martedì 28 dicembre 2004

Letture di fine anno.

Coddling Kofi Annan
Robert Novak, Chicago Sun-Times
A Chance to Fix the UN Security Council?
Jon Kyl, Realclear Politics
From America With Love
John Fund, Wall Street Journal
Humbly Welcome This New Citizen
Bill O'Reilly, New York Daily News
Stop Doubting Thomas
Jonathan Turley, Los Angeles Times
GOP Weighs Next Step After Recount
Keith Ervin, Seattle Times
The Millennium War
Austin Bay, Weekly Standard
Blame The New Yorker
Walter Kirn, New York Times
Catastrophes and Their Cures
Glenn Harlan Reynolds, Tech Central Station
The Long Tail
Chris Anderson, Wired
The Year Of Blogging Dangerously
Edward B. Driscoll Jr., Tech Central Station
Statesmen for these Times
Martin Gilbert, The Observer
Plenty of Work Ahead
Rich Tucker, Townhall.com
The McGovern Syndrome: A Surrender is not a Peace
David Horowitz, Townhall.com
A Dominant GOP? How So?
Scott Turow, Washington Post
Presumed Ignorant
Patrick Ruffini
The New Status Quo
Michael Barone, Townhall.com
Polygamy? It makes good tax sense
Mark Steyn, Daily Telegraph
Holiday Reading 2004
Weekly Standard

domenica 26 dicembre 2004

Uncommon Knowledge.

Una decina di giorni fa, uno dei nostri blog italiani preferiti - "I love America" - ha segnalato una serie di interessanti link a "programmi audio in inglese che offrono contemporaneamente la trascrizione dei testi". [Link] Non è soltanto un eccellente metodo per imparare l'inglese (o migliorarlo), ma anche un'occasione per ascoltare (e leggere) alcune interessanti trasmissioni del tutto sconosciute in Italia, come quelle di "Uncommon Knowledge", un programma televisivo della Hoover Institution in cui "massimi esperti dibattono temi di attualità e il tutto è accompagnato dalla trascrizione parola per parola da leggere mentre si ascolta". [Link] Tutto l'archivio di Uncommon Knowledge è imperdibile, ma tra i programmi più recenti segnaliamo la doppia intervista di Peter Robinson a Clark Judge (speechwriter di Ronald Reagan e direttore del "writers group" della Casa Bianca) e John Micklethwait (giornalista dell'Economist e co-autore di "The Right Nation: Conservative Power in America", di prossima pubblicazione anche in Italia per Mondadori). [Link] Non presente tra i link segnalati da "I love America", ma altrettanto irrinunciabile, è il sito di Rush Limbaugh - il conduttore radiofonico più odiato dai liberal - che ogni giorno pubblica on-line qualche gustoso stralcio (audio e testo) della trasmissione che ha rivoluzionato i talk-show politici statunitensi. [Link]

sabato 25 dicembre 2004

Letture di Santo Stefano.

The Struggle for the Middle East
Reuel Marc Gerecht, Weekly Standard
Grand Strategy in the Second Term
John Lewis Gaddis, Foreign Affairs
Nation-Building 101
Francis Fukuyama, The Atlantic Monthly
Just Another Unjust War
David Limbaugh, Townhall.com
$plit from PLO
Todd Venezia, New York Post
Bowling for Terror
Gary Fitleberg, Israel Insider
We Are Committing Cultural Suicide
Anthony Browne, The Times
Sex Scandal in Congo Threatens to Engulf UN's Peacekeepers
Jonathan Clayton e James Bone, The Times
Neocons pin Iraq on Rumsfeld
Robert Novak, Chicago Sun-Times
Rummy's Bum Rap
Frank J. Gaffney Jr., Washington Times
From Fetus to Baby
Rich Lowry, Washington Times
Exposing the Villains of Environmental Hysterics
George F. Will, Pittsburgh Tribune-Review
The Associated Press Twists the Truth
Powerline
Living in the Post-Rather Universe
Roger L. Simon
Snus Ruse
Jacob Sullum, Reason
The Hookie Awards
David Brooks, New York Times

giovedì 23 dicembre 2004

Letture sotto l'albero.

