giovedì 30 giugno 2005

Pessimismo e fastidio.

(Alert! Post molto lungo)
Sentiamo voci a noi molto care (come Walking Class, 2twins, Regime Change e Watergate2000) lamentarsi perché Berlusconi ha deciso di rinviare, a dopo le elezioni 2006, il dibattito sul partito unico del centrodestra. Poche settimane fa, abbiamo sentito voci simili (non necessariamente le stesse) lamentarsi perché Berlusconi aveva deciso di aprirlo, questo dibattito. "Ormai è troppo tardi". "Anzi è troppo presto". "Serve prima una carta dei valori condivisi". "E' soltanto un espediente tattico". "Le elezioni è meglio affrontarle in ordine sparso". "Berlusconi è finito". "Tocca a Pera". "Pera non vuole, meglio Casini o Formigoni. Perfino Tremonti". "No, Fini no, è morto pure lui".

Da parte nostra, avevamo sempre ritenuto che l'approdo naturale della destra italiana dovesse essere quello di una "big tent" sul modello del partito repubblicano USA, capace di accogliere le diverse anime che abitano la rive droite italiana: da quella liberale e liberista a quella tradizionalista e cattolica, passando per le mille sfumature neo-theo-lib-paleo conservatrici, nazionaliste, riformiste (o riformatrici), liberalsocialiste o espressione della cosiddetta destra sociale. Se l'orizzonte è quello del bipartitismo, la direzione non può essere che questa. Un partito unico in cui nessuna delle componenti di base abbia un predominio schiacciante sulle altre, ma in cui tutte le forze spingano verso un certo numero di obiettivi comuni per evitare la vittoria di un nemico (politico) comune.

Ma il nodo della questione sta, appunto, nell'orizzonte che ognuno di noi vuole scegliersi. Se, per fare un esempio, il proprio modello di riferimento fosse quello di un grande rassemblement popolare sul modello della CDU tedesca o, per dirla meglio, della DC italiana nel dopoguerra, magari inserito in un quadro bipolare zoppicante, sempre sull'orlo di scivolare verso il tripolarismo, è ovvio che il momento migliore per dare corpo ad un partito unico del centrodestra sarebbe stato adesso, nel pieno degli effetti devastanti di un referendum che le forze "laiche" hanno condotto nel peggiore dei modi immaginabili. Ma se l'orizzonte è quello di un GOP italiano in un sistema bipartitico, la scansione dei tempi decisa da Berlusconi (e assai poco ci interessano le motivazioni che lo hanno spinto a questa scelta) è quella più sensata.

Pensare di costruire la "big tent" giusto in tempo per le elezioni 2006 sarebbe un suicidio collettivo. Non esiste un leader alternativo a Berlusconi. Non ci sono le condizioni culturali per una operazione di tale portata. Servono investimenti miliardari per elaborare idee, trasformarle in progetto politico condiviso e diffondere questo progetto sul territorio, nelle teste e nei cuori dei cittadini italiani. Ripensando all'esempio di Barry Goldwater nel 1964, abbiamo sempre parlato di una guerra culturale e politica che potrebbe durare decenni, prima di portare a casa qualche risultato. Nel mondo contemporaneo, che viaggia a velocità differenti, forse si potrà combinare qualcosa in 5-6 anni. E sarebbe già uno straordinario risultato. Avevamo apprezzato l'accelerazione di Berlusconi dopo le elezioni regionali, perché se non si parte mai, mai si arriva. Ma da qui a credere alla Befana, ce ne passa.

Ecco perché è sempre bene tenere distinti i due piani: quello della rimonta culturale e quello, ormai di brevissimo termine, del ciclo politico contingente. Da qui al 2006 servono tanti soldi e tanto marketing elettorale per provare a vincere, o quantomeno perdere a testa alta. E nessuno può garantire flusso di denaro e capacità di marketing politico meglio di Berlusconi. Dopo il 2006, invece, comunque vadano le elezioni, serve continuare a discutere sul progetto del partito unico e cominciare a costruirlo davvero. E in questo, se ce lo consente, l'apporto di Berlusconi potrebbe anche limitarsi ad un aiuto finanziario di medio periodo, con il sostegno a fondazioni, think-thank, case editrici, giornali e - magari - aggregatori di blog ;) Ma il disimpegno di Berlusconi non deve avvenire prima di aver trovato un'alternativa credibile alla sua leadership. Cosa che, al momento, sembra veramente un'ipotesi pallida e senza sostanza.

