Dicono i bene informati che i sondaggi in Sardegna sono difficili da interpretare. Nella corsa alla poltrona di governatore, infatti, Renato Soru (che in vista dell'oscuramento pre-elettorale inizieremo a chiamare “Jag de Bellouet”), il presidente uscente sostenuto dalla gioiosa macchina da guerra ulivista (Pd, Idv, Prc, Pdci, Verdi e sinistri vari ed eventuali), sarebbe in vantaggio di 4-5 punti su Ugo Cappellacci (da oggi “Offshore Dream”), il candidato sostenuto da PdL, Udc, Partito Sardo d'Azione e cespuglietti di centrodestra. La situazione, però, sarebbe totalmente rovesciata se si sommano i risultati ottenuti dalla varie liste. In questo caso, anzi, il vantaggio del centrodestra sfiorerebbe addirittura i dieci punti percentuali.
Il dilemma, a questo punto, è chiaro. Prevarrà, come spesso accade soprattutto nelle sfide elettorali per i Comuni, la spinta data alla coalizione del candidato-governatore? Oppure, come sembra più frequente quando si vota per le Regioni, il ruolo dei singoli partiti sarà prevalente rispetto a quello del leader della coalizione? Una sola cosa è certa: con i numeri che circolano in questi giorni negli istituti di ricerca (e che gli organi d'informazione si guardano bene dal pubblicare) l'ipotesi più probabile è quella di un testa-a-testa all'ultimo voto.
Nessun commento:
Posta un commento