domenica 31 luglio 2005

PeaNut.

L'Iraq? Una guerra "inutile e ingiusta". Guantanamo? Una "disgrazia" che è servita ai terroristi per "giustificare" le loro stragi. A parlare, durante una conferenza a Birmingham, non è un esponente della multicolore galassia no-global ma - ci vergogniamo soltanto a dirlo - un ex presidente degli Stati Uniti: Jimmy Carter. Quello famoso per le sue piantagioni di noccioline, per essersela fatta sotto durante la rivoluzione khomeinista, per essere stato massacrato da Ronnie Reagan nel 1980 e per aver certificato la vittoria di Chavez alle ultime elezioni-farsa in Venezuela. Come scrive The Jawa Report, quest'uomo "è il perfetto barometro negativo: se prende posizione su un qualsiasi argomento, potete scommettervi la fattoria che la ragione sta dalla parte opposta". Dettagli e commenti su Protein Wisdom, Captain's Quarters, OpiPundit, Renew America, Left Noose, Jonathan and Wanda Rantings.

Iraq? A "useless and unjust" war. Guantanamo? A "disgrace" that was used by the terrorists to "justify" their slaughters. Who is speaking, on occasion of a conference in Birmingham, is not a militant of the multicoloured no-global galaxy but - we feel ashamed just saying it - is a former US president: Jimmy Carter. The one famous for his peanuts plantations, for wetting his underpants during Khomeini's revolution, for being massacred by Ronald Reagan in 1980 and for having certified Chavez's victory at the last farcical elections in Venezuela. As The Jawa Report writes, this man "is the perfect negative barometer. If he is on one side of an issue, you can bet the farm the other side is the place to be". Details and comments on Protein Wisdom, Captain's Quarters, OpiPundit, Renew America, Left Noose, Jonathan and Wanda Rantings.

sabato 16 luglio 2005

venerdì 15 luglio 2005

False Witness. La vera storia di Jim Garrison.

