giovedì 18 dicembre 2008

La furia della sinistra contro Obama

La scelta, da parte del president-elect, di affidare al pastore evangelico Rick Warren la tradizionale preghiera di apertura dell'inauguration day, ha scatenato la furibonda reazione della comunità gay statunitense e dell'ala progressive del partito democratico. Il fondatore della Saddleback Church di Lake Forest (California) è diventato famoso con libri (come “The Purpose Driven Curch” e “The Purpose Driven Life”) che hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo. Warren, che lo scorso agosto aveva moderato due “confronti a distanza” tra Obama e McCain trasmessi in diretta televisiva da CNN e Fox News, si è speso moltissimo nel sostegno del referendum a favore della “Proposition 8” (l'introduzione del divieto di matrimonio tra omosessuali nella Costituzione della California). Referendum vinto di misura dai promotori. Per Geoff Kors, direttore esecutivo di Equality California, “la decisione di includere Warren nella cerimonia di inaugurazione è uno schiaffo in faccia a milioni di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, persone che hanno lavorato, donato e contribuito per eleggere Barack Obama come Presidente”.

Round-Up (warning! lots of lefties ahead): The Politico, Washington Monthly, The Nation, The Moderate Voice, Washington Blade, God & Country, The Daily Dish, Forbes, The Mahablog, Mere Rhetoric, The Note, GayPatriot, Outside The Beltway, Bark Bark Woof Woof, Don Surber, Becoming 44, Political Machine, Below The Beltway, JammieWearingFool, site.pfaw.org, Althouse, The Huffington Post, TPM Election Central, ChristianPost.com, Riehl World View, Think Progress, Hot Air, The Swamp, Instapundit, Towleroad, American Power, AmericaBlog News, Little Green Footballs, Weasel Zippers, CBN.com, CNN, Firedoglake, The Caucus

mercoledì 17 dicembre 2008

The Rudy Factor

Secondo la “page six” del New York Post, Rudy Giuliani potrebbe essere il sostituto di Bill O'Reilly nel popolare talk show radiofonico prodotto da Westwood One che O'Reilly lascerà per concentrarsi sul suo programma televisivo (“The O'Reilly Factor”) in onda su Fox News. Il Post si chiede se Rudy sia effettivamente in grado di reggere per tre ore al giorno chiacchierando di politica. E che impatto potrebbe avere questa decisione sulla corsa per la poltrona di governatore dello stato di New York prevista per il 2010.

giovedì 11 dicembre 2008

Losing their Religion

“Sono scettico… Il global warming è diventato una nuova religione”. (Ivar Giaever, Premio Nobel per la fisica nel 1973)

Le voci fuori dal coro di 650 importanti scienziati internazionali nel rapporto di minoranza della commissione sull'Ambiente del Senato Usa sul global warming. Quello che non leggerete mai sui giornali italiani (e che anche negli Stati Uniti bisogna faticare per leggere).

7 Blago Questions

Sette domandine, facili facili, per il president-elect. Kenneth P. Vogel e Carrie Budoff Brown su The Politico.

mercoledì 10 dicembre 2008

Chicago Underground Trio



Da sinistra: il governatore dell'Illinois, Rod Blagojevich; il senatore dell'Illinois (e president-elect) Barack Obama; il sindaco di Chicago, Richard M. Daley.

Hot Rod

- Right now, my main focus is to make sure that we elect Rod Blagojevich as Governor, we…

- You working hard for Rod?

- You betcha!

- Hot Rod?

- That’s exactly right...

State Senator Barack Obama, “Public Affairs with Jeff Berkowitz”, 27 giugno 2002 (via Protein Wisdom)

martedì 9 dicembre 2008

Obama, Chicago, Illinois

Arrestato dall'FBI il governatore dell'Illinois (lo stato di Obama) Rod Blagojevich, strettissimo alleato di Obama, con l'accusa di aver cercato di “vendere” al miglior offerente (tra vari pretendenti del partito di Obama) il seggio lasciato libero da Obama. Qualcuno ha detto Obama?

lunedì 8 dicembre 2008

Maestri Liberali battete un colpo

Vittorio Macioce, su Il Giornale. Lettura obbligatoria per i sani di mente.

Red Lousiana

Inaspettata vittoria del GOP alle elezioni per il 4° distretto congressuale della Louisiana. Il repubblicano Anh Cao (un avvocato di origine vietnamita) ha sconfitto l'incumbent William Jefferson (già rieletto per nove volte consecutive) in un distretto a forte tradizione democratica. A penalizzare Jefferson, oltre allo shift demografico post-Katrina, sono stati anche 16 capi d'imputazione per corruzione. Intanto, secondo The Politico, la vittoria di Saxby Chambliss in Georgia rende molto improbabile che il Senato consegni ad Al Franken il secondo seggio del Minnesota. E nel recount ufficiale Norm Coleman continua ad essere davanti di 192 voti (anche se manca ancora l'esame di tutte le schede contestate).

giovedì 4 dicembre 2008

La schizofrenia del centrodestra su Internet

Il centrodestra italiano ha sempre avuto, con Internet, un rapporto a dir poco schizofrenico. Il più grande aggregatore di blog nel nostro Paese è nato proprio sulla “riva destra” del cyberspazio: un esperimento copiato anche dalla sinistra, che in genere nell’utilizzo dei new media è avanti anni-luce. Eppure la “classe dirigente” di quest’area politica quasi non se n’è accorta, tanto che alla vigilia delle ultime elezioni politiche il portavoce del futuro premier, Paolo Bonaiuti, andava ripetendo (agli organi d’informazione contigui alla sinistra) che il centrodestra era «praticamente assente dal mondo del web». La soluzione prospettata da Bonaiuti per colmare questa presunta assenza, poi, era un capolavoro di surreale ingenuità: «Ci stiamo attrezzando con alcuni giovani per essere presenti nella campagna elettorale che incombe su questo mezzo che è prediletto particolarmente dai giovani». Come dire: non ho la più pallida idea di quello che di cui sto parlando, ma mi hanno detto che Internet è cool per i ragazzini, dunque ne ho chiamati un po’ per vedere di che si tratta. Imbarazzante.

Questa schizofrenia di fondo è riemersa nelle ultime ventiquattr’ore. Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha annunciato di aver aperto un canale personale su YouTube allo scopo di costruire un luogo virtuale «in cui il ministro si confronterà con i ragazzi attraverso video domande o commenti che tutti potranno inviare». Un’iniziativa lodevole (anche se probabilmente un po’ tardiva), proprio come quella organizzata - sempre ieri, alla Camera - dal responsabile Internet di Forza Italia, Antonio Palmieri, con un interessante convegno in cui è stata analizzata la strategia online di Barack Obama e presentato in anteprima un censimento sull’uso di Facebook da parte dei politici italiani.

