venerdì 30 giugno 2006

Weekend (Open) Must-Read List

Scapegoating Guantanamo
Victor Davis Hanson
, RealClear Politics
Judicial Interference
Rich Lowry, National Review
The 4 T's in '06 House Battle
Larry Sabato
and David Wasserman, Real Clear Politics
The Kaine Mutiny
Fred Barnes
, Wall Street Journal
Why I Love Australia
Charles Krauthammer
, New York Daily News

We Raise Taxes, They Cut Spending?
Grover G. Norquist
, National Review
There is No Honor in Endangering Americans
Hugh Hewitt
, Townhall
Star Search
Roy Spencer, Tech Central Station
This Common Cause is No Progress
Jonah Goldberg, National Review

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The Dumb Ox -
Pelosi Promises a "New Erection...
Blue Star Chronicles - 4th of July Weekend Open Post
Red_State_Blue - Never Again
Blue Star Chronicles - The Character of an American Soldier
Planck's Constant - Why there are only 72 Muslim Virgins...
Blue Star Chronicles - American Blood and the NY Times
PartisanTimes.com - Islamic Cleric: The Virtues And Sins...

Melandrina - Il programma della Melandri
PartisanTimes.com - Don't F##K With The Russians
NeOquidnimis - Legittima difesa
Don Surber - Bin Laden to appeal Hamdan ruling
Tor's Rants - Maine, Federal Education Funding...
Planck's Constant - The Woman behind New York Times...
Blue Star Chronicles - Nobody Cares About Soldiers
Don Surber - My favorite cover songs
Case-Notes from the Artsy Asylum - How You Can Make...
Planck's Constant - Scarlett Johansson Busting Out All Over...
Right Linx - Behave Like An Angel, Be A Sex Slave...
Mark My Words - Happy Fourth of July!

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Log Cabin Republicans

La voce circolava da tempo, ma adesso su Gay Orbit (via Outside the Beltway) ci sono le prove: Marc Cherry, il creatore di Desperate Housewives, ha scelto almeno due modi per andare controcorrente: è gay ed è repubblicano.

giovedì 29 giugno 2006

The Supremes


Con una decisione a maggioranza (5-3 con l'astensione di John Roberts che si era già espresso pubblicamente sul caso), la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che a Guantanamo l'amministrazione Bush ha violato la legge americana e la Convenzione di Ginevra. Un'altra splendida performance delle Supremes, che rende più difficile (come se non lo fosse abbastanza) la war on terror. La relazione di maggioranza è stata scritta dal giudice John Paul Stevens, nominato dal repubblicano Gerald Ford nel 1975, che l'Ansa descrive come "il più liberal tra i membri della corte". Il giorno che Stevens andrà in pensione - e si mormora che quel giorno sia vicino - sarà già troppo tardi.

Round-Up: QandO, Hugh Hewitt, Hyscience, Balloon Juice, Riehl World View, Stop the ACLU, Oliver Willis, Liberty and Justice, Confederate Yankee, SCOTUSblog, Elephants in Academia, Andrew Sullivan, Media Blog (NRO), Rantingprofs, The Strata-Sphere, The RCP Blog, Captain's Quarters, Outside The Beltway, Althouse, Right Wing Nut House, Unclaimed Territory, Wizbang, The Real Ugly American, OrinKerr, JustOneMinute, The Jawa Report, How Appealing, ProfessorBainbridge, Anti-Idiotarian Rottweiler, Patterico's Pontifications, Protein Wisdom, A Blog For All, Gateway Pundit.

Rusty is Back!

Dopo due settimane di problemi - tra cui un attacco hacker condotto da un fondamentalista islamico turco - The Jawa Report è tornato online. Finalmente.

The Great White Hope

All’unisono, media e ambientalisti americani stanno cantando le lodi del film “An Incovenient Truth”, polpettone para-scientifico prodotto da Al Gore per dimostrare (senza riuscirci) che la Terra sta precipitando verso la catastrofe climatica. Intanto i repubblicani sperano che questa Gore-mania resista almeno fino al 2008.

