Perdonate la citazione maoista, ma le ultime ore della campagna elettorale per le primarie sembrano i primi giorni del recount in Florida nel 2000: un gran casino. Drudge Report spara la notizia di una Hillary vicina al ritiro, ma ci credono soltanto in Italia. Intanto, però, l'Obamania spopola nei sondaggi: per la CNN, Hillary perde 10 punti percentuali in un giorno solo in New Hampshire; per ARG, Rasmussen Reports, USA Today/Gallup e Zogby, il vantaggio di Obama nel Granite State è ormai in doppia cifra. Resta solo Suffolk/WHDH a vedere i due contendenti praticamente in parità, ma anche in questo caso Hillary perde colpi rispetto a ieri. Su Intrade, poi, la percentuale di vittoria per Obama in New Hampshire ha ormai superato il 91%. E anche a livello nazionale, il vantaggio di Hillary (che sembrava incolmabile) inizia a scricchiolare.
Meno marcato, in campo repubblicano, il vantaggio di John McCain su Mitt Romney in New Hampshire: si va dall'1% di Rasmussen Reports, al 9% di Franklin Pierce. In controtendenza, anche in questo caso, Suffolk/WHDH che vede Romney in vantaggio di tre punti. Su InTrade, la percentuale di vittoria per McCain - che secondo Richard Baehr di The American Thinker è l'unico repubblicano in grado di battere Obama - resta comunque ben al di là dell'80%. Dietro ai due front-runner, Mike Huckabee, Rudy Giuliani e Ron Paul (in quest'ordine, secondo la media sondaggi RCP) si giocano il terzo posto, mentre Fred Thompson è sesto, staccatissimo.
Con tutti gli occhi puntati sul New Hampshire, mancano putroppo sondaggi recenti su Michigan, Nevada, South Carolina e Florida. Eppure sarà proprio in questi ultimi due stati che si giocherà la vera partita di posizionamento in vista del Super Tuesday del 5 febbraio. E la situazione è particolamente intricata per quanto riguarda il GOP. Dopo la vittoria di Huckabee in Iowa, un successo di McCain in New Hampshire e uno di Romney (o Thompson) in South Carolina potrebbero improvvisamente far risalire le quotazioni di Rudy Giuliani, la cui strategia - in barba alla conventional wisdom - è sempre stata quella di sfruttare la Florida (29 gennaio) come trampolino di lancio per il Super Tuesday. L'unica cosa di cui non ha bisogno Giuliani è che dai primi stati emerga un chiaro front-runner repubblicano (soprattutto McCain sarebbe estremamente pericoloso per l'America's Mayor). Il caos che sembra regnare sovrano tra le fila del GOP, per ora, è il migliore alleato di Rudy.
UPDATE. Sondaggio shock USA Today/Gallup a livello nazionale. Tra i repubblicani, Mike Huckabee (25%) supera Rudy Giuliani (20%) e guadagna 9 punti percentuali in due settimane. Seguono John McCain (19%), Fred Thompson (12%), Mitt Romney che crolla al 9% e Ron Paul (4%). Ma il vero cataclisma è in casa democratica, con Hillary Clinton che perde il 12% ed è raggiunta (al 33%) da Barack Obama (+6%). Sale anche John Edwards, dal 15% al 20%. Roba da far scoppiare a piangere un androide.
UPDATE/2. Via Nullo, un altro macigno (anzi due) sulla testa di Hillary (e del GOP).
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