Dopo qualche giorno di silenzio, 7 sondaggi (in 48 ore) arrivano ad allietare le notti dei political junkies, che in Italia sono ingiustamente costretti a lunghi periodi d'astinenza. In realtà - anche se tutti pubblicati recentemente - si tratta di sondaggi svolti anche una settimana fa, quindi prendeteli per quello che valgono. E ricordate anche che il margine d'errore statistico oscilla tra il 3 e il 4%, rendendo di fatto impossibile qualsiasi previsione in caso di coalizioni molto vicine tra loro. Partiamo da ISPO, che aspettavamo da qualche giorno perché l'istituto di ricerca diretto da Renato Mannheimer aveva recentemente sfornato dati costanti nel tempo in cui era possibile tentare di identificare, almeno a spanne, un qualche trend statistico.
ISPO (11/12 gennaio): Unione +6%
Il 15 dicembre, ISPO vedeva l'Unione in vantaggio di 3 punti percentuali (49%-46%). Mentre nell'ultimo sondaggio, che pure viene pubblicato dal Corriere della Sera sotto con il titolo "L'Unione cala ma resta in vantaggio", il vantaggio del centrosinistra è del 6% (51%-45%). Qualcosa non torna: o ci siamo persi qualcosa, oppure Mannheimer ha cambiato metodologia. E' più probabile la seconda ipotesi. Nel voto disaggregato per liste (che non era disponibile nel sondaggio di dicembre), i DS sono il primo partito con il 23% davanti a Forza Italia (20,5%). Seguono Alleanza Nazionale (11%), Margherita (10%), Rifondazione comunista (7,5%), Udc (6%), Lega Nord (5%), Italia dei valori (2,5%), Verdi (2%), Rosa nel Pugno (2%), Comunisti Italiani (1,5%), Lista Consumatori (1,5%), Altri partiti di centrodestra (1,5%), Nuovo Psi (1%), Udeur (1%). Il dato eccellente della "Lista Consumatori", inserita nella coalizione di centrosinistra, unito al 4% attribuito ad "altri partiti" esterni sia all'Unione che alla CdL (mentre sono assenti almeno 3-4 partiti del centrodestra) lasciano parecchie perplessità sulla solidità di questo sondaggio, soprattutto per quanto riguarda i partiti minori.
IPSOS (13 gennaio): Unione +6,2%
Non ci sono punti di riferimento recenti per IPSOS, quindi è difficile dare un giudizio sull'affidabilità dei dati. In ogni caso, il centrosinistra sarebbe in vantaggio di oltre 6 punti punti percentuali (52,7%-46,5%), con la lista unica dell'Ulivo (DS e Margherita) al 35,4% e Forza Italia al 19,3%. Seguono Alleanza Nazionale (13,4%), Rifondazione comunista (6,8%), Udc (6,3%), Lega Nord (4,5%), Rosa nel Pugno (2,8%), Verdi (2,5%), Comunisti Italiani (2,3%), Italia dei valori (1,6%), Udeur (1,3%), Nuovo Psi (1,1%), Nuova DC (0,9%), Alternativa Sociale (0,7%), Fiamma (0,3%).
Euromedia Research (13/14 gennaio): Unione +1,3%
E' questo il "sondaggio dello scandalo" citato da Berlusconi nei giorni scorsi per dimostrare la rimonta del centrodestra ai danni dell'Unione. A sinistra si è ironizzato a lungo sulle esternazioni del Cavaliere, arrivando perfino ad ipotizzare che si trattasse di un sondaggio inesistente. In realtà, dai dati disponibili al pubblico, quello effettuato dall'istituto di ricerca diretto da Alessandra Ghisleri è un sondaggio con una metodologia del tutto simile a tutti gli altri. Anche se in questo caso i dati sono, oggettivamente, in controtendenza. L'Unione sarebbe in vantaggio soltanto dell'1,3% (49,6%-48,3%), con Uniti per l'Ulivo al 31% e Forza Italia al 20,4%. Seguono Alleanza Nazionale (11,7%) Rifondazione comunista (6,8%), Udc (5,8%), Lega Nord (5,3%), Verdi (3,2%), Comunisti Italiani (2,9%), Italia dei Valori (2,1%), Rosa nel Pugno (2,1%), Nuova DC (1,6%), Udeur (1,5%), Alternativa Sociale (1,1%), PRI-Liberal (0,7%), Riformatori Liberali (0,6%), Socialisti di De Michelis (0,5%), PLI (0,4%), Giovane Italia (0,2%). Come è facile notare, i dati disaggregati non sono affatto anomali rispetto a quelli rilevati dagli altri istituti di ricerca, a parte forse una leggera sottovalutazione della lista unica dell'Ulivo, né particolarmente esaltanti per i partiti della CdL. Quella che fa la differenza (e che differenza) è il fatto che Euromedia calcola tutti i partiti minori del centrodestra (come i Riformatori Liberali). E, crescendo il numero dei partiti, cresce anche il totale della CdL. A prescindere da qualsiasi valutazione sulla solidità del sondaggio, questo è un fatto che - di per sé - dovrebbe far riflettere.
