giovedì 7 settembre 2006

Usa 2006: mid-term elections /1

Iniziamo oggi la nostra marcia d’avvicinamento verso le elezioni di mid-term di novembre negli Stati Uniti, che coinvolgeranno 435 seggi della Camera (tutti), 33 seggi del Senato (su 100) e 36 poltrone di governatore. Sull’argomento ho scritto un articolo per il numero di settembre-ottobre di Ideazione, che sarà in edicola in questi giorni. Vi rimando alla lettura della rivista, dunque, per un’analisi approfondita. Sul blog, invece, ci occuperemo soprattutto dell’evoluzione delle singole sfide, affidandoci ai risultati dei sondaggi più recenti e alle proiezioni degli istituti di ricerca. Le nostri fonti primarie saranno: Rasmussen Reports, Election Projection 2006, Crystal Ball, The Cook Political Report, Congressional Quarterly, The Rothenberg Political Report, New York Times Election Guide.

Lo stato delle cose

Secondo la maggior parte degli analisti, a novembre il partito democratico ha ottime possibilità di strappare il controllo della Camera ai Repubblicani. Per ottenere questo risultato i Democratici hanno bisogno di ribaltare la situazione attuale in almeno 15 collegi. Attualmente, dei 435 seggi in gioco, secondo il New York Times: 192 sono solid republican; 189 sono solid democrat; 54 sono undecided. Assegnando a ciascun partito anche i seggi in cui il vantaggio non è netto, i Repubblicani dovrebbero contare su 213 seggi, i Democratici su 206 e i toss-up sarebbero 16.

Al Senato, invece, la previsione più diffusa è che i Repubblicani riescano a mantenere (per un pelo) la maggioranza. Includendo anche i seggi per cui a novembre non si vota, per il New York Times, 48 seggi sono solid republican, 38 solid democrat e 14 undecided. Assegnando, anche in questo caso, i leaning ai rispettivi partiti, il conto sale a 50 per i Repubblicani (abbastanza per mantenere il controllo del Senato, visto che in caso di parità il voto decisivo spetta al vicepresidente Dick Cheney, 47 per i Democratici e 3 toss-up.

Per le poltrone da governatore, infine, novembre si annuncia essere un mese nerissimo per i Repubblicani (che attualmente controllano 28 stati su 50). Per il New York Times, di fronte a 22 stati quasi certi per i Democratici e 20 per i Repubblicani, ci sarebbero 8 toss-up. Ma si tratta di una stima oggettivamente troppo favorevole al GOP. La stima di Election Projection, per esempio, assegna 28 stati ai Democratici e 22 ai Repubblicani.

Ultimi sondaggi

La novità più interessante degli ultimi giorni è sicuramente questo sondaggio di Rasmussen Reports sulla sfida per il collegio senatoriale del New Jersey tra il democratico Bob Menendez (senatore uscente) e il repubblicano Tom Kean (figlio dell'ex governatore dello stato). Rasmussen, dopo qualche mese di vantaggio democratico, fotografa il candidato del GOP in vantaggio di 5 punti percentuali sul rivale (44%-39%) e nelle sue proiezioni porta il New Jersey da lean democrat a toss-up. Con questo spostamento di categoria, nel Balance of Power del Senato di Rasmussen, il New Jersey diventa l'unico stato con un senatore democratico uscente ad essere giudicato toss-up. Negli altri (Montana, Missour, Rhode Island e Ohio), il senatore uscente è sempre un repubblicano.

Altri sondaggi recenti: Oklahoma (Governatore) - Rasmussen D+21; Connecticut (Camera, 2° distretto) - DCCC D+1; New Mexico (Camera, 1° distretto) - Albuquerque Journal R+3; Michigan (Governatore) - Detroit Free Press D+2; Michigan (Senato) - Detroit Free Press D+13; Rhode Island (Senato) - Rasmussen D+2; Florida (Governatore) - Rasmussen R+4; California (Governatore) - Public Policy Institute R+13; Iowa (Governatore) - Rasmussen D+2; Missouri (Senato) - Gallup R+6.

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