Peccato che, appena un giorno prima, Silvio Berlusconi avesse dimostrato - per l’ennesima volta - tutta la fatica culturale che incontra il centrodestra italiano nel comprendere il fenomeno Internet. Di ritorno da una visita (poco proficua, evidentemente) al “polo tecnologico delle Poste”, il Cavaliere ha lasciato tutti di stucco affermando che «Internet deve essere regolamentata». E che lui stesso porterà questa esigenza al prossimo G8 (o G20) a presidenza italiana. «Ho visto - ha detto Berlusconi - che per quanto riguarda Internet manca una regolamentazione comune. Porteremo dunque sul tavolo una proposta internazionale, essendo Internet un forum aperto a tutto il mondo».

Apriti cielo! Sulla rete hanno iniziato a circolare tutte le possibili ipotesi di censura, sono resuscitate le salme dei “comitati boicotta il biscione”, si è scatenata una corsa alle teorie cospiratorie sulla volontà del gruppo Mediaset di sbarazzarsi in un solo colpo di tutti i nuovi media, neanche fossero una Sky qualsiasi. La verità, purtroppo, è molto più semplice. Berlusconi, come Bonaiuti, parla di cose che non conosce (e che, peggio, non ha alcuna intenzione di conoscere). Del resto, appena qualche mese fa, aveva dichiarato di essere «troppo vecchio per Internet». Ecco, forse sarebbe meglio tornare a quel salutare bagno d’umiltà. Lasci stare queste diavolerie moderne, Cavaliere, perché aveva ragione Wittgenstein: su quello che non si conosce, sarebbe meglio tacere.

(domani su Liberal quotidiano)

martedì 2 dicembre 2008

Pigs in the Sky

Ero tentato di scrivere qualcosa sul surreale scontro Berlusconi-Sky, ma per fortuna Falkenberg mi ha risparmiato la fatica. Qui e, soprattutto, qui.

lunedì 1 dicembre 2008

The Great Romanian Swindle

Sono almeno 24 ore che tutti gli organi di informazione italiani e internazionali raccontano di come la sinistra abbia vinto le elezioni parlamentari in Romania, ponendo finalmente termine agli sconsiderati esperimenti turbo-liberisti del centrodestra locale. C'è solo un piccolo problema: è tutto falso.

Alla Camera, l'alleanza di centrosinistra (Psd-Pc) ha ottenuto - con il 93% dei voti scrutinati - il 33% dei consensi (nel 2004 era al 36.8%). I due partiti maggiori del centrodestra (Pdl e Pl) - che fino al 2007 governavano insieme e che invece alle elezioni si sono presentati separatamente - hanno rispettivamente raccolto il 32.5% e il 18.3% dei voti. Nel 2004, insieme, si erano fermati al 31.5%. L'unico altro partito a superare la soglia di sbarramento del 5% sarà l'Udmr (il partito della minoranza magiara), che è rimasto stabile al 6.2%. L'Umdr appoggia l'attuale “governo di minoranza” di centrodestra guidato dal premier Calin Popescu Tariceanu (Pl).

Facciamo un po' di addizioni. Tra i partiti che hanno superato la soglia di sbarramento, il centrosinistra ha raccolto il 33%, il centrodestra è al 57%, tanto che l'unica coalizione possibile è proprio quella formata dai partiti di centrodestra.
E anche con i soliti exit-poll “tarocchi” che circolavano ieri sera le proporzioni non sarebbero cambiate di molto. Davvero una straordinaria vittoria per la sinistra.

venerdì 28 novembre 2008

Achmed the Dead Terrorist

The New GOP

Il nuovo capo del Republican National Committee dovrà essere uno dei 168 membri RNC (come vorrebbe Curly Haugland del North Dakota) o un esterno, come l'ex vicegovernatore del Maryland, Michael Steele? Il dibattito è aperto su Redstate.

giovedì 27 novembre 2008

Resistance is (not) Futile

«We've got to make sure we don't give Harry Reid and Nancy Pelosi and the Democrats in Washington D.C. a blank check. If we give them a blank check, they will sign that check and be taking money out of our pockets». Rudy ad Atlanta (Georgia), ultimo avamposto della resistenza anti-liberal.

Thanksgiving

Mentre non sopporto (a parte il doppio taglio alle tasse) la politica economica dell'ultima amministrazione repubblicana, la strage di ieri a Bombay (perdonatemi, ma “Mumbai” proprio non so dove sia) mi ha ricordato - se ce ne fosse stato ancora bisogno - perché ho appoggiato, appoggio e continuerò ad appoggiare la politica estera americana di George W. Bush. Uno dei pochi rimasti, in questo mondo imbelle del multilateralismo precox, ad aver capito che l'11 settembre 2001 è stata dichiarata guerra all'Occidente. E che questa guerra la stiamo ancora combattendo. O, almeno, dovremmo. Oggi, come ieri: grazie presidente.

p.s. Stasera, insieme ad altri amici di provata “fede a stelle-e-strisce”, capitanati dall'ineguagliabile Umberto, andremo a festeggiare il Thanksgiving qui, a due passi dall'ambasciata americana. Per chi fosse interessato (e ha un account su Facebook), qui ci sono altre informazioni.

lunedì 24 novembre 2008

Forbes vs. Paulson

Intervistato da Wolf Blitzer della CNN, l'editore di Forbes Magazine e candidato alle primarie repubblicane del 1996 e del 2000 - Steve Forbes - ha definito Henry Paulson « il peggior ministro del Tesoro dei tempi moderni». C'era più di un buon motivo se, durante la campagna elettorale del 2000, era proprio Forbes (e non Bush Jr.) il mio candidato preferito.

venerdì 21 novembre 2008

Capitalism

«La ricerca dell’emancipazione dalla povertà, la libertà dalla tortura e dalla tirannide e la libertà di fare ciò che è giusto (che Lord Acton ha definito autentica libertà morale), vanno sicuramente intensificate, perché la capacità di correggersi - tramite la rapida punizione del cattivo uso che se ne fa - non è che l’ultima delle qualità del sistema che poggia su questi principi (...). Chi pensa in piccolo può ostacolare il capitalismo con migliaia di trappole, ma quando le persone serie vogliono creare nuova ricchezza ed elevare lo stato dei poveri, sicuramente lasciano fare al capitalismo quello che solo lui può fare».

(Michael Novak, domani su Liberal quotidiano)

mercoledì 19 novembre 2008

Out of the Wilderness

Il decalogo di Karl Rove, su Newsweek, per far uscire il partito repubblicano dalla palude. Punto 10: “The GOP must master new media”.

domenica 16 novembre 2008

Too Little, Too Late

Chris Cilizza, sul Washington Post, cerca di smarcherare cinque (dei mille) miti obamisti nati dopo il risultato elettorale del 4 novembre: 1) Il GOP è morto; 2) Neri e giovani hanno regalato la vittoria a Obama; 3) Gli USA sono destinati ad una nuova "era progressista"; 4) La sconfitta repubblicana è colpa di John McCain; 5) La sconfitta è colpa di Sarah Palin. Complimenti a Cilizza per la sua onestà intellettuale. Con la speranza, magari, che la prossima volta si ricordi di essere onesto anche prima delle elezioni...

