trend degli ultimi anni è favorevole al partito democratico. Fin dagli anni precedenti alla Guerra Civile, il controllo politico del Maryland è sempre stato saldamente nelle mani del partito democratico. E quando le posizioni dei due partiti maggiori, nell'ultimo secolo, hanno subito un profondo processo di trasformazione, lo spirito dell'Old Line State è cambiato con esse. L'unico punto di forza, per il GOP, è una discreta presenza dei cosiddetti "Reagan Democrats" (blue-collar, soprattutto), che non temono di "tradire" il proprio partito per votare il candidato del GOP, anche alle presidenziali. Nella storia recente degli Stati Uniti, il Maryland vota con entusiasmo decrescente per F.D. Roosevelt durante gli anni del New Deal (+25% nel 1932 e nel 1936; +18% nel 1940; +3% nel 1944), per poi scegliere di misura Dewey su Truman nel 1948 (+1%) e molto più nettamente Eisenhower contro Stevenson (+12% nel 1952; +20% nel 1956). Negli Anni Sessanta, il partito democratico torna a conquistare con regolarità lo stato, con Kennedy (+7% nel 1960), Johnson (+31% nel 1964) e Humphrey (+2% nel 1968); prima di piegarsi al landslide di Nixon nel 1972 (+24%) e tornare "a casa" con Carter nel 1976 (+6%) e nel 1980 (+3%). Reagan, nel 1984 (+5%) e Bush Sr. nel 1988 (+3%) riescono, a stento, a vincere in Maryland, ma lo stato scivola definitivamente nella colonna blu durante gli Anni Novanta e nel decennio in corso, con distacchi sempre in doppia cifra: Clinton nel 1992 (+14%) e nel 1996 (+18%); Gore nel 2000 (+16%); Kerry nel 2004 (+13%).
Nel ciclo elettorale del 2008, il Maryland è uno degli stati meno analizzati dagli istituti di ricerca. In ogni caso, la performance di Obama sembra più o meno in linea con quella di Kerry nel 2004, con un vantaggio che oscilla tra i 10 e i 14 punti percentuali (il livello minimo di questo range è quello registrato da Rasmussen Reports a luglio, mentre gli altri sondaggi sono molto più vecchi). Non sembra verosimile che McCain possa ribaltare questa situazione, visto che lo stato - già blu - è diventato ancora più blu alle elezioni di mid-term del 2006, quando il pur ottimo governatore repubblicano Bob Erlich non è riuscito ad evitare la sconfitta contro lo sfidante democratico Martin O'Malley. Nemmeno l'ex vice-governatore repubblicano, Michael Steele, uno dei più brillanti politici afro-americani dell'ultima generazione, è riuscito a combinare molto di più nel suo tentativo di conquistare un seggio vacante del Senato. Il Maryland è territorio ostile per il GOP. E quest'anno non farà eccezione.
Il dominio democratico nell'Old Line State nasce nelle due aree urbane maggiori, quella di Washington (il District of Columbia è praticamente al confine tra Virginia e Maryland, a cavallo tra le contee di Prince George's e Montgomery) e quella di Baltimora. Per dare un'idea di questo strapotere, nel 2004 Kerry ha vinto a Baltimore City con l'81,9% dei voti (contro il 16,9% di Bush), a Prince George's con l'81,8% (contro il 17,4%) e a Montgomery con il 65,9% (contro il 32,8%). In queste tre contee - con una numerosa comunità afro-americana e in cui molti posti di lavoro sono, direttamente o indirettamente, legati al governo federale - vota circa un milione di persone, poco meno della metà degli elettori di tutto il Maryland. Il GOP raggiunge percentuali ottime (tra il 55% e il 70%) nel resto dello stato, in particolare nei sobborghi più esterni delle aree urbane, al confine occidentale con il West Virginia e nelle contee della Eastern Shore al confine con il Delaware. Ma questo non è sufficiente a bilanciare il dominio democratico nelle zone più popolose.
Nel 1980, il Maryland è stato uno dei pochi (sei) successi di Jimmy Carter nella sua corsa alla rielezione. Nel 1992, Bill Clinton ha raggiunto proprio qui il suo miglior risultato (a parte l'Arkansas). Nel 1996, è stata la sua sesta migliore performance. Nel 2000, è stata la quarta migliore prestazione di Gore. E nel 2004 la quinta migliore di Kerry. Non c'è nessun motivo razionale per dubitare del fatto che, nel 2008, Obama non riesca a fare altrettanto. L'Old Line State è DEM Solid. Altri 10 electoral votes per il partito democratico.
