venerdì 24 luglio 2009

Forty-Nine

Per la prima volta dall'inizio del suo mandato, secondo Rasmussen Reports, il job approval di Barack Obama è sceso sotto il 50% (49% favorevoli e 51% contrari, per l'esattezza). Non parliamo del Presidential Approval Index (da sempre più problematico per Obama), che continua a vederlo inchiodato a un pericoloso -8%, ma del classico “indice di gradimento” in cui - a fine gennaio - il presidente veleggiava intorno al 65%. Con questo dato di Rasmussen (e con il nuovo sondaggio di FOX News, in cui Obama scende in un mese dal 62% al 54%), la media di Real Clear Politics è oggi al 54,5%, con uno spread (la differenza tra “approve” e “disapprove”) che dal 29 gennaio a oggi è crollato dal 44,2% al 13,2%. Negli ultimi dieci sondaggi sul job approval, Obama è stato costantemente al di sotto del 60%. Secondo Rasmussen, i cittadini americani convinti che lo stimulus abbia aiutato l'economia sono solo il 25%. E quelli contrari all'Obamacare sono passati, in un mese, dal 44% al 53%.

martedì 21 luglio 2009

Il fantasma del '94

Ancora mi sembra, se non incredibile, quantomeno improbabile. Ma l'ipotesi che il Titanic democratico vada a infrangersi (per l'ennesima volta) sull'iceberg della riforma sanitaria inizia a prendere piede anche nelle analisi di qualche pundit della sinistra. L'ultimo sondaggio di ABC News e Washington Post sembrerebbe dare credito a questa teoria, con il sostegno pubblico alla health-care reform obamiana precipitare per la prima volta sotto la soglia del 50%. E ieri Bill Kristol, sul sito del Weekly Standard, consigliava ai repubblicani di affondare il colpo, senza pietà. È ancora troppo presto, a mio avviso, gridare al “miracolo” (come pure sta facendo, in queste ore, qualche sostenitore del GOP). Ma vedere Obama e Axelrod costretti a improvvisare una conference call con i blogger progressisti per mettere sotto pressione il Congresso è, oggettivamente, molto significativo. The One ha ancora ottime chance nel suo progetto di trasformare la sanità americana in quella di un qualsiasi, stanco (e povero) paese del Vecchio Continente, ma sembra aver perso il momentum necessario per sbrigare la pratica in modo indolore, possibilmente prima delle vacanze estive a Capitol Hill. Con le elezioni del 2010 (e quelle del 2012) che si avvicinano pericolosamente.

UPDATE. Qualche minuto fa ho parlato dell'argomento (e non solo) a Radio24, insieme a Stefano Pistolini (che conduce l'ottima trasmissione “Jefferson 2, l'arte della svolta”). L'archivio mp3 della radio è qui (la fascia oraria è quella 16.00-17.00), ma io preferisco il podcast, che tra non molto dovrebbe essere online.

mercoledì 15 luglio 2009

Hint

In teoria non sarebbe ancora ufficiale, ma dopo molti mesi sono finalmente riaperte le iscrizioni a Tocqueville. Approfittatene ora, prima che la ressa vi costringa ad aspettare qualche giorno prima di vedere formalizzata la pratica (sapete com'è la burocrazia nel cyberspazio...).

martedì 14 luglio 2009

Low-Fifties

















Torniamo dalle vacanze accolti da un fragoroso -8 nel Presidential Approval Index di Rasmussen Reports (che calcola la differenza tra le percentuali di “strong approve” e “strong disapprove”). A gennaio, Obama era a +30. L'inquilino della Casa Bianca è inchiodato nei “low fifties” nel job approval classico: ieri era al 53% ma è arrivato anche al 51%. E la flessione negli indici di gradimento del presidente non riguarda soltanto Rasmussen. Nella media di Real Clear Politics, lo spread di Obama è passato dal +44,2% di fine gennaio al +21.2% di oggi (il punto più basso è stato giovedì scorso con +18.2%). Da febbraio, insomma, il presidente ha perso il 15% per Gallup, il 16% per CNN/Opinion Research e il 6% per CBS News, mentre resta nei “mid-fifties” anche per un sondaggista amico come Democracy Corps.

Crash