venerdì 1 luglio 2005

Pessimismo, fastidio e disincanto.

Pierluigi risponde con forza al mio precedente post su Berlusconi e il partito unico. Segno che la mia accusa di "intelligenza con il nemico" ha ottenuto almeno lo scopo di provocare qualche ferita superficiale :) Si trattava, naturalmente, di una provocazione. Ma, come tutte le provocazioni, partiva da un dato (che io ritengo) assolutamente e pericolosamente reale. Vedi Pierluigi, qui non è questione di prendere le cose "di panza". Anzi, è l'esatto contrario. A prendere le cose "di panza", a lasciarsi coinvolgere troppo personalmente, a giudicare l'etica delle intenzioni abbandonando l'analisi delle conseguenze, si finisce sempre per approdare al pessimismo o al disincanto. E' un processo tanto naturale da risultare quasi scontato. E visto che sull'analisi del lungo periodo - ne abbiamo discusso tante volte - siamo (quasi) perfettamente d'accordo, ti chiedo, dal cuore, se per caso non ti sia mai venuto in mente che è proprio questo quello che ti rimprovero fraternamente. Vedi, a guardare in faccia i "soldatini" del proprio esercito spesso si rimane delusi. Ma questo non deve autorizzarci a perdere di vista la big picture, ad analizzare le forze che muovono la società e ad elaborare o tentare di prevedere le strategie future.

Tu parli molto a lungo delle carenze di questa esperienza di governo del centrodestra. E della assoluta inadeguatezza di Forza Italia come strumento di battaglia politica. Non sono soltanto d'accordo: sono assolutamente e inequivocabilmente d'accordo. Sai anche benissimo che - da pasdaran liberista quale sono - avrei molta altra carne da aggiungere al barbeque delle critiche. Ma non è questo il punto. Il punto, per me, è se sia preferibile - nell'orizzonte di lungo termine dell'aggregazione fusionista del centrodestra italiano - una sonora sconfitta di Berlusconi alle prossime elezioni politiche o una sua vittoria (o sconfitta di misura). Su questo, io non ho dubbi. E qualche dubbio, invece, mi sembra di percepirlo nelle tue parole ("pedale frenato"?) e in quelle degli altri "frondisti" d'area. A me la vita ha insegnato a scegliere sempre il "meno peggio" di fronte ad un'alternativa disastrosa. E me ne sbatto se, in realtà, le intenzioni del Berluska sono perverse, criminose, folli o semplicemente dettate da ragioni tattiche. A dare retta alle intenzioni, Colombo non voleva scoprire l'America e Fleming non voleva scoprire la pennicillina. L'hai letta la Favola delle api di De Mandeville?

Riepilogando (e scusandomi con il 99% dei lettori a cui, tutto questo, interessa poco o nulla):
1) Io ho sicuramente più "panza" di te, ma nell'analisi della politica italiana tu la usi più spesso di me. E questo non sempre favorisce la tua serenità di giudizio.
2) I "soldatini" (ma anche i "soldatoni", se è per questo), visti da vicino sono sempre tutti brutti. Ma visti dall'alto, se schierati con un minimo senso di razionalità tattica e strategica, sono uno spettacolo straordinario.
3) Il disincanto è direttamente proporzionale alle proprie aspettative. Forse il mio è minore del tuo perché ho sempre avuto minori aspettative.
4) Il Partito Popolare sarebbe una iattura per il centrodestra. O GOP italiano, o morte (si fa per dire!).
5) Fino a quando non mi trovate una "spada" migliore, continuo ad usare le "fodere" che il destino - laido e beffardo - ci ha voluto riservare. Se l'alternativa alla "scatola vuota" di Forza Italia è l'Udc di Tabacci, mi tengo la mia scatola. Tra l'altro, le scatole vuote hanno una caratteristica molto interessante: si possono riempire.
6) Adesso vengo in redazione, ti offro un gelato e cerco di evitare di essere percosso a sangue. Un caporedattore picchiato dal proprio direttore non è mai uno spettacolo edificante, ricordatelo! :)

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