(Alert! Post molto lungo) Il carissimo Robinik, in un commento a questo post (ma anche in privato), mi chiede di approfondire il discorso su JFK di Oliver Stone (su cui ho espresso un giudizio molto duro), perché secondo lui Stone ha "rispettato parola per parola" il libro da cui è tratta la sceneggiatura e il film, "a livello prodotto", è un capolavoro. Mi trattengo a stento da qualsiasi proposito omicida (scherzo!), ma soltanto perché Robinik è filo-americano almeno quanto me. E dunque merita una spiegazione più approfondita. Parto dalla seconda questione, perché Robinik ha, tutto sommato, ragione. Stone è, tecnicamente, un ottimo regista. E JFK resta, tecnicamente, uno dei suoi lavori migliori. Mi permetto soltanto di ricordare che anche Leni Riefenstahl, per i suoi tempi, era tecnicamente bravissima. Ma questo non toglie che i suoi "documentari" sulle Olimpiadi di Berlino del 1936 e sul Congresso del partito nazionalsocialista a Norimberga siano due splendide, raffinate e - proprio per questo - pericolosissime apologie del nazismo. Quello che invece mi fa letteralmente rabbrividire (e non certo per colpa di Robinik), è che a distanza di oltre 30 anni, non solo in Italia ma anche negli Stati Uniti, non si sia ancora fatta abbastanza chiarezza sulla figura di Jim Garrison (interpretato nel film da Kevin Costner), il district attorney di New Orleans autore del libro da cui è (parzialmente) tratto JFK. Garrison ha ancora un piccolo, ma agguerrito, gruppo di sostenitori che credono ciecamente alla pista investigativa da lui seguita all'epoca. La stessa che portò all'incriminazione - e all'assoluzione decisa dalla giuria in meno di un'ora - dell'uomo d'affari della Louisiana, Clay Shaw. Garrison accusò Shaw di aver cospirato con Lee Harley Oswald e David Ferrie per assassinare il presidente. Naturalmente per ordine della CIA o della Mafia o del "complesso industriale-militare" o di Lyndon Johnson o di Mickey Mouse. A scelta. Ora, è vero che Stone segue "parola per parola" (più o meno) le memorie di Garrison. Ma il problema è esattamente questo. La versione di Garrison è stata smontata e ridicolizzata più volte negli ultimi decenni. Proprio come i suoi metodi di raccolta delle "prove", che prevedevano il pestaggio dei testimoni e degli indagati, il tentativo di corruzione per ottenere false testimonianze e l'utilizzo disinvolto di un fantomatico "siero della verità" mai sperimentato prima. Già nel 1969, gli abusi di Garrison erano stati descritti da Milton E. Brener nel suo libro The Garrison Case: A Study in the Abuse of Power. E un anno dopo James Kirkwood, un cronista che aveva seguito direttamente le varie fasi del processo a Shaw, aveva raccontato in modo inequivocabile la sua esperienza in American Grotesque. Uno per uno, tutti i cultori delle teorie cospiratorie sull'omicidio di Kennedy che guardavano con interesse all'indagine di Garrison avevano preferito concentrarsi su altre piste, non meno fantasiose ma almeno non del tutto discreditate. Eppure Oliver Stone, qualche decennio più tardi, avrebbe approfittato della mancanza di memoria delle nuove generazioni per rispolverare la più sputtanata tra le migliaia di teorie sull'assassinio di Kennedy. Per portarsi a casa qualche milione di dollari e, contemporaneamente, lanciare l'ennesimo, ridicolo attacco all'establishment politico-militare americano. Dopo il film di Stone, a riportare qualche brandello di verità in questa storia ci ha pensato Patricia Lambert, con il libro False Witness : The Real Story of Jim Garrison's Investigation and Oliver Stone's Film. Il libro della Lambert è devastante, per Garrison e per Stone. Tanto che un intero capitolo è dedicato ad elencare tutte le menzogne, le mezze verità, le omissioni, le distorsioni e i trucchi escogitati da questo antenato di Michael Moore per dare un senso compiuto ad una teoria che altrimenti non starebbe in piedi neppure per un minuto. Stone esagera nel descrivere il pestaggio di Jack Martin da parte di Guy Bannister e lo inserisce in un contesto falso (o almeno inventato). Stone suggerisce che la morte di David Ferrie non sia accidentale, mentre in realtà è stato accertato il contrario. Stone gioca (proprio come avrebbe imparato a fare Moore) con dialoghi e flashback per far capire che Dean Andrews conosceva un "Clay Bertrand" e che lui e Clay Shaw erano la stessa persona, mentre in realtà Andrews negò il fatto e non rilasciò mai una testimonianza in tal senso. Stone - e questa è la prova definitiva della sua malafede - esclude totalmente dalla storia Perry Russo (a cui Garrison tentò di estorcere con la forza una falsa testimonianza) e lo sostituisce con un fantomatico fascista omosessuale dal nome "Willie O'Keefe", che in realtà non è mai esistito. Stone falsifica più volte la realtà nella sua descrizione di Shaw, per metterlo in cattiva luce e farne intuire un carattere oscuro e potenzialmente criminale. Stone utilizza il personaggio anonimo interpretato da Donald Sutherland (probabilmente basato su Fletcher Prouty) per dare fiato alle teorie più bizzarre, smontate una ad una nel libro della Lambert. Stone distorce l'andamento del processo a Shaw, eliminando totalmente l'arringa della difesa e rendendo quasi passabile il disastroso closing argument di Garrison. In estrema sintesi, False Witness rende finalmente giustizia ad una delle indagini (e dei processi) più scandalosi della storia giudiziaria americana. Restituendo Garrison alla palude da cui Stone l'aveva ripescato, con un'operazione politico-culturale che è andata ben oltre i limiti di qualsiasi "licenza artistica". Nessuno, ancora oggi, può avere certezze sull'assassinio di John F. Kennedy. Ma una cosa, almeno, è certa al di là di ogni ragionevole dubbio: tra tutte le teorie cospiratorie che Stone aveva a disposizione per realizzare il suo film, l'amichetto di Fidel Castro ha scelto la più stupida. Per ulteriori approndimenti, oltre ai libri già citati, consiglio la lettura di questi articoli di Dave Reitzes e Gerald Posner,

giovedì 14 luglio 2005

Corte Suprema: anche Rehnquist vicino al ritiro?



Il giudice capo della Corte Suprema, Willian H. Rehnquist, è stato ricoverato ieri in ospedale per una serie di controlli medici. Rehnquist, che ha 80 anni e soffre da mesi di cancro alla tiroide, potrebbe imitare presto Sandra O'Connor e ritirarsi dalla Corte, lasciando a Bush il compito di due nomine che dovranno poi essere confermate dal Senato. Repubblicani e democratici si preparano ad una delle battaglie politiche più furiose della storia recente degli Stati Uniti. I dettagli su Flap (via The Jawa Report), Michelle Malkin e Supreme Court Nomination Blog.

mercoledì 13 luglio 2005

Oliver, Fidel e l'11 settembre.