Round-Up: NewsBusters.org, The Next Right, The Astute Bloggers, The Other McCain, Commentary, Althouse, Corrente, Don Surber

giovedì 13 novembre 2008

L'opposizione giusta

Kevin Hasset, senior fellow dell'American Enterprise Institute, domani su Liberal quotidiano.

Dato che dovranno passare almeno i prossimi due anni all’opposizione, i politici e gli opinionisti repubblicani devono decidere che atteggiamento tenere nei confronti della nuova amministrazione. Dichiareranno guerra al neoeletto Presidente Obama fin dall’inizio, o guarderanno all’opportunità di collaborare con lui? Nella valutazione delle loro opzioni, dovrebbero essere guidati da una semplice verità: un’opposizione costruttiva cambierebbe l’America in meglio. La verità è che il futuro a breve termine di questo Paese dipende più dai repubblicani che dai democratici.

L’architettura istituzionale ideata dai nostri Padri Fondatori rende difficile la realizzazione di qualsiasi cosa. L’ostruzionismo in Senato, in particolare, dipende sostanzialmente dalla buona volontà dell’opposizione. Quando il nostro Paese funziona bene, come, ad esempio, nella metà degli anni ‘80, quando il Presidente Ronald Reagan e il portavoce della Camera Tip O’Neil lavorarono insieme per raggiungere vittorie politiche fondamentali come la riforma della Sicurezza Sociale e la Legge di Riforma tributaria del 1986, significa che al disaccordo non segue l’avversione reciproca.

Benjamin Disraeli, il grande statista inglese che spese molta parte della sua carriera all’opposizione, commentò questo fenomeno quando scrisse che «il Re Louis Philippe mi disse, una volta, che attribuiva il grande successo della vita politica inglese all’abitudine di parlare di politica dopo cena». A Washington questo manca, e manca perché è passato troppo tempo da quando di politica si discuteva in modo costruttivo dopo cena. Il problema è solo questo: è impossibile desinare con qualcuno che odi, e sedici anni di odio hanno messo questo Paese in ginocchio.

L’odio è diventato uno stile di vita. Bill Clinton è arrivato a Washington nel 1992 ed ha portato a termine molte politiche, come la riforma del welfare, che avrebbero dovuto interessare i conservatori, ma l’odio palpabile verso Clinton li animava a tal punto che la guerra contro il Presidente era totale, e profondamente personale. Negli ultimi otto anni, l’odio per Bush ha rimpiazzato quello per Clinton. Bush ha tentato di raggiungere per vie laterali obiettivi cari ai democratici come il piano per i farmaci prescrivibili, ma, come Clinton, ha ricevuto poco credito dai suoi oppositori.

I politici e gli opinionisti possono facilmente creare un clima che fermi l’odio per Obama prima che si formi. È una cosa che richiede due piccoli passi che possono essere riassunti da un semplice pensiero: cerca di essere qualcuno che il tuo avversario inviterebbe volentieri a cena. Il primo passo consiste nel trattenersi dal contestare il carattere o le ragioni di coloro con cui non si è d’accordo. Le affermazioni non corrette non sono bugie. Per chi cerca un modello del comportamento opposto, si consideri la recente affermazione dell’ex funzionario dell’amministrazione Clinton Paul Begala, secondo il quale il Presidente Bush è «un grandissimo idiota». Questo vile insulto si è diffuso, diciamo così, liberamente. Se si stila una lista delle personalità repubblicane significative a livello nazionale, si capisce rapidamente che può essere divisa in due sottoliste. Prima ci sono gli “stupidi”, come Sarah Palin, Dan Quayle e Bush, e poi i “malvagi”, come il vicepresidente Dick Cheney o il senatore - oggi deceduto - Jasse Helms, mentre Reagan fu così efficiente da ottenere l’elevato status sia dello “stupido” che del “malvagio”.

Il secondo passo è che la comunità repubblicana faccia qualcosa in cui i democratici hanno mancato negli scorsi otto anni: far rispettare collettivamente criteri di onorabilità obiettando quando gli altri se ne allontanano. Comportarsi dignitosamente e chiedere lo stesso agli altri. Sono certo che nei prossimi anni ci saranno innumerevoli volte in cui Austan Goolsbee, la probabile scelta di Obama alla guida del Consiglio dei Consulenti Economici, o Jason Furman, il direttore ella campagna elettorale del neopresidente per l’economia, faranno dichiarazioni che gli economisti repubblicani riterranno errate. Sarà giusto contestare queste affermazioni, ma sbagliato attaccare le persone in quanto tali, e chiunque sorpasserà il limite dovrà essere richiamato dai repubblicani, non dai democratici.

Questo ovviamente non garantirà un cambio di clima a Washington. Obama potrebbe decidere di ignorare il contributo repubblicano e agire in modo altamente partigiano. Potrebbe nominare persone molto faziose in posizioni chiave e continuare a incolpare, come ha recentemente fatto Nancy Pelosi, i repubblicani dei problemi dell’America, ma se lo farà concretizzerà poco. Il taglio delle tasse di Bush verrà ritirato, ma il codice tributario continuerà a sembrare ideato da un tossicodipendente; i sindacati avranno il diritto di organizzare le imprese senza una votazione a scrutinio segreto, ma l’assistenza medica e la sicurezza sociale non saranno riformate, e i soldi saranno investiti nell’etanolo, ma una legislazione significativa sui cambiamenti climatici non ci sarà.

Una prospettiva del genere può essere attraente per chi ha a cuore principalmente la rimonta dei repubblicani. Un Obama con pochi risultati potrebbe essere un avversario più semplice da sconfiggere nei prossimi quattro anni, ma questo è inaccettabile per chiunque tenga di più alle sorti del Paese.

Abducted

Perdonatemi per questa assenza prolungata, ma sono stato rapito da un orrido marchingegno che qualcuno chiama Facebook. Avevo intuito da tempo che si trattasse di qualcosa di malvagio. E finora ero riuscito a tenermene a debita distanza. Quando Simone e Francesco hanno creato il gruppo di Tocqueville su FB, però, sono stato costretto ad iscrivermi. Ed è iniziata la mia discesa agli inferi. Datemi qualche giorno per disintossicarmi e poi torniamo ad occuparci di cose serie ;)

martedì 11 novembre 2008

I professionisti della truffa

Mentre io - sull'aereo che mi riportava in Italia - leggevo questo, in Minnesota succedeva questo. Questi democratici sono davvero dei professionisti: provano a truccare le elezioni anche dopo averle vinte.

martedì 4 novembre 2008

Final Liveblogging

01:07. All'82% dello scrutinio il vantaggio di Obama in Ohio è schizzato oltre i 140mila voti (51-48). Con questa ferale (e inutile) notizia, concludiamo questo sfortunato liveblogging elettorale. Onore ai vincitori (ma non a quelli che salgono sul carro del vincitore). Noi domani ci consoleremo con dosi massicce di shopping, prima che il president-elect inizi a nazionalizzare tutti i centri commerciali :) Non aspettatevi aggiornamenti frequenti del blog per un po'. E ricordate... Palin/Giuliani 2012!

