martedì 31 luglio 2007

Traveggole

Forse abbiamo le traveggole. Nell'ultimo sondaggio dell'American Research Group, Rudolph Giuliani è in testa (per un soffio) sia in Iowa che in New Hampshire, recuperando in meno di un mese il 7-8% in entrambi gli stati a Mitt Romney e attirando quasi tutti i consensi degli elettori in fuga da John McCain (cosa che Fred Thompson riesce a fare soltanto in minima parte). Va ricordato, ai più distratti, che Rudy sta totalmente ignorando l'Iowa nella sua campagna elettorale e che soltanto negli ultimi giorni ha iniziato a fare capolino in New Hampshire. Niente male per l'uomo-che-non-può-vincere-le-primarie-repubblicane.

UPDATE. John Podhoretz su The Corner (il blog della National Review): "If he wins one of those two states, he will probably win the nomination."

Scary Story

Mission Accomplished

Il mondo è tornato ad essere un posto normale. Ricordate, qualche settimana fa, l'editoriale del New York Times (la password per leggerlo cercatela qui) che invocava il ritiro statunitense dall'Iraq? Il giorno dopo, giornali e telegiornali italiani avevano ripreso la "notizia" come se si fosse trattato di un annuncio ufficiale da parte della Casa Bianca. Analisti, commentatori e semplici passanti avevano detto la loro sull'argomento (provate a fare una ricerca veloce su google). E un solo concetto emergeva, solido come la roccia: se l'ha scritto il New York Times, ci deve essere qualcosa di vero; la guerra in Iraq è persa, il ritiro è vicino.

Ieri, lo stesso giornale ha pubblicato un editoriale molto più serio: frutto di una ricerca compiuta sul campo, direttamente nel triangolo sunnita iracheno, e non di elucubrazioni estive partorite nella calda estate di Manhattan; scritto da due analisti di un think-tank rispettabile, anche se un po' sinistrorso, e non da un esponente di quella gerontocrazia mediale che sta uccidendo la carta stampata indipendente. Questo editoriale, però, aveva un problemino di non poco conto, perché sosteneva una tesi diametralmente opposta a quella imperante nei bunker disfattisti dei mainstream media occidentali: la nuova strategia dell'amministrazione Bush in Iraq sta funzionando; la guerra si può vincere.

Osservare il diverso modo con cui questi due diversi editoriali - pubblicati dallo stesso quotidiano a distanza di appena qualche giorno - sono stati recepiti dal resto dei media è estremamente significativo per rendersi conto del grado, forse irreversibile (e spesso inconsapevole), di deviazione sinistra raggiunta dal mondo dell'informazione al di qua e al di là dell'Atlantico. In Italia, l'articolo di Michael E. O'Hanlon e Kenneth M. Pollack è stato semplicemente ignorato da giornali e telegiornali. Quando il NYT ha indicato the road home, al contrario, lo straordinario evento ha fatto bella mostra di sé per ore come "ultimora" di SkyTg24 e come titolo d'apertura di telegiornali, radiogiornali, giornali, testate online, blog più o meno autorevoli e bollettini parrochiali ciclostilati.

Negli Stati Uniti, i due analisti (che si dichiarano "duramente critici con l'amministrazione Bush"), sono stati invece trattati come due sfacciate cheerleader della Casa Bianca, pronti a vendere la propria integrità professionale per raccogliere le briciole del solito complotto pluto-giudaico-massonico di Cheney-Halliburton-CocaCola-McDonald's-Topolino. I toni di disprezzo raggiunti, in particolare, su alcuni blog della sinistra americana (ma non solo sui blog, provate a leggere Glenn Greenwald su Salon per esempio), è raccapricciante. Soprattutto se si considera che, effettivamente, O'Hanlon e Pollack non hanno in passato risparmiato giudizi assai pesanti nei confronti della Casa Bianca e della sua strategia in Iraq (McQ su QandO ha raccolto alcune "perle" molto interessanti).