E' ufficiale: sarà Oliver Stone, amico di Fidel Castro e sostenitore di alcune delle teorie cospiratorie più bizzarre della storia dell'umanità, a dirigere il kolossal della Paramount Pictures che racconterà la storia (vera) di due agenti di polizia rimasti intrappolati per ore sotto le rovine delle Twin Towers prima di essere estratti vivi dalle macerie. Un paio di giorni fa Michael Kaus, su Slate, si chiedeva quale astruso ragionamento avesse spinto una major di Hollywood ad affidare un argomento tanto delicato proprio a Stone, che probabilmente "ha qualche stramba teoria sinistrorsa da aggiungere alla trama". Kaus, che è dichiaratamente di sinistra (ma intellettualmente onesto), invitava il boss della Paramount, Brad Grey, a leggersi questa sconcertante intervista rilasciata da Stone dopo la realizzazione dell'osceno "documentario" filo-castrista Looking for Fidel. E oggi, sempre Kaus, pubblica stralci di un articolo del New Yorker (non certo una rivista di destra) che descrive Stone, ad un convegno, intento a giudicare gli attentati dell'11 settembre 2001 come "una rivolta contro le sei grandi imprese che controllano il mondo", per poi paragonare i terroristi ad Alfred Einstein e agli altri "geni incompresi" della storia. Insomma, dopo aver fantasticato sull'assassinio di JFK, deriso l'esercito americano in Platoon, falsificato la storia in Salvador e vomitato bile anti-capitalistica in Wall Street, il buon Oliver si appresta a raccontare, a modo suo, anche 9/11. Qualcuno lo fermi, prima che sia troppo tardi.

Corte Suprema: democratici al bivio.



Come si comporteranno i senatori democratici di fronte alla nomina, molto probabile da parte di Bush, di un giudice conservatore - ma qualificato - per il posto vacante alla Corte Suprema? Secondo un sondaggio di Rasmussen Reports (hat tip: Daly Thoughts), il 58% dei cittadini americani (contro il 24%) preferirebbe che i democratici votassero a favore. Repubblicani e Indipendenti sostengono questa ipotesi a larga maggioranza. Mentre gli elettori democratici sono più incerti, con il 43% che si dichiara favorevole e il 38% contrario. La divisione tra le fila democratiche corre rigorosamente attraverso i confini ideologici interni al partito: il 58% di quelli che si autodefiniscono "liberal" è contrario in ogni caso alla nomina di un giudice conservatore (anche se qualificato), mentre il 56% dei "moderati" è di opinione opposta. Sarà interessante scoprire quale, tra queste due linee, sarà quella scelta dai leader della minoranza al Senato.

Multiculti.

"(...) Just as the police did poor Muslim girls no favours by their excessive cultural sensitivity, so they're now doing the broader Muslim community no favours. The Blair-Paddick strategy only provides a slathering of mindless multiculti fudge topping over the many layers of constraint that prevent Islam beginning an honest conversation with itself. Unlike Malaya or the Mau-Mau or the IRA, this is a global counter-terrorism operation across widely differing terrain, geographical and psychological. We need to be able to kill, constrain, coerce or coax as appropriate (...)". Mark Steyn, il miglior editorialista del pianeta, sul Daily Telegraph.

There's Nothing About Karl.

In un'intervista concessa a Byron York sulla National Review Online, l'avvocato di Karl Rove - Robert Luskin - smonta le accuse contro The Architect e fa un po' di luce sull'ennesimo flop della sinistra mediatica statunitense. Per Captain's Quarter, si tratta di una "tempest in a teapot" che svanirà appena Bush avrà nominato il sostituto della O'Connor alla Corte Suprema. UPDATE. Rusty di The Jawa Report non è d'accordo. Secondo lui, Bush dovrebbe licenziare Rove perché lo distrae da quella che dovrebbe essere la sua attività principale: Kick. Some. Terrorist. Ass.

martedì 12 luglio 2005

Mainstream Indymedia.