Città più grande: Baltimora (637.455 - metro area: circa 2.600.000)
Governatore: Martin O'Malley (D)
Senato: Barbara Mikulski (D); Benjamin Cardin (D)
Camera: GOP 2 DEM 6. Wayne Gilchrest (R); Dutch Ruppersberger (D); John Sarbanes (D); Albert Wynn (D); Steny Hoyer (D); Roscoe Bartlett (R); Elijah Cummings (D); Christopher van Hollen (D)
Il Maryland è il 5° stato meno conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato dell'15,5% inferiore alla media nazionale. Il trend degli ultimi anni è favorevole al partito democratico. Fin dagli anni precedenti alla Guerra Civile, il controllo politico del Maryland è sempre stato saldamente nelle mani del partito democratico. E quando le posizioni dei due partiti maggiori, nell'ultimo secolo, hanno subito un profondo processo di trasformazione, lo spirito dell'Old Line State è cambiato con esse. L'unico punto di forza, per il GOP, è una discreta presenza dei cosiddetti "Reagan Democrats" (blue-collar, soprattutto), che non temono di "tradire" il proprio partito per votare il candidato del GOP, anche alle presidenziali. Nella storia recente degli Stati Uniti, il Maryland vota con entusiasmo decrescente per F.D. Roosevelt durante gli anni del New Deal (+25% nel 1932 e nel 1936; +18% nel 1940; +3% nel 1944), per poi scegliere di misura Dewey su Truman nel 1948 (+1%) e molto più nettamente Eisenhower contro Stevenson (+12% nel 1952; +20% nel 1956). Negli Anni Sessanta, il partito democratico torna a conquistare con regolarità lo stato, con Kennedy (+7% nel 1960), Johnson (+31% nel 1964) e Humphrey (+2% nel 1968); prima di piegarsi al landslide di Nixon nel 1972 (+24%) e tornare "a casa" con Carter nel 1976 (+6%) e nel 1980 (+3%). Reagan, nel 1984 (+5%) e Bush Sr. nel 1988 (+3%) riescono, a stento, a vincere in Maryland, ma lo stato scivola definitivamente nella colonna blu durante gli Anni Novanta e nel decennio in corso, con distacchi sempre in doppia cifra: Clinton nel 1992 (+14%) e nel 1996 (+18%); Gore nel 2000 (+16%); Kerry nel 2004 (+13%).
Nel ciclo elettorale del 2008, il Maryland è uno degli stati meno analizzati dagli istituti di ricerca. In ogni caso, la performance di Obama sembra più o meno in linea con quella di Kerry nel 2004, con un vantaggio che oscilla tra i 10 e i 14 punti percentuali (il livello minimo di questo range è quello registrato da Rasmussen Reports a luglio, mentre gli altri sondaggi sono molto più vecchi). Non sembra verosimile che McCain possa ribaltare questa situazione, visto che lo stato - già blu - è diventato ancora più blu alle elezioni di mid-term del 2006, quando il pur ottimo governatore repubblicano Bob Erlich non è riuscito ad evitare la sconfitta contro lo sfidante democratico Martin O'Malley. Nemmeno l'ex vice-governatore repubblicano, Michael Steele, uno dei più brillanti politici afro-americani dell'ultima generazione, è riuscito a combinare molto di più nel suo tentativo di conquistare un seggio vacante del Senato. Il Maryland è territorio ostile per il GOP. E quest'anno non farà eccezione.
Il dominio democratico nell'Old Line State nasce nelle due aree urbane maggiori, quella di Washington (il District of Columbia è praticamente al confine tra Virginia e Maryland, a cavallo tra le contee di Prince George's e Montgomery) e quella di Baltimora. Per dare un'idea di questo strapotere, nel 2004 Kerry ha vinto a Baltimore City con l'81,9% dei voti (contro il 16,9% di Bush), a Prince George's con l'81,8% (contro il 17,4%) e a Montgomery con il 65,9% (contro il 32,8%). In queste tre contee - con una numerosa comunità afro-americana e in cui molti posti di lavoro sono, direttamente o indirettamente, legati al governo federale - vota circa un milione di persone, poco meno della metà degli elettori di tutto il Maryland. Il GOP raggiunge percentuali ottime (tra il 55% e il 70%) nel resto dello stato, in particolare nei sobborghi più esterni delle aree urbane, al confine occidentale con il West Virginia e nelle contee della Eastern Shore al confine con il Delaware. Ma questo non è sufficiente a bilanciare il dominio democratico nelle zone più popolose.
Nel 1980, il Maryland è stato uno dei pochi (sei) successi di Jimmy Carter nella sua corsa alla rielezione. Nel 1992, Bill Clinton ha raggiunto proprio qui il suo miglior risultato (a parte l'Arkansas). Nel 1996, è stata la sua sesta migliore performance. Nel 2000, è stata la quarta migliore prestazione di Gore. E nel 2004 la quinta migliore di Kerry. Non c'è nessun motivo razionale per dubitare del fatto che, nel 2008, Obama non riesca a fare altrettanto. L'Old Line State è DEM Solid. Altri 10 electoral votes per il partito democratico.
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