Insomma, siamo alle solite: i mainstream media hanno faticosamente costruito dal nulla una rappresentazione della "realtà" (che stranamente coincide con quella delle fazioni più radicali della sinistra mondiale) modellata secondo le proprie sensibilità culturali e ideologiche. E cercano, con metodi che conoscono da decenni, di diffondere questo complesso intreccio di mezze verità, schiette bugie e giochi di specchi per alterare la percezione dell'opinione pubblica. Anzi, di un insieme di individui che si ostinano a chiamare opinione pubblica. Tutto quello che contribuisce a corroborare questa falsa rappresentazione della realtà è amplificato, diffuso, analizzato, lodato, vezzeggiato e benedetto. Tutto quello che, per un motivo qualsiasi, potrebbe contribuire a falsificare la Teoria è distrutto, vilipeso, azzannato, deriso, disprezzato o, molto più semplicemente, ignorato. Il coraggioso editoriale scritto dagli analisti della Brookings Institutions appartiene a questa seconda categoria. E come tale è stato trattato. Missione compiuta: il mondo, il loro mondo, è tornato ad essere un posto normale.

Bipartisan Round-Up (via memeorandum): The Newshoggers, Election Central, Power Line, Times of London, Althouse, Townhall.com, Reuters, The Atlantic Online, Winds of Change, The Belmont Club, NewsBusters.org, Right Wing Nut House, Liberty Street, Political Punch, The Carpetbagger Report, Villainous Company, Eschaton, No More Mister Nice Blog, rubber hose, Hot Air, TigerHawk, Wake up America, Commentary, BBC, Time, Lawyers, Guns and Money, Thomas P.M. Barnett, USS Neverdock, Taylor Marsh, Blackfive, The Strata-Sphere, Informed Comment, Gateway Pundit, National Review, Donklephant, Connecting.the.Dots, The Sundries Shack, Balloon Juice, JustOneMinute, Weekly Standard, Neptunus Lex, Clayton Cramer's Blog, Captain's Quarters, Flopping Aces, WILLisms.com, Jules Crittenden, UrbanGrounds, Blue Crab Boulevard, Betsy's Page, Right Wing News, QandO, PrairiePundit, Dr. Sanity, Macsmind, Dean's World, Transterrestrial Musings, Comments From Left Field, The Moderate Voice, TIME, The Young Turks, Sister Toldjah, INDCJournal, Telegraph, Salon, Norwegianity, NewsBusters.org, Open Left, Blackfive, PoliBlog, Grasping Reality.

lunedì 30 luglio 2007

Iraq: la disfatta dei disfattisti

Il mondo è davvero un posto strano. E adesso ci si mettono anche gli analisti della Brooking Institutions a confondere le idee a noi comuni mortali. Sì, perché alcuni esperti del think-tank americano (che non è certo un covo di neocon, anzi...) - come Peter W. Rodman, Michael E. O'Hanlon e Kenneth M. Pollack - si sono messi a scrivere editoriali, il primo per il Washington Post e i secondi due sul New York Times (sì, proprio il NYT), per spiegarci che la nuova strategia dell'amministrazione Bush in Iraq sta finalmente ottenendo risultati. Ma il giornale che ha deciso di pubblicare questa analisi non era per caso l'organo ufficiale dei disfattisti di tutto il pianeta?

UPDATE. Sullo stesso argomento (ma da fonte più affidabile del NYT), questo articolo di J.R. Dunn su The American Thinker è da leggere assolutamente.

Round-Up: TigerHawk, JustOneMinute, The Moderate Voice, Captain's Quarters, The Belmont Club, USS Neverdock, Townhall, Flopping Aces, Jules Crittenden, NewsBusters.org, WILLisms.com, QandO, Hot Air, Macsmind, Blue Crab Boulevard, Althouse, Sister Toldjah.