Shifts on the Power Curve
Newt Gingrich, United Press International
Gallup: Online News Hasn't Beaten Old Media. Yet
Greg Mitchell, Editor&Publisher
Failing Conservatism
Anthony Gancarski, FrontPageMagazine.com
Anti-Semitism? Passion vs. Fahrenheit, for starters
William F. Buckley Jr., National Review
All the Votes Fit to Count
John Fund, Wall Street Journal
The Once and Future Supreme Court
David J. Garrow, American History Magazine
Defending the Defense Secretrary
Debra Saunders, San Francisco Chronicle

When Harry Met Roe
Fred Barnes, Weekly Standard
Red-State Sneer
Michael Lind, Prospect Magazine
The Myth of the Working Poor
Steven Malanga, City Journal
A Revolutionary Christmas Story
Lynne Cheney, New York Times
Is Santa a Republican?
Douglas Kern, Tech Central Station




I 20 liberal più fastidiosi del 2004.

Per il terzo anno consecutivo, Right Wing News ha scelto i 20 liberal più fastidiosi ed irritanti degli Stati Uniti. Michael Moore vince a mani basse. E John F. Kerry è riuscito a perdere anche questa competizione, piazzandosi mestamente quinto. Dan Rather sfiora il podio, ma si mormora che abbia presentato delle false credenziali. Ecco la classifica:

1. Michael Moore
2. Ted Rall
3. Gavin Newsom
4. Dan Rather
5. John Kerry
6. Chris Matthews
7. Teresa Heinz Kerry
8. The Mainstream Media
9. MoveON
10. Maureen Dowd
11. MTV's Rock The Vote
12. The Democratic Underground
13. Al Gore
14. Andrew Sullivan
15. Bill Moyers
16. Kitty Kelley
17. Jimmy Carter
18. John Edwards
19. John Zogby
20. Linda Ronstadt

Menzione d'onore per: ACLU, Max Cleland, Chevy Chase, Susan Estrich, Al Franken, Whoopi Goldberg, Bev Harris, Jesse Jackson, Ted Kennedy, Terry McAuliffe, Bill Maher, The New York Times, Lawrence O'Donnell, Keith Olberman, Sean Penn, Charles Rangel, Ron Reagan Jr., Randi Rhodes, George Soros, Bruce Springsteen, Jon Stewart, Barbra Streisand, Henry Waxman, Markos Moulitsas Zúniga. [Link]

mercoledì 22 dicembre 2004

Tutta colpa di Bush.

I terroristi di Ansar al Sunna massacrano decine di soldati americani e iracheni a Mosul? Per Markos Zuniga di Daily Kos è tutta colpa di Bush. [Link] I lettori di Little Green Footballs (noi compresi) sono infuriati. [Link] Per fortuna Arthur Chrenkoff, dalla pagina degli editoriali del Wall Street Journal, ci ricorda che dall'Iraq arrivano anche buone notizie. [Link]

sabato 18 dicembre 2004

Letture per il weekend.

GOP Has Lock on South
Ronald Brownstein, Los Angeles Times
FDR is Dead, Time to Move On
Jonah Goldberg, National Review
Poking Pins in Pinochet
R. Emmett Tyrrell Jr., Washington Times
The Kyoto Protocol is Dead
Ronald Bailey, Tech Central Station
It's Policy, Not Poetry
Peggy Noonan, Wall Street Journal
GOP Corruption and Dem's Impotence
John Podhoretz, New York Post
Social Security "Crisis is Now", Bush Says
Warren Vieth e Edwin Chen, Los Angeles Times

Attenti ai South Park Republicans!

Sbarca su Ideazione.com (dal numero di settembre/ottobre della rivista bimestrale) una strana razza di conservatori-libertarian. Sono i South Park Republicans, cazzarola! [Link]


Fusionismo e neocon.

Interessante analisi del blog Neoliberal sull'impatto delle idee neoconservatrici nella coalizione (politica e culturale) che ha portato alla rielezione di Bush alla Casa Bianca. Secondo Neoliberal, "i neocon sono oggi la spina dorsale del neofusionismo americano", ma molto del loro prestigio "si gioca sul successo della transizione democratica irachena". "Comunque vada è certo che il neoconservatorismo [...] ha in qualche modo rivoluzionato la destra e ne ha reso il governo capace di rispondere a quelle sfide, come quella del terrorismo e del regime change in Medio Oriente, a cui i neocon (gli unici) avevano dato delle risposte. E questa è già una eredità per il futuro". Letto, segnalato e sottoscritto. [Link]

giovedì 16 dicembre 2004

Prove tecniche di broglio elettorale.