Al contrario, se l'orizzonte è quello di rifare la DC (chiamiamolo Partito Popolare se questo placa i demoni delle coscienze), l'alternativa sarebbe molto più semplice. Si prende Casini (quello che ha creato Follini e Tabacci), oppure Formigoni (quello amico di Saddam) e si da un bel calcio nelle chiappe al Berluska (magari senza neanche sporcarsi i piedi e mandandolo allo sbaraglio nelle politiche del 2006). La destra sociale, dopo la svolta theocon di Alemanno (ma i neofascisti seri non erano pagani?) ci starebbe sicuramente. Magari si rischia di perdere per strada qualche liberale e qualche ex-missino duro, puro e a-sociale. Magari si mollano quei quattro gatti radicali, laici o libertari che ancora non si rassegnano a fare i fratelli poveri di Prodi e Bertinotti. Ma tanto la sconfitta è annunciata, vero? E forse una bella batosta convincerebbe il Cavaliere a mollare la presa senza fare troppe storie (gli saranno pur bastati cinque anni a prepararsi una exit-strategy personale...).

Forse propio per questo motivo, gli stessi che avevano sbuffato o sorriso di traverso quando Berlusconi aveva iniziato a parlare di partito unico, gli stessi che gli avevano consigliato di andare al macello delle elezioni anticipate dopo la sconfitta alle regionali, gli stessi che lo hanno dato morto (politicamente) già qualche volta di troppo, erano gli stessi che nelle ultime settimane avevano iniziato ad intravedere nel dibattito sul partito unico una backdoor per sbarazzarsi del Capo senza passare da traditori. Non si capisce bene, è vero, per quale motivo avrebbero voluto Casini prima delle elezioni quando da mesi danno per scontato che le elezioni si perderanno. Di poco o di moltissimo, ma si perderanno. Forse, in un supremo atto di masochismo democristiano (avete mai visto scomparire, dalla sera alla mattina, un partito del 30%?), volevano impallinare il loro leader prima ancora che potesse avere il tempo di crescere.

In ogni caso, hanno sbagliato i loro conti: Casini non ha le palle per farsi carico della rifondazione del centrodestra alla vigilia di una quasi sicura sconfitta elettorale. E Berlusconi non ha nessuna intenzione di gettare la spugna prima del verdetto delle urne. Per chi crede nella necessità di lavorare verso un GOP italiano, invece, il rinvio del dibattito a dopo le elezioni e la sua decisione di ricandidarsi a premier nel 2006 non spostano di una virgola i termini della questione. Anzi, se la coalizione riuscisse a compattarsi in vista dell'appuntamento elettorale, potrebbe essere l'occasione buona per iniziare a sperimentare un lavoro coordinato sul territorio.

Una sola cosa non serve a nessuno, qualsiasi orizzonte si sia scelto come futuro desiderabile del centrodestra italiano: il pessimismo. Il pessimismo e il fastidio che, ormai sempre più prevedibilmente, affiorano nei commenti di chi crede (senza lo straccio di una prova concreta e senza l'ombra di un'alternativa plausibile) che il berlusconismo sia in coma irreversibile. Il Cavaliere avrà pure una tonnellata di difetti e di limiti, soprattutto strategici, ma esasperare il tono delle critiche e abbandonarsi al pessimismo cosmico in piena campagna elettorale, con il centrosinistra già impegnato a spartirsi le poltrone del governo e del sottogoverno prima ancora di aver vinto, è peggio che masochismo. Nel breve periodo, è intelligenza con il nemico (politico). Nel lungo periodo, è il modo peggiore per affrontare la sfida imponente che ci troviamo di fronte.

mercoledì 29 giugno 2005

La mala educación.