GOP YouTube Debate/ 2

Ed Morrisey, su Captain's Quarters, ha un'idea per uscire dallo stallo in cui si è infilata la discussione. Dan Riehl, poi, si chiede se è davvero necessario il filtro dei mainstream media per organizzare un video-dibattito online. E Jimmie, su Sundries Shack, fa un ulteriore passo in avanti. Sono tutte soluzioni praticabili, ma adesso è arrivato il momento di scegliere.

UPDATE. Su Future Shock, il video di Hot Air: "Don’t run away from the CNN/YouTube debate".

Round-Up: Mark Steyn, Patrick Ruffini, Hugh Hewitt, John Podhoretz, Michelle Malkin, Bryan Preston, Sister Toldjah, Kathryn Jean Lopez, Don Surber, Patterico's Pontifications, Hot Air, The Sundries Shack, Riehl World View, Balloon Juice, Heading Right, Roger Ailes.

Spirit of Iraq

Il semi-liveblogging di Iraq the Model sulla vittoria irachena nella Coppa d'Asia di calcio è, semplicemente, commovente.

Round-Up: Townhall.com, TBogg, SCSUScholars, Hot Air, Jules Crittenden, Wake up America, Michelle Malkin.

venerdì 27 luglio 2007

GOP YouTube Debate

Corre voce, sulla riva destra della blogosfera americana, che i front-runner delle primarie repubblicane - Rudolph Giuliani, Fred Thompson e Mitt Romney - non siano affatto intenzionati a partecipare al dibattito organizzato da CNN e YouTube che dovrebbe replicare, in campo repubblicano, l'esperimento già condotto con i candidati democratici.

Dopo aver visto qualche spezzone del dibattito democratico (domande stupide scelte in modo stupido, con una pacchiana sovra-rappresentazione dei temi preferiti dall'estrema sinistra), la nostra prima reazione è stata simile a quella di Hugh Hewitt (thumbs down). Sempre sul blog di Hewitt, però, Patrick Ruffini sostiene una posizione diametralmente opposta. E mette in guardia il GOP dal rischio di "perdere un'intera generazione di elettori".

Si tratta di un dilemma di non facile risoluzione, che presuppone una riflessione adeguata sul ruolo e le potenzialità dello strumento Internet nel campo della comunicazione e dell'informazione politica. Chi ha davvero a cuore le sorti della Right Nation, non solo negli Stati Uniti, dovrebbe iniziare ad interrogarsi su questioni del genere, che prima o poi, inevitabilmente, diventeranno di pressante attualità anche da noi. L'alternativa è ridursi a raccogliere le briciole mediatiche cadute dal piatto di qualcuno che, a sua volta, sta raccogliendo le briciole di un banchetto a cui non è stato invitato.

Robert A. Heinlein, un secolo dopo

Lo scorso 7 luglio, Robert A. Heinlein - padre della fantascienza classica e right-wing libertarian duro e puro - avrebbe compiuto un secolo di vita. Taylor Dinerman, nella pagina degli editoriali del Wall Street Journal, ricorda la sua eredità letteraria e politica. Come dicono sulla Luna: "There ain't no such thing as a free lunch!".

Su Future Shock, un tributo video.

TheNewRepublicGate

Se volete seguire da vicono l'ultimo blogswarm che sta travolgendo i media tradizionali (e in questo caso ultra-liberal, come The New Republic), vi consigliamo di partire dal round-up di Michelle Malkin. E date anche un'occhiata ad Ace of Spades HQ.

mercoledì 25 luglio 2007

Rudy, sempre lui

Ogni volta che la sua candidatura viene data per morta, Rudy Giuliani trova sempre il modo di smentire gli uccelli del malaugurio. Nell'ultimo sondaggio di Rasmussen Reports, l'unico istituto di ricerca che nei sondaggi sulle primarie repubblicane vedeva in vantaggio Fred Thompson nei confronti dell'ex sindaco di New York, Giuliani è riuscito a recuperare lo svantaggio che lo separava dal rivale. Secondo Rasmussen, Thompson e Giuliani sono oggi appaiati al 25% dei consensi, con un discreto margine su John McCain (12%) e Mitt Romney (11%). Soltanto una settimana fa, Thompson (27%) aveva 5 punti percentuali di vantaggio su Giuliani (22%).

