[dom] Disclaimer: Questo post è puro liveblogging. Ho cercato di trascrivere in tempo reale le cose più importanti che hanno detto i relatori. Perdonate, dunque, eventuali errori dovuti alla celerità della scrittura. Tra stasera e domani, invece, posterò un commento personale sulla questione.
E' iniziato da pochissimo il dibattito "La libertà e il dragone. Il lato oscuro del miracolo cinese".
Gli ospiti sono di tutto rispetto: Giulio Tremonti, Harry Wu (dissidente cinese, presidente della Laogai Foundation), Bernardo Cervellera (Direttore AsiaNews), Fabio Rampelli (Capogruppo An Commissione Ambiente), Domenico Affinito (vicepresidente Reporter senza Frontiere). Modera: Vittorio Pesato, vicepresidente nazionale Azione Universitaria.
ore 17.25 Si inizia con la testimonianza di Harry Wu, dissidente cinese, vittima delle persecuzioni del governo di Pechino. Si parla di Laogai, campi di concentramento e lavoro forzato che esistono in Cina dal 1950 e che esistono ancora oggi. Sono più di 1000 sparsi in giro per tutto il territorio e hanno come obiettivo la creazione di una forza-lavoro a costo zero e in barba al rispetto dei diritti umani.
Harry Wu ha passato 10 anni in un Laogai. Il suo crimine? E' presto detto. E' cattolico e ha criticato l'invasione sovietica dell'Ungheria. Senza cibo, sfruttato fisicamente per creare profitto. Avrebbe preferito morire piuttosto che continuare quella vita. Ma il regime cinese, ovviamente, non poteva far morire un operaio a costo zero, che non può lamentarsi, che non può ribellarsi. Dal 1985 Harry Wu è negli Usa, sette anni dopo ha fondato la Laogai Foundation, con il solo scopo di denunciare al mondo intero le barbarie che si consumano in quella stessa Cina che solo ieri Romano Prodi ha definito "un modello da seguire".
ore 17.35 Parola a don Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews. Missionario in Cina, insegnante all'Università di Pechino fino a quando ha potuto nascondere il fatto di essere sacerdote, ha successivamente fondato AsiaNews, agenzia stampa online che pubblica le notizie che vengono dalle comunità religiose discriminate in Cina. "Tutto è ancora come ai tempi di Mao-Tse Tung". Le chiese sono aperte? Vero, ma sempre sotto il completo e totale controllo del governo. E' notizia di oggi che un giovane vescovo della chiesa ufficiale cinese, di ritorno dagli Stati Uniti, è stato arrestato dalla polizia e non si sa che fine abbia fatto. Tutto soltanto perché ha celebrato una messa con il berretto da vescovo.
Continua Cervellera: "La repressione antireligiosa di Pechino non fa distinzioni: tibetani, cattolici e musulmani sono tutti vittime impotenti. Molti dicono che tutto avviene perché la Cina è confuciana, non perché è comunista. E' parzialmente vero ma soltanto con l'avvento di Mao la persecuzione religiosa è divenuta sistematica e scientifica. Ma la Cina, dopo 60 anni di comunismo, è più religiosa di prima. Lo stato poliziesco non è servito a nulla. Al contrario".
ore 17.45 Si parla adesso di libertà di stampa. Domenico Affinito, vicepresidente di Reporter senza frontiere: "La Cina è 159° (su 167 paesi) per quanto riguarda la libertà di stampa. Sono 32 i giornalisti dissidenti in carcere e 53 i cyberdissidenti imprigionati (su 59 totali nel mondo). In Cina c'è l'ultimo stadio del comunismo nel mondo, lo stadio peggiore e più pericoloso. Il governo cinese non vuole che i cinesi pensino ad altro se non al consumo e all'intrattenimento. I media stranieri possono lavorare in Cina solo ed esclusivamente se non fanno informazione. Solo l'intrattenimento è permesso. Nel 2003 il governo ha deciso che il partito non doveva più essere proprietario dei mass media. Ma i nuovi gruppi editoriali cinesi sono tenuti sotto scacco dal governo che può liberamente ritirare le licenze in qualsiasi momento. Nessuna agenzia stampa straniera può vendere notizie agli organi di stampa. Tutto deve prima passare attraverso il vaglio dell'agenzia ufficiale Nuova Cina. Si avvicinano le Olimpiadi e il governo di Pechino non può permettersi falle nel sistema dell'informazione. Tra due anni nessuna notizia negativa potrà uscire fuori dai confini nazionali. La situazione di Internet non è migliore. Il controllo è totale. Abbiamo provato a mandare a forum di discussione dei messaggi di vario tipo. Il 70% di questi non è stato pubblicato. Nessuno di quelli che conteneva una critica di natura politica. Si stima che siano 40.000 gli agenti che hanno come unico compito quello di controllare ogni singolo messaggio inviato a forum e newsgroup".
