Pubblichiamo oggi la seconda, ed ultima, puntata dell'apologo profetico/distopico scritto per The Right Nation da Mario Accolti Gil, giornalista ed ex caporedattore del Giornale Radio Rai. Uno squardo, divertito ma mortalmente serio, sul futuro che potrebbe attenderci. Clicca qui per leggere la prima puntata.
Apologo Profetico/2
di Mario Accolti Gil
(che si augura di sbagliare)
Oggi finalmente viviamo in una società compiutamente multietnica. Nell’Età dei Prodi c’era chi ancora ne metteva in dubbio i pregi e persino la sua possibilità, quando invece un regista turco che per via della sua omosessualità aveva pensato bene di lasciare il suo paese ne aveva mostrato a tutti il modello in un apologo che aveva riscosso grandi consensi. “Le fate ignoranti” mostrava una comunità di immigrati e nativi, ognuno a suo modo marginale, felicemente riuniti per lo più intorno a una tavola multietnica che aveva la capacità di affascinare i borghesi, incapaci di restare ancorati ai valori della vecchia Europa. A qualche peraltro isolato conservatore il film sembrò un’esortazione a dissolversi nello squallore. Era invece il profetico manifesto della società multietnica prossima ventura. Quel turco benemerito fu nominato ambasciatore dell’italianità nel mondo.
Siamo finalmente, con l’eccezione delle poche roccaforti cattoliche che godono della protezione del Vaticano e di qualche enclave in Padania abitata dagli ultimi ferocissimi celti che osano oltraggiosi e blasfemi sfoggiare camicie e vessilli del colore dell’Islam, siamo – dicevo – finalmente tutti fratelli. Nomadi, se non altro del lavoro, e tutti felicemente eguali, con nessun altra radice che non sia quella per cui siamo tutti servi di Dio. E chi non lo è, peggio per lui. Anche qui il primo piccolo passo fu fatto nell’Età dei Prodi, con una leggina di grandi conseguenze anche se all’epoca passata inosservata, in grazia della quale venne data la possibilità anche ai genitori italiani di dare ai propri figli il cognome del padre o quello della madre, a piacimento. Con l’intenzione encomiabile, si disse, di rendere giustizia alla parità della donna. In realtà, poiché la memoria personale non può risalire oltre i bisnonni, in capo a un paio di generazioni nessuno più – salvo i nobili che si sono ben guardati dall’usufruire di quella legge – fu in grado di risalire su per li rami della sua famiglia. Nelle intenzioni di quella legge giacobina sarebbero dovuti diventare tutti enfants de la Patrie. Ci fu invece una crisi endemica di anomìa, ciascuno scoprendosi figlio di nessuno. Fu allora perciò che i più sensibili presero a rivolgersi al Misericordioso, benedetto sia, e si proclamarono figli di Dio. Fu quella una prima piccola ma significativa vittoria nell’ultima guerra santa che ci troviamo a dover combattere.
Lo scontro, come sapete, da che c’è l’Eurasia non è più fra un Oriente e un Occidente ontologicamente contrapposti quanto fra l’Oriente e il Grande Oriente (un nome ch’è tutto un programma), fra l’Islam cioè e la Massoneria, per più versi convergenti e concorrenti. Non c’è dubbio che la globalizzazione sta rendendo il mondo molto simile a quello che abbiamo sempre desiderato entrambi. Questo spiega perché l’America e l’Occidente, pur combattendo Osama bin Laden, sia benedetto, non hanno mai veramente contrastato la penetrazione dell’Islam in Europa, l’hanno anzi di fatto favorita: nelle intenzioni degli Stati Uniti per fare dell’Unione europea uno Stato cuscinetto su cui infatti si dirottò la jihad lasciando per un certo tempo in pace l’America; nelle intenzioni dell’Occidente tutto perché l’immigrazione islamica giovava sia agli interessi della sua industria, sia al modello di società, proprio della Massoneria, in cui gli uomini, una volta sradicato il cattolicesimo, diventeranno finalmente, come aveva promesso la Rivoluzione francese, fratelli liberi solo di essere eguali e che pertanto e beninteso vanno guidati dai loro fratelli più illuminati. La democrazia, si sa, è il parco buoi della Massoneria, che ne detiene il piccolo ma decisivo pacchetto azionario di minoranza. Abbiamo già visto che fin dall’Età dei Prodi la politica aveva cominciato ad assumere apertamente le forme della moderna impresa o meglio della finanza. E che la società era sempre più formata da individui costretti alla continua competizione intestina perché privi di qualsiasi ancoraggio e ricomposti solo grazie alla regìa dei loro fratelli più potenti e iniziati.