01:04.
Sembra che almeno al GOP possa essere risparmiata l'umiliazione di perdere il Montana, in fino ad ora Obama era in vantaggio. Adesso, a metà dello scrutinio, McCain è davanti di pochissimo.

00:59.
Qualche notizia positiva dal Senato: Chambliss è sopra il 51% in Georgia (ed eviterebbe il "ballottaggio"); Coleman ha circa 50mila voti di vantaggio su Franken in Minnesota.

00:57.
Lo scrutinio dell'Ohio è rimasto fermo al 73% dei precints (67mila voti di vantaggio per Obama).


00:46.
Quasi 200mila voti di vantaggio (51-49) per Obama in Florida (97% dello scrutinio).

00:35.
A questo punto resto in piedi fino a che non è volato via anche l'Ohio (Obama +65mila voti). Tutto è perduto, fuorché l'onore :)

00:25.
La retorica dei network in questi ultimi minuti è stata semplicemente disgustosa. Benvenuti negli United Socialist States of America.

00:14.
Se ne vanno anche Indiana e North Carolina. Continua il recupero in Ohio.

23:58.
Mentre Obama si immerge nel suo bagno di folla, la Florida se ne va (+17omila al 92% dello scrutinio).

23:52.
Anche la North Carolina si allontana: quasi 30mila voti di vantaggio (50-49) per Obama al 95% dello scrutinio.

23:50.
Continua il recupero di McCain in Ohio: 75mila voti di vantaggio (50-48) per Obama al 63% dello scrutinio.

23:45.
148mila voti di vantaggio (51-49) per Obama in Florida al 90% dello scrutinio.

23:33.
8mila voti di vantaggio (50-49) per Obama in Indiana al 96% dello scrutinio. Per essere una vittoria landslide, almeno nel conteggio degli electoral votes, ci sono stati davvero molti stati in bilico fino alla fine...

23:32.
20mila voti di vantaggio (50-49) per Obama in North Carolina al 94% dello scrutinio.

23:29.
96mila voti di vantaggio (51-48) per Obama in Ohio al 55% dello scrutinio.

23:28.
156mila voti di vantaggio (51-49) per Obama in Florida all'87% dello scrutinio.

23:22.
McCain concedes. Vi ricordate quanto ci ha messo Kerry nel 2004?

23:16.
32mila voti di vantaggio (50-48) per McCain in Missouri al 60% dello scrutinio.

22:13.
Mentre la folla impazzisce a Chicago e gli "analisti" della CNN piangono di fronte alle telecamere per l'elezione di Obama, McCain recupera leggermente in Ohio: 109mila voti di svantaggio (48-51) al 52% dello scrutinio.

23:03.
Sorpasso di Obama in Indiana: 8mila voti di vantaggio (50-49) al 94% dello scrutinio.

23:00.
La CNN assegna la presidenza a Obama. Noi continuiamo a contare i voti.

22:59.
La CNN chiama la Virginia per Obama. Ma se l'è dovuta sudare (non era sopra di 10 punti nei sondaggi?).

22:57.
Cresce ancora il vantaggio di Obama in Florida: 176mila voti (51-49) all'83% dello scrutinio.

22:55.
125mila voti di vantaggio (51-47) per Obama in Ohio al 49% dello scrutinio.

22:53.
Per chi pensava che la Georgia fosse in gioco: McCain è 60-39 al 78% dello scrutinio.

22:51.
168mila voti di vantaggio (51-49) per Obama in Florida all'81% dello scrutinio.

22:48.
McCain sembra resistere in North Carolina e affondare definitivamente in Virginia.

22:45.
Più di mezzo milione di voti di vantaggio (57-42) per Obama in Pennsylvania al 77% dello scrutinio. Neppure i sondaggi erano stati così duri con McCain (per non parlare della mia previsione "de panza"...).

22:41.
134mila voti di vantaggio (52-47) per Obama in Ohio al 44% dello scrutinio.

22:39.
Poco più di mille voti di vantaggio per McCain in Missouri al 36% dello scrutinio.

22:38.
McCain resiste con 15mila voti di vantaggio (50-49) in Indiana al 90% dello scrutinio.

22:32.
48mila voti di vantaggio (51-49) per Obama in Virginia al 90% dello scrutinio.

22:31.
Sorpasso di McCain in North Carolina: 3mila voti di vantaggio all'82% dello scrutinio.

22:29.
120mila voti di vantaggio (52-47) per Obama in Ohio al 39% dello scrutinio.

22:26.
Quasi 40mila voti di vantaggio (50-49) per Obama in Virginia all'89% dello scrutinio.

22:25.
35mila voti di vantaggio (52-47) per McCain in Missouri al 23% dello scrutinio.

22:23.
159mila voti di vantaggio (51-49) per Obama in Florida al 67% dello scrutinio.

22:20.
Solo 8mila voti di vantaggio (51-49) per Obama in North Carolina al 78% dello scrutinio.

22:19.
130mila voti di vantaggio (52-46) per Obama in Ohio al 33% dello scrutinio.

22:17.
12mila voti di vantaggio per McCain in Indiana all'86% dello scrutinio.

22:13.
30mila voti di vantaggio (50-49) per Obama in Virginia all'86% dello scrutinio. We didn't keep it red... :(

22:10.
174mila voti di vantaggio (51-48) per Obama in Florida al 66% dello scrutinio.

22:08.
McCain recupera in North Carolina: 18mila voti di vantaggio per Obama (50-49) al 73% dello scrutinio.

22:07.
40mila voti di vantaggio (53-46) per McCain in Missouri al 20% dello scrutinio.

22:02.
150mila voti di vantaggio (53-46) per Obama in Ohio al 27% dello scrutinio.

22.00.
La CNN chiama l'Iowa per Obama e lo Utah per McCain (pheeew!).

21:59.
Sorpasso di Obama in Virginia: 10mila voti di vantaggio all'82% dello scrutinio.

21:57.
140mila voti di vantaggio (58-41) per Obama in Colorado all'8% dello scrutinio.

21:55.
Leggero recupero di McCain in North Carolina: 50mila voti di vantaggio (50-49) per Obama.