I democratici hanno perso due volte (di stretta misura) le elezioni per il governatore di Washington State. Prima il 2 novembre e poi dopo il recount. Ma hanno intenzione di contare (e ricontare e ricontare...) fino a quando il loro candidato, Christine Gregoire, non troverà i voti necessari per superare il repubblicano Dino Rossi. Adesso, stranamente, hanno trovato 500 schede elettorali nei cassetti di una contea a maggioranza democratica. [Link] Per il Seattle Times, questo atteggiamento - e gli errori commessi in sede di scrutinio - hanno messo a dura prova la fiducia dei cittadini dello stato di Washington. [Link]

mercoledì 15 dicembre 2004

Maggioranza strutturale.

Powerline segnala un sondaggio Gallup diffuso ieri (soltanto ai suoi abbonati) in cui il numero dei cittadini statunitensi che si dichiara republicano è salito al 37%, mentre i democratici precipitano al 32%. Secondo Powerline, questo è quanto si ottiene insultando gli elettori dopo essere stati sconfitti alle urne ("non hanno votato per noi? devono essere stupidi"). [Link] Peter Schramm, su No Left Turns, commenta questo "riallineamento" del centro di gravità della politica americana. In ogni caso, sembra proprio che la Right Nation sia sul punto di diventare maggioranza strutturale in America. [Link]

lunedì 13 dicembre 2004

Blogs 1 Daschle 0

John Fund, sul Wall Street Journal, spiega come alcuni blog della destra americana abbiano contribuito in modo decisivo alla sconfitta di Tom Daschle (South Dakota), ex leader dei democratici al Senato, in una delle sfide più bollenti dell'ultima tornata elettorale. [Link] Hugh Hewitt, a luglio sul Daily Standard, aveva ancora una volta visto più lontano di molti suoi colleghi. [Link] Come quelli del Washington Post, per esempio, che adesso sono costretti a descrivere la mesta uscita di scena di Daschle dopo una carriera "tumultuosa". [Link] Tutti i dettagli su uno dei blog che "hanno fatto la storia": South Dakota Politics di Jason Van Beek. [Link]

venerdì 10 dicembre 2004

Obiettivo 2008.

Peggy Noonan, sulla pagina degli editoriali del Wall Street Journal, ci racconta come Hillary Rodham Clinton sta preparando la sua rincorsa alle presidenziali del 2008. [Link] Hugh Hewitt, sul Daily Standard, ci spiega invece che la battaglia per la nomination del partito repubblicano è già iniziata. Basta sapere dove guardare. [Link]

Il proprietario del partito democratico.

Se MoveOn "possiede" il partito democratico (come afferma una sconcertante e-mail spedita ai propri sostenitori della lobby liberal e ripresa da Associated Press) e George Soros "possiede" MoveOn (avendo finanziato l'organizzazione con qualche decina di milioni di dollari in pochi mesi), allora il multimiliardario anti-Bush "possiede" il partito democratico. E questo spiegherebbe sia i recenti malumori di Soros che le ripetute sconfitte elettorali dei democratici. [Link]

Le foto dell'anno.

Dalla Reuters, il "pictures of the year 2004". Alcune sono davvero straordinarie. [Link] Via Drudge Report. [Link]


giovedì 9 dicembre 2004

The Case for Democracy.

Direttamente da Neoliberal [Link], arriva l'ultimo dei tre stralci dell'introduzione a "The Case for Democracy" (di Natan Sharansky e Ron Dermer) pubblicata in questi giorni dalla National Review [Link]. Il 20 novembre Camillo ci ricordava che, oltre a Bush, anche Condoleezza Rice aveva il libro di Sharansky sul comodino. [Link]

Il trappolone per Rumsfeld.

Il Drudge Report svela che Edward Lee Pitts, un reporter del Chattanooga Times Free Press "embedded" con il 278° Regimental Combat Team, ha preparato le domande dei soldati che hanno messo in imbarazzo il ministro della Difesa, Donald Rumsfeld, durante una conferenza stampa che si è tenuta ieri a Baghdad. [Link] Se Matt Drudge non esistesse, bisognerebbe inventarlo. [Link]


domenica 5 dicembre 2004

Verso una riforma della sicurezza sociale?