Il finale dell'ultimo commento scritto da Paolo Guzzanti per il Giornale (non sembra strano anche a voi aver potuto iniziare a leggere il quotidiano milanese su Internet prima della pensione?) è in larga parte condivisibile. Come quando afferma che "c'è un'Italia maggioritaria (e non solo e tutta di destra) che non ne vuol sapere di essere governata e diretta dai comunisti di oggi o dai successori del vecchio Pci". "Ci sarà una ragione - si chiede Guzzanti - visto che larghissima parte di quest'area è di sinistra riformista, repubblicana, socialista e liberale, oltre che cattolica. E allora: lo steccato che divideva artificialmente laici e cattolici è caduto e una grande maggioranza di italiani vuole forti riforme senza comunisti sulla testa, a cominciare da Rutelli". A parte Rutelli, che qui non si vorrebbe toccare neppure con un bastone appuntito, Guzzanti dipinge bene "l'anima generale del nuovo partito", di quel partito unitario del centrodestra che sarà obbligatorio costruire (non tanto da qui al 2006, ma soprattutto oltre la scadenza elettorale): "E' quella di persone che non intendono dividersi per guerre di religione, che credono in riforme capaci di rilanciare l'Italia. E niente comunisti in nessuna salsa, compresa la loro consueta coda di socialisti, quelli ai quali non basta mai la lezione della storia". Tutto molto bello, tutto molto vero. Ma - come si lamentava una sera Krillix dopo aver bevuto una grappa di troppo - perché Guzzanti, oltre a raccontarlo a noi, non trova anche il tempo per spiegarlo ai figli?

martedì 28 giugno 2005

Freedom of Speech/2.

Siamo liberali e non ci vergognamo di accusare chi sbaglia. Esprimiamo le nostre idee, a volte diverse, ma sempre libere e non omologate, cercando di non insultare o diffamare nessuno, neanche chi da anni insulta, diffama, uccide e terrorizza. Non vogliamo che la libertà di dire venga scalfita e ci batteremo contro ogni tentativo di questo genere. Se questo significa diffamare la IADL e ciò che essa rappresenta, ci dichiariamo diffamatori, ci autodenunciamo pubblicamente e sottoscriviamo i nostri "peccati". Ciò avverrà nel caso di ogni persecuzione giudiziaria contro la libertà di parola e di giudizio, nei confronti di nostri concittadini e di altre persone di qualsiasi sesso, religione, opinione, nazionalità. (da Le guerre civili)

Freedom of Speech.

The Right Nation riceve e (volentieri) pubblica, questa petizione. E invita i suoi lettori a sottoscriverla e inviarla, per la raccolta firme, a libertadiopinione@hotmail.it.

"E’ stata costituita la I.AD.L (Islamic Anti-defamation League): un’associazione volta a punire legalmente coloro che “diffondono odio razziale o religioso”. Dietro ai buoni propositi - tutela delle minoranze in genere - si cela, in realtà, un gruppo che ha l’obiettivo di defraudare gli italiani della libertà di espressione. Soci, amici e avvocati di tale circolo, scandagliano quotidianamente blog e siti alla ricerca di materiale “razzista” e “anti-islamico” da poter impugnare come prova per una eventuale denuncia. Secondo la visione islamica di libertà d’espressione, la I.AD.L dovrebbe decidere cosa può essere scritto o detto sul loro credo. Alcuni musulmani hanno lanciato delle petizioni contro siti e blog “anti-islamici” o “propagatori di odio” da inviare all’associazione. Altri hanno stilato una blacklist dove vengono elencati tutti i siti o blog incriminati. La I.AD.L sostiene di aver ricevuto diverse segnalazioni e i commenti stessi dei lettori, vengono archiviati come prove a carico". (segue su Freedom's Zone)

domenica 26 giugno 2005

Meglio troppo presto che mai.

Berlusconi accelera: "A fine luglio si può dar vita a un comitato costituente che segni l'inizio del nostro percorso comune". L'obiettivo "del presidente del Consiglio è costruire "un nuovo grande partito italiano dei moderati e dei riformisti". Prima o dopo le elezioni politiche del 2006, ancora non è dato sapere. Ma non è il caso di fare gli schizzinosi: meglio troppo presto che mai.

sabato 25 giugno 2005

Il conservatore, il riformista e il pollo.

L'ultra-conservatore Ahmadinejad vola oltre il 61% e batte il riformista Rafsanjani. Come in Ohio e Florida, alla fine il ventre della nazione sceglie la destra religiosa e rifiuta l'ex presidente liberal e moderato. Grazie ad un massiccio sforzo elettorale porta-a-porta, il sindaco di Teheran mobilita la base, smentisce i sondaggi e conquista la vittoria. Mentre il Consiglio dei Guardiani omologa il risultato e gli analisti parlano dell'alta affluenza al voto, sullo sfondo, non troppo lontano, c'è un pollo che crede alla democrazia in Iran.

venerdì 24 giugno 2005

Gli uomini in nero che stanno distruggendo l'America.

