mercoledì 27 ottobre 2010

USA 2010 - Terza puntata: il West

Larry Silverbud su Il Foglio di oggi


Mentre prosegue, verso la West Coast, il nostro viaggio nelle elezioni di mid-term americane, la campagna elettorale elettorale entra nella sua fase più calda. Nell’ultima settimana, secondo analisti e pronosticatori di professione, sono aumentate ulteriormente le possibilità che il GOP riconquisti la Camera (75% secondo Nate Silver di Fivethirtyeight.com; 85-90% secondo i “mercati virtuali” sui quali si scommette denaro vero), con un guadagno netto che viene stimato tra i 40 e i 60 seggi. Notizie migliori, per i democratici, arrivano da alcune corse per il governatore (Maine, Minnesota) e dal Senato (che viene rinnovato solo per un terzo), in cui però una maggioranza repubblicana è sempre stata considerata abbastanza improbabile (17% secondo Fivethirtyeight.com). Il problema, per il partito di Obama è che le sfide per il Senato stanno generalmente diventanto più incerte, comprese quelle in cui i repubblicani sono in svantaggio. E con un generic ballot che continua a premiare il GOP (+7,2% nella media di RealClearPolitics) il rischio di un’onda rossa in grado di travolgere entrambi i rami del Congresso non è ancora stato del tutto scongiurato. Ma cerchiamo di capire come questo clima elettorale sta influenzando gli stati dell’Ovest, che comprendono sia zone della costa fedelissime al partito democratico sia zone interne repubblicane da sempre.

New Mexico
2008: Obama +15%
Gov: Richardson (D) – open 
Cam: GOP 0 DEM 3


Da anni, ormai, il New Mexico è un’isola tendente al blu nel mare rosso del Mountain West repubblicano. Con una maggioranza di popolazione ispanica (fedele al partito democratico), soprattutto nel nord dello stato, il GOP riesce in genere a conquistare soltanto le contee sud-est al confine con il Texas. Malgrado questa prevalenza democratica, la Land of Enchantment potrebbe riservare qualche sorpresa nel 2010. Al Senato non si vota, ma nella sfida per la poltrona di governatore lasciata libera da Bill Richardson, per ora i sondaggi vedono favorita la district attorney repubblicana Susana Martinez, che ha una 8-9 punti di vantaggio sull’ex vice di Richardson, Diane Denish. Il GOP, poi, ha buone chance di strappare ai democratici il controllo del 2° distretto della Camera (quello più simile al Texas sotto il profilo demografico), dove l’ex congressman repubblicano Steve Pearce tenta la rivincita contro Harry Teague, che riuscì a batterlo nel 2008.

Colorado
2008: Obama +9%
Gov: Ritter (D) – open
Sen: Bennet (D)
Cam: GOP 2 DEM 5


Nello swing-state del Colorado, il GOP potrebbe aver perso un’occasione d’oro per conquistare un governatore. Bill Ritter Jr. era in fuga dalla statehouse, spaventato dalla candidatura repubblicana dell’ex congressman Scott McInnis. E il democratico John Hickenlooper sembrava destinato a una sconfitta certa. Ma McInnis è stato travolto da uno scandalo (un presunto plagio negli anni Ottanta) e battuto alle primarie dallo sconosciuto Dan Maes. A complicare le cose è arrivato l’ex congressman repubblicano Tom Tancredo (social conservative duro e puro) che, insoddisfatto della candidatura di Maes, è sceso in campo con l’American Constitution Party. Nelle ultime settimane, Tancredo ha rosicchiato gran parte del consenso di Maes e adesso insidia, abbastanza da vicino, lo stesso Hickenlooper. In una corsa a tre con la destra divisa, però, il democratico è il favorito d’obbligo. Sfida emozionante anche al Senato, dove il repubblicano Ken Buck sembrava poter distanziare nei sondaggi l’incumbent (nominato) Michael Bennet. Negli ultimi giorni, però, Bennet ha recuperato gran parte dello svantaggio e la corsa, oggi, è un toss-up puro. Buone notizie per il GOP, invece, arrivano dalla Camera. Cory Gardner dovrebbe riuscire a “riprendersi” il 4° distretto, storicamente repubblicano. E anche nel 3° distretto il repubblicano Scott Tipton insidia da vicino John Salazar (fratello dell’attuale ministro dell’Interno di Obama). In caso di tsunami rosso, poi, i democratici rischiano anche nel 7° distretto, che comprende gran parte dei sobborghi di Denver.

