KENTUCKY (8)
Popolazione: 4.041.769 (26°)
Capitale: Frankfort (27.741)
Città più grande: Louisville (693.604)
Governatore: Steven Beshear (D)
Senato: Mitch McConnell (R); Jim Bunning (R)
Camera: GOP 4 DEM 2. Edward Whitfield (R); Ron Lewis (R); John Yarmouth (D); Geoff Davis (R); Hal Rogers (R); Ben Chandler (D)
Il Kentucky è il 14° stato più conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato del 17,4% superiore alla media nazionale. E il trend degli ultimi anni è favorevole al GOP. Nella storia politica recente degli USA, il Kentucky - che è abitualmente considerato uno dei stati del sud (anche se, geograficamente e demograficamente avrebbe caratteristiche assimilabili al Midwest) - ha seguito, almeno alle elezioni presidenziali, la parabola classica del Solid South (anche se il Kentucky non è mai stato troppo “solido”), slittando lentamente dal partito democratico verso quello repubblicano (con la parentesi-Clinton). Dopo aver votato per F.D. Roosevelt - in maniera sempre meno convinta - dal 1932 (59%) al 1944 (54%), il Bluegrass State ha scelto Truman nel 1948 (56%), Stevenson nel 1952 (con soli 700 voti di margine), Eisenhower nel 1956 (54%), Nixon nel 1960 (53%), Johnson nel 1964 (64%), ancora Nixon nel 1968 (43%) e nel 1972 (63%), Carter nel 1976 (52%), Reagan nel 1980 (49%) e nel 1984 (60%), Bush sr. nel 1988 (55%), Clinton nel 1992 (44%) e nel 1996 (45%), Bush jr. nel 2000 (55%) e nel 2004 (60%).
Nei sondaggi condotti in questo ciclo elettorale, il vantaggio di McCain in Kentucky non è mai sceso sotto i 9 punti percentuali (con un picco massimo del 36 per cento, per Survey USA, a marzo). Attualmente la media di Real Clear Politics registra un margine di 14 punti a favore del candidato repubblicano. Nel 2008, si vota anche per il seggio del Senato occupato da McConnell: non sarà una passeggiata, ma il senatore senior del GOP dovrebbe farcela (nella media RCP è in vantaggio dell'8,7%). Non si tratta, in ogni caso, di una sfida in grado di alterare la dinamica delle presidenziali, che resta solidamente in mano ai repubblicani.
Geograficamente, i democratici sono più forti nella Jefferson County (dove risiede la città più popolosa, Louisville) e nello “spigolo” all'estremità orientale dello stato (al confine con Virginia e West Virginia). In tutto il resto del Kentucky, almeno nelle elezioni recenti, domina il GOP, con percentuali che oscillano da un 60-65% di media e arrivano a sfiorare e qualche volta a superare l'80% in alcune contee centrali come Adair, Casey, Pulaski, Rockcastle e Jackson. Negli anni in cui il partito democratico è riuscito a vincere in Kentucky, le contee “blu” si estendevano spesso a tutta la zona orientale dello stato e comprendevano anche quelle al confine occidentale con Illinois e Missouri.
Neppure nei loro sogni più audaci, gli strateghi democratici hanno mai pensato di poter portare a casa il Kentucky nel 2008, ribaltando i 20 punti percentuali di svantaggio incassati da George W. Bush appena quattro anni fa. La nostra previsione assegna gli 8 electoral votes dello stato alla colonna GOP Solid. E ci vorrebbe davvero un cataclisma di proporzioni cosmiche per cambiare le carte in tavola.
Città più grande: Louisville (693.604)
Governatore: Steven Beshear (D)
Senato: Mitch McConnell (R); Jim Bunning (R)
Camera: GOP 4 DEM 2. Edward Whitfield (R); Ron Lewis (R); John Yarmouth (D); Geoff Davis (R); Hal Rogers (R); Ben Chandler (D)
Il Kentucky è il 14° stato più conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato del 17,4% superiore alla media nazionale. E il trend degli ultimi anni è favorevole al GOP. Nella storia politica recente degli USA, il Kentucky - che è abitualmente considerato uno dei stati del sud (anche se, geograficamente e demograficamente avrebbe caratteristiche assimilabili al Midwest) - ha seguito, almeno alle elezioni presidenziali, la parabola classica del Solid South (anche se il Kentucky non è mai stato troppo “solido”), slittando lentamente dal partito democratico verso quello repubblicano (con la parentesi-Clinton). Dopo aver votato per F.D. Roosevelt - in maniera sempre meno convinta - dal 1932 (59%) al 1944 (54%), il Bluegrass State ha scelto Truman nel 1948 (56%), Stevenson nel 1952 (con soli 700 voti di margine), Eisenhower nel 1956 (54%), Nixon nel 1960 (53%), Johnson nel 1964 (64%), ancora Nixon nel 1968 (43%) e nel 1972 (63%), Carter nel 1976 (52%), Reagan nel 1980 (49%) e nel 1984 (60%), Bush sr. nel 1988 (55%), Clinton nel 1992 (44%) e nel 1996 (45%), Bush jr. nel 2000 (55%) e nel 2004 (60%).
Nei sondaggi condotti in questo ciclo elettorale, il vantaggio di McCain in Kentucky non è mai sceso sotto i 9 punti percentuali (con un picco massimo del 36 per cento, per Survey USA, a marzo). Attualmente la media di Real Clear Politics registra un margine di 14 punti a favore del candidato repubblicano. Nel 2008, si vota anche per il seggio del Senato occupato da McConnell: non sarà una passeggiata, ma il senatore senior del GOP dovrebbe farcela (nella media RCP è in vantaggio dell'8,7%). Non si tratta, in ogni caso, di una sfida in grado di alterare la dinamica delle presidenziali, che resta solidamente in mano ai repubblicani.
Geograficamente, i democratici sono più forti nella Jefferson County (dove risiede la città più popolosa, Louisville) e nello “spigolo” all'estremità orientale dello stato (al confine con Virginia e West Virginia). In tutto il resto del Kentucky, almeno nelle elezioni recenti, domina il GOP, con percentuali che oscillano da un 60-65% di media e arrivano a sfiorare e qualche volta a superare l'80% in alcune contee centrali come Adair, Casey, Pulaski, Rockcastle e Jackson. Negli anni in cui il partito democratico è riuscito a vincere in Kentucky, le contee “blu” si estendevano spesso a tutta la zona orientale dello stato e comprendevano anche quelle al confine occidentale con Illinois e Missouri.
Neppure nei loro sogni più audaci, gli strateghi democratici hanno mai pensato di poter portare a casa il Kentucky nel 2008, ribaltando i 20 punti percentuali di svantaggio incassati da George W. Bush appena quattro anni fa. La nostra previsione assegna gli 8 electoral votes dello stato alla colonna GOP Solid. E ci vorrebbe davvero un cataclisma di proporzioni cosmiche per cambiare le carte in tavola.
Nessun commento:
Posta un commento