Premessa: inizierò a credere ad una vittoria del repubblicano Scott Brown alle elezioni suppletive per il seggio senatoriale di Ted Kennedy soltanto se - dopo la chiusura delle urne - la sua avversaria, Martha Coakley, avrà reso pubbliche almeno un paio di concession e soltanto dopo che saranno passate almene tre settimane dall'insediamento ufficiale di Brown al Congresso. Fino a quel momento, per me i democratici sono destinati a conservare il seggio del Massachusetts fino al termine della Storia.
Fatta questa premessa, però, sono estremamente divertito dal fatto che un'ipotesi del genere (una vittoria del GOP in Massachusetts) possa perfino essere presa in considerazione sui mainstream media. A scatenare il putiferio, dopo qualche voce che era già circolata nei giorni scorsi, è stato senz'altro l'ultimo sondaggio di Public Policy Polling che vede un toss-up nello stato con Brown davanti di un punto percentuale. Ai più distratti, ricordiamo che Tom Jensen di PPP è un analista di provata fede democratica (e dalle discrete capacità, se escludiamo il recente flop di NY-23). Altri sondaggisti, comunque, continuano a registrare un vantaggio sensibile per la Coakley (+15% per il Boston Globe, +9% per Rasmussen Reports). Mentre Jim Gerathy della National Review parla anche di un sondaggio del Boston Herald, non ancora reso pubblico, in cui la Coakley sarebbe davanti di 7 punti, ma con un vantaggio che scenderebbe all'1% calcolando solo i likely voters.
Quindici, sette, uno o meno uno? Come stanno davvero le cose è impossibile dirlo, ma resta il fatto che Obama, appena un anno fa ha vinto in Massachusetts con un distacco di 26 punti percentuali (62.0% contro 36.2%) e di quasi 800mila voti (su 3 milioni). Sembra passato un secolo.
UPDATE. Sullo stesso argomento, in italiano, Giova.
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