Il modello orientale non è molto diverso, se non pel fatto tutt’altro che secondario che non occulta ma rende manifesta la coincidenza fra il sacro e il profano. Gli illuminati che lo reggono non si ammantano di riti laici ma ostentano la Legge, non piegano le masse prospettando effimere libertà che ne annullano la persona, ma provvedono apertamente all’annullamento della persona – questo mito del cristianesimo! –sottomettendo le masse alla sacra Legge di Dio, sia benedetto. Va da sé che per gli iniziati di entrambe le religioni l’orizzonte ultimo è la dissoluzione dell’io, nel nichilismo sofferto ma mai dichiarato del massone, nel misticismo del sufi per l’Islam. Quanti ancora nell’Età dei Prodi si ostinavano ad opporsi alla società multietnica sostennero – e fu quello il loro errore – che avrebbe prodotto una frammentazione di comunità chiuse nella propria identità, irreparabilmente in contrasto fra loro. Non capirono che al contrario in una società multietnica ognuno si sente sì un individuo dalla forte identità, ma in realtà gli individui sono poi tutti per le loro idee e nei loro costumi perfettamente eguali. Per questo fin dall’Età dei Prodi i più americanizzati dei giovani europei, i no-global, si potevano travestire da fedayn.
La globalizzazione sta dunque dimostrando che, contrariamente a quanto sostenevano gli occidentali ai tempi di Osama bin Laden, benedetto sia, l’Islam è perfettamente compatibile con la modernità, è anzi – altro che l’etica protestante! – la vera religione della modernità, l’ultima religione, quella che rende perfetta l’umanità e con essa perfetta, cioè finita, la storia del mondo, perfette e finite le culture del passato, quelle sì diverse fra loro. Gli ebrei (i pochi che sono scampati alla Seconda Shoah) hanno una storia, che la loro cultura rievoca e ripercorre in ogni momento della giornata e della vita. I cristiani (destinati anche loro, se Dio vuole, a diventare sempre di meno) hanno il senso della storia. L’Islam no. Gli infedeli si sono a lungo interrogati con sufficienza sulle ragioni della sua lunga stasi dopo l’iniziale prima espansione e l’hanno scambiata per una crisi. In realtà l’Islam non era in crisi, semplicemente accumulava le forze, guardandosi bene dal cambiare, dal contaminarsi, aspettando l’occasione per riprendere il suo cammino trionfale. La missione dell’Islam è cancellare le culture. Il suo ideale non è il progresso ma la restaurazione.
E se per l’intanto è ancora aperto un confronto non sempre pacifico col Grande Oriente che oggi regge quello che un tempo era l’Occidente confidiamo che un giorno, piacendo a Dio, a globalizzazione compiuta i massoni, al cospetto dell’orrenda eterogenesi dei fini da loro partorita, si convertiranno. Come si convertì il più grande iniziato europeo, René Guenon. Del resto proprio un pensatore italiano dell’Età dei Prodi, dal nome ben significativo di Emanuele e che aveva attraversato il cristianesimo, seppe vedere la radice e l’approdo della civiltà occidentale nel nichilismo. Ma per grazia di Dio c’è l’Islam, pronto ad accogliere quanti si son venuti preparando ad esso percorrendo la via del nichilismo occidentale.
In attesa del fulgido giorno in cui davvero la luce dell’Oriente potrà dilagare senza incontrare oscuri ostacoli in tutto il mondo, e la terra degli infedeli sarà stata tutta assorbita dalla terra dell’Islam, sia chiara a tutti la natura dell’ultima Jihad. Lo scontro non è tra valori o civiltà giacché il fine, come abbiamo visto, è per lo meno convergente: una società di massa guidata dagli iniziati. E’ sulla tattica.