La Corte Suprema degli Stati Uniti, con una controversa decisione a maggioranza (5 giudici contro 4), ha "stabilito che le amministrazioni cittadine hanno il diritto di confiscare case e terreni anche per progetti privati di sviluppo". Se, per esempio, si ritiene "che la costruzione di un centro commerciale in una determinata area genererebbe forti entrate per le casse pubbliche", i governi locali hanno il diritto di "costringere i residenti della zona su cui dovrebbe sorgere il nuovo complesso a trasferirsi altrove". Il lato comico della vicenda è che ho appena iniziato a leggere "Men in Black. How the Supreme Court is Destroying America", di Mark R. Levin (con una splendida introduzione di Rush Limbaugh. Per la cronaca, i quattro giudici che si sono opposti a questa sciagurata importazione del comunismo in terra statunitense, sono (oltre a Sandra O'Connor che ha scritto il testo dell'opinione di dissenso) William H. Rehnquist, Antonin Scalia e Clarence Thomas. Proprio il terzetto di conservatori duri e puri che le belle anime liberal si immaginano tutti impegnati nell'edificare la terribile teocrazia a stelle e strisce. Le reazioni da Wizbang!, RightWingNews, Instapundit, Michelle Malkin, Professor Bainbridge, Indc Journal, Protein Wisdom, Catallarchy, GOP bloggers, Hit and Run, The Anchoress, Volokh Conspiracy. E nel completissimo round-up di Arguing with Signposts.

martedì 21 giugno 2005

Pulizie di primavera (in ritardo).

Per evidenti motivi di spazio, da oggi il blogroll di The Right Nation non contiene più la lista completa dei cittadini di TocqueVille (che trovate qui), ma una mia personalissima e parziale selezione. Non si tratta un "the best", naturalmente, ma soltanto dell'elenco dei blog che leggo con maggiore frequenza. Sempre da oggi, è diventato attivo l'indirizzo www.rightnation.it (che per ora si limita a fare un semplice redirect a ideazione.blogspot.com).

lunedì 20 giugno 2005

TocqueVille, istruzioni per l'uso.



Prima di tutto mi scuso per la prolungata assenza, ma lo svezzamento del pupo è stato più difficile del previsto. Volevo ringraziare di cuore chi ci ha aiutato in questa prima, faticosa settimana di TocqueVille e anche chi ci ha scritto per dare il suo parere o i suoi consigli. A parte qualche isolata eccezione, l'accoglienza è stata straordinariamente positiva. Ecco qualche suggerimento, in ordine sparso, per utilizzare al meglio l'aggregatore. E non solo.

1) Non fermatevi alla home-page. La vera forza di TocqueVille sta nella qualità delle sue fondamenta. E se vi sembra che la selezione dei post sia arbitraria, casuale o sbagliata (in una parola: umana), ricordatevi che nelle pagine interne delle sezioni (politica interna, politica estera, economia, ecc.) sono aggregati quasi tutti i post scritti dai blog-cittadini.
2) Usate la funzione "segnala un post". Farete risparmiare tempo ai selezionatori e avrete la ragionevole certezza che il vostro post non passi inosservato (per disattenzione o mancanza di tempo).
3) Fatevi un giro tra i cittadini. La popolazione è in costante aumento e spesso si possono fare degli incontri interessanti e inaspettati.
4) Il titolo del post è importante. Un bel titolo aumenta in modo esponenziale le chance di essere segnalati con evidenza.
5) Alcune volte, anche post molto validi non sono segnalati in home-page. Quasi sempre, il motivo è che la discussione su quello specifico argomento non ha raggiunto, tra i cittadini di TocqueVille, una "massa critica" sufficiente per dare vita ad un "blocco" di post per la home-page.
6) Attivate i vostri stramaledettissimi feed! Un blog senza feed, o con feed fuori standard, ha meno possibilità di essere preso in considerazione, perché le operazioni da compiere per aggregare i suoi post sono più complicate. Molti utenti Splinder sembrano non sapere che per attivare i loro feed bastano un paio di click (configurazione -> syndication -> pubblica i feed del blog).
7) Non abbiate paura di esprimere le vostre idee. Le critiche, se costruttive, sono sempre considerate preziose. Potete mandare una e-mail qui.
8) Se volete saperne di più su TocqueVille, provate a leggere questo speciale di Ideazione.com. Potrebbe chiarirvi le idee. O confondervele ulteriormente.
9) Il lavoro dei selezionatori di TocqueVille è duro. Ma se credete in questo progetto, avete a disposizione qualche ora libera concentrata in un singolo giorno della settimana e siete disposti a subire le angherie di chi è già parte della squadra, perché non provate a scrivermi?
10) Un abbraccio a tutti. Siete (siamo) bellissimi! :)

martedì 14 giugno 2005

Dalla rivoluzione dei blog nasce TocqueVille.