Round-Up: The Anchoress, Sister Toldjah, Flopping Aces, Big Lizards, Hang Right Politics, Mike's Noise, Wizbang!.

giovedì 22 giugno 2006

Ancora su TocqueVille

Prosegue, incessante, la discussione sul futuro di TocqueVille. Non so a voi, ma a me sembra un sintomo di straordinaria vitalità, anche quando le critiche sono oggettivamente pesanti (e non del tutto giustificate). Nequidnimis, Robinik, Sciopenàuer, Krillix, Il Filo a Piombo, Below the Line (anche qui). UPDATE: leggete anche Watergate (più che il post, i commenti).

mercoledì 21 giugno 2006

TocqueVille, la vita dopo Sestri

In molti, dopo il convegno “Informazione e Libertà” dello scorso weekend a Sestri Levante, mi hanno chiesto un commento sul presente e sul futuro di TocqueVille. Chi è stato insieme a noi a Sestri avrà notato che ho preferito parlare poco ed ascoltare molto. Per me, infatti, questo secondo meeting (come il primo di Roma) è servito soprattutto per incontrare di persona tocquevillers con cui avevo soltanto avuto rapporti, per così dire, virtuali. Sotto questo profilo, ancora una volta, si è trattato di un’esperienza illuminante, che mi ha convinto ancora di più, se ce ne fosse stato ulteriore bisogno, dello straordinario potenziale umano che anima questa fantastica Città dei Liberi. Questo, per me, era e doveva essere l’incontro di Sestri. Qualcuno, come il mitico Jinzo di Italian Libertarians, è rimasto invece deluso dal convegno, perché si aspettava passi decisivi in vista di una “riunificazione” della diaspora che ha colpito i liberali italiani negli ultimi anni. Il mio personalissimo consiglio fraterno/paterno a Jinzo è quello di darsi da fare per lavorare verso questo obiettivo, se davvero lo ritiene realizzabile, ma di non farsi troppe illusioni per il futuro immediato, perché io di questi tentativi ne ho visti a decine (e nessuno è andato a buon fine). Meno insoddisfatto, invece, è stato chi a Sestri si aspettava di assistere ad una interessante discussione sul ruolo dei blog e dei new media nel sistema futuro dell’informazione. I post definitivi sull’argomento, naturalmente, li ha scritto Paolo Della Sala di Le guerre civili (qui e qui), che ringraziamo ancora una volta per l’impeccabile organizzazione, ma invitiamo chi fosse interessato a seguire il convegno nella sua interezza su Radio Radicale o RadioAlzoZero. Da parte nostra, ci limitiamo a dire che abbiamo apprezzato lo spirito e la partecipazione con cui sono intervenuti nella discussione tocquevillers d’eccezione come Arturo Diaconale, Marco Taradash e Mario Sechi.

A parte qualche accenno isolato, però, a Sestri sono rimasti in sospeso due nodi sul futuro di TocqueVille che vengono percepiti da molti come essenziali per lo sviluppo della Città. A questi due argomenti è dedicato questo (troppo lungo) post.

L’identità politica di TocqueVille

Mi occupo subito di questo argomento perché a mio avviso si tratta, in larga parte, di un falso problema. TocqueVille non è (e non deve essere) un partito: sarebbe la sua morte civile e l’autocertificazione della sua inutilità. Resta però il fatto che la sua nascita – e ancor di più la sua evoluzione – hanno sempre saldamente radicato la Città sulla rive droite del fiume della politica, abbracciando tutte (o quasi) le sfumature culturali e ideologiche che compongono, non solo in Italia, quella che comunemente viene chiamata destra o centrodestra e che a noi piace chiamare Right Nation. Gran parte degli equivoci sorgono dal fatto che più d’uno, al suo interno, considera obsoleta la dicotomia destra-sinistra e pensa che sarebbe il caso di rimodellare gli schieramenti politici secondo categorie più moderne ed efficaci nel descrivere la complessità del mondo contemporaneo. A questo, poi, bisogna aggiungere che dentro le mura di TocqueVille vivono anche cittadini che si considerano appartenenti ad una specie, quella della sinistra liberale, sempre più emarginata ed umiliata dalle sinistre dominanti – e governanti – del nostro paese. Questa convivenza forzata, tra una maggioranza che si dichiara orgogliosa di appartenere alla Right Nation e una minoranza che ancora non ha abbandonato del tutto la speranza di poter arrivare ad un sistema politico in cui sarà possibile superare gli steccati esistenti tra la destra e la sinistra, è una caratteristica di TocqueVille fin dalla sua nascita. Ed è anche, a mio avviso, uno dei suoi punti di forza più dirompenti. Uno dei fattori che le hanno permesso, nel suo piccolo, di scompaginare gli equilibri di forze imperanti nella blogosfera e, più in generale, nel sistema dell’informazione italiana.