21:52.
Poco più di mille voti di vantaggio per McCain in Virginia al 78% dello scrutinio.

21:51.
160mila voti di vantaggio (54-45) per Obama in Ohio al 23% dello scrutinio.

21:50.
143mila voti di vantaggio (51-49) per Obama in Florida al 61% dello scrutinio.

21:48.
La CNN chiama il New Mexico per Obama e la Louisiana per McCain.

21:46.
Appena 24mila voti di vantaggio per McCain (50-49) in Indiana al 75% dello scrutinio.

21:43.
65mila voti di vantaggio (51-49) per Obama in North Carolina al 53% dello scrutinio.

21:39.
Solo 5mila voti di vantaggio per McCain in Virginia al 73% dello scrutinio.

21:36.
35mila voti di vantaggio (55-44) per Obama in Colorado al 10% dello scrutinio.

21:32.
Quasi 180mila voti di vantaggio per Obama in Ohio al 15% dello scrutinio. La CNN chiama lo stato per Obama.

21:30.
85mila voti di vantaggio (51-48) per Obama in North Carolina al 46% dello scrutinio.

21:28.
Soltanto 12mila voti di vantaggio per McCain in Virginia (50-49) al 70% dello scrutinio.

21:22.
Lieve recupero di McCain in Florida: 185mila voti di vantaggio per Obama (51-48) al 51% dello scrutinio.

21:21.
McCain resiste con 25mila voti di vantaggio in Virginia (50-49) al 64% dello scrutinio.

21:20.
Al 20% dello scrutinio, McCain ha 10mila voti di vantaggio (52-46) in West Virginia.

21:16.
Liveblogging su RDM20.

21:14.
Appena 25mila voti separano Obama da McCain in Virginia al 59% dello scrutinio.

21:13.
La CNN chiama la Georgia per McCain.

21:12.
McCain scende sotto i 100mila voti di svantaggio in North Carolina al 37% dello scrutinio.

21:08.
FOX News chiama New Mexico, Minnesota, Michigan e... Ohio per Obama. That's really bad...

21:07.
Obama allunga in Florida: oltre 220mila voti di vantaggio (52-48) al 48% dello scrutinio.

21:05.
Obama recupera in Indiana: 50mila voti di vantaggio per McCain (51-48) al 59 per cento dello scrutinio.

21:03.
Al 4% dello scrutinio, Obama ha 200mila voti di vantaggio su McCain in Ohio.

21:00.
McCain recupera qualcosa in North Carolina, ma è sempre sotto di quasi 90mila voti (47-52).

20:58.
Obama recupera in Virginia: McCain è davanti di 70mila voti (52-47) a metà dello scrutinio.

20:54.
Nuovo allungo di Obama in Florida: 170 mila voti (52-48) al 42% dello scrutinio.

20:48.
Il vantaggio di Obama in Florida si è ridotto a 140mila voti (51-48) al 41% dello scrutinio.

20:47.
Anche FOX News chiama la Pennsylvania per Obama (ma Michael Barone getta acqua sul fuoco).

20:45.
FOX News chiama la Georgia per McCain.

20:44.
A metà dello scrutinio, 150mila voti di vantaggio per McCain in Indiana.

20:43.
Sempre enorme (160mila voti) il vantaggio per Obama in North Carolina (13% dello scrutinio).

20:40.
La CNN chiama la Pennsylvania per Obama. Con 10mila voti scrutinati al momento...

20:36.
Oltre 100mila voti di vantaggio per McCain in Virginia, al 40% dello scrutinio.

20:28.
Primi dati dalla Prince William County (dove siamo noi): Obama è davanti 51-48.

20:27.
Obama davanti in Texas, ma è stato scrutinato solo l'1% dei voti.

20:24.
McCain ha più di 100mila voti di vantaggio in Virginia (33% dello scrutinio), ma è sotto di 150mila in North Carolina (7% dello scrutinio).

20:23.
McCain rosicchia qualcosa in Florida. Adesso è sotto 47-53 (circa 250mila voti al 30% dello scrutinio).

20:18.
Obama +20 in New Hampshire (7% dello scrutinio).

20.15.
Sempre circa 300mila voti di vantaggio per Obama in Florida (24% dello scrutinio).

20:09.
32mila voti di vantaggio per McCain in Indiana (32% dello scrutinio).

20:02.
La CNN chiama Masachussets, Illinois, Connecticuit, New Jersey, Maine, Delaware, Maryland e D.C. per Obama; Oklahoma e Tennessee per McCain.

19:58.
Più di 300mila voti di vantaggio per Obama in Florida al 12% dello scrutinio. That's bad...

19:57.
Gerathy: "Way too early to worry about Indiana".

19:56.
CNN e FOX News chiamano la South Carolina per McCain.

19:50.
Obama recupera in Indiana (12mila voti di vantaggio per McCain al 24% dello scrutinio).

19:47.
Quasi 180mila voti di vantaggio per Obama in Florida (9% dello scrutinio).

19:46.
FOX News chiama la West Virginia per McCain.

19:43.
Obama davanti di 150mila voti in Florida (3% dello scrutinio). Tenete presente che 100mila di questi voti arrivano da Miami/Dade.

19:40.
McCain davanti di 20mila voti in Virginia (5% dello scrutinio).

19:38.
McCain davanti di 48mila voti in Kentucky (16% dello scrutinio).

19:37.
McCain davanti di 18mila voti in Indiana (19% dello scrutinio).

19:31.
Obama davanti in Florida (ma le percentuali della CNN sono strane).

19:25.
Novemila voti di vantaggio per McCain in Indiana (12% dello scrutinio).

19:23.
Primi dati dalla Florida (54-46 per McCain), ma sono contee repubblicane.

19:19.
Contro-sorpasso di McCain in Indiana: 2.000 voti di vantaggio (9% dello scrutinio).

19:18.
McCain sopra di 25mila voti in Kentucky (13% dello scrutinio).

19:12:
Obama sopra di 3.500 voti in Indiana (7% dello scrutinio).

19:06.
McCain sopra di 8.000 voti in Kentucky (10% dello scrutinio).

19:04.
McCain sopra di 1.300 voti in Indiana (4% dello scrutinio).

19:02.
Meno di 3oo voti di differenza (a favore di Obama) in Indiana.

19:00.
La CNN chiama il Kentucky per McCain e il Vermont per Obama. Non hanno "abbastanza dati" per Georgia, Indiana, South Carolina e Virginia (in cui i seggi si sono chiusi da pochi minuti).

18:54.
Indiana: McCain 49 Obama 50 (3%). Kentucky: McCain 51 Obama 48 (9%).

18:52.
Gerathy commenta la nuova infornata di exit poll.

18:51.
Ecco gli exit poll, molto pro-Obama, che stanno iniziando a circolare.

18:46.
Kentucky: McCain 70 Obama 29 (1%). Indiana McCain 49 Obama 50 (2%).