Quando, tra qualche decennio, gli archeologi del futuro studieranno le rovine del nostro sistema dei mass media, forse scorgeranno nel 13 aprile 2005 il “punto di non-ritorno”: il giorno in cui tutto, non troppo inaspettatamente, è iniziato a crollare. E' stato proprio il 13 aprile, infatti, che il presidente di News Corporation, Rupert Murdoch, ha lanciato il suo accorato appello agli editori dei giornali, invitandoli ad abbracciare, in fretta e senza riserve, la rivoluzione digitale. Intervenendo a Washington, davanti alla platea dell’American Society of Newspaper Editors, il proprietario dell’impero editoriale su cui non tramonta mai il sole è andato dritto al punto, senza troppi giri di parole. «Come molti di voi – ha detto Murdoch – sono un immigrante digitale. Non sono stato svezzato sul web, né coccolato da un computer. Al contrario, sono cresciuto in un mondo altamente centralizzato, in cui le notizie e le informazioni erano saldamente in mano a poche persone che si arrogavano il diritto di dirci cosa potevamo e dovevamo sapere. [...] Ma la prossima generazione che avrà accesso alle informazioni, tramite i giornali o qualsiasi altra fonte, ha aspettative diverse dalle nostre. E questo include il “quando” e il “come” ricevere le notizie, ma anche da “chi” e “dove” riceverle». (leggi tutto l'articolo su Ideazione.com)

lunedì 13 giugno 2005

Occhio, oggi nasce TocqueVille.



Stamattina, di buon ora, nasce TocqueVille. Grazie a chi ci ha aiutato finora, a chi ha promesso di farlo in futuro e a chi non ci aveva ancora pensato ma adesso ha deciso di scrivere qui.

domenica 12 giugno 2005

Avviso ai vincitori.

Ancora non sappiamo chi vincerà la battaglia referendaria che inizia oggi. Ma un avviso ai vincitori già ci sentiamo di darlo: «Nella guerra, determinazione; nella sconfitta resistenza; nella vittoria, magnanimità; nella pace, benevolenza» (Winston Churchill).

Radicali o cattolici, liberali o conservatori, uomini o donne, di destra o non, da domani si riparte a lavorare per fondere, non per dividere. Domani nasce TocqueVille.

venerdì 10 giugno 2005

Nasce la Rete delle Libertà.

"Internet, si dice, è il regno della libertà e dell'iniziativa individuale, concetti con cui la sinistra, come è noto, ha sempre avuto qualche difficoltà". Nasce la Rete delle Libertà. The Right Nation c'è.

giovedì 9 giugno 2005

Libera!



More infos for our american friends.
KABUL, Afghanistan - An Italian aid worker kidnapped at gunpoint in the Afghan capital three weeks ago has been released and has telephoned her mother to say she is safe and healthy, the government said Thursday. Clementina Cantoni, 32, was abducted by armed men on May 16. She was working for CARE International on a project helping Afghan widows and their families.

martedì 7 giugno 2005

One Man, One Vote, One Time.

"Appoggiando l'integralismo islamico in Iran, Jimmy Carter rimpiazzò una dittatura con un'altra. Sta l'amministrazione Bush rischiando di commettere gli stessi errori in Medio Oriente, illudendosi che gli integralisti islamici possano abbracciare la democrazia?". Richard di Hyscience esprime i suoi dubbi sulle ultime mosse della Casa Bianca nei confronti di Egitto, Tunisia e ANP, citando un articolo di Michael Rubin, dell'American Enterprise Institute, pubblicato dal quotidiano libanese Daily Star. Il post integrale di Richard (in inglese) su Freedom's Zone, i cui iscritti (italiani e americani) sono intanto arrivati a quota 36: Semplicemente liberale, Bottomline, Il Megafono, Cao's Blog, il Sorvegliato Speciale, Hyscience, bLogicus, The Right Nation, American Daughter Media Ctr., freedomland, DAW's blog, Robinik, 2twins - M&A, Idea Libertà, Freedom's Zone, KrilliX, Regime Change, Otimaster, Pensieri di lotta e di vittoria, Walking Class, Rabbi a Barcelona, Il Motel dei Polli Ispirati, Gianni De Martino, Angelus, Dr Sanity, Neocon Italiani, Harry, UpL, Salentolibero, Jim Momo, Partigiano William, Time Hath Found Us, Truth and Action, J Robs House of Opinions, Calamity Jane, Zigurrat.

