Rebus sic stantibus, sono soltanto due i candidati repubblicani che possono conquistare la nomination del GOP per la corsa alla Casa Bianca. Perché sono soltanto due i candidati per i quali è possibile ipotizzare scenari plausibili di vittoria.
Il primo, naturalmente, è Rudy Giuliani. La sua strategia è chiara: limitare i danni in Iowa; ottenere una buona performance in New Hampshire; vincere almeno una volta (meglio due) tra Michigan, Nevada e South Carolina; spazzare via la concorrenza in Florida; trionfare nel SuperTuesday (puntando soprattutto su California, Pennsylvania e New Jersey). Difficile, ma tutt'altro che impossibile.
Il secondo candidato non è Fred Thompson, autore (almeno finora) di una delle peggiori campagne elettorali degli ultimi decenni. E non è neppure John McCain, l'unico - insieme a Rudy - che avrebbe la possibilità di giocarsi fino in fondo la partita con Hillary. Per non parlare di Mike Huckabee o Ron Paul, gli ultimi flavor of the month. L'unico candidato del GOP che - insieme a Rudy - ha una strategia potenzialmente vincente è Mitt Romney, il mormone ex governatore del Massachusetts. Un candidato che, sia detto senza alcun intento polemico, non ha nessuna chance di vincere le general elections. Anche Romney ha una strategia chiara per ottenere la nomination repubblicana: vincere in Iowa e New Hampshire; ottenere da queste due vittorie la spinta necessaria per vincere almeno 2 volte su 3 tra Michigan, Nevada e South Carolina; piazzarsi alle spalle di Giuliani in Florida; emergere, in vista del SuperTuesday come l'unica possibile alternativa "conservatrice" a Rudy.
Questa, piaccia o non piaccia, è la realtà. Una realtà, sia chiaro, estremamente fluida, che rischia di assumere contorni molto diversi al minimo mutare delle condizioni di fondo. Questo recente sondaggio di Rasmussen Reports, per esempio, che vede Mike Huckabee scavalcare Mitt Romney nei caucus dell'Iowa, è potenzialmente in grado di trasformare la two-way race repubblicana in una cavalcata trionfale per Giuliani. Se Romney non vincesse in Iowa, infatti, e nessun altro dei candidati preferiti dai conservatori (Thompson o lo stesso Huckabee) riuscisse - in tempi brevissimi - a prenderne il posto nelle dinamiche geopolitiche espresse dalla base, già nei primi giorni di gennaio potremmo avere una risposta, semplicissima ad una domanda che in troppi continuano a ritenere complicata. Una risposta di quattro lettere, che inizia con con R e finisce con Y.
UPDATE. Nell'ultimo sondaggio Rasmussen a livello nazionale, Giuliani (27%) ha 13 punti percentuali di vantaggio su Romney (14%) e McCain (14%). Al quarto posto c'è Huckabee (12%) che ha definitivamente scavalcato Thompson (10%).
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