La riva sinistra della blogosfera americana è tutta un fuoco per il presunto scandalo in cui sarebbe rimasto coinvolto Karl Rove, l'architetto della doppia vittoria di George W. Bush alle presidenziali 2000 e 2004 (e della storica vittoria del GOP alle elezioni di mid-term del 2002). Al contrario di quello che accade quando a mobilitarsi è l'altra sponda del cyberspazio, però, i mainstream media accompagnano e danno il ritmo al blog swarm sinistrorso, tanto che a stento si riescono a distinguere gli articoli del Washington Post dai post-al-veleno di Daily Kos, i lanci d'agenzia di Associated Press dalle fantasiose accuse di Eschaton, i servizi di CBS News dagli editoriali deliranti di The Nation. Cos'altro aspettarsi, del resto, da un mondo in cui Indymedia viene considerata una fonte d'informazione tanto attendibile da essere tornata a far bella mostra di sé su Google News? Meglio, molto meglio, dedicarsi alla lettura di Indy Media Watch. E lasciar perdere tutto questo baccano artificiale su The Architect. Tanto lui quello che doveva fare l'ha già fatto. Alla faccia di Indymedia (e della CBS).

lunedì 11 luglio 2005

Le differenze tra Londra e Madrid.

Enzo Reale (1972), su Ideazione.com. Da leggere tutto d'un fiato.

Buone notizie dall'Afghanistan.

Nel disinteresse totale dei mainstream media, l'Afghanistan prosegue nel suo cammino verso la democrazia. Lo scorso giugno, secondo l'Army News Service, diciotto comandanti ribelli di Hezb-e Islami si sono consegnati alle autorità della provincia del Patkia, aderendo al progetto di riconciliazione nazionale varato dal governo di Kabul. (Hat-tip: The Jawa Report via Captain's Quarters).

sabato 9 luglio 2005

French Humour.

Vi siete mai chiesti perché i Monty Python non sono nati a Parigi? O perché la tv comica francese partorisce mostri come "Le miel et les abeilles" (in Italia, "Amori e baci"), mentre la BBC (per non parlare degli altri canali televisivi britannici), negli ultimi 30 anni ha prodotto capolavori come The Office, Black Books, Coupling, Little Britain, Absolutely Fabulous, The Royle Family, The Young Ones, Blackadder, Only Fools and Horses, Monty Python's Flying Circus, Rising Damp e Fawlty Towers? Sì, la risposta è quella giusta: i francesi, secoli fa, hanno deciso di inghiottirsi il loro sense of humour insieme alla prima rana. UPDATE. Il mangia-rane, travolto dagli insulti, ha cancellato il post che conteneva la simpatica immagine qui sotto. Non c'è niente di meglio di un fuck you internazionale.


(Hat Tip: Aghenor)

venerdì 8 luglio 2005

TocqueVille, U.K.

Mettendo da parte, soltanto per un attimo, il dolore e la rabbia per l'ennesimo massacro compiuto dall'internazionale dei vigliacchi, non possiamo fare a meno di notare che ieri, per TocqueVille, è stato un giorno importante. Il numero e la qualità dei post aggregati è stato sensazionale, da far invidia a qualsiasi simulacro digitale dei mainstream media. Come giudicare diversamente il lavoro di filtro delle notizie fatto ieri da 1972 e Walking Class o le reazioni di 2twins e Semplicemente Liberale, tanto per fare qualche esempio? E anche dopo, tra ieri notte ed oggi pomeriggio, la qualità delle analisi e dei commenti prodotti dai cittadini di TocqueVille è stata altissima. Con la triste certezza di dimenticare qualcuno, vogliamo segnalare Il Griso, Harry, Watergate2000, Robinik, RegimeChange, MarioM, L'Ussaro, Le guerre civili, Grog e Pinocchio. Ma è il livello medio, a nostro avviso, quello che rende la Città dei Liberi un esperimento unico nel desolante panorama dell'informazione italiana. UPDATE. Sono post come questi ultimi, splendidi, di Phastidio e Freedomland, che mi fanno essere ottimista per il futuro del nostro paese.

giovedì 7 luglio 2005

Up the Irons!



You’ll take my life but I’ll take yours too
You’ll fire your musket but I’ll run you through
So when your waiting for the next attack
You’d better stand there’s no turning back
(Iron Maiden, The Trooper. In "Piece of Mind", 1983)

Number 10.

E' importante che i terroristi capiscano che la nostra determinazione a difendere i nostri valori e il nostro modo di vivere è più grande della loro determinazione a causare la distruzione e la morte di vittime innocenti nel desiderio di imporre l'estremismo al mondo. Qualsiasi cosa facciano, siamo determinati a fare in modo che non riescano mai a distruggere quello che ci è caro in questo paese e nelle altre nazioni civilizzate del mondo. (Tony Blair, July 7th 2005)

It is important however that those engaged in terrorism realise that our determination to defend our values and our way of life is greater than their determination to cause death and destruction to innocent people in a desire to impose extremism on the world. Whatever they do, it is our determination that they will never succeed in destroying what we hold dear in this country and in other civilised nations throughout the world. (Tony Blair, July 7th 2005)


London Under Attack.

