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La Corte Suprema degli Stati Uniti, con una controversa
decisione a maggioranza (5 giudici contro 4), ha "stabilito che le amministrazioni cittadine hanno il diritto di confiscare case e terreni anche per progetti privati di sviluppo". Se, per esempio, si ritiene "che la costruzione di un centro commerciale in una determinata area genererebbe forti entrate per le casse pubbliche", i governi locali hanno il diritto di "costringere i residenti della zona su cui dovrebbe sorgere il nuovo complesso a trasferirsi altrove". Il lato comico della vicenda è che ho appena iniziato a leggere "
Men in Black. How the Supreme Court is Destroying America", di Mark R. Levin (con una splendida introduzione di
Rush Limbaugh. Per la cronaca, i quattro giudici che si sono opposti a questa sciagurata importazione del comunismo in terra statunitense, sono (oltre a Sandra O'Connor che ha scritto il testo dell'opinione di dissenso) William H. Rehnquist, Antonin Scalia e Clarence Thomas. Proprio il terzetto di conservatori duri e puri che le belle anime liberal si immaginano tutti impegnati nell'edificare la terribile teocrazia a stelle e strisce. Le reazioni da
Wizbang!,
RightWingNews,
Instapundit,
Michelle Malkin,
Professor Bainbridge,
Indc Journal,
Protein Wisdom,
Catallarchy,
GOP bloggers,
Hit and Run,
The Anchoress,
Volokh Conspiracy. E nel completissimo round-up di
Arguing with Signposts.
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