A pagina 9 del Corsera in edicola oggi, Alessandra Farkas (il secondo peggior corrispondente dagli Usa della storia dell'umanità dopo Ennio Caretto) intervista John Zogby, che nell'occhiello del titolo è definito «il re dei sondaggi» e nell'articolo «fondatore dell'istituto di sondaggi più importante degli Stati Uniti» insieme a Gallup. A parte la risibilità di queste affermazioni, che si commentano da sole, la cosa divertente da notare è che l'intervista è illustrata da un grafico che dovrebbe dare peso alla seconda parte dell'occhiello: «La scelta di Biden ha riportato avanti i democratici».
In effetti, a guardare l'andamento del grafico, sembrerebbe proprio così. Il 16 luglio Obama era a +7, il 14 agosto a +2, il 20 agosto a -5 e il 24 agosto nuovamente a +2. C'è un solo, piccolissimo problema: questi 4 sondaggi (tutti di Zogby) sono effettuati con due metodologie completamente diverse. In particolare, il primo e il terzo sondaggio - commissionati dall'agenzia di stampa Reuters - sono condotti con metodi tradizionali (e McCain è passato dal -7 di luglio al +5 di agosto), mentre il secondo e il quarto fanno parte dei cosiddetti “Zogby Interactive”, prevedono l'utilizzo di questionari compilati via Internet e sono generalmente scartati come inattendibili da tutti gli analisti (e Obama è rimasto stabile a +2).
Qualsiasi giornale o giornalista ha il diritto di essere fazioso e preferire un candidato a un altro. Quando, però, una testata che ama definirsi “neutrale” ricorre a questi kindergarten tricks per ingannare i propri lettori più disattenti, la faziosità si trasforma in truffa.
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