L'internazionale dei vigliacchi colpisce ancora il cuore dell'Occidente. Tutti gli sviluppi, in tempo reale, su TocqueVille.

mercoledì 6 luglio 2005

London 2012. Bye Bye Jacques.


(Immagine rubata a Freedomland)

Albania, il ritorno delle aquile.



Abbiamo aspettato fino alla fine, per scaramanzia. Ma adesso anche Fatos Nano, il golpista salito al potere otto anni fa con l'aiuto della sinistra italiana, riconosce "l'indiscutibile vittoria" di Sali Berisha e del centrodestra nelle elezioni albanesi. Festeggiamo la vittoria segnalando la stizza de L'Unità, che si lamenta perché il "ministro dell'ordine", Igli Toska, è stato sconfitto "per una manciata di voti" nel quartiere operaio del Kombinat di Tirana. Tutta colpa delle divisioni interne alla sinistra albanese. Forse Prodi e Fassino stanno già pensando a un altro golpe. Ma dovranno aspettare (almeno) fino alla prossima primavera, perché intanto a Tirana sventolano le bandiere a stelle e strisce.

domenica 3 luglio 2005

La Battaglia Suprema.



Erano più di quattro anni che George W. Bush e i suoi nemici aspettavano questo momento. Il momento in cui il presidente repubblicano, nominando il suo primo giudice della Corte Suprema, avrebbe finalmente potuto dare una scossa agli equilibri della cricca di men (and women) in black che stanno rovinando l'America. Adesso il momento è arrivato. Ma la sopresa è che, ad abbandonare la corte, non sarà il vecchio conservatore - ormai acciaccato - William H. Rehnquist, ma Sandra Day O'Connor. Proprio come aveva azzardato Irving Kristol sul Weekly Standard poco più di una settimana fa. Questa scelta (e le prossime due) influenzeranno la storia degli Stati Uniti per decenni. E la battaglia è appena iniziata.

Round-up. The Volokh Conspiracy, Powerline, Hugh Hewitt, Nomination Blog, SCOTUSblog (anche qui e qui), The Jawa Report, Wizbang!, Scared Monkeys, South Park Pundit, Balloon Juice, ProLife Blogs.

iat|tù|ra (s.f. disgrazia, sfortuna)

JimMomo è preoccupato perché nessuno dei liberali (il corsivo è suo) del centrodestra ha "alzato la testa" dopo la relazione di Follini Iscariota al congresso dell'Udc. Visto che mi mette tra questi liberali (corsivo) - anche se forse non aveva letto questo (e aveva letto male questo) - lo voglio tranquillizzare. Io considero Follini (e Tabacci) la peggiore iattura (grassetto) che sia potuta capitare al centrodestra negli ultimi anni. Peggio di Storace, Letta e la Pivetti moltiplicati per il debito pubblico italiano. Se Jim non riesce a riconoscere più, nel centrodestra, quelli che la pensano come lui, forse è anche un problema suo.

sabato 2 luglio 2005

Neolibertarian.

I neolibertarian non convincono troppo Stefano Magni (del blog Oggettivista). Secondo lui, non c'era bisogno - negli Stati Uniti - di un movimento come quello neolibertarian, con "un approccio più realistico e meno dogmatico rispetto ai paleolibertari e ai libertari del Libertarian Party", perché una corrente di pensiero molto simile, e cioè una "filosofia politica libertaria realista, gradualista e contraria all’isolazionismo" già esiste da più di mezzo secolo, ha forti fondamenta filosofiche e si chiama, appunto, Oggettivismo. Noi, che fino a ieri non conoscevamo Rudolph J. Rummel o la rivista The New Libertarian, ma che avevamo iniziato a dubitare dei seguaci di Ayn Rand da quando abbiamo letto Intellectual Morons (How Ideology Makes Smart People Fall for Stupid Ideas) di Daniel J. Flynn, ci siamo invece entusiasmati all'idea di un manipolo di big-tent libertarian, falchi in politica estera e pragmatici in politica interna, che non hanno nessuna intenzione di auto-condannarsi alla marginalità eterna come stanno facendo i libertarian duri&puri statunitensi. Da oggi, The Right Nation aderisce al Neolibertarian Network. Don't Tread on me!