18:40.
I dati che arrivano dalle singole contee dell'Indiana non sono buoni per McCain.

18:36.
Indiana: McCain 49 Obama 50 (circa 36mila voti scrutinati)

18:29.
Indiana: McCain 44 Obama 55 (1%)

18:28.
Sì, sono (pochi) voti veri.

18:22.
CNN. Kentucky: McCain 62 Obama 36 (credo siano i primi voti veri, non exit poll).

18:20.
Florida, Indiana e Ohio, "too close to call" secondo Drudge.

18:17.
More reasons to ignore exit polls.

18:12.
Chiusi i primi seggi in Indiana e Kentucky.

18:11.
Altre buone notizie dall'Ohio.

18:09.
Anche lo speciale del Tg1 riporta gli stessi dati di Repubblica.

18:03.
Secondo Repubblica (che cita FOX News), McCain sarebbe davanti di 10 punti in Indiana e di 4 punti in Ohio, mentre sarebbe sotto di 19 (!) in Virginia. Mah...

17:57.
Il Senatore in liveblogging!

17:55.
Altri exit poll su Huffington Post.

17:52.
Per Drudge, gli exit-poll danno Obama sopra di 15 punti in Pennsylvania.

17:51.
Liveblogging anche da Mithrandir.

17:49.
Gerathy: "Obama by 4 in Pennsylvania, by 2 in Virginia, trailing by 2 in North Carolina, leading by 1 in Florida, leading by 1 in Ohio" (Gawker). Mmmm...

17:44.
A Marc Ambinder è arrivato questo messaggio: "Hello, this is Jeff Blodgett from the Minnesota for Obama campaign. Our initial data shows this election is significantly closer than the polls predicted. We are putting out an urgent call for volunteers... We are organized groups to knock on doors at five P.M., or earlier if you can, for our final GOTV operation." This was followed by different numbers to call based on your residence".

17:43.
Virginia is the new Florida?

17.38.
Se la Pennsylvania è così blu, perché succede questo?

17:35.
Rudy Giuliani fantastico (ma non troppo ottimista) sulla CNN.

17:24.
Liveblogging nche su NoisefromAmerika e Daw.

17:16.
Secondo Drudge, i democratici sono vicini a conquistare 58 seggi al Senato (poteva essere peggio...).

17:13.
Un abbraccio forte a Pierluigi.

17:12.
Quando usciranno i primi exit poll, ricordatevi di questo memo.

17:07.
Tre ore di fila per votare a Orlando (Florida).

17:03.
Exit poll della CNN. Most important issue: Economy 62%; Iraq 10%; Terrorism 9%.

17:00.
Qualche buona notizia da Jim Gerathy. A quelle di The Patriot Room (via Simone), invece, purtroppo non ci crediamo.

16:48.
La cosa straordinaria è che i volontari dei due candidati stanno fuori dai seggi, gomito a gomito, senza nessun problema. Nel precint della libreria pubblica di Woodbridge un paio di loro hanno addirittura accettato di farsi fotografare insieme.

16:43.
Abbiamo finito il giro dei seggi della Prince William County (ecco le foto). Non abbiamo visto le code interminabili di cui parla la televisione (anzi), ma sia i volontari di Obama che quelli di McCain ci hanno assicurato che il turnout è superiore sia a quello del 2000 che a quello del 2004.

14:00.
Ecco la mia previsione finale (de' panza). Più sotto trovate anche quella da poll junkie "neutrale". Adesso andiamo a fare un giro dei seggi per fare un po' di fotografie. Fino almeno alle 20.00 il liveblogging sarà intermittente. Poi, tutti da "L&B pizzeria" per il Victory Party del PWCGOP (Prince Williams County Grand Old Party).

Final Electoral Map

Previsione finale: McCain 281 Obama 257

Come andrà a finire se credete ai sondaggi: McCain 241 Obama 297

Protest! [03-11-2008]



Dopo una mattina sonnacchiosa, facciamo il giro degli headquarters repubblicani nella Prince William County. Domani sera il PWCGOP organizza un "Victory Party" in pizzeria per seguire lo spoglio delle schede. Facciamo un salto sul posto per assicurarci che ci sia una connessione wi-fi per il nostro liveblogging. Ci accolgono una bandiera a stelle e strisce abbracciata a un tricolore e un cartello "wi-fi spot". Un doppio segno del destino?

Dopo un bacon cheeseburger da "Five Guys" (ottimo e abbondante), faccio un salto da Real American Barber per farmi tosare il pelo in eccesso. Poi decidiamo di andare all'hq di Woodbridge per vedere se c'è qualche lavoretto da fare. Non ci sono problemi per accompagnare la gente a votare, ci dicono, perché i volontari sono molti e molto motivati. Meglio così. Proprio mentre stiamo per tornare alla nostra attività preferita (lo shopping), un distinto signore entra nell'ufficio per chiedere qualche cartello in prestito: vuole andare al rally di Obama a Manassas (a poche miglia da qui)
"to protest". Vinco le iniziali resistenze di Simone, raccattiamo qualche cartello "rubato" all'ultimo rally di McCain e seguiamo il tizio in macchina fino a Manassas. I repubblicani saranno almeno una cinquantina (Simone adesso è più tranquillo), di cui almeno la metà attivisti pro-life. Molti i cattolici, moltissimi i ragazzi (non tutti in età di voto, purtroppo).

Chi mi conosce sa benissimo che non sopporto neppure l'idea di stare in piedi per più di 5 minuti. Stavolta ci resto due ore, sfidando insieme ai miei improvvisati amici la folla obamista che ci sfila intorno. Con Simone, ci scambiamo i cartelli "Virginia is McCain Country" e "Taxpayers for McCain/Palin". Ma, soprattutto, ci divertiamo come pazzi. Le ragazze e i ragazzi repubblicani salutano educatamente tutti gli "avversari" politici che passano. E la gran parte degli "avversari" risponde, altrettanto educatamente, al saluto. Noi due, poveri italiani, siamo sbigottiti.
I più giovani, ogni tanto, provano a rispondere alle provocazioni (mai troppo spinte, per la verità) di qualcuno. Ma i più anziani li richiamano immediatamente all’ordine: “Niente insulti, rispettate la democrazia”. La posta in gioco è alta, ma c’è una linea che nessuno può oltrepassare. Almeno negli Stati Uniti d'America.