Questa constatazione, naturalmente, non ha niente a che fare con la mission fusionista che molti, compreso chi scrive, considerano l’obiettivo “politico” di TocqueVille (e non solo) nel lungo periodo. Ma chi è abbastanza pazzo da immaginare uno sbocco simile per la Right Nation italiana non si è mai nascosto le difficoltà di questa strada, che necessariamente prevede orizzonti temporali misurabili in anni, o meglio decenni, e non certo in mesi. Piantare uno steccato invalicabile oggi, in vista di qualcosa che (nella migliore delle ipotesi) inizierà a prendere forma tra dieci anni, mi sembra francamente un esercizio di straordinario autolesionismo. In the meantime, mi basterebbe (eccome!) che le varie anime di questa futura Right Nation imparassero a dialogare tra loro, a comprendere le ragioni altrui, magari a rispettarsi, mentre cercano una possibile sintesi su idee, valori e progetti concreti. Proprio come fanno, o cercano di fare, dentro TocqueVille. Ecco perché non vedo nessuna contraddizione (e con questo rispondo alla prima parte di questo post di Friedrich), tra il mio endorsement – pressoché integrale – di questo splendido post di Nequidnimis e il mio essere quello che viene definito “un estremo difensore dell’ala radicale” (forse a causa di questo, che in realtà è semplicemente una difesa personale da attacchi personali). Io, come Abr, sono orgoglioso di appartenere alla Right Nation e, se proprio volete sapere come la penso, credo che i Radicali Italiani – in tutte le loro incarnazioni, compreso quell’ircocervo imbarazzante che risponde al nome di Rosa nel Pugno – siano ormai “perduti” alla causa. Stamattina ascoltavo per radio un’incontro della RnP di Salerno per il No al referendum costituzionale e le mie convinzioni in merito, se possibile, si sono rafforzate. Punto. Questo però non implica la mia volontà o il mio desiderio di escludere da TocqueVille tutti gli individui che – per un motivo o per l’altro – hanno votato in passato per i Radicali Italiani, e magari si sentono ancora radicali. Sarebbe una follia, come ci hanno dimostrato le ultime elezioni politiche italiane, in cui la RnP ha raccolto a stento i voti dello Sdi più qualche spicciolo d’elemosina. Io i radicali che hanno scelto di entrare (e restare) dentro TocqueVille li difenderò sempre. Alcuni, come i Salmoni, perché hanno capito che se qualche minima speranza di rivoluzione liberale ancora esiste in Italia non si trova certo in un punto “x” a caso tra Diliberto e Mastella; altri, come chi si è astenuto o ha votato RnP turandosi il naso, perché voglio avere una possibilità in più per convincerli che hanno sbagliato.

In estrema sintesi: noi possiamo ancora continuare a regalarci vicendevoli pugnette in questa meta-discussione sui confini di TocqueVille, da un certo punto di vista è perfino divertente, ma dobbiamo avere ben chiaro in mente il fatto che gli altri, quelli che ci identificano senza alcuno sforzo intellettuale come nemici, hanno una visione della nostra identità politica molto, ma molto, più chiara di quella che abbiamo noi. E noi, se non altro per istinto di auto-difesa, dovremmo adeguarci.

TocqueVille è, per sua natura, un aggregatore di blog che si richiamano, più o meno apertamente, ad esperienze politiche e/o culturali che trovano una loro rappresentanza parlamentare, più o meno soddisfacente, nei partiti della coalizione di centrodestra. Questo è un dato di fatto che però, a mio avviso, non deve diventare un motivo di esclusione per chi, pur richiamandosi ai filoni culturali descritti nel nostro disclaimer (liberali, conservatori, neoconservatori, riformatori e moderati), non si sente rappresentato dai partiti che oggi appartengono alla CdL. I partiti passano, le idee restano.