Un consiglio a Berlusconi.

Cavaliere, le conviene accettare il diktat dell'Udc sulle primarie nel centrodestra. E' ora di iniziare a contarsi. E ci sono ottime probabilità che i nostalgici della balena bianca finiscano sepolti sotto un cumulo di risate.

venerdì 1 luglio 2005

Pessimismo, fastidio e disincanto.

Pierluigi risponde con forza al mio precedente post su Berlusconi e il partito unico. Segno che la mia accusa di "intelligenza con il nemico" ha ottenuto almeno lo scopo di provocare qualche ferita superficiale :) Si trattava, naturalmente, di una provocazione. Ma, come tutte le provocazioni, partiva da un dato (che io ritengo) assolutamente e pericolosamente reale. Vedi Pierluigi, qui non è questione di prendere le cose "di panza". Anzi, è l'esatto contrario. A prendere le cose "di panza", a lasciarsi coinvolgere troppo personalmente, a giudicare l'etica delle intenzioni abbandonando l'analisi delle conseguenze, si finisce sempre per approdare al pessimismo o al disincanto. E' un processo tanto naturale da risultare quasi scontato. E visto che sull'analisi del lungo periodo - ne abbiamo discusso tante volte - siamo (quasi) perfettamente d'accordo, ti chiedo, dal cuore, se per caso non ti sia mai venuto in mente che è proprio questo quello che ti rimprovero fraternamente. Vedi, a guardare in faccia i "soldatini" del proprio esercito spesso si rimane delusi. Ma questo non deve autorizzarci a perdere di vista la big picture, ad analizzare le forze che muovono la società e ad elaborare o tentare di prevedere le strategie future.

Tu parli molto a lungo delle carenze di questa esperienza di governo del centrodestra. E della assoluta inadeguatezza di Forza Italia come strumento di battaglia politica. Non sono soltanto d'accordo: sono assolutamente e inequivocabilmente d'accordo. Sai anche benissimo che - da pasdaran liberista quale sono - avrei molta altra carne da aggiungere al barbeque delle critiche. Ma non è questo il punto. Il punto, per me, è se sia preferibile - nell'orizzonte di lungo termine dell'aggregazione fusionista del centrodestra italiano - una sonora sconfitta di Berlusconi alle prossime elezioni politiche o una sua vittoria (o sconfitta di misura). Su questo, io non ho dubbi. E qualche dubbio, invece, mi sembra di percepirlo nelle tue parole ("pedale frenato"?) e in quelle degli altri "frondisti" d'area. A me la vita ha insegnato a scegliere sempre il "meno peggio" di fronte ad un'alternativa disastrosa. E me ne sbatto se, in realtà, le intenzioni del Berluska sono perverse, criminose, folli o semplicemente dettate da ragioni tattiche. A dare retta alle intenzioni, Colombo non voleva scoprire l'America e Fleming non voleva scoprire la pennicillina. L'hai letta la Favola delle api di De Mandeville?

Riepilogando (e scusandomi con il 99% dei lettori a cui, tutto questo, interessa poco o nulla):
1) Io ho sicuramente più "panza" di te, ma nell'analisi della politica italiana tu la usi più spesso di me. E questo non sempre favorisce la tua serenità di giudizio.
2) I "soldatini" (ma anche i "soldatoni", se è per questo), visti da vicino sono sempre tutti brutti. Ma visti dall'alto, se schierati con un minimo senso di razionalità tattica e strategica, sono uno spettacolo straordinario.
3) Il disincanto è direttamente proporzionale alle proprie aspettative. Forse il mio è minore del tuo perché ho sempre avuto minori aspettative.
4) Il Partito Popolare sarebbe una iattura per il centrodestra. O GOP italiano, o morte (si fa per dire!).
5) Fino a quando non mi trovate una "spada" migliore, continuo ad usare le "fodere" che il destino - laido e beffardo - ci ha voluto riservare. Se l'alternativa alla "scatola vuota" di Forza Italia è l'Udc di Tabacci, mi tengo la mia scatola. Tra l'altro, le scatole vuote hanno una caratteristica molto interessante: si possono riempire.
6) Adesso vengo in redazione, ti offro un gelato e cerco di evitare di essere percosso a sangue. Un caporedattore picchiato dal proprio direttore non è mai uno spettacolo edificante, ricordatelo! :)