Michael Tanner, direttore del "Project on Social Security Choice" del Cato Instute, invita democratici e repubblicani a superare le divisioni di partito ed abbracciare un serio progetto di riforma del sistema di sicurezza sociale americano. Sembra che il 56% della popolazione sia favorevole all'introduzione degli account individuali (il 69% di chi ha votato Bush e il 44% di chi ha scelto Kerry). Se confermati, questi numeri sono molto incoraggianti. [Link] A febbraio di quest'anno, Tanner aveva elaborato una proposta, brillante e realistica, per dare ai lavoratori il controllo e la proprietà dei fondi-pensione individuali. [Link] Ma è almeno un decennio che il Cato Institute è all'avanguardia nello studio dei temi relativi alla sicurezza sociale. [Link]

La crisi del Los Angeles Times.

Lungo articolo dell’American Journalism Review sulla crisi del Los Angeles Times: dopo un anno di licenziamenti e tagli alle spese, il futuro della testata californiana è in serio pericolo. [Link] Virginia Postrel parte dal caso-LAT per interrogarsi sulle possibili strategie commerciali di un intero settore, quello della carta stampata, in lento ma inequivocabile declino. [Link] Dopo la smaccata propaganda anti-Schwarzenegger e anti-Bush condotta quest’anno dal Times, invece, la Right Nation stappa una bottiglia di buon vino rosso californiano. [Link] O una birra. [Link]

sabato 4 dicembre 2004

Letture per il weekend.

What's Not W's Mandate
Dick Morris, New York Post
Straighten Up and Fly Right
Heather Mac Donald, Wall Street Journal
Baby Gap. How birthrates color the electoral map
Steve Sailer, The American Conservative
Pushing the UN to Act when it Must
Ivo Daalder e James Lindsay, Boston Globe
The Islamization of Europe
David Pryce-Jones, Commentary
Libertarians Face Off on Intervention
Jon Basil Utley, Antiwar.com
A New Revolution
John Podhoretz, New York Post
Why Republicans Shun Ivy Towers
Steven Lubet, San Francisco Chronicle
A left-wing monopoly on campuses
Jeff Jacoby, Boston Globe

Dio benedica le Corti Supreme.

La Corte Suprema di Kiev ordina la ripetizione del ballottaggio in Ucraina. I dettagli su Walking Class. Nel recount in Florida del 2000, anche la Corte Suprema degli Stati Uniti impedì una gigantesca truffa elettorale tentata da Al Gore e da una fazione del partito democratico. Se avessero vinto loro, come sarebbe andata a finire in Ucraina?

Bush chiama il poliziotto di 9-11.

Al posto di Tom Ridge, avviato ad una brillante carriera politica, Bush sceglie per il dipartimento della Homeland Security l'ex commissario della polizia di New York: Bernard Kerik, l'ombra di Rudolph Giuliani nei terribili giorni dopo l'attacco alle Twin Towers. Per Bill Schneider della CNN è la "mossa politica della settimana". [Link] Per il New York Post, il presidente non poteva fare una scelta migliore. [Link]


venerdì 3 dicembre 2004

Karl Rove Unleashed.

Howard Fineman, su Newsweek, racconta i piani di Karl Rove per garantire al partito repubblicano una "maggioranza permanente" nei prossimi decenni. Articolo interessante, ma ricordatevi che state leggendo Newsweek e che la stampa liberal è letteralmente ossessionata dalla figura di Rove. [Link] Qualche settimana fa Dan Froomkin, sul Washington Post, ci ricordava qualcuno degli aggettivi recentemente usati dai giornali americani per descrivere l'Architetto di Bush: "intelligente, brillante, capace, affascinante, divertente, ingegnoso, onnipotente, potente, pungente, qualificato, premuroso e visionario [...] ma anche rozzo, subdolo, dorky (il contrario di cool), cattivo, temuto, folle, malvagio, repellente e vendicativo". [Link]

giovedì 2 dicembre 2004

Combat Zone.

Si chiamerà "Combat Zone: True Tales of GIs in Iraq" la nuova serie di fumetti pubblicata da Marvel Comics. La sceneggiatura di Combat Zone è scritta da Karl Zinsmeister, direttore dell'American Enterprise magazine e inviato in Iraq nel 2003. Powerline approfondisce l'argomento, ma sottovaluta il vantaggio accumulato dalla sinistra americana nell''industria del fumetto. In vent'anni, spiegano Ed Driscoll e Conservative English Major, i liberal hanno conquistato di fatto questo new medium. Un motivo in più per sottolineare che l'ultimo neonato della Marvel rappresenta una significativa inversione di tendenza.


Le guerre civili.

Un benvenuto nella famiglia dei blog di Ideazione a "Le guerre civili" di Paolo di Lautreamont. Chi non lo legge è un Al Gore. [Link]