TocqueVille inizia a correre.


Scusate l'assenza, ma in questi giorni stiamo svezzando il cucciolo.

sabato 4 giugno 2005

L'Eurabia e i professionisti dell'anti-razzismo.

Grazie al voto contrario dell'Italia, rappresentata dal ministro leghista della giustizia Roberto Castelli, giovedì scorso a Bruxelles è stata bloccata una "decisione quadro" europea per la lotta al razzismo e alla xenofobia che, nella migliore tradizione del pensiero unico politicamente corretto, sarebbe potuta diventare "un fortissimo strumento per interventi sulla libertà di espressione e di pensiero", fornendo "armi per colpire chi la pensa in modo scomodo". I dettagli su questo putsch mancato per trasformare definitivamente l'Europa in Eurabia da Partigiano William. Ulteriori approfondimenti su rapporti tra Bruxelles ed Eurabia nel saggio scritto da Paolo della Sala (Le guerre civili) per il numero di Ideazione in edicola e nello speciale supplemento online.

venerdì 3 giugno 2005

Dear Judge...

"Caro giudice Armando Grasso, trovo scandaloso che lei abbia scelto di interferire con il diritto di tutte le persone libere di parlare e scrivere liberamente nelle nostre società (per ora) libere. Per favore, cerchi di comprendere che la minaccia islamica all'Europa e all'Occidente è reale, e che lei sta accelerando il crollo di una civiltà, la sua e la nostra. Mi sono unito ad un certo numero di blogger di diverse nazionalità (e ai loro lettori) per diffondere questo tema di discussione e per aiutare i cittadini italiani e statunitensi a comprendere che il suo errore di giudizio non è accettabile. I miei migliori saluti". Richard di Hyscience scrive al giudice per le indagini preliminari di Bergamo, Armando Grasso, e invita tutti i blogger italiani e americani a partecipare ad una massiccia campagna di pressione nei confronti del magistrato. Bombardiamolo di e-mail!

Intanto sono arrivati a quota 24 gli iscritti al blogroll di Freedom's Zone: Semplicemente liberale, Bottomline, Il Megafono, Cao's Blog, Hyscience, bLogicus, The Right Nation, American Daughter, Freedomland, Daw, Robinik, 2twins, IdeaLibertà, Freedom's Zone, KrilliX, Regime Change, Otimaster, Pensieri di lotta e di vittoria, Walking Class, Rabbi a Barcelona, Il Motel dei Polli Ispirati, Gianni De Martino, Angelus, Dr Sanity. Grazie a tutti. E continuate a fare tam tam.

mercoledì 1 giugno 2005

Le verità nascoste di Zapatero.

"Mentre Zapatero ballonzola tra Berlino e Parigi trasformando in sconfitta tutto quel che tocca, mentre l’Eta detta l'agenda del governo, mentre Madrid si lancia in una corsa già persa verso l'Olimpiade 2012, El Mundo continua da un anno un'inchiesta solitaria e impopolare: le verità non raccontate degli attentati dell'11 marzo 2004". Enzo Reale (1972), in spendida forma, su Ideazione.com.

Star Wars e la politica.

Nella sua recensione di Episode III: Revenge of the Sith per Ideazione.com, Federico Punzi (JimMomo) si avventura sull'impervio terreno dei rapporti tra la doppia trilogia di Guerre Stellari e la politica. Wizbang va addirittura oltre.

La religione della pace.

Imperdibile round-up di The Jawa Report su integralismo islamico e dintorni.

Dutch Liveblogging.

Liveblogging (in inglese) sul referendum che ha bocciato la costituzione (?) europea anche in Olanda: Peaktalk (via Nif).

Nasce Freedom's Zone.