Wyoming
2008: McCain +32%
Gov: Freudenthal (D) – open
Cam: GOP 1 DEM 0


Come la maggior parte degli stati nel Mountain West, il Wyoming è solidamente repubblicano a livello presidenziale. In più, non spedisce al Congresso un democratico dal 1976. Eppure, quando si tratta di scegliere il proprio governatore, il Cowboy State tende a tradire la propria ortodossia ideologica: i repubblicani hanno vinto solo tre sfide negli ultimi quarant’anni. L’incantesimo sarà quasi certamente spezzato nel 2010. Dopo il ritiro di Dave Freudenthal, l’ex procuratore federale Matt Mead è nettamente favorito nei confronti di Leslie Petersen, ex chairman locale del partito democratico. Mead, vincitore di un’emozionante sfida a tre nelle primarie del GOP, viaggia con 30-35 punti percentuali di vantaggio nei sondaggi. E ci vorrebbe un cataclisma per tenerlo lontano dalla statehouse. Calma piatta, invece, al Senato (non si vota) e alla Camera, dove l’unico distretto resterà saldamente in mano repubblicana con Cynthia Lummis.

Utah
2008: McCain +29%
Gov: Herbert (R)
Sen: Bennett (R) – open
Cam: GOP 2 DEM 1


Lo Utah è uno stato così rosso che anche un senatore repubblicano capace di ottenere un lifetime rating dell’84% da parte dell’American Conservative Union può essere considerato troppo a sinistra. E’ quello che è capitato quest’anno a Robert F. Bennett, “licenziato” dalla convention statale del GOP ancora prima delle primarie. Al suo posto ci sarà Mike Lee, che le primarie le ha vinte contro Tim Bridgewater, ex assistente del giudice della Corte Suprema, Samuel A. Alito. La vittima designata (sotto di 30 punti nei sondaggi) è il democratico Sam Granato. Profondo rosso anche nella sfida per il governatore, con l’incumbent repubblicano Gary Herbert lontano anni-luce dallo sfidante democratico, l’ex sindaco di Salt Lake, Peter Corroon. Le uniche soddisfazioni, per i democratici, arriveranno nel caso in cui il moderato Jim Matheson (come sembra probabile) riuscisse a difendere il 2° distretto (Salt Lake City e metà dei suoi sobborghi) in un anno così difficile per il suo partito.



Arizona
2008: McCain +9%
Gov: Brewer (R)
Sen: McCain (R)
Cam: GOP 3 DEM 5


Mutato da democratico a repubblicano dopo la “rivoluzione dell’aria condizionata” (che di fatto permise una vita dignitosa anche nel deserto e alimentò una forte immigrazione dal Midwest), l’Arizona sta lentamente tornando democratico a causa del fortissimo aumento della popolazione di lingua spagnola. Questo trend si è interrotto di schianto, nel 2010, dopo le polemiche sulla legge anti-immigrazione voluta dal Gran Canyon State e fortemente avversata dall’amministrazione Obama. Da che parte stia la maggioranza dei cittadini dell’Arizona si capisce osservando i sondaggi per la sfida a governatore, che vedono ancora comodamente in testa l’incumbent repubblicana Jan Brewer, data per spacciata all’inizio dell’anno e protagonista di una pessima campagna elettorale. Lo scontro sull’immigrazione ha blindato anche il seggio senatoriale di John McCain (lo stesso che fu di Barry Goldwater), sempre più a destra dopo il 2008. Buone notizie per il GOP anche dalla Camera. Nel 1° distretto (al nord-est), sembra in vantaggio il repubblicano Paul Gausar nei confronti dell’incumbent Anne Kirkpatrick. E ci sono discrete possibilità di pick-up anche nel 5° distretto per David Schweikert contro il conservatore-democratico Harry Mitchell. In caso di affermazione poderosa del GOP a livello nazionale, poi, i repubblicani potrebbero avere qualche chance anche nei due distretti più meridionali, il 7° e l’8°. 