ore 17.55 Parola a Fabio Rampelli, capogruppo di An in commissione Ambiente. "Il rapporto tra comunità internazionale e Cina comunista è un rapporto malato. Non è stato fatto nulla per ottenere maggiori libertà. L'unica libertà concessa è quella economica, che però è funzionale al comunismo. Un comunismo paradossalmente al servizio del grande capitale. L'aspetto ambientale non è meno preoccupante. Lo sviluppo forsennato dell'economia cinese ha fatto saltare ogni processo di controllo. La Cina è il maggiore inquinatore del mondo, il secondo produttore di anidride solforosa, trecentomilioni di cinesi non hanno accesso all'acqua potabile, due milioni sono i morti per avvelenamento da arsenico".
Rampelli snocciola dati preoccupanti. La situazione ambientale è compresa nelle cose che secondo Prodi dovremmo invidiare a Pechino? La delegazione italiana che in questi giorni canta Bella Ciao con gli occhi a mandorla sta parlando anche di questo o si limita a invidiare la perfetta dittatura comunista cinese?
ore 18.07 Vittorio Pesato, moderatore dell'incontro, si sofferma sulle contraddizioni del governo Prodi, parlando anche della triste marcia indietro di Emma Bonino, ormai ex pasionaria dei diritti civili, piegatasi ormai agli interessi di bottega della sinistra italiana.
ore 18.10 Giulio Tremonti: "Credo di essere stato il primo politico occidentale a porre la questione della concorrenza sleale dell'economia cinese. La reazione da parte dei miei colleghi è stata confusa. Intendevo dire, allora, che se l'economia di un paese con più di un miliardo di abitanti cresce del 9%, allora sta cambiando il ritmo del mondo.
Ci sono due date su cui dobbiamo riflettere perché sono le date intorno a cui gira la storia del mondo in cui viviamo: 1989 e 1994. La prima è una data calda, una data storica, una data nota. E' il big bang della storia contemporanea: la caduta del muro di Berlino. La seconda è una data fredda, misteriosa ma è comunque una data importante: la firma del trattato costitutivo del WTO a Marrakech.
11 settembre 2001: il mondo arabo reagisce. Non stiamo parlando solo di terrorismo. E' la combinazione del terrorismo con una base di consenso sociale. E' una reazione contro la globalizzazione. 11 dicembre 2001: il mondo asiatico reagisce in modo positivo. La Cina entra nel WTO, dando corpo a quella che per più di un secolo è stata la ragione di attenzione per la politica occidentale. Da Napoleone a De Gaulle, il problema della Cina è il problema dominante.
Ma cosa succede in Europa e cosa succede in Cina? L'Europa contribuisce all'economia mercatista, contribuisce alla crescita del WTO come estensione globale del mercato unico europeo. Ma l'Europa ne resta vittima, nonostante le sue positive intenzioni iniziali. Siamo entrati nel mercato globale con una struttura politica debolissima. L'Ue pensa alla regolamentazione di qualsiasi cosa mentre il resto del mondo liberalizza e deregolarizza".
Mentre Tremonti continua a parlare (in maniera competente) di Cina e concorrenza, su Roma scende il diluvio. Al riparo di un comodo e attrezzato tendone siamo al riparo dall'improvvisa bufera romana ma il nostro udito non ci permette di capire bene quello che l'ex vicepremier dice. Una frase, però, l'abbiamo capita bene e applaudita: "La Cina ha in sé in peggio del comunismo e il peggio del capitalismo".
E con questo direi che possiamo chiudere questa estenuante diretta da Atreju '06. Più tardi StarSailor seguirà un altro appuntamento interessantissimo: il Processo alla Libertà, tra relativismo e rispetto dell'uomo, un confronto tutto da seguire tra Alfredo Mantovano, Gaetano Quagliariello, Daniele Capezzone e Piero Sansonetti.
Si va avanti, dunque. TocqueVille continua ad informarvi in diretta da Atreju '06.
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