Con il cuore gonfio di democrazia, ci manca solo il riempimento della "panza". E chi può riuscirci meglio di "The Original Steakhouse & Sports Theatre", visto che stasera - al Monday Night di football - i Washington Redskins giocano contro i Pittsburgh Steelers? Il posto è eccezionale, tutti tifano per i Redskins (la squadra di casa, qui) e la mia New York Strip da 14 once,
well done, è al di là del bene e del male. Si torna a casa per fare la nanna. Domani sarà una lunga nottata. Speriamo.

p.s. Qui, in ordine sparso, le foto di oggi.

lunedì 3 novembre 2008

Get Out To Vote

Mattinata spesa a dormire e studiare sondaggi bruttini, mentre Simone saccheggiava il Potomac Mills. Adesso un pranzo veloce e poi il giro di tutti gli headquarters repubblicani della zona: Woodbridge, Gainesville, Manassas, Sterling e Fairfax. Per iniziare. E' tempo di pedalare, perché la strada sarà pure in salita, ma il traguardo ormai è dietro l'angolo. Keep Virginia Red!

p.s. Le (poche) foto di ieri sull'account Flickr di Simone. Walmart Rules!

domenica 2 novembre 2008

John & Sarah [01-11-2008 photoblog]

Le foto di ieri sono davvero troppe per essere pubblicate in un solo post. Grazie a Simone, ne abbiamo raccolto una selezione su Flickr. Le prime immagini sono quelle del rally di John McCain a Springfield (Fairfax County), quelle scattate di sera sono del rally di Sarah Palin a Glen Allen (Richmond). Buona visione.

Electoral Map Update

Florida: GOP Leaning > Toss-Up
Pennsylvania: DEM Solid > DEM Leaning
Virginia: DEM Leaning > Toss-Up
Minnesota: DEM Leaning > DEM Solid

sabato 1 novembre 2008

Springfield, VA [liveblogging]

13:01. Il discorso di McCain è finito. Il nostro liveblogging anche. Io e Simone andiamo a saccheggiare i banchetti di gadget qui intorno, poi mangiamo un boccone e partiamo per Richmond. Non so se saremo in grado di fare liveblogging stasera (non credo). Appuntamento a stanotte (ora di qui) per le foto di oggi. *cheers*

13:00. "Stand up and fight! Nothing is inevitable! Stand up and win this election! God Bless America"!

12:59. "I am an American and i choose to fight!".

12:58. "Fairfax County is key to our election".

12:57. "I have a promise to make: no infomercial will interrupt the World Series".

12:56. "Have you ever heard the workd "victory" slips by sen.Obama's lips?". Booo!

12:55. Un passaggio su Russia/Georgia.

12:54. "Our enemies know me, our friends know me. I don't need to be tested".

12:53. Chorus: John McCain! John McCain! John McCain!

12:52. "We need pro-growth, pro-business programs, not pro-government ones":

12:51. Nancy Pelosi batte Harry Reid per tre "boo" a due.

12:50. "It's classic left liberal tax and spend we see here". Booo!

12:49. "Senator Biden, a gift that keeps on giving...".

12:48. Taxes and small business. Le parole d'ordine delle ultime ore di campagna elettorale sono chiare.

12:47. "Spread the wealth around?". Booooooo!

12:46. Simone continua a scattare foto come un pazzo.

12:45. "Obama said he is considering drilling offshoree? We'll drill offshore and we'll drill now!".

12:44. "We will restore trust and confidence in the American people again".

12:43. Finora McCain ha parlato solo di economia (soprattutto tasse).

12:42. La folla dietro di me chiede a due giornalisti di togliersi da davanti al palco, perché non si riesce a vedere niente. I due giornalisti fanno finta di niente, fino a quando non vengono "rimossi" da un omone italiano con la barba. Mi sono fatto un centinaio di amici in dieci secondi :)

12:41. Parla McCain: "We need to win Virginia and with your help we can do it!".

12:40. "Are you ready to fight?".

12:39. "If you're an enemy of America, John qill be watching on you for a very long time".

12:38. "John McCain is already been tested".

12:37. I "boo" più sonori non sono quelli riservati a Obambi, ma ai media.

12:36. "If you say enough, often enough, you gotta be right about something". Graham su Biden.

12:35. Graham batte sulle tasse (e su Joe the Plumber).

12:34. "I know Virginia. Chicago is like the moon, compared to Virginia!".

12:32. Chorus: Thank You John!

12:31. Bralic dice che su FOX News stanno trasmettendo lo streaming video del rally.

12:30. Effettivamente, Graham parla con un accento del sud molto marcato.

12:29. Parla il senatore della North Carolina, Lindsay Graham ("I'm the one with the accent, here").

12:28: Chorus: USA! USA! USA!

12:27. Le prime parole di Cindy sono dedicate ai militari e ai veterani (ce ne sono molti, qui in Virginia).

12:26. Silenzio, parla Cindy.

12:25. Blazer blu, camicia azzurra, sembra più giovane di Obambi.

12:23. Almeno una decina di cartelli "Mac Attack".

12:22. Sta arrivando McCain! Dagli altoparlanti la colonna sonora di Rocky I. Folla in delirio.

12:20. I giornalisti sono esattamente come quelli italiani: parlano tra di loro; si disinteressano totalmente delle persone tra il pubblico; hanno l'aria annoiata e "superiore"; sono sgarbati con chi chiede loro di spostarsi per poter vedere il palco.

12:05, Simone ha preso molto seriamente il suo lavoro di fotografo. E' sul palco principale riservato ai media, in mezzo a CNN e ABC. Proprio di fronte a dove parlerà McCain tra qualche minuto (speriamo). Noi ci prendiamo una pausa aspettando Old Mac.

12:02. Il mio cartello preferito, finora: "Keep Your Changers / Give Me Dollars /Lower Taxes for Everyone".

12:01. Le uniche persone davvero brutte, qua in giro, sono i giornalisti. Giovani o anziani, alti o bassi, americani o stranieri: tutti brutti.

11:57. Simone è in giro che scatta fotografie come un demonio. Stasera (ora di qui) si preannuncia un'orgia di photoblogging.

11:56. Cielo blu senza nuvole, sole alto, temperatura mite. Centinaia di volontari sciamano intorno alla folla (ci sarà qualche migliaio di persone, non mi sono portato la mappa del Circo Massimo per fare un confronto). Nelle bancarelle gadget McCain/Palin che non abbiamo mai visto in giro. Awesome.

11:55. "The Straight Talk Express is on its way". Gli altoparlanti sparano musica country/rock.

11:53. Joe the Plumber non c'è. In compenso c'è "Tino the Builder".

11:52. Chorus: Keep Virginia Red!

11:51. Nota di colore: i repubblicani sono molto più belli dei democratici. Period.

11:48. Argomenti caldi, finora: energy independence, Washington Redskins, tasse.

11:44. Pochi minuti fa hanno parlato i due co-chairman della campagna di McCain in Virginia: il congressman Tom Davis e il senatore John Warner.

11:42. Adesso sta parlando il candidato al Senato del GOP, Jim Gilmore (not a chance).