Nevada
2008: Obama +12%
Gov: Gibbons (R) - open
Sen: Reid (D)
Cam: GOP 1 DEM 2


L'87% degli elettori del Silver State vive in sole due contee: Clark (quella di Las Vegas, al confine sud-occidentale con l'Arizona) e Washoe (quella di Reno, al confine nord-orientale con la California). Mentre in tutto il resto dello stato - deserto e poco di più - dominano i repubblicani, a Las Vegas e Reno la situazione è molto più equilibrata, con una preferenza più marcata verso i democratici negli ultimi anni. Questo ha portato il Nevada al suo perenne ruolo di swing-state, che nel 2010 è ben interpretato dalla sfida tra il leader democratico del Senato, Harry Reid, e la “campionessa” dei Tea Party, Sharron Angle. La corsa tra Reid e la Angle, di cui si è scritto moltissimo, è uno dei toss-up che decideranno il controllo del prossimo Senato. Più scontata, invece, sembra la sfida per la poltrona di governatore, dove il democratico Rory Reid (figlio di Harry) non ha molte chance nei confronti dell’ex giudice federale Brian Sandoval, che si è sbarazzato dell’incumbent Jim Gibbons alle primarie repubblicane. E per cui molti analisti prevedono un futuro a livello nazionale. Equilibrio anche alla Camera, dove l’unico seggio in bilico è quello del 3° distretto, in cui l’incumbent democratica Dina Titus è insidiata dall’ex senatore statale repubblicano John Heck. Toss-up puro.

California
2008: Obama +24%
Gov: Schwarzenegger (R) – open
Sen: Boxer (D)
Cam: GOP 19 DEM 34


La storia elettorale della California è sempre stata dominata dallo scontro nord-sud ed est-ovest. Oggi resiste soltanto questa seconda divisione, con i democratici fortissimi nelle aree (urbane) della costa e i repubblicani vincenti nelle contee interne dell’est. Lo squilibrio demografico tra le due aree favorisce in genere i democratici. Ma quest’anno il GOP sembra competitivo sia nella corsa per il governatore che in quella per il Senato. Per la successione ad Arnold Schwarzenegger, l’ex ceo di eBay, Meg Whitman, sfida il vecchio marpione democratico Jerry Brown (la sua prima elezione risale al 1970). Il vento anti-establishment aveva spinto la Whitman in testa nei sondaggi durante l’estate, ma nelle ultime settimane Brown si è riportato davanti (soprattutto dopo il “caso” della domestica immigrata illegalmente assunta dalla Whitman). Il trend favorevole a Brown sembra però rallentare. E a due settimane dal voto tutto sembea ancora possibile. Emozionante anche la sfida per il Senato tra l’incumbent ultra-liberal Barbara Boxer e l’ex ceo di Hewlett Packard, Carlie Fiorina. Dopo uno scontro milionario a colpi di spot, le due candidate sono separate da un paio di punti percentuali nei sondaggi (con la Boxer leggermente davanti). Più stazionaria, invece, la situazione alla Camera, con i due partiti che stanno difendendo con successo il loro territorio. Nell’elenco dei possibili pick-up, il GOP punta soprattutto all’11° distretto (San Joaquin e Santa Clara) con David Harmer contro l’incumbent Jerry McNerney. Nei loro sogni più spinti, però, i repubblicani sognano di conquistare qualcosina anche in altri quattro distretti (il 18°, il 20°, il 44° e il 47°), ma servirebbe un’onda rossa davvero imponente. Come quelle che spazzano la costa del Pacifico.