Post Scriptum. Tre risposte lapidarie per Otimaster:
1) Domanda: Siamo ancora un aggregatore di blog che si riconoscono nei valori del centrodestra? Risposta: Sì, almeno nella stragrande maggioranza (ma sarebbe un errore espellere – o non dialogare – con le culture politiche confinanti). Poi ci sarebbe un lungo discorso da fare su quali siano, allo stato attuale, i valori condivisi della coalizione di centrodestra, ma questa non è la sede più opportuna.
2) Domanda: Siamo ancora intenzionati a sostenere l’azione di governo o di opposizione messa in atto dalla CdL, o TocqueVille è aperta anche a chi sostiene apertamente il centrosinistra? Risposta: Da quando è attivo questo disclaimer, una selezione a monte sui blog che si iscrivono viene già effettuata dalla redazione di Ideazione. Ma viene svolta su basi ideologico-culturali e non su rigidi criteri di appartentenza politica. Per esempio: abbiamo iscritto liberali di sinistra; abbiamo negato l’iscrizione ad antisemiti di destra (sempre che i nazional-socialisti possano essere considerati di destra, ma anche questo è un altro discorso).
3) Domanda: Come si intende evitare che in futuro vengano ammessi blog che fanno propaganda per l’opposizione e quali misure (senza arrivare all’espulsione) si intendono prendere nei confronti di quelli che fanno già parte del gruppo? Risposta: A parte che adesso all’opposizione ci siamo noi… :) In ogni caso, quando a settembre/ottobre dovrebbe diventare attiva TocqueVille 2.0, la selezione dei post della home-page sarà responsabilità della redazione di Ideazione (noto covo di bolscevichi), mentre l’aggregazione dei post nelle altre sezioni dipenderà da criteri neutrali o in cui è fondamentale l’interazione con i cittadini (entrerò più in dettaglio nel prossimo paragrafo). Credo che questo risponda, di fatto, allo spirito della domanda.

Le regole della Città (e il ruolo di Ideazione)

Entro la fine di settembre (inconventienti tecnici permettendo), dovrebbe partire la tanto sospirata versione 2.0 di TocqueVille. Questo avrà conseguenze sia sull’organizzazione del lavoro dei volontari che partecipano all’aggregazione dei post, sia sull’impatto esterno del sito di TocqueVille. Cercherò nelle prossime righe di delineare brevemente le novità che ci aspettano, ma sia ben chiaro che qualsiasi idea ulteriore (se realizzabile) verrà presa in esame dalla redazione.

1) La home-page. La struttura attuale dell’home-page non è più in grado di “sopportare” l’impatto quotidiano di oltre mille blog. I post sono troppi e organizzati confusamente. Oltre ad un restyling grafico, è diventata impellente una selezione più netta, basata esclusivamente su un principio di qualità giornalistica o di rilevanza politica. La redazione di Ideazione si occuperà di effettuare questa selezione, che “promuoverà” in home-page un massimo di 40-50 post quotidianamente, a prescindere dall’argomento di cui si occupano. Una beta version della nuova home-page, su cui i cittadini potranno esprimere le loro idee in vista di modifiche e miglioramenti, potrebbe essere online già dall’inizio di settembre.

2) Le sezioni interne. Il grosso dei post, a differenza che nel modello attuale, troverà posto soltanto nelle pagine delle sezioni interne che però saranno di più (multimedia, satira, ecc…), in grado di ospitare un numero maggiore di post, e soprattutto strutturate in modo da consentire una visualizzazione alternativa a quella “classica” (ordine cronologico inverso di aggregazione). In particolare, sarà possibile selezionare:
a) i post che hanno provocato le discussioni più estese nella blogosfera (tramite le API di Technorati)
b) i post che hanno provocato le discussioni più estese all’interno di TocqueVille (per mezzo di un “ecosistema” interno progettato appositamente)
c) i post più apprezzati dai cittadini di TocqueVille, con la possibilità di “votare” ogni singolo post grazie ad uno username e una password personali (questa possibilità, naturalmente, sarà riservata a chi vuole effettuare l’upgrade della sua iscrizione)

3) Dalla segnalazione all’autoaggregazione (parziale). Con lo stesso username/password con cui sarà possibile esprimere la propria preferenza su ogni singolo post aggregato (non più di una volta!), i cittadini di TocqueVille che effettueranno l’upgrade della loro iscrizione avranno la possibilità di auto-aggregare i propri post invece che segnalarli alla redazione. La redazione, invece, si occuperà di “sbloccare” questi post per farli finire nelle pagine interne del sito dopo aver controllato la loro sezione di appartenenza e la loro uniformità ad alcuni requisiti minimi di aggregabilità (requisiti che possono e debbono essere discussi insieme a tutti i cittadini). Le sezioni interne, dunque, saranno composte dai post aggregati via feed e da quelli auto-aggregati dai cittadini e poi sbloccati dalla redazione. Tutto il resto, sarà perduto come lacrime nella pioggia.

