Glenn Reynolds smonta, su Slate, le teorie cospiratorie secondo cui Bush avrebbe vinto le elezioni grazie a sofisticate frodi elettorali in Ohio e Florida (Greg Palast, il guru di Michael Moore, è uno dei teorici di questa ennesima fuga dalla realtà della sinistra americana). Reynolds consiglia ai repubblicani di non ripetere l'errore compiuto dai loro avversari durante e dopo la campagna elettorale: abbandonare il buon senso per diventare ostaggi dell'estremismo. [Link] Ann Coulter, su Frontpage Magazine, ha una spiegazione semplice per questa ultima ossessione della sinistra: i liberal non sanno fare le addizioni. [Link] Intanto James Wolcott, apprezzato critico musicale e cinematografico di Vanity Fair, icona liberal dell'Upper West Side di Manhattan, esprime pesanti apprezzamenti sulle chiappe di Andrew Sullivan. Per sua fortuna Wolcott non è un repubblicano, altrimenti la lobby gay di New York se lo sarebbe mangiato vivo. [Link]
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