Hawaii
2008: Obama +45%
Gov: Lingle (R) – open
Sen: LeMieux (R) – open
Cam: GOP 1 DEM 1


Le Hawaii sono sempre state una roccaforte blu scura nel blu dell’Oceano Pacifico. Ma negli ultimi anni la political machine democratica si è un po’ appannata. Tanto da permettere alla repubblicana Linda Lingle di essere eletta (nel 2002) e rieletta (nel 2006) governatore. Dopo il suo ritiro forzato, i democratici erano sicuri di riconquistare l’Aloha State senza troppi sforzi. Ma l’ex hippy (si è deciso a tagliare il codino solo negli anni Novanta) ed ex congressman Neil Abercrombie, che a giugno aveva 25-30 punti di vantaggio nei confronti dell’ex vice-governatore repubblicano Duke Aiona, nelle ultime settimane ha visto il suo distacco ridursi al 2-3%. Se Aiona riuscisse a vincere, si tratterebbe di una delle rimonte più clamorose della storia elettorale americana. Al Senato, invece, l’incumbent democratico Daniel Inouye viaggia verso una tranquilla riconferma. E, questa volta a sorpresa, alla Camera potrebbe essere riconfermato nel 1° distretto (Honolulu) anche il repubblicano Charles Djou, vincitore di una special election parziale nel maggio di quest’anno. Sarebbe un vero e proprio schiaffo a Obama nello stato che gli ha dato i natali.

Oregon
2008: Obama +16%
Gov: Kulongoski (R) – open
Sen: Wyden (D)
Cam: GOP 1 DEM 4


In gran parte montagnoso o desertico, con la maggior parte della popolazione concentrata nelle zone urbane (e democratiche) della Willamette Valley, l’Oregon è stato repubblicano nei primi 80 anni della sua storia. Ma si trattava di una tinta estremamente progressive del repubblicanesimo. E una volta che, con FDR, i progressive sono diventati parte integrante della coalizione democratica, l’Oregon è diventato sempre più blu. Il Beaver State è anche la sede della più lunga serie di sconfitte repubblicane nelle corse a governatore. Una striscia negativa che quest’anno il GOP ha lungamente pensato di interrompere, dopo il ritiro dell’incumbent democratico Theodore R. Kulongoski. Il candidato repubblicano, l’ex stella dell’Nba Chris Dudley (record di stoppate, ma anche di tiri liberi sbagliati consecutivamente) è stato a lungo in testa nei sondaggi. Ma nelle ultime settimane il democratico John Kitzhaber è tornato davanti. E il sogno del GOP rischia di svanire. Proprio come un tiro libero sbagliato all’ultimo secondo di gioco. Al Senato, vita facile per il democratico Ron Wyden. E l’unica speranza di pick-up repubblicano alla Camera è nel 5° distretto, con Scott Bruun molto vicino all’incumbent Kurt Schrader.



Alaska
2008: McCain +22%
Gov: Parnell (R)
Sen: Murkowski (R)
Cam: GOP 1 DEM 0


Stato “rosso” quasi per definizione, l’ Alaska sembrava destinato a riservare poche sorprese in questo ciclo elettorale favorevole al GOP. L’ex vice di Sarah Palin, Sean Parnell, non avrà problemi ad essere riconfermato governatore (anche se lo sfidante democratico, Ethan Berkowitz, ha condotto un’ottima campagna). E nell’unico distretto della Camera, il repubblicano Don Young ha 25-30 punti di vantaggio su Harry Crawford. I fuochi d’artificio, invece, sono inaspettatamente arrivati al Senato. L’incumbent Lisa Murkowski (figlia dell’ex governatore sconfitto nel 2006 dalla Palin) ha infatti perso le primarie repubblicane contro il tea partier, appoggiato proprio dalla Palin, Joe Miller. Invece di ritirarsi in buon ordine, però, la Murkowski ha scelto la sfida rischiosa della candidatura “write-in” (gli elettori dovranno scrivere il suo nome sulla scheda). La mossa ha rimescolato tutte le carte, anche perché negli ultimi sondaggi la Murkowski è molto vicina a Miller. Per il GOP non farebbe molta differenza, visto che entrambi i candidati faranno parte del caucus repubblicano al prossimo Congresso, ma i rischio – concreto – è che ad avvantaggiarsi dalle divisioni sul fronte destro sia il candidato democratico Scott McAdams, che avrebbe perso largamente sia contro la Murkowski che contro Miller.

