Washington, martedì 11 gennaio (ore 9.00). Dopo la sveglia all'alba, comincia uno dei giorni più stressanti della nostra trasferta americana. La prima tappa del tour è nella 15a strada, dove ci aspetta Laith Kubba, senior program officer per il Medio Oriente e il Nord Africa del National Endowment for Democracy. Secondo Kubba, che è nato in Iraq ma ha studiato a Londra, nella strategia post-bellica dell'amministrazione Bush sono stati commessi almeno due errori. Del primo, cioè smantellare l'esercito e il partito baathista subito dopo la liberazione del paese, si è letto e scritto molto. Il secondo rilievo, invece, ci colpisce di più: invece di iniziare a preparare le elezioni politiche nazionali, le forze della coalizione avrebbero dovuto spingere per organizzare una tornata di elezioni locali il prima possibile; per dare un assaggio di democrazia "reale" al popolo iracheno e creare un rapporto fiduciario diretto tra i cittadini e il governo provvisorio. Per Kubba, immediatamente dopo la caduta del regime di Saddam c'erano le condizioni politiche e strategiche sufficienti per tentare questa strada. Mentre ora la situazione si è complicata terribilmente. Tra le tante critiche ex-post rivolte alla strategia Usa in Iraq, questa è probabilmente una delle più sensate.
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