venerdì 24 giugno 2005

Gli uomini in nero che stanno distruggendo l'America.

La Corte Suprema degli Stati Uniti, con una controversa decisione a maggioranza (5 giudici contro 4), ha "stabilito che le amministrazioni cittadine hanno il diritto di confiscare case e terreni anche per progetti privati di sviluppo". Se, per esempio, si ritiene "che la costruzione di un centro commerciale in una determinata area genererebbe forti entrate per le casse pubbliche", i governi locali hanno il diritto di "costringere i residenti della zona su cui dovrebbe sorgere il nuovo complesso a trasferirsi altrove". Il lato comico della vicenda è che ho appena iniziato a leggere "Men in Black. How the Supreme Court is Destroying America", di Mark R. Levin (con una splendida introduzione di Rush Limbaugh. Per la cronaca, i quattro giudici che si sono opposti a questa sciagurata importazione del comunismo in terra statunitense, sono (oltre a Sandra O'Connor che ha scritto il testo dell'opinione di dissenso) William H. Rehnquist, Antonin Scalia e Clarence Thomas. Proprio il terzetto di conservatori duri e puri che le belle anime liberal si immaginano tutti impegnati nell'edificare la terribile teocrazia a stelle e strisce. Le reazioni da Wizbang!, RightWingNews, Instapundit, Michelle Malkin, Professor Bainbridge, Indc Journal, Protein Wisdom, Catallarchy, GOP bloggers, Hit and Run, The Anchoress, Volokh Conspiracy. E nel completissimo round-up di Arguing with Signposts.

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