Se Rasmussen fotografa una situazione di parità estremamente fluida, però, tutti gli altri istituti di ricerca continuano a registrare un vantaggio piuttosto consistente a favore di Rudy. Secondo il sondaggio di ABC/Washington Post pubblicato oggi, per esempio, Giuliani (34%) avrebbe addirittura un vantaggio di 18 punti su McCain (16%) e di 20 su Thompson (14%). Un distacco in crescita rispetto a un mese fa (32-19). Mentre secondo Fox News il distacco, anche se minore, resta comunque in doppia cifra, con Giuliani al 27% davanti a McCain e Thompson appaiati al 16%. Dieci punti di vantaggio per Giuliani (30%) su Thompson (20%), infine, secondo Gallup, con McCain (in calo) al 16%.

Molto buona, per Giuliani, anche la situazione nei singoli stati (ad eccezione di Iowa e New Hampshire, esclusi deliberatamente dalla campagna con una scelta strategica quasi inedita). Giuliani è in vantaggio in Florida secondo Rasmussen (+1%), American Research Group (+6%), Strategic Vision (+6%) e Quinnipiac (+12%). Secondo la CNN, poi, Giuliani sarebbe favorito (+8%) anche in South Carolina, stato in cui soprattutto Romney sta puntanto molte delle sue carte e che per lungo tempo ha rappresentato uno dei punti di forza di McCain. Se poi qualcuno avesse ancora dei dubbi sulle reali possibilità di Rudy nelle primarie del GOP, ricordiamo che ci sono stati - come il New Jersey - in cui il vantaggio di Giuliani oscilla tra il 30 e il 35%. Niente male per un candidato che, secondo molti autorevoli analisti, non aveva nessuna possibilità di conquistare i cuori degli elettori repubblicani.

sabato 21 luglio 2007

President Cheney

Oggi Dick Cheney sarà presidente degli Stati Uniti per almeno due ore, mentre George W. Bush si sottoporrà ad un intervento chirurgico di routine (una colonoscopia). Gateway Pundit avrebbe un paio di (buone) idee su come sfruttare questa opportunità.

Good News, Bad News

Questo è un cattivo segnale. Questo è meglio.

mercoledì 18 luglio 2007

Troppo poco, troppo tardi

No, ministro Bonino, non pensi di cavarsela così. Questa volta non le basterà certo la solita sceneggiata per farci dimenticare il passato. Il suo aut aut - vero o presunto - a Prodi sulle pensioni arriva troppo tardi. Dopo Capezzone, che già era abbondantemente fuori tempo massimo, e perfino dopo Rutelli, ormai campione conclamato del riformismo all'amatriciana. Una medaglia di bronzo che non le servirà a nulla, neppure a ritardare l'estinzione elettorale (e finanziaria) dei Radicali italiani.

Insieme a Pannella, durante la campagna elettorale del 2006, aveva giurato che i compagni della Rosa nel Pugno (a proposito, che fine hanno fatto?) sarebbero stati gli "ultimi giapponesi dell'utopia prodiana". In nome della fedeltà alla coalizione, insomma, la RnP si sarebbe dovuta scordare le battaglie liberiste contro la mafia dei sindacati, che pure avevano attirato tanti potenziali sostenitori negli anni Novanta. Per favorire l'alternanza per l'alternativa, secondo una delle formule pannelliane più incomprensibili del dopoguerra, i radicali italiani avrebbero dovuto scendere a patti (e che patti!) con comunisti, post-comunisti, teodem, pasdaran ambientalisti, mastini giustizialisti, statalisti in ordine sparso e vassalli della triplice. E così è stato, almeno per questi primi mesi di utopia prodiana.