11:40. Vi sembrerà strano, ma siamo riusciti ad entrare nella zona riservata alla stampa al rally di Springfield. E tutto con un solo tesserino italiano da giornalista (Simone è il "fotografo"). Vi faccio notare che indossiamo entrambi una maglietta nera McCain/Palin. E che l'inviato del Guardian ci ha guardato storto.

Northern Virginia [31-10-2008]



La giornata inizia male. Partiamo da Woodbridge per tornare a nord. Ad Arlington (nell'area metropolitana di Washington) c'è il quartier generale della campagna McCain/Palin per la Virginia e il North Carolina. Vogliamo registrarci per i due rally di domani (McCain a Springfield la mattina, Sarah Palin a Glen Allen - a due passi da Richmond - nel pomeriggio). La zona, però, è guardata a vista da due poliziotti neri (obamisti al 100%) che ci intimano di allontanarci perché non abbiamo un appuntamento.



Riusciamo a malapena a scattare un paio di foto (anche se non potremmo fare neppure quello) e ce ne andiamo, scoraggiati.



Feriti nell'orgoglio, ci consoliamo pranzando in un centro commerciale immenso, con gigantesca bandiera a stelle e strisce incorporata.



Sembra la giungla amazzonica, in realtà è il cuore pulsante del capitalismo obamista a Washington D.C. Mangiamo un indecifrabile "spezzatino" di maiale (a me piace, a Simone meno) e decidiamo di tornare a sud, per tentare la sorte negli headquarters "minori" al di fuori dell'Obama Country.



Obiettivo: Fairfax Regional Victory Headquarters, 4246 Chain Bridge Road, Fairfax, VA.



Lungo la strada si inizia a vedere qualche segno di civiltà GOP.



Ooops... meglio chiedere aiuto al navigatore satellitare.



Joe the Plumber si prepara al rush finale della campagna elettorale.



Finalmente qualche faccia amica! I volontari di Fairfax sono gentilissimi. Ci registriamo per il rally di Springfield (per Glen Allen qui non ci sono i biglietti) e facciamo incetta di gadget. Il cartello per il giardino (adesso ci manca solo il giardino)...



...il bumper sticker per il cavallo...



...che a Simone piace molto...



...e che, oggettivamente, dona molto al cavallo!



Ci mancano i biglietti per il rally di domani pomeriggio. Proviamo a cercarli tornando vicino "casa", a Woodbridge, al Prince William Victory Center. Più si va a sud, più la Virginia diventa bella...



Quando arriviamo al quartier generale di Woodbridge è in corso un mini-evento a cui partecipano una cinquantina di volontari che fanno la fila per fotografarsi con una simpatica vecchina, a noi totalmente sconosciuta. Ci mettiamo in fila, naturalmente. La signora, che sembra davvero molto anziana, è semplicemente deliziosa. Mi chiede in quale contea voterò. Le rispondo che non posso votare, perché sono italiano. "Non mi sembra un motivo sufficiente per impedirti di votare", mi risponde. Con pazienza cerco di spiegarle che proprio non posso votare, perché ho la cittadinanza italiana. "I'm trying to be funny here", mi sussurra lei con dolcezza (molto più sveglia di me, evidentemente). Resto colpito, ma continuo a non sapere chi sia la vecchina.



E non lo sa neppure Simone, almeno fino a quando non lo chiedo a uno dei volontari, che mi risponde meravigliato. La signora in questione è Roberta McCain, mamma di John, 95 anni compiuti, che sta facendo il giro di tutti gli headquarters della Virginia per ringraziare i volontari, uno per uno. Semplicemente eccezionale.



Per farci perdonare la nostra suprema ignoranza (e non solo) facciamo incetta di gadget del Team Sarah (una parte del ricavato viene devoluta in beneficenza). Io compro una t-shirt e un mousepad per mia moglie (*smack*).



L'ufficio è piccolo, ma tutti sembrano allegri e motivati.



Scattiamo un paio di foto e usciamo. Per i biglietti del rally pomeridiano ci consigliano di andare a Sterling, di nuovo a nord. No, Washington no!



All'uscita incontriamo un "veteran for McCain" con la sua Harley...



...e c'è anche gente più strana...



Arriviamo al Loudoun Regional Victory Headquarter di Sterling. E finalmente troviamo quello che cerchiamo. I volontari sono fantastici. E quasi tutti molto giovani, alla faccia dei luoghi comuni propagandati dai mainstream media. Prendiamo possesso dei biglietti...



...e in uno slancio d'entusiasmo ci offriamo come volontari per accompagnare la gente a votare, con il cavallo, il prossimo martedì. Ecco qualcosa che Obama e Axelrod proprio non potevano prevedere. La Virginia sta per tornare toss-up?

venerdì 31 ottobre 2008

Woodbridge, Virginia [30-10-2008]

22:06. Prima tappa del nostro tour della Virginia. Aspettando John McCain a Springfield la mattina del 1° novembre e Sarah Palin a Glen Allen nel pomeriggio dello stesso giorno, abbiamo deciso di piantare le tende, almeno temporaneamente, a Woodbridge, nella Prince William County, contea che con il passare degli anni sembra diventare decisamente purple. Qui Bush ha vinto con 8 punti di vantaggio nel 2000 e con 6 punti nel 2004 (per capirci, lo stesso distacco di Dole su Clinton nel 1996, malgrado la presenza di Perot). A prima vista, la zona qui intorno sembra più immersa nella Bush Country che contagiata dall'Obamania: foreste, casette con giardino, centri commerciali, una strada (da noi sarebbe un'autostrada) piena di fast-food e ristoranti. Noi abbiamo fatto un salto da Best Buy e mangiato da Famous Dave's, con estrema soddisfazione. Qui sotto trovate una piccola selezione fotografica della giornata. A domani! :)



Se non avessimo già il cavallo, forse potremmo chiedere un passaggio a lui...



Capitol Hill, sullo sfondo. L'America, in primo piano.



Il nostro cavallo nella stalla (18$ per tre ore...).



Un lampione patriottico.



Chi sono quei due a fianco di Andrea?



L'ufficio di reclutamento dell'esercito a due passi dalla Casa Bianca.



Stop the ACLU!



Una mosca bianca a Washington D.C.



Pranzo a California Grill: bacon cheesegurger, chicken wings, pepsi cola (quella vera non c'era), acqua Perrier (una delle tre cose che sanno fare i francesi, oltre alle Lacoste e ad arrendersi).



Massachusetts Avenue a Washington D.C.: you can't go leftier than that.



Il monumento a George Washington.



Ronald Reagan Airport: Ronnie, we miss you so much...



E' ora di abbandonare l'Obama Country. Goin' South.



Un motel economico con camere per fumatori, connessione wi-fi gratuita e tv via cavo. Abbiamo trovato la stalla adatta per il nostro cavallo. Benvenuti a Woodbridge, Virginia.



Degna conclusione della serata da Famous Dave's con una BBQ Combo annaffiata da Bud.