EKMA (16 gennaio): Unione +5,1%
Permetteteci di dire che, totale delle due coalizioni a parte (tutto sommato in linea con altri istituti di ricerca), questo sondaggio di EKMA puzza lontano un miglio. Alcune delle percentuali attribuite ai partiti minori non hanno alcun senso. Un esempio per tutti: il misero 1% raccolto dalla Nuova DC di Rotondi insieme ai Socialisti di De Michelis, comparato con l'1% raccolto dal Nuovo PSI di Craxi e al 3,5% della Rosa nel Pugno. Pensare che il rapporto tra DC-PSI di centrodestra e PSI-Radicali di centrosinistra sia di 1 a 4 è una bestemmia statistica. L'impressione (naturalmente di parte) è che EKMA abbia raschiato il fondo del barile con i partitini del centrosinistra per rendere in qualche modo più accettabile per l'Unione un risultato che rischiava di diventare imbarazzante, soprattutto a causa del dato mediocre raggiunto dalla DS+Margherita (31%). Non fidatevi troppo, dunque, dell'8% attribuito a Rifondazione Comunista (che sono almeno quattro mesi che non sfiora questo risultato in nessun sondaggio) o del 3% della Lega Nord (un dato che, in centinaia di sondaggi degli ultimi anni, era stato rilevato soltanto da SWG nel marzo del 2004). E, purtroppo, non fidatevi troppo neppure dell'ottimo risultato di Alleanza Nazionale (13,5%) o di quello, pessimo, dell'Italia dei Valori (1%). L'unico dato interessante, ma non mi fiderei troppo neppure di quello, è che rispetto all'ultimo sondaggio di EKMA (fine novembre), il vantaggio dell'Unione sulla CdL si sarebbe quasi dimezzato.
SWG (16 gennaio): Unione +4,7%
Se dell'ultimo sondaggio EKMA ci fidiamo poco perché i suoi numeri sono poco convincenti, dell'ultimo sondaggio SWG (l'istituto di ricerca ufficiale dei DS) ci fidiamo ancora meno. Ma non (soltanto) per qualche forma di prevenzione ideologica, quanto piuttosto perché SWG sembra giocare con i numeri come un saltimbanco impazzito. Nel suo ultimo sondaggio (commissionato da L'Espresso), il centrosinistra sarebbe salito al 50,7%, rispetto al 49,1% di un fantomatico sondaggio - mai pubblicato - dello scorso 5 gennaio. Mentre il centrodestra scenderebbe al 46,1% (dal 47,9%). Secondo SWG, insomma, appena due settimane fa il vantaggio dell'Unione era sceso all'1,2% (che sarebbe uno degli scarti minimi mai registrati negli ultimi anni), mentre adesso sarebbe magicamente tornato al 4,7%. Peccato che il 5 gennaio, e nei giorni successivi, SWG sia stata così premurosa da occultare i risultati di un sondaggio troppo positivo per la CdL. E peccato che il 9 gennaio, su L'Unità, SWG avesse pubblicato un sondaggio (effettuato a dicembre) in cui il centrosinistra aveva un vantaggio del 7,5% al Senato e del 7,3% alla Camera. Quale sarebbe la "verità" di SWG, dunque? Sette, uno o quattro? Nel dubbio, abbandoniamo questo gioco delle tre carte e voltiamo pagina.
IPR (16/17 gennaio): Unione +6%
Calma piatta, per IPR, rispetto al sondaggio della scorsa settimana (sempre commissionato da Repubblica). L'Unione conserva un vantaggio del 6%, con DS e Margherita al 32,4% e Forza Italia al 20%. Seguono Alleanza Nazionale (11%), Rifondazione comunista (7%), Udc (5,5%), Lega Nord (4,8%), Rosa nel Pugno + Nuovo PSI di Craxi (2,9%), Comunisti Italiani (2,7%), Verdi (2,7%), Altri di centrodestra (2,1%), Nuova DC + PSI di De Michelis (1,9%), Italia dei Valori (1,5%), Udeur (1,5%), Altri di centrosinistra (1,3%). Ci piacerebbe sapere quali sono i partiti denominati come "Altri non schierati", che insieme raggiungono il 2%.
Abacus (17/18 gennaio): Unione +4,5%
Grazie a "Il termometro politico" (l'unico sito italiano decente che si occupa di sondaggi), scopriamo che l'Unione, secondo l'istituto di ricerca Abacus, avrebbe perso mezzo punto percentuale rispetto alla scorsa settimana, in cui era al 51% contro il 46% della CdL. Non sono disponibili, al momento, altri dettagli su questo sondaggio commissionato da Sky Tg24.
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