Adesso, però, caro ministro Bonino, lei vorrebbe scendere in corsa dall'automobile lanciata contro il muro - solidissimo - dell'opinione pubblica. Troppo semplice. E troppo tardi. Decenza vorrebbe che lei, insieme al suo deus ex machina, si assumesse le responsabilità (gravissime) della scelta di campo compiuta. Dall'alto del ridicolo risultato elettorale ottenuto con la RnP, i radicali hanno di fatto consegnato il paese alla maggioranza (?) di sinistra-centro guidata da Prodi. Ed è proprio lì che dovrebbero restare, ben nascosti nella giungla, a fare - seriamente - gli "ultimi giapponesi" dell'ex presidente dell'Iri. Fino ad estinzione completa.

Da leggere:
Phastidio.net - Teneteli, o si dimettono
Perla - Bonino? Senza offesa: ma vaffà
Carlo Panella - Doroteismo radicale
RDM20 - Affanni radicali
Nequidnimis - E il treno va...

martedì 17 luglio 2007

Primarie USA: sondaggio Gallup

Molto interessante, malgrado le apparenze, l'ultimo sondaggio Gallup sulle primarie repubblicane e democratiche. Dietro al titolo molto neutrale scelto per la pubblicazione online ("2008 Nomination Contests Holding Steady With Clinton and Giuliani on Top"), infatti, i numeri del celebre istituto di ricerca statunitense offrono più di uno spunto di riflessione.

1) Dopo mesi di dominio incontrastato in campo democratico, l'appeal di Hillary Rodham Clinton sembra essere in lieve flessione. L'ex First Lady, infatti, vede scendere il suo vantaggio su Barack Obama dal 16% (37-21) al 9% (34-25). Questa variazione, per Gallup, è "statisticamente insignificante". E, tecnicamente, è proprio così, visto che si tratta uno spostamento inferiore al margine d'errore statistico. Non può non colpire, però, il fatto che - per la prima volta in molte settimane - il distacco tra i due front-runner democratici sia sceso al di sotto del 10% (nella media nazionale RCP Hillary è ancora davanti di 14 punti percentuali).

2) Il candidato-che-non-potrà-mai-vincere-le-primarie-repubblicane, Rudolph Giuliani (30%), conserva un margine piuttosto rilevante (+10%) di vantaggio sul suo diretto concorrente, Fred Thompson (20%), che sembra ormai avere scavalcato definitivamente John McCain (16%).

3) Se si toglie l'ex Speaker repubblicano della Camera, Newt Gingrich (7%), dalle opzioni del sondaggio, McCain e Romney non si muovono, Thompson guadagna l'1% e Giuliani sale del 3%. Alla faccia di chi crede che tra i potenziali sostenitori di Rudy non ci sia neppure un conservatore.

4) Se si toglie Al Gore (16%) dal campo democratico, invece, Hillary cresce del 7%, Obama del 3% e John Edwards passa dal 9% al 13%.

5) In caso di testa-a-testa tra Giuliani e Thompson, il vantaggio di Rudy in campo repubblicano diventa addirittura incolmabile (+20%). Riducendo la scelta degli elettori del GOP ai soli due front-runner, infatti, il 54% sceglierebbe Giuliani e il 34% darebbe il suo voto a Thompson. Un mese fa, lo scarto era molto più ridotto (53-41).

Libertarians and the War

"Essere un libertarian obbliga ad avere una particolare posizione a proposito della guerra in Iraq? La risposta, semplice, è no". Randy E. Barnett sul Wall Street Journal. Ron Paul doesn't speak for all of us.

giovedì 12 luglio 2007

Rudy non si ferma

Tre nuovi sondaggi di Strategic Vision e Quinnipiac sono stati pubblicati oggi sulle primarie repubblicane in Michigan, Pennsylvania e Ohio. In tutti e tre gli stati, che da soli eleggeranno quasi il 10% dei delegati alla convention repubblicana (223 su 2458), l'ex sindaco di New York - Rudy Giuliani - è in vantaggio sui suoi diretti concorrenti.