Grazie a Richard di Hyscience, Tim di bLogicus e ad alcuni amici di TocqueVille che stanno portando avanti la battaglia per la libertà di espressione scatenata dal Caso Fallaci, nasce Freedom's Zone, un aggregator internazionale fondato congiuntamente da blogger italiani e statunitensi. Traduciamo uno stralcio della presentazione scritta oggi da Richard sul sito appena nato:

"Il nostro obiettivo è quello di promuovere la libertà di parola e la libertà di coscienza attraverso una pubblicazione online e l'utilizzo di un aggregatore di post capace di promuovere i blog che condividono il senso della nostra missione. Ci opponiamo alla tirannia in tutte le sue forme e intendiamo usare le nostre qualità individuali per difendere ed estendere la civilità occidentale, e le sue libertà, per le persone di ogni fede o credo politico. Noi tutti condividiamo la convinzione che, malgrado le nostre differenze di religione o le nostre differenti culture politiche, abbiamo più cose che ci uniscono di quante ci dividano.

L'obiettivo di Freedom's Zone è quello di promuovere la libertà di parola e la libertà di coscienza, appoggiando coloro che sono perseguitati per le loro idee e denunciando le diverse e diaboliche facce della tirannia. L'inclusione nel Freedom Aggregator è aperta a tutti i blogger che la pensano in questo modo, da ogni parte del mondo, che scrivono di argomenti correlati alla libertà e che aggiungeranno Freedom's Zone al blogroll del loro sito.

L'accesso a Freedom's Zone è aperto ai blogger sia di sinistra che di destra, di ogni nazionalità, e dovrà essere approvate dal comitato amministrativo del blog, a patto che il blog richiedente condivida la preoccupazione per la l'intangibiltà della libertà di parola, la minaccia mondiale alle persone di ogni fede, sia musulmani che non-musulmani, rappresentata dall'integralismo islamico, e appoggino un prodondo rispetto per la vita umana. Il comitato amministrativo di Freedom's Zone comprende i 6 blog fondatori, 3 statunitensi e 3 italiani. Freedom's Zone non sostiene alcun partito politico in alcuna nazione, ma sostiene valori come la libertà di parola, la libertà di praticare la propria fede e un rispetto universale per la vita umana.

Freedom's Zone sostiene: la libertà di parola, la libertà di coscienza, la libertà di praticare ed esprimere la propria fede a patto che non limiti i diritti altrui, il rispetto per la vita umana.

Freedom's Zone è contro: le molte facce della tirannia, la persecuzione e l'oppressione, il terrorismo in tutte le sue forme, le azioni che costringano altri a sottomettersi ad un particolare sistema di credenze.

Freedom's Zone sta organizzando un blogroll che elencherà tutti i blog aggregati e sta attualmente selezionando i primi dieci autori, cinque dagli Stati Uniti e cinque dall'Italia. Questo numero è destinato a crescere con il passare del tempo.Per informazioni su come aderire al blogroll di Freedom's Zone e all'aggregator, è possibile scrivere una mail a Richard (in inglese) o Andrea (in italiano). In questo momento, l'aggregator ha un filtro preliminare per le parole "freedom", "oriana", "islam", "terrorism" e "liberty." Presto verranno aggiunte altre parole-chiave".

(original post in english)

Invitiamo i blogger di TocqueVille (e non solo) interessati all'iniziativa ad aderire a Freedom's Zone. Per ulteriori informazioni, in italiano, è possibile scrivere a The Right Nation.

Hot Conservative Cotillion.

Ha debuttato ieri Cotillion, la nuova aggregazione di blog al femminile con cui Beth di My Vast Right Wing Conspiracy, Janette di Common Sense Runs Wild e Jody di Steal the Bandwagon vogliono dare voce ad un vasto numero di blogger della destra americana troppo spesso ignorate dai maschietti della blogosfera. Michelle Malkin e la National Review hanno subito parlato di loro, perchè queste hot conservative gals si annunciano agguerrite ed interessanti. Ecco la lista delle fondatrici: A Mom And Her Blog, An American Housewife, And Rightly So!, Armies of Liberation, Common Sense Runs Wild, Crystal Clear, Darleen's Place, e-Claire, Feisty Repartee, Fistful of Fortnights, Florida Cracker, Girl on the Right, Ilyka Damen, KelliPundit, Knowledge Is Power: SondraK.com, Little Miss Attila, Mamamontezz's Mental Rumpus Room, Merri Musings, MY Vast Right Wing Conspiracy, NotADesperateHousewife, Rightwingsparkle, sisu, small dead animals, Steal The Bandwagon, The American Princess, The Anchoress, The Bad Hair Blog, Who Tends the Fires, Yeah, Right, Whatever. Good luck ladies!