Più complesso, e controverso, sarà il ruolo di Ideazione nel prossimo futuro, che è stato oggetto di una lunga riflessione anche all’interno della nostra redazione e dei nostri istituti societari. Dopo un anno di vita, e mille traversie (insieme a duemila soddisfazioni), TocqueVille deve gradualmente dimostrare di essere in grado di camminare con le proprie forze. Ideazione cercherà di garantire il supporto necessario per la pubblicazione online, come ha fatto finora, e di fornire l’esperienza giornalistica della sua redazione – fino a quando sarà (da tutti noi tocquevillers) ritenuto necessario – per la selezione dei post in home-page. Individualmente, poi, ciascuno farà quel che potrà per la Città dei Liberi, ma tutti crediamo necessario che TocqueVille cominci a progettare la propria esistenza pensando ad un futuro senza Ideazione, o con Ideazione in una posizione più defilata. Questo processo graduale somiglia molto a quella che Friedrich, chiama fase “costituzionale”, in cui dovranno essere stabilite regole certe (e prima tra tutte la regola che indichi chi o cosa sarà titolato a delineare queste regole). L’alternativa, quella cioè che TocqueVille diventi una semplice emanazione blogghereccia di Ideazione, non sarebbe desiderabile per nessuno ma soprattutto per chi, come noi, crede nello straordinario potenziale del mezzo-blog come veicolo di trasmissione di informazioni e di idee. Sarà, molto probabilmente, una transizione lunga e difficile. Ma anche un momento fondamentale per comprendere chi ha davvero a cuore le sorti della nostra Città. Non chiedetevi, insomma, cosa TocqueVille può fare per voi, ma cosa voi potete fare per TocqueVille. E dopo questa patetica citazione kennedyana, direi di iniziare a sparare sul pianista: basta cliccare sulla parola “commenti”. Un abbraccio a tutti :)

p.s. Tra quelli non citati qui sopra (spesso perché sostengono cose del tutto condivisibili) vi consiglio di leggere anche i post di Walking Class, 1972, FreedomLand (anche qui), Dall'altra parte, The Mote in God's Eye, Wind Rose Hotel, Yet Another Pajamas Blog, Il Megafono, Cuore Ribelle, Valentina Meliadò, Hurricane_53, Il rumore dei miei venti, Magnifiche Sorti, Ultima Thule, Inyqua. E un abbraccio speciale a Perla Scandinava.

lunedì 19 giugno 2006

Sestri, per chi non c'era

Il convegno di Sestri Levante è online integralmente, su Radio Radicale, qui (sabato) e qui (domenica). Grazie Alessandro.

p.s. Non aspettatevi un mio commento sull'incontro di Sestri prima di giovedì (siamo in chiusura di rivista).

UPDATE. Grazie a Valerio, il convegno di Sestri è online su RadioAlzoZero (anche in podcast).

mercoledì 14 giugno 2006

Per un nuovo Patto della Right Nation

Ci sarà modo di discuterne più avanti, ma se volete una buona approssimazione del mio pensiero sulle polemiche (ri)nate in questi giorni su TocqueVille, non dovete far altro che leggere l'ultimo post di Abr sull'argomento. Lunga vita al Priore!

martedì 13 giugno 2006

Buon compleanno, TocqueVille!