E’ ovvio che i wasp, che restano il nucleo aggregante dell’insalata etnica americana, abbiano visto nello stato d’Israele – finché è durato – un elemento di contenimento dell’Islam nel Medio Oriente e che vedano nel cristianesimo anche nella sua confessione cattolica una forza in grado contrastare in Africa o nelle Filippine – al pari dell’induismo in India – il dilagare dell’Islam, ma questo non impedisce loro, per quanto invece riguarda casa propria, di lavorare comunque per la santa causa nostra attaccando in tutti i modi e in tutti i media la Chiesa cattolica, nella quale hanno individuato l’unica autentica depositaria della Tradizione in grado di opporsi all’ avvento della gnosi massonica e della società di eguali che ne consegue. Il ritorno della religione cui da tempo si assiste in quello che spregiativamente chiamiamo Occidente non è altro che un panteismo senza dei praticato da nomadi dello spirito che si avventurano lontano dai territori arati per secoli dalla fede cristiana per smarrirsi nella ricerca di oasi inaccessibili che solo il miraggio fa sembrare alla loro portata, animule sradicate che approdano a religioni fiorite in altre culture e le stravolgono. Che razza di buddisti saranno mai state certe star di Hollywood, e in Italia certe comicuzze televisive o certi calciatori? I piccoli benefici che dalla conversione ne hanno tratto le loro piccole menti sono stati pagati alla lunga dalla dissoluzione del buddismo in una pratica secolarizzata non dissimile dalle tante religioni fai-da-te che consolano l’uomo ancora occidentale.
In una società massonica, dove in realtà pochi e nascosti debbono essere gli iniziati, tutti gli eguali senza personalità ambiscono ad esserlo e vengono incoraggiati a presumere di essere in grado con poca fatica di penetrare nei segreti della Tradizione facendo a meno della guida della Chiesa e di quello che essa impone in fatto di impegno morale e perfezionamento dello spirito. E così cercano avidamente i vangeli gnostici senza essersi mai presi la briga di leggere i canonici, si abbeverano a un Graal di plastica e mandano giù una coca cola che gonfia loro lo spirito, che gli è calato in basso, prossimo alle pudende per via dell’attrazione del sesso, ma non li inebria ed eccoli allora cercare altre vie e danzare drogati credendosi dervisci. Danzano sì anche loro su se stessi, ma restano in bilico sul primo infimo gradino di quell’iniziazione che per loro non comincerà davvero mai. I veri segreti iniziati che li hanno illusi a salirvi assistono muti alla loro danza. Ne sono compiaciuti o almeno alcuni si stanno interrogando sul senso di quello che hanno prodotto? Quale profitto si potrà mai trarre dalla distruzione dell’antica fede, a parte quello propriamente economico? Se l’Anticristo non sa di esserlo, come potrà mai il massone sapere di non servire Mammona, quando i suoi nemici insinuano che proprio quello è il suo fine ultimo segreto? Questo spiega perché, quando la globalizzazione che i massoni promuovono insieme a noi sarà compiuta, possiamo essere fiduciosi che nessuno alla fine ricongiungerà i tre anelli, ma ne resterà uno solo, l’Islam.
Nota dell’Autore: Conserva, o lettore, quest’apologo balzano, per paradossale che ti sia sembrato. Un giorno assai più prossimo di quanto tu creda le poche copie scampate allo zelo censorio degli ayatollah saranno avidamente ricercate dagli ultimi Italiani, che vi riconosceranno le ragioni della loro clandestina resistenza.
Totale del testo: 27.186 battute, numero multiplo di 3 (conta e ammira: 27.186 = 3 + (3 x 3 x 3 x 1.000) + [(3 x 3 x 3) + (3 x 3 x 3) x 10 ]+ 3 = 27.186). Anche le due righe appena lette sono multiple di 3, con 99 battute. E queste? Sono di 111, numero uno e trino! E il titolo è di 30 battute, mentre le due righe sotto sono di 66.Proprio come la riga qui sopra. E anche quest’ultima è multipla di 3. Del resto la follia non è parola di 6 caratteri? Hai contato quanti sono quelli che hai appena letto? E questi? Totale complessivo: 27.696 battute. Ancora una volta un multiplo di 3! E intanto le battute sono divenute 27.849, che, guarda un po’, fa 9.283 volte 3.
di Mario Accolti Gil
(2/fine)
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