Nell’italietta che va all’incontrario, neppure le mezze-dimissioni di Nicola Cosentino sfuggono al trend nazionale. Sfuggito, grazie al voto (decisivo?) dei finiani, alla richiesta di custodia cautelare per un reato come il concorso esterno in associazione camorristica, oggi è costretto a dimettersi da sottosegretario, a causa della minaccia (decisiva?) dei finiani, dopo il coinvolgimento, per ora soltanto giornalistico e non giudiziario, in una vicenda di “associazionismo segreto” che giorno dopo giorno sembra sempre più comica. La chiamano P3, ma potrebbero chiamarli Totò e Peppino, tanto sono stati goffi i tentativi della “loggia” di influenzare alcunché. Cercano Letta al telefono; e Letta si fa allegramente negare. Provano a fare pressioni sui giudici della Corte Costituzionale per favorire un voto positivo sulla legittimità del Lodo Alfano; e quelli li spernacchiano senza pietà.
Tentano disperatamente di imporre Cosentino come candidato governatore della Campania; e vengono travolti su tutto il fronte. È proprio su quest’ultima vicenda, però, che il paradosso italico si manifesta in tutta la sua virulenza. Se, infatti, è vero che in un Paese normale la proto-inchiesta sulla “P3” non avrebbe avuto alcuna chance di provocare le dimissioni immediate di un esponente del governo rimasto saldamente al suo posto dopo accuse assai più gravi, è altrettanto vero che il comportamento di Cosentino & Co. nei confronti di Stefano Caldoro - all’epoca suo concorrente nella corsa alla successione di Bassolino - sembra del tutto incompatibile con il ruolo di coordinatore del Pdl in Campania. “Impallinato” dai finiani nella sua corsa a governatore, infatti, Cosentino decide di vendicarsi (o almeno, così sembra dalle intercettazioni che spuntano come funghi estivi nelle redazioni dei giornali) facendo preparare un falso dossier contro l’ex-concorrente Caldoro, in cui il collega di partito (ohibò) viene dipinto come un abituale frequentatore di transessuali, sulla scia della moda di quei mesi inaugurata dal pieddino Marrazzo.
Non soddisfatto dal clamore provocato dal dossier, Cosentino pretende dai sodali pitreisti più pubblicità per «togliere di torno il culattone». «Questo è l’obiettivo principale - spiega a Martino in una telefonata - il fatto dei frocetti rimarrà storia». E rimarrà storia anche il maldestro tentativo di “far fuori” un collega di partito alla vigilia di una tornata elettorale. Pratica sconosciuta perfino nei Paesi in cui, sotto lo stesso simbolo, si combattono sanguinose battaglie alle primarie, figuriamoci in uno in cui i candidati sono scelti con un sistema-misto a metà tra il bingo e il concorso di bellezza.
Eppure, nell’italietta dell’incontrario, Cosentino si è dimesso da sottosegretario per lo scandalo dei «pensionati sfigati» ma non ha perso la poltrona di coordinatore del partito in Campania. Anzi, minaccia ferro e fuoco contro i “nemici”. Così vanno le cose, al giorno d’oggi.
5 commenti:
C'è un partito in cui queste cose non succedono :P
... occhio gio 88, se Ti riferisci alla Lega dai un'occhiata all'inchiesta milanese sulla 'ndrangheta ...
A-Man: comici quelli della P 3? chiediamolo ad Alfonso Marra (Corte di Appello di Milano) ed a Caldoro (a cui hanno tentato di rovinare la vita) ...
Pirata carissimo,
1-pensa ai tuoi che è meglio va. La morale da quelli di Marrazzo, Vendola, Bassolino e Loiero non me la faccio fare.
2-Il merito dell'inchiesta sulla 'ndrangheta è di Maroni, che Saviano ha riconosciuto essere uno dei migliori ministri dell'interno nell'ambito della lotta alla mafia.
3-Mi sembra che non ci sia alcun avviso di garanzia
4-Qualora ci sarà si provvederà come fatto nel caso dell'ex sindaco di Silea o del deputato piemontese.
Accomodatevi signore e signori, bendatevi gli occhi, fate finta di niente, P3 - 3Pirla, Brancher, Cosentino, Scajola, Caliendo, l'eolico in Sardegna (solo per riportare gi avvenimenti degli ultimi due mesi) per tacere sulla sporcizia del gangster cesare, il capo dell'organizzazione criminale. Girate pure la testa dall'altra parte, minimizzate e non muovetevi. Dalle mie parti si consiglia di stare immobili quando te lo stanno mettendo in quel posto! Meglio non opporre resistenza perché altrimenti fa tanto tanto male e se gridi dai pure soddisfazione a chi te lo sta ficcando lì. Zitti zitti zitti...schhhhhh e fermi tutti. Non respirate neppure!
Uno degli amici pseudo asiatici ha evidentemente esperienza per informarci su quanto sia più facile prenderlo che tenerlo.
Grazie della precisazione, se ne sentiva la necessità.
Che prosegua pure, avrà grandi benefici e soddisfazioni ma ricordi di non muoversi.
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