Sembra passato un giorno, oppure un secolo (a seconda dei punti di vista), eppure l'anagrafe non mente: la Città dei Liberi ha compiuto un anno. Nel momento in cui scriviamo, il numero dei cittadini ha appena superato le 900 unità. No-ve-cen-to! Eravamo 160 durante le votazioni per la scelta del nome; 287 quando è partita ufficialmente l'aggregazione dei post su www.tocque-ville.it (a proposito, oggi è attivo anche l'indirizzo www.tocqueville.it, senza il trattino); 568 alla fine dello scorso anno. Oggi ci avviciniamo speditamente verso il fatidico numero mille. Dite la verità: quanti di voi prevedevano un'esplosione del genere? Non certo noi; e credo di parlare anche a nome di tutti i volontari che lavorano o hanno lavorato all'aggregazione quotidiana dei post. Ma questa crescita esponenziale ed imprevista è davvero segno che in Italia c'era un gran bisogno di qualcosa come TocqueVille. Ed è nostro compito rendere ancora migliore - e sempre più efficace - questa straordinaria esperienza politico-culturale-informativa. Insieme a chi ci vuole bene, festeggeremo il primo anno di vita della nostra città a Sestri Levante, con un convegno dal titolo "Informazione e Libertà". Un'occasione per discutere del futuro (non solo nostro) e per conoscerci meglio, magari smussando quelle spigolosità caratteriali che emergono spesso su Internet e ancora più spesso scompaiono quando ci si incontra di persona. Arrivederci a Sestri, dunque, e buon compleanno alla Città dei Liberi (e mille di questi giorni)! :)

Sorvegliato poco speciale

Di Mario (Sorvy) del Sorvegliato Speciale mi piacciono molte cose, compresa quella di parlare chiaro e senza fronzoli anche degli argomenti più scottanti. A Roma si dice "pane al pane e vino al vino". Con questo post, però, mi sembra proprio che il vino abbia preso il sopravvento. Ci sarà modo di discuterne a Sestri Levante, con tutta calma, ma fin da ora mettiamo un paio di cose in chiaro. 1) La boutade di JimMomo pagato da Capezzone (con i soldi pubblici) per instillare l'odio anti-cattolico in TocqueVille si commenta da sé. Se era una battuta, non faceva ridere. Se era un'affermazione seria, è frutto di una preoccupante distorsione cognitiva. E' buona regola parlare di cose che si conoscono, o almeno informarsi (e i modi ci sono) prima di sbilanciarsi troppo. 2) La sottorappresentazione dei blog cattolici nella Città dei Liberi è tutta da dimostrare, ma sarebbe bello che chi ha tanto tempo libero da mettersi a misurare con il bilancino le presenze altrui in home-page decidesse di impiegare il suddetto tempo libero in maniera più proficua, magari dandoci una mano nel lavoro quotidiano di aggregazione. Sarebbe un vantaggio per tutti, cattolici e non. 3) Gli attacchi personali sono sempre sgradevoli e il più delle volte riescono a rovinare anche le tesi meglio argomentate. Discutere sulle idee, anche con accanimento, è cosa del tutto diversa. 4) Quando inizieremo a fare tesoro di quello che ci unisce, invece che accapigliarci su quello che ci divide?

lunedì 12 giugno 2006

Io sto con le Forze Armate


"Le forze armate rappresentano l'unità di un Paese. Ne sono motivo di orgoglio, e fedeli servitori. Perchè le forze armate agiscano con serenità a professionalità, perchè siano quindi efficaci è assolutamente necessario che godano della più assoluta fiducia. Fiducia che deve essere manifestata in primo luogo dalle altre istituzioni". Aderiamo (con colpevole ritardo) all'ottima iniziativa lanciata da Andrea e Mauro del blog 2twins a sostegno delle Forze Armate italiane. E siamo in ottima compagnia: Elly, Mario Sechi, George Walker, Mariniello, Robinik, Otimaster, Freedomland, Semplicemente liberale, Bisqui, Phastidio, La Riscossa, Libero Concetto, Sanna66, Lontana, Valeforn, Star-Sailor, Daniele1981, Tucidide, Daisy Miller, Grendel, Daw, Amsicora, Wellington, Ringo, Buzzurro, Neoconitaliani, Cherry, Abr, Alef, ThankYouAmerica, Oggi, Emile de La Penne, Walking Class, Grendel, Random Bits, Emmebi, Histon. Continuate a fare tam tam.

giovedì 8 giugno 2006

Demolizione controllata (uno, due e tre)

Vi segnalo tre (uno, due e tre) stratosferici post di Bisquì (I Diavoli Neri) sulla "demolizione controllata" delle Twin Towers. Astenersi cerebrolesi.

mercoledì 7 giugno 2006

God Bless San Diego

Il repubblicano Brian Bilbray ha vinto le elezioni straordinarie indette dal Congresso nel 50° distretto della California dopo le dimissioni di Randy "Duke" Cunningham (travolto da un episodio di corruzione). Il risultato, considerando che le contee a nord di San Diego sono tradizionalmente una roccaforte repubblicana, non è esaltante. Bilbray si è infatti imposto con soli 5 punti percentuali di vantaggio (50-45) nei confronti dell'avversaria democratica Francine Busby. Ma si tratta comunque di un segnale incoraggiante in vista delle elezioni di mid-term e di quelle che vedranno impegnato Arnold Schwarzenegger nel tentativo di riconquistare la poltrona di governatore della California.