In Michigan, Giuliani (20%) è leggermente davanti a Mitt Romney (15%), John McCain (14%) e Fred Thompson (14%). In Ohio, invece, dietro a Rudy (24%) resiste solo Thompson (18%), mentre McCain (14%) e Romney (8%) sono molto distanziati. Abissale, infine, è il vantaggio di Giuliani (42%) in Pennsylvania su Thompson (16%), McCain (10%) e Romney (6%).

mercoledì 11 luglio 2007

Oriana [da www.liberalmedia.it]



Dal sito www.liberalmedia.it, il video di presentazione - realizzato da Andrea Pamparana - del Premio Fallaci 2007 per i diritti dell'uomo, assegnato durante la prima edizione di Liberalmedia alla rivista "Novaya Gazeta", il giornale di Anna Politkovskaja.

martedì 10 luglio 2007

Il partito degli onesti


Guardate questo video (da Repubblica Tv). Ecco la sinistra italiana che vuole darci lezioni di moralità ed etica pubblica. Soltanto una parola: Ricontiamo.com.

giovedì 5 luglio 2007

Cambiamo pagina/2

E' online il sito di LiberalMedia. Degli articoli pubblicati in questa prima uscita, oltre al documento integrale in formato pdf, vi consiglio soprattutto di leggere l'analisi di Giampaolo Rossi sull'impatto dei nuovi media nel mondo dell'informazione.

Domani mattina, su TocqueVille, partirà il liveblogging (video e tradizionale) del convegno "Cambiamo pagina. Prima assemblea nazionale dei giornalisti di area liberale". Verso le 11.30, problemi tecnici permettendo, dovrebbe essere online il video della relazione introduttiva di Mauro Mazza, direttore del Tg2. A seguire, gli altri interventi e le interviste realizzate dai blogger di TocqueVille in collaborazione con il Centro Studi Elettricità. Stay tuned!

lunedì 2 luglio 2007

Cambiamo pagina

Il 5 e il 6 luglio, allo Spazio Etoile di Roma, LiberalMedia (il dipartimento media della Fondazione Liberal coordinato dal direttore del Tg2, Mauro Mazza) organizza "Cambiamo Pagina", la prima assemblea nazionale dei giornalisti di area liberale. Questo esperimento, che ha l'ambizione di diventare un appuntamento fisso ogni anno, rappresenta il primo passo verso la costruzione di un network capace di mettere in rete tutti gli operatori dell'informazione che non si riconoscono nell'egemonia esercitata dalla sinistra (anzi, dalle sinistre) nel mondo dei media. Come si legge nell'invito, insomma, "LiberalMedia intende rappresentare un nuovo punto di riferimento, di elaborazione e di iniziativa per tutti coloro che operano nella comunicazione e si battono per affermare i valori della cultura liberale".

Ogni anno, LiberalMedia presenterà un documento sull'informazione (il primo, quello del 2007, è disponibile online in formato pdf a questo indirizzo), riunirà un'assemblea nazionale pubblica per stimolare la discussione e assegnerà due premi giornalistici: il Premio Oriana Fallaci per i diritti dell'uomo e il Premio Walter Tobagi per l'anticonformismo. Giovedì 5 luglio, poi, verrà anche presentato il sito www.liberalmedia.it, che rappresenterà uno degli strumenti concreti per lo sviluppo del network.

TocqueVille, in collaborazione con il Centro Studi Elettricità, seguirà i lavori dell'assemblea in diretta - con una postazione fissa all'interno dello Spazio Etoile di Roma e una serie di videocamere mobili - sperimentando, per la prima volta, una sinergia tra liveblogging tradizionale e videoblogging che sarà ripetuta in futuro in occasione di altri eventi. Durante i giorni del convegno, in uno spazio speciale pubblicato sulla homepage di TocqueVille, sarà possibile leggere i post scritti dai blogger presenti all'assemblea e vedere le video-interviste da loro realizzate. Per i blogger interessati al mondo dell'informazione, insomma, potrebbe essere un'occasione irripetibile di crescita. Se siete interessati a far parte della squadra di TocqueVille che sarà presente a "Cambiamo Pagina", scrivete a questo indirizzo email.