Washington
2008: Obama +16%
Sen: Murray (D)
Cam: GOP 3 DEM 6


Dopo aver seguito la stessa sorte dell’Oregon, anche l’Evergreen State è oggi largamente in mano ai democratici, soprattutto grazie al loro dominio nell’area urbana di Seattle. Nel 2010 il GOP, più forte nelle contee ad est delle Cascade Mountains, proverà a ribaltare i pronostici al Senato con l’italo-americano Dino Rossi, due volte sconfitto da Christine Gregoire nella corsa per il governatore (nel primo caso dopo un contestatissimo recount che ancora oggi provoca più d’un prurito ai sostenitori repubblicani). Rossi si oppone all’incumbent Patty Murray (“mom in tennis shoes”). E la sfida è stata incertissima fin dall’inizio. Le “montagne russe” dei sondaggi oggi vedono in vantaggio la Murray, ma Rossi in recupero. Vista l’estrema volatilità delle rilevazioni statistiche, la Murray non può ancora cantare vittoria. Alla Camera, con Jaime Herrera il GOP ha ottime possibilità di strappare ai democratici il 3° distretto, lasciato libero da Brian Baird. Qualche chance, per i repubblicani, anche nel 2° (dopo la sconfitta del 2008, John Koster cerca la rivincita contro Rick Larsen) e nell’8° distretto.

Idaho
2008: McCain +26%
Gov: Otter (R)
Sen: Crapo (R)
Cam: GOP 1 DEM 1


Dopo essere stato uno swing-state, per tutta la prima metà del secolo scorso, l’Idaho è diventato un solido stato repubblicano. Tanto solido che dal 1980 i democratici non riescono a mandare un loro rappresentante del Gem State al Senato. E il GOP controlla la statehouse dal 1994. Nel 2010, il governatore repubblicano C.L. Otter non avrà alcun problema ad essere rieletto. Mentre al Senato il distacco tra l’incumbent Mike Crapo e lo sfidante Tom Sullivan supera addirittura il 40%. Alla Camera, invece, nel 1° distretto (uno dei più repubblicani di tutti gli Stati Uniti) i democratici hanno buone possibilità di riconfermare il congressman conservatore Walt Minnick, uno dei pochissimi esponenti del suo partito ad essersi guadagnato il sostegno incondizionato del movimento Tea Party. Una rarità.

Montana
2008: McCain +3%
Cam: GOP 1 DEM 0


Stato rosso alle presidenziali, il Montana ha seguito a lungo la tradizione di “mandare conservatori a Washington e liberal a Helena (la capitale dello stato, ndr)”. Negli ultimi decenni, invece, i repubblicani sono diventati la forza predominante della Big Sky Country, anche se gli elettori continuano a votare senza troppe preclusioni ideologiche. Nel 2010, in Montana non si vota né per il Senato né per rinnovare il governatore. L’unica corsa da seguire, dunque, è quella relativa all’unico distretto della Camera, con l’incumbent repubblicano Danny Rehberg vincerà a mani basse contro il democratico Dennis McDonald.

3/continua

13 commenti:

-jm- ha detto...

Buongiorno ... per l'ottavo distretto della California (saldamente blu) quali sono i sondaggi? Stamattina nei soliti posti non ho trovato nulla, se non l'indicazione blue-solid.

a man ha detto...

Ciao -jm-,
non mi risultano sondaggi pubblici recenti su CA-08 (il seggio della Pelosi, per chi non lo sapesse). Il "projected vote" di Fivethirtyeight è di 67-30 per i democratici, ma si tratta di un dato con un margine d'errore molto alto (+-8%) e non ci farei troppo affidamento. A marzo, secondo Wenzel Strategies (http://www.wnd.com/files/PELOSIQ7.pdf), la Pelosi aveva più di 40 punti di vantaggio (61-19) su Dennis. Per il resto, il distretto non è sul radar degli analisti e dei pronosticatori, che sono unanimi nel considerarlo "solid blue".

Unknown ha detto...

Del resto parliamo del seggio di gran parte di San Francisco... fare sondaggi da quelle parti sarebbero soldi quasi buttati al vento, ora come ora...

a man ha detto...

Per SF aspetterei almeno qualche anno... :)

-jm- ha detto...

Ok, grazie. Per ora dovremmo accontentarci di vederle lasciare l'incarico di Speaker.

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