Ancora mi sembra, se non incredibile, quantomeno improbabile. Ma l'ipotesi che il Titanic democratico vada a infrangersi (per l'ennesima volta) sull'iceberg della riforma sanitaria inizia a prendere piede anche nelle analisi di qualche pundit della sinistra. L'ultimo sondaggio di ABC News e Washington Post sembrerebbe dare credito a questa teoria, con il sostegno pubblico alla health-care reform obamiana precipitare per la prima volta sotto la soglia del 50%. E ieri Bill Kristol, sul sito del Weekly Standard, consigliava ai repubblicani di affondare il colpo, senza pietà. È ancora troppo presto, a mio avviso, gridare al “miracolo” (come pure sta facendo, in queste ore, qualche sostenitore del GOP). Ma vedere Obama e Axelrod costretti a improvvisare una conference call con i blogger progressisti per mettere sotto pressione il Congresso è, oggettivamente, molto significativo. The One ha ancora ottime chance nel suo progetto di trasformare la sanità americana in quella di un qualsiasi, stanco (e povero) paese del Vecchio Continente, ma sembra aver perso il momentum necessario per sbrigare la pratica in modo indolore, possibilmente prima delle vacanze estive a Capitol Hill. Con le elezioni del 2010 (e quelle del 2012) che si avvicinano pericolosamente.
UPDATE. Qualche minuto fa ho parlato dell'argomento (e non solo) a Radio24, insieme a Stefano Pistolini (che conduce l'ottima trasmissione “Jefferson 2, l'arte della svolta”). L'archivio mp3 della radio è qui (la fascia oraria è quella 16.00-17.00), ma io preferisco il podcast, che tra non molto dovrebbe essere online.
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