"Chi è più di sinistra? Chi liberalizza commercio e professioni, o chi consente che le farmacie, così come gli studi notarili, si tramandino di padre in figlio? (...) Chi è più di sinistra? Chi vuole riformare alle radici il nostro sistema di welfare, nell'interesse dei poveri e dei giovani, oppure chi pensa che la riforma delle pensioni non sia urgente e difende i fortunati che hanno un lavoro a tempo indeterminato e vanno in pensione prima dei sessant'anni? (...) Concorrenza, riforme, merito dovrebbero essere le bandiere della sinistra radicale; questa invece, opponendosi alle riforme, finisce per difendere i privilegi".Sembra quasi una domanda intelligente, quella che si pone Francesco Giavazzi nell'editoriale di oggi sul Corriere della Sera per dimostrare, ad absurdum, gli errori della sinistra radicale che rifiuta "concorrenza, riforme e merito". In realtà, invece, si tratta di una domanda - non solo retorica, ma sciocca - che nasce da un assioma intellettualmente poco onesto. Il "giochino", da decenni, è sempre lo stesso. Si parte dall'assunto che il termine "sinistra" possa essere utilizzato come sinonimo di "bello", "buono", "pulito", "giusto" (lasciando dunque "brutto", "cattivo", "sporco" e "ingiusto" alla "destra"). Poi ci si pone una domandina retorica del tipo "è più di sinistra farsi la doccia regolarmente o puzzare come capre?". Lasciando ai propri lettori la risposta, tanto scontata quanto falsa.
Ebbene, abbiamo una notizia per il professor Giavazzi. La sinistra - non solo quella radicale e non solo nel nostro paese - si è sempre opposta a "concorrenza, riforme e merito". Perché la concorrenza è sempre stata la figlia deforme del Malvagio Mercato. Perché le riforme sono sempre state il turpe antidoto borghese alla retta via rivoluzionaria. E perché premiare il "merito" è sempre stato considerato, a sinistra, come un bieco tentativo di legittimare il darwinismo sociale intrinseco nella struttura del capitalismo.
E' molto semplice, insomma, rispondere alla domanda "chi è più di sinistra?" lanciata dalle colonne del Corsera. Ma la risposta corretta è esattamente opposta a quella adombrata dallo stesso Giavazzi. Opponendosi al mercato e alle riforme, sindacati e sinistra radicale restano nel solco di una politica economica che la sinistra teorizza e mette in pratica da più di un secolo, in tutto il mondo. Fuori posto non sono loro ma proprio Giavazzi e tutti quelli come lui, che pretendono di capovolgere la storia delle idee (e il buon senso) per non rinunciare alla propria adorata equazioncina "sinistra"="bene".
E' arrivato il momento che questi "riformisti che caddero sulla terra" se ne facciano una ragione: quando Blair copia la Thatcher, è Blair che diventa di destra (o un po' meno di sinistra). E non viceversa.
UPDATE. Da leggere anche Born to be Free, Dall'altra parte e Schegge di Vetro. UPDATE/2. AG Aversa, Bazarov, JimMomo, Legno Storto, Phastidio.
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