Round-Up: AmSpec Blog, Sixers (NRO), QandO, Hit and Run, Big Lizards, Captain's Quarters, Blue Crab Boulevard, The RCP Blog, Political Wire, WILLisms.com, The Strata-Sphere, Gay Patriot, Outside The Beltway, CQPolitics.com

De gustibus

Ieri ho trascorso una delle mezz'ore più surreali della mia vita. In diretta sull'emittente romana Nuova Spazio Radio, ho avuto il "privilegio" - durante la trasmissione "La Sfida" - di discutere con Maurizio Blondet (giornalista dell'Avvenire e direttore di Effedieffe.com) sul tema caldo del momento: il complotto dell'amministrazione Bush che ha portato alla "demolizione controllata" delle Twin Towers, al finto attacco al Pentagono, all'invasione di Afghanistan e Iraq e all'instaurazione di una dittatura negli Stati Uniti d'America. Ora, anche a me piace la fantascienza, ma ho sempre preferito quella con almeno una parvenza di verosimiglianza nel plot. Altrimenti preferisco leggermi un bel polpettone fantasy stile Weis-Hickman. Blondet, invece, che tra le altre cose mi ha accusato di essere un propagandista al soldo della CIA (magari...), preferisce tristi storielle complottarde capaci di dare un senso alle sue pulsioni anti-americane ed anti-semite. Ad ognuno i suoi gusti.

lunedì 5 giugno 2006

Swifties Reloaded

It is time we all got to see a picture of the famous Kerry "lucky hat," rather than another account by the latest star-struck journalist. It is time for Kerry to stop alluding to "records" and start producing them. And it is time media assigned reporters with military experience or the resources to analyze this record and see just who is lying about what.

Thomas Lipscomb, su RealClearPolitics, neutralizza sul nascere il tentativo di John Kerry (spalleggiato dal solito New York Times) di riaprire - a modo suo - il caso degli Swift Boat Veterans for Truth (leggete l'ultimo paragrafo di questo articolo del 2004 per saperne di più). Se il senatore flip-flop vuole davvero inseguire la nomination democratica per il 2008, ha scelto il modo peggiore per giocare la sua prima carta.

Round-Up: Captain's Quarters, JustOneMinute, QandO, Austin Bay Blog, Dean's World, Dinocrat, Democracy Project, Flopping Aces, Brainster's Blog, Wizbang, Fausta's blog, Blue Crab Boulevard, Cold Fury, Decision '08, Riehl World View

www.mariniello.net

Il nostro dirigente preferito di Azione Giovani cambia indirizzo del suo blog. Chi non aggiorna immediatamente il link a Mariniello.net è un comunista (o un destro-sociale, che è lo stesso) :)

Vetero-riformisti

Nella conversazione settimanale tra Marco Pannella e Massimo Bordin (clicca qui per ascoltarla dal sito di Radio Radicale), il leader della Rosa nel Pugno si dice più che soddisfatto - addirittura sorpreso - dai primi passi del governo Prodi. Il motivo di tanta felicità sarebbe il grande spazio dedicato dal dibattito politico (e dai giornali di regime) ai temi cavalcati dai radicalsocialisti in campagna elettorale: dall'agenda Giavazzi alla riforma della scuola pubblica, passando per la bioetica e i pacs. Poi, dopo un paio di minuti, Pannella dichiara di preferire i giornalisti della vecchia scuola comunista - come Morrione e Curzi - alla nouvelle vague progressista incarnata da Santoro e Floris. Siamo d'accordo con lui: meglio un comunista duro e puro rispetto ad un vetero-riformista ostaggio dei comunisti, come Floris. E come Pannella.

domenica 4 giugno 2006

Festa della Repubblica

Buona Festa della Repubblica (anche se un po' in ritardo) dai blogger di TocqueVille. Clicca qui per leggere lo speciale di Ideazione.com. p.s. Grazie, come al solito, al Master